Una
goccia….due gocce… si chiede come possa esserci acqua in luogo come quello, poi
capisce, non è acqua, è il sudore di un altro essere nelle sue stesse
condizioni, sudore dovuto a quel poco lurido liquido che viene dato loro per
sopravvivere.
i perché
non si viene gettati in Deep Dark per morire, ma per soffrire. Deep Dark, così
lo chiamano i dannati, è una specie di pozzo, situato in un qualche girone
sperduto dell’inferno.
Uno
di quei demoni gli si avvicina, lo prende per i lunghi capelli e gli alza la
testa
-
Come andiamo oggi? Gradisce la sistemazione, o preferiva una camera con vista
sul mare?
Dice con la sua vocina stridula e soffocata per poi
scoppiare in una fragorosa risata. Nella mano destra tiene una frusta, fa
qualche passo indietro e dopo averlo fissato per qualche secondo, comincia a
frustarlo marcando i già numerosi segni lasciati da quel arnese sul suo
corpo.
Dopo mezz’ora arrivano altri due demoni, tolgono le
catene al prigioniero e lo trascinano altrove. Una stanza vuota con al centro
una sedia, il prigioniero viene fatto sedere, la sedia arde e punge, ma lui non
si muove, non può muoversi. Tutto ciò solo per prepararlo alla giornata, altre e
indicibili sono le vere torture a cui sono sottoposti gli ospiti del pozzo;
reietti, esseri macchiatisi di colpe indicibili, o semplicemente perseguitati
dalla giustizia extraterrena, un qualcosa da cui non vi è scampo alcuno,
condannati a soffrire le pene infernali in eterno. Ma lui non è uno qualunque,
ha deciso che per lui l’eterno finirà quel giorno.
Il
solito demone si avvicina con la frusta in mano, ma già il primo colpo viene
bloccato, la mano è ora libera benché si trascini dietro la catena; gli altri
arti seguono a ruota. Il demone rimane bloccato dalla paura, i suoi occhi aperti
al massimo delle sue capacità tremano, sa che per lui è giunta la fine, e che
ora pagherà il prezzo delle sue torture. Vorrebbe fargli patire le stesse pene
inferte a lui, ma non c’è tempo.
Con
un rapido pugno gli sfonda il cranio e il cadavere cade a terra. Gli altri due
demoni accorrono, ma vengono colpiti dalle catene prima di potersi avvicinare.
Il fatto che gli siano rimaste attaccate alle braccia non è uno svantaggio,
anzi, lui è un maestro con le catene, e quelle infernali sono particolarmente
dure e resistenti.
La
fuga da un posto come quello non è cosa facile, e lui è braccato stretto. La
lunga permanenza in quei luoghi gli rende possibile muoversi con abbastanza
facilità, e ad usare a sua vantaggio l’ambiente che lo circonda. Sfuggire alle
guardie risulta meno complicato del previsto, ma la scalata è ben altra cosa.
Deep Dark è un pozzo profondo quanto l’inferno stesso,
risalirlo significa affrontare una scalata verticale su una roccia dura come il
metallo, con prese per niente salde, facendo pressione sui polpastrelli per non
scivolare di sotto. Perde totalmente la cognizione del tempo nella risalita,
cosa che già prima stentava; nessuno lo segue, nemmeno un pazzo scalerebbe
quella roccia, lo aspettano al varco, ma lui lo sa, come sa della galleria nella
parete, una stretta fenditura verso la superficie del pozzo, percorre un lungo
tratto in orizzontale sbucando altrove, l’aiuto ideale per coloro che hanno
deciso di fuggire per la via più dura.
Passano ore, o giorni, o forse anni, ma alla fine è
fuori, le porte dell’inferno sono d’innanzi a lui, ma nessuno vi può uscire, gli
stupidi diavoli sono facili da gabbare, ma il principe delle tenebre no, e
stavolta è lui ad aspettarlo al varco. La sua voce è possente per le orecchie di
un essere umano, ed è con un semplice gesto che la lunga e difficoltosa
fuga…fallisce.
Deep Dark… così lo chiamano i dannati… il pozzo, il
luogo più buio e profondo dell’inferno, nessuno vi può scappare. Le pene
inflitte dopo la fuga raddoppiano per durezza, i prigionieri resistono
aspettando la fine della pena, ma lì la pena non ha mai
fine.
-
Perché resisti?
Gli
chiede un giorno il suo aguzzino
-
Perché non cedi e prostrandoti al principe delle tenebre non chiedi umilmente
pietà?
Forse per fede nel tuo Dio? Forse per stupidità? O per
che altro?
Lui
alza il capo, e fissandolo negli occhi, coi lunghi capelli che gli coprono in
parte il viso, raccoglie tutte le sue forze e con voce possente gli
risponde
-
Io discendo dagli antichi guerrieri che tempo or sono cavalcavano sui gelidi
prati nordici, i miei avi combattevano sino alla morte, e solo dopo aver
dimostrato il loro valore, Odino li accoglieva nel Valhalla, ed io non sarò da
meno, mai mi prostrerò davanti a essere alcuno se il mio cuore non me lo dirà,
mai mi arrenderò e cederò a ciò che mi si impone, mai smetterò di combattere
fino a quando la mia anima potrà urlare la parola vittoria al
cielo!
L’aguzzino scoppia in una risata fragorosa e gli sputa
in faccia, poi riprende con le pene quotidiane, da ciò è scandito il tempo lì
nel pozzo.
È
così che il giorno stesso, durante
una pausa fra una pena e l’altra, lo spirito dell’oscurità viene a fargli
visita
-
Sei stato bravo, ti sei dimostrato un guerriero valoroso, perciò ti donerò i
miei poteri, affinché tu possa adempire al mio compito, che le tenebre
nascondano le ombre del tuo cuore… Vincent.
È così che
viene pervaso dall’oscurità circostante, e dopo allora, nessuna punizione
infertagli sarà stata più tanto dura per lui.
Capita un giorno una dama vestita di nero, col volto
celato da un velo del medesimo colore, gli si avvicina. Alzando la mano lo
accarezza quasi con dolcezza in viso e, dopo averlo guardato per un po’, fa un
cenno alla guardia orinandogli di liberarlo.
Il
prigioniero si risveglia poi in una grande vasca piena di acqua e Sali
profumati. Dopo essersi dato una lavata indossa il grande asciugamano lasciato
lì per lui. Esce dalla stanza e viene condotto da un servo presso una stanza
nella quale è costretto a entrare. Un grande a letto a baldacchino si trova al
centro di essa, lenzuola di seta rossa, e tende del medesimo colore. Seduta su
di esso la dama lo attende ben poco coperta, si alza e si avvicina a lui, gli
cinge il collo con le braccia e avvicina alle sue, le proprie labbra. Vincent
scosta leggermente il viso, portando la sua bocca presso l’orecchio della donna,
sussurrando alcune parole. Gli occhi della dama si spalancano dallo stupore e
dal dolore. Una lama di energia demoniaca che parte dal medio e dall’indice del
guerriero, le trapassano il petto. Lui fa qualche passo indietro e tolta la
spada dal corpo della dama, con un rapido fendente le mozza la testa. Esce di
fretta dalla stanza e percorre il lungo corridoio, tutto intorno a lui crolla e
per non finire schiacciato si getta da una piccola finestra, finendo nel vuoto.
Così cade per un tempo interminabile, attorno a lui solo le tenebre, talmente
buie che nemmeno lui vi riesce a vedere oltre
-
Sembra più questo…Deep Dark
Pensa fra se. Giunge così il fondo, un forte dolore lo
pervade, ma dopo un po’ si rialza in piedi, una bambina pallida vestita di
bianco lo fissa
- Cos’è
Deep Dark?
Gli
chiede la bambina
-
Deep Dark, così lo chiamano i dannati, è una specie di pozzo, situato in un
qualche girone sperduto dell’inferno
Le
risponde lui
-
Ne sei sicuro? Allora è meglio che ci torni
Gli
dice la candida creatura per poi svanire nelle tenebre.
Ancora lì, Deep Dark…l’aria è cambiata, è più pesante,
volge gli occhi al cielo. All’improvviso sente una forte fitta allo stomaco, una
freccia lo ha trapassato, guarda in avanti, una figura con un arco in mano e la
corda già tesa con una freccia pronta a scoccare. Stavolta è facile per lui
liberarsi dalle catene, spezza la freccia e se la toglie dal corpo. I due si
avvicinano a passi lenti l’uno all’altro. La corda dell’arco è tesa e la freccia
scocca. La spada di energia demoniaca si sprigiona dalle dita del guerriero e il
dardo si infrange contro di essa. Gli occhi di Vincent si fanno rossi, con un
balzo è addosso al suo avversario, ma quello è svelto e si scansa subendo così
solo un lieve graffio sulla guancia destra. L’arciere getta a terra l’arco per
estrarre una piccola spada e attaccare frontalmente il guerriero che con forza
colpisce dapprima la spada nemica col la sua arma per poi sferrare un veloce
colpo che l’avversario riesce a schivare ma cadendo all’indietro per mancanza di
equilibrio e rimanendo quindi inerme di fronte alla spada demoniaca puntatagli
alla gola.
-
Chi sei tu?
Gli
domanda Vincent
-
Io sono Arsham, soldato scelto della guardia personale di Lucