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Autore: LaotongMoon_    30/09/2013    3 recensioni
La vita non è altro che un'ombra in cammino; un povero attore, che s’agita e si pavoneggia per un ora sul palcoscenico e del quale poi non si sa più nulla. E’ un racconto narrato da un idiota, pieno di strepito e di furore, e senza alcun significato.
Queste sono le parole con cui mia madre Bella parlava un tempo. Ed io ora voglio raccontarvi la sua storia, in modo che in futuro non sbagliate come lei; dovete capire che la forza dell’amore è la più potente al mondo, capace di sconfiggere perdite, lontananze, dolore e.. la morte stessa. Ascoltate attentamente bambini, perché questa è la storia dell’angelo Isabelle, e del vampiro Edward.

Ambientata otto anni dopo New Moon –quindi dopo l’abbandono di Edward–. Qui la nostra cara Isabella dovrà affrontare numerose violenze, perdite, pericoli e segreti oscuri.
Preparatevi a vedere una Bella dolce, sensibile, vulnerabile… ma allo stesso tempo sadica, manipolatrice e con un profondo desiderio di commettere stragi.
Spero di non deludere nessuno (mi riferisco alla mia scarsa abilità nello scrivere) e per questo una piccola recensione sarebbe graditissima!
LaotongMoon_
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
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Eternity Was In Our Lips And Eyes.
di LaotongMoon_

#1 - Abandoned

 
 

Bella’s POV
Per l’ennesima volta osservai il mio riflesso allo specchio, e per l’ennesima volta sbuffai. Quel vestito dal colore giallo intenso non si addiceva a me; era troppo luminoso e gioviale. Certo il taglio era raffinato ed elegante, e metteva in evidenza tutte le mie forme, ma non mi piaceva.
Lo vedevo indosso a qualche modella, una di quelle con un sorriso entusiasta in volto; su di me invece era davvero sprecato. Ma ormai era troppo tardi per cambiarlo, dovevo partire.
Così senza rimuginarci oltre, cominciai a sfilarlo delicatamente dal mio corpo pensando all’evento a cui stavo per partecipare.
“Evento.. Più che un evento è una tragedia” pensai particolarmente triste all’idea di tornare a Forks. Sapevo con certezza che nei quattro anni in cui mi ero trasferita, la cittadina non era cambiata e.. questo mi spaventava. Tornarci mi spaventava -anzi mi terrorizzava- da morire.
In quel piccolo paesino c’erano state troppe perdite per me.
 
Sospirai.
Perché avevano organizzato quella festa? Solitamente il ritrovo delle vecchie classi si facevano dopo anni ed anni di lontananza.. Non aveva senso farla dopo soli otto anni. Sospirai nuovamente mentre, in intimo, posavo il lungo vestito sul letto e lo piegavo sapientemente per inserirlo poi nella valigia.
Già, per l’occasione era richiesto l’abito lungo ed elegante. La milionesima sciocchezza.
Una volta inserito nell’enorme valigia, vi posai vicino la scatola contenenti le scarpe ed una più piccola contenente la pochette. Se dicevo che odiavo quelle scarpe e quella borsa, era una novità? Non avevo mai amato le scarpe con il tacco, ma ovviamente a Matthew –sì, era stato lui a comprarmi il tutto- non importava, dato che aveva preso dei sandali con tacco dodici.
Scossi la testa sedendomi per qualche secondo sul letto e guardando il muro, senza però vederlo davvero.
‹‹Non voglio andarci. Non voglio tornare lì›› sussurrai con voce tanto debole che se ci fosse stato qualcun’altro nella stanza, non si sarebbe nemmeno accorto avevo aperto bocca.
Però quella era la verità. Non volevo andarci, quattro anni prima era fuggita per non lasciarmi sommergere dal dolore e dalla disperazione ed ora.. Ora sentivo che se ci fossi tornata, sarebbe nuovamente successo tutto quanto.
 
Presi fra le mani il mio smartphone e lo accessi andando subito sulla mia scarna rubrica. Pochi secondi e trovai il numero che più mi interessava, quello di Matthew. La voglia di chiamarlo e dirgli che non volevo andarci era forte ma.. Cosa avrei fatto poi? Lui si trovava già lì, a casa di mio padre ad attendermi. Se gli avessi detto che disdicevo tutto sarebbe tornato a Seattle infuriato e mi avrebbe.. Tremai stringendo il telefono in una sorta di piccolo pugno.
No, non volevo succedesse di nuovo. Sapevo che prima o poi l’avrebbe fatto ancora ed ancora, ma non volevo causarlo intenzionalmente.
Così mi limitai a prendere un profondo respiro e mi alzai dirigendomi all’armadio. I movimenti erano meccanici, così come i miei pensieri. ‘Jeans e maglietta, jeans e maglietta’ ecco cosa dicevano. E fu così che in effetti mi vestii; con un semplice paio di jeans chiari e dall’aria sbiadita, e una maglia blu a maniche lunghe; strana da indossare visto il periodo estivo ma che era perfetta per coprire i lividi che avevo ai polsi.
Calzai infine un paio di converse bianche e blu e continuai a preparare la valigia, o meglio un’altra valigia.
Matthew era stato molto chiaro a riguardo: dovevo prepararmi due valigie per non sgualcire troppo l’abito, e come sempre io obbedivo a tutto ciò che diceva. Certo che come manager è troppo.. assillante, pensai di sfuggita mentre con la mente tornavo a ciò che stavo per affrontare: Forks.
 
Sapevo che la mia paura era infondata, perché se in passato erano successe delle tragedie, non significava che dovessero capitare nuovamente ma.. Non riuscivo a tranquillizzarmi.
Allora era andato tutto storto, la mia vita si era sgretolata piano piano fino ad arrivare all’orlo di un baratro; come potevo pensare che tutto andasse per il verso giusto ora? I pensieri -che assomigliavano a tanti flashback- mi sommerso improvvisamente, bloccandomi anche fisicamente, e rimasi senza fiato.
‹‹Il mio mondo non è fatto per te››. Avevo sempre saputo che infondo Lui pensava questo, ma a me non importava. Ero pronta a tutto pur di stare con lui. Cambiare vita, abbandonare i miei genitori, ero pronta persino a morire.. Andava bene tutto per me!
‹‹Non voglio che tu venga con me››. Sì, sapevo anche questo. Sapevo che non ero abbastanza per lui ma.. Non poteva lasciarmi, cosa avrei fatto io? Come potevo continuare a vivere? La mia vita era lui, lui e tutta la sua famiglia. Sarei morta se mi avesse lasciata, non potevo sopportare l’idea di perderlo; già in quel momento sentivo il cuore pesante, battere veloce -forse troppo- e.. pesante.
‹‹Mi dispiace di averla fatta durare così a lungo›› NO! Nel sentire quelle parole sentii il petto scosso da terribili singhiozzi mentre il cuore si infrangeva definitivamente. I suoi occhi però, non esprimevano alcun tipo di rimorso o di comprensione. E poi, dopo pochi secondi sparì. No, no, no Edward! Non lasciarmi, ti prego!
 
Piangevo. Nonostante erano passati otto anni, nonostante fossi andata avanti, nonostante mi ostinavo a dire che non era mai esistito.. Io lo desideravo ancora, io sentivo ancora la sua mancanza. Avrei volentieri dato la mia vita pur di rivederlo ancora. Sì avrei dato tutto ciò che possedevo pur di dirgli solo ‘ciao’, perché il mio cuore ancora doveva abituarsi ad una vita lontana da lui; era ancora infranto in due parti, esattamente come lui l’aveva lasciato.
 
‹‹Pensi ancora a lui vero?›› Jake. Il mio Jake, il mio sole. L’unica persona che mi era stata vicina e che mi aveva aiutato davvero. Jacob. Forse per lui potevo tornare.
‹‹Io non ti farò mai del male, te lo prometto. Non ti deluderò mai. Puoi contare su di me›› Aveva avuto ragione, ed aveva mantenuto la parola. Da quel momento mi aveva insegnato ad apprezzare le piccole cose che, anche se non mi facevano dimenticare Lui, davano un po’ di gioia al mio cuore. Jacob, il migliore amico che si potesse sperare di avere..
‹‹Perché non usciamo Bells? Solo tu ed io, andiamo in un karaoke stasera›› Quanto mi era sembrata orribile quell’idea. Io che cantavo davanti ad altre persone? Impossibile ed assurdo! Eppure grazie a Jacob ero riuscita a farcela, grazie a lui avevo trovato un modo per sfogarmi. Sì perché da quella volta, cantare era diventato il mio modo per sfogarmi, per far uscire dal mio povero cuore malridotto tutto il dolore e la frustrazione che provava.
‹‹Perché non chiediamo a Seth di crearti la musica? Le parole sono fenomenali›› Già, la musica mi aveva aiutato tanto da spingermi a scrivere una canzone mia. Ma non era un granché, e soprattutto non parlava d’amore. Al contrario parlava di dolore, uno di quei dolori grandi e totalizzanti che ti consumano e che forse, in un futuro, poteva farti diventare forte. Ma non avevo certo pensato di creare anche la musica.. Però l’idea mi ispirava, forse cantarla con la musica avrebbe reso meglio l’idea di come mi sentivo.
‹‹Bella sei stata fantastica! Non ho mai sentito una voce più bella della tua!›› Cantare la canzone per intero era stato.. Doloroso. Doloroso ma liberatorio. Mi sentivo così bene e leggera ora! Ed era tutto merito di Jake e Seth. Grazie Jake. Grazie Seth.
 
Un piccolo sorriso nacque spontaneo sulle mie labbra e scacciai con il dorso della mano le lacrime. Se allora non ci fossero stati Jacob e Seth non so cosa avrei fatto. Ma per fortuna c’erano stati, ed io avevo avuto la possibilità di riscatto e di una vita felice. O pseudo felice.
Cantare era diventata quasi una droga per me, mi serviva per stare meglio; e loro lo sapevano. Ogni fine settimana viaggiavamo di città in città, da locale in locale solo per farmi esibire.. Ed infine qualcuno mi aveva contattato dicendo che avevo potenziale. Sospirai.
Dovevo dire di no allora, ma i miei due pazzi e cari amici erano tanto entusiasti che non riuscii a rifiutare.
Fu così che mi iscrissi per quattro anni ad un corso di canto, un periodo tutto sommato felice. O almeno fino a che..
 
‹‹Bells noi.. Ci amiamo›› Fu un colpo al cuore sentirselo dire da Jake. Come.. Come poteva essere successo? Certo ero felice che loro avessero trovato la loro anima gemella, ma io? Sarei nuovamente rimasta sola, e l’idea era così terrificante per me che non potei trattenermi dal fuggire da quella casa che per mesi mi aveva fatto sentire protetta. Non vi tornai per più di tre mesi.
‹‹Abbiamo deciso di andare a vivere assieme, da soli. Ma la nostra porta è sempre aperta per te. Sei come una sorella minore per noi e ti vorremmo sempre bene Bells›› Com’ero stata stupida. Come potevo aver pensato che sarebbe cambiato qualcosa? La nascita di un amore non è mai una cosa brutta. Al contrario di una perdita..
 
Una leggera risata uscì dalle mie labbra, e ne rimasi sorpresa. Da mesi non ridevo davvero, e se lo facevo era davanti alle telecamere o a chi mi intervistava. Insomma, era falsa.
Che bel suono aveva. Mi era mancata.
Ma infondo come potevo non ridere nel ricordarmi la faccia spaventata del mio Jake quando mi diceva di aver avuto l’Imprinting con Seth e viceversa? Da quel momento erano sempre stati così teneri tra di loro e con me.
 
‹‹Parlo con la Signorina Isabella Swan?›› No, non quella domanda. Sapevo cosa significa, sapevo a cosa portava e non volevo ricordare.
‹‹Ci dispiace avvisarla che suo padre ha avuto un arresto cardiaco poche ore fa. E’ stato portato all’ospedale di Forks  ma non ce l’ha fatta. Condoglianze.›› Quella voce fredda e senza inclinazioni –resa ancora più insensibile dal telefono- risuonava ancora nella mia mente. La sentivo come se fosse successe pochi minuti fa. E in contemporanea alla frase ‘non ce l’ha fatta’ sentii il fiato spezzarsi e morirmi in gola ed il petto esplodermi dal dolore.
Fu così difficile rialzarsi che credevo di non riuscirci più. Prima la fuga e la mancanza di Edward, poi la paura di aver perso il mio Sole, ed infine.. papà. Fu troppo per me e cominciai a cadere in un baratro di cui non vedevo più il fondo.
 
Perché? Perché dovevo ricordare tutto ora? Perché dovevo tornare in quella cittadina, causa di tanti dolori ancora non assopiti? Non potevo farcela, e le lacrime che ora scorrevano nuovamente sul mio volto lo confermavano. Ma non potevo nemmeno non andarci; sapevo quali erano le conseguenze e dovevo assolutamente esserci. Così, costringendo il mio corpo a muoversi continuai a preparare le valigie fino a che non le poggiai chiuse davanti alla porta d’ingresso e chiamai il mio autista per venire a prenderle.
‹‹Sono solo queste tre valigie, Signorina?›› mi chiese con voce gentile nonostante quella lieve preoccupazione che vedevo nel suo sguardo. Sicuramente era data dalla vista dei miei occhi rossi, ma annuii con forza tirando su il naso.
‹‹Sì ora possiamo andare, sono pronta›› mormorai uscendo con lui dall’appartamento e chiudendo la porta a chiave. Cosa fare ora? Fingere che niente fosse successo? Che avrebbe detto Matthew vedendomi in quelle condizioni?
Tutte quelle domande mi facevano venire il mal di testa così scacciai tutti i pensieri mentre salivo in macchina.
“Fantastico, ora mi aspettano tre ore e mezza di auto” pensai già annoiata all’idea. Mi sistemai meglio sul comodo sedile di pelle nera ed appoggiai la testa sul suo supporto mentre osservavo Tom –l’autista- attraverso il divisorio di vetro scuro. Era strano pensare come lui, costretto a viaggiare in lungo e largo e seguire una persona contro la sua volontà, potesse essere più felice della star del momento.
“Dovrei smetterla con questi pensieri” mi dissi e chiusi gli occhi cercando di rilassarmi e svuotare la mente da ogni cosa.
Però non ci riuscii per molto perché.. Perché improvvisamente sentii la testa scoppiare.
 
Un dolore lancinante mi fece sbarrare gli occhi ed aprire la bocca in un muto urlo di dolore. Mi portai le mani alle tempie, proprio mentre queste cominciavano a pulsare tanto forte da darmi l’impressione di avere due arieti all’interno che spingevano per.. per farmi esplodere la testa. Chiusi gli occhi chinando il capo e gemendo. Urlare non sarebbe servito a niente, così mi morsi a sangue il labbro inferiore mentre calde lacrime di dolore mi rigavano le guance.
Che stava succedendo? Cosa.. Cosa era quel dolore? Sollevai la testa quando sentii un rumore tremendo, come se un fulmine si fosse abbattuto vicino a me, sul sedile adiacente.
Aprii gli occhi scatto per guardare ma.. Non vedevo niente. Mi paralizzai smettendo anche di respirare mentre cercavo di capire come fosse possibile. Sbattei le palpebre numerose volte ma niente, non riuscivo a vedere assolutamente niente! Era tutto bianco, bianco e luminoso.
Il terrore cominciò a dilagare in me finchè anche i rumori non cambiarono. Rumori forti, assordanti che facevano solo aumentare il mio mal di testa.
Sentivo le lacrime scendere più copiose che mai, mentre spostavo lo sguardo da una parte all’altra cercando di vedere qualcosa oltre quel bianco, ma niente. Niente!
‹‹Che mi sta succedendo?›› urlai. Ma nessuno poteva sentirmi, tantomeno Tom. Gemetti mentre il dolore aumentava ancora, e quando anche la percezione del tatto cambiò -diventando molto più sensibile del normale- la mia testa esplose. Esplose e tutto si fece buio.
Silenzio.
Pace.
“Che bello” pensai poco prima di perdere i sensi.
 

 
 
Alice’s POV
Se c’era una cosa che avevo imparato nella mia lunga esistenza, era che niente poteva rallegrare, o almeno permetterti di distrarti da brutti pensieri, come lo shopping.
Immergersi in quantità quasi mostruose di vestiti, abiti, scarpe e borse riusciva a tenerti la mente occupata come nient’altro. Per questo motivo avevo deciso di andare a fare shopping con Esme; da otto anni ormai non eravamo più le stesse, e giorno dopo giorno andava sempre peggio.
Ma non eravamo solo noi ad essere diverse, ma tutta la famiglia. I Cullen si stavano piano piano sgretolando e la causa era solo una: Edward e la sua folle scelta di abbandonare Bella.
Era stato un duro colpo per tutti noi, ma soprattutto per me ed Esme. Io avevo perso la mia migliore amica, quella che –se Edward avesse deciso di trasformare- sarebbe diventata una persona molto importante. Grazie al mio potere avevo visto quello splendido legame che si sarebbe instaurato, uno che non avevo con nessun’altro membro della famiglia; il che era quasi tutto dire. Esme invece aveva perso una figlia importante. Certo, anche per Carlisle valeva, ma Esme in passato aveva perso il bambino che portava in grembo.. Ed abbandonare Bella le aveva ricordato tutto quel dolore.
Per questo motivo l’avevo obbligata a venire con me, e sebbene inizialmente non ne fosse convinta alla fine dovette ricredersi.
 
Passammo un bel pomeriggio, proprio come una madre e una figlia dovrebbero fare: ci provavamo abiti e ci davamo consigli a vicenda, provavamo scarpe e le abbinavamo a delle borse. Provammo anche ad abbinare degli accessori molto osè ma il risultato era tanto brutto che era quasi divertente vederli. Che controsenso. Però era divertente.
 
Ormai erano quasi cinque ore che giravamo per negozi, e sebbene fossimo vampire e quindi non sentivamo la stanchezza, la noia cominciò a impossessarsi di noi.
‹‹Da quando mi annoio a fare shopping?›› chiesi con un tono di voce particolarmente lamentoso. Ma la mia era una domanda retorica che Esme capì al volo ed a cui si limitò a sorridere tristemente.
Sospirai mentre, con le mani piene buste ci dirigevamo  all’uscita ed alla macchina.
E fu proprio in quel momento, mentre chiudevamo le portiere dell’auto, che la visione arrivò inaspettata e terrificante.
 
Vidi una festa. Era una festa piccola e non molto ricercata come gusti, ma gli addobbi mostravano comunque una certa eleganza. C’erano molte persone e tutti erano vestiti elegantemente. Stranamente, riconobbi molti di loro.
Mike Newton, Angela Weber, Jessica Stanley.. Erano tutti diversi e cresciuti dall’ultima volta che li avevo visti. Continuai a spostare la mia attenzione per capire cosa significava ciò che vedevo, e vidi un cartellone appeso al soffitto.
“In ricordo dei vecchi tempi – Anno 2005”. Quindi era una festa di ritrovo; strano che non ci fossero arrivati gli inviti. Chinai lo sguardo dal cartellone alla porta d’entrata, e vidi Bella che usciva correndo. Sembrava spaventata. 
La sua vista mi fece piacere nonostante la confusione che provavo nel vederla in quello stato. La seguii con la mente. Stava correndo ma non si dirigeva verso le macchine parcheggiate fuori, al contrario correva verso l’autostrada poco distante. Che stava facendo, non aveva ancora capito che era pericoloso?
Mi avvicinai maggiormente e lei e notai gli occhi rossi e gonfi di lacrime, la pelle pallida e.. I capelli che stavano cambiando colore. Come era possibile? Improvvisamente la vidi fermarsi ed  inginocchiarsi a terra mentre urlava tenendosi la testa fra le mani.
Non capivo. Non capivo, che stava succedendo alla mia amica? In quel momento arrivò un uomo che con ghignò malefico le afferrò il polso e la strattonò a sé mentre cominciava a toccarle il corpo. Quell’essere spregevole stava per…
 
‹‹Alice! Alice rispondimi! ALICE!›› uno strattone mi riportò alla realtà, ma non mi accorsi di cosa stava succedendo attorno a me. Avevo parlato? Detto qualcosa di strano o urlato? Qualcuno mi aveva vista o mi stava guardando?
Non mi importava niente, sentivo solo il panico all’idea che Bella stava per essere violentata. Perché doveva trattarsi di questo, cos’altro poteva essere?
Fissai il mio sguardo in quello di Esme, e tremando dissi solo ‹‹Dobbiamo correre a Forks. Bella ha bisogno di noi››. La mia voce era tanto cupa e bassa che sembrava provenire dagli Inferi stessi.
Vidi mia madre guardarmi ed annuire spaesata, ma non avevo tempo per le spiegazioni ora. Dovevamo muoverci. Avevamo solo poche ore.
 

 
 
Bella’s POV
Quel luogo nero era così bello e confortante che avrei voluto non lasciarlo mai. Era la morte per caso? Perché in quel caso ero felice di essere morta. Sembrava quasi che non esistesse un pensiero, un problema, un dubbio.. Era così bello.
Ma si sa, le cose belle sono quelle che durano di meno. Così sentii una mano scuotermi con prepotenza e fui costretta ad abbandonare quel Nero per aprire gli occhi, con lentezza.
‹‹Oh finalmente ti sei svegliata! Ti sembra il momento di dormire? ..Sai come sono Bella, non farmi arrabbiare›› mormorò al mio orecchio, ed il sentire il suo spregevole alito caldo su di me mi fece tremare e tornare lucida.
‹‹Sì.. Sì, lo so ma ora sono sveglia e sono pronta ad andare alla festa›› mormorai alzandomi ed uscendo dalla macchina.
Ma appena lo feci mi bloccai. Davanti a me c’era la casa di papà e.. E il dolore al petto tornò, forte come quattro anni prima. Ma non ebbi il tempo di pensarci; una mano si posò sulla mia schiena e mi spinse al suo interno senza incertezze e neppure gentilezza.
Così, senza rendermi conto del come o del perché, mi ritrovai sotto la doccia.
 
Ma i miei pensieri potevano essere fermati solo per poco. E lì, sola e senza Matthew a sgridarmi per essere assente, i pensieri tornarono.
‹‹Piacere Miss Swan, sono Matthew Marshall e da questo momento sono il vostro manager›› disse l’uomo che mi stava davanti. Era più grande di me, doveva avere attorno ai 35 anni ma li portava molto bene. Ad essere sincera era davvero meraviglioso, e se non fosse per il mio amore ancora presente per Edward, me ne sarei invaghita. Ma anche se fosse successo, non sarebbe durata a lungo.
‹‹Isabella, le tue canzoni sono così.. emozionanti e piene di passione. Si vede che credi e senti davvero ciò che canti.›› Era stato così convincente nella parte del buono e dell’amico. Stronzo.
‹‹Sei così giovane piccola Bella, eppure sembra che tu abbia sofferto troppo. Con me non succederà. Te lo giuro Isabella, te lo giuro sul mio onore. Io ti proteggerò da tutti, conta su di me››. Dunque il suo onore era finito nello scarico? Come avevo fatto a credere a quell’uomo così affascinante e gentile? Era il diavolo lui, era il diavolo! Mi aveva sedotta con le sue parole, mi aveva usato per avere fama, si stava spacciando davanti al mondo come mio fidanzato e poi.. Poi faceva anche.. Quello? 
Ma forse me lo meritavo. Edward mi aveva lasciata, anche lui mi aveva usata e poi abbandonata. Charlie invece mi aveva amata davvero ma a sua volta mi aveva abbandonata. Jake e Seth mi volevano bene ma anche loro sono spariti. E Matthew.. Matthew mi aveva mentito ed ora mi stavo usando per i suoi comodi e per i suoi ‘piaceri’ non solo astratti.
Morale di tutto, la colpa era mia. Mia e solo mia. Avevo sempre saputo che qualcosa non andava in me, ma ora ne avevo l’assoluta certezza.
 
‹‹Allora Bella! Cazzo non sei ancora pronta? Sbrigati!›› il suo urlo mi fece sobbalzare nonostante fosse giunto a me soffocato per l’acqua che ancora scrosciava sul mio corpo. Ma non me lo feci ripetere due volte ed uscii dalla doccia velocemente.
Mi asciugai in tempo da record e, avvolgendomi l’asciugamano attorno al corpo, mi diressi in camera, pronta a vestirmi e andare a quella fastidiosa festa.
Se nove anni prima era stata una piaga terribile, ora poteva essere migliore? Ne dubitavo. Però infondo dovevo ammettere che l’idea di rivedere i miei compagni di scuola, mi allettava un poco. Chissà come erano cambiati tutti..
Così, accantonando la sensazione di essere sola e abbandonata in quel mondo, mi infilai l’abito e cominciai a truccarmi senza particolare attenzione.
















Spazio Autrice
Rieccomi qua con il primo capitolo! **
Innanzitutto chiedo scusa per non averlo pubblicato ieri come promesso, ma mi sono presa un'influenza da ginnes e l'idea di accendere il pc era qualcosa di.. terrificante çç
Cooomunque che ne pensate di questo primo capitolo? Non è niente di speciale [a me sinceramente nemmeno piace, nella mia testa sembrava mille volte più bello(?)] però credo si capisca cosa sia successo in quegli otto anni di distacco!
L'abbandono di Edward in primis, poi Jake che l'aiuta e le fa scoprire la sua passione per il canto. Cosa ne pensate del rapporto/relazione tra Jacob e Seth? LOL E sì, il povero Charlie è passato a miglior vita, pace all'anima sua ç_ç
Insomma in questo capitolo ho cercato di far capire COSA è successo e come si sente la nostra Bella. 
Ma Matthew Marshall rimane un punto di domanda enorme, lo so.. E continuerà ad esserlo per i prossimi capitoli, mi dispiace! :P 

Se qualcosa non è chiaro o avete delle domande, chiedetemi pure tramite recensione! Nel limite concessomi vi risponderò promesso ^^ 
Bè che dire ora.. Grazie a chi ha letto il prologo, chi ha inserito la storia fra seguite e preferite, e soprattutto un grazie enorme a chi ha recensito <3 Spero di sentirvi nuovamente!
A domenica prossima ragazzi!
LaotongMoon_

PS. SPOILER: Nel prossimo capitolo "Fears" arriveranno i Cullen, ma non tutti ovviamente! Secondo voi chi arriverà in aiuto di Bella? E cos'erano quei dolori che sentiva in macchina? Scommesse aperte B| ahaha


PPS : Ecco a voi la nostra Bella e il nostro Matthew! Lo immaginavate così? Sono belli insieme vero? *-*
  
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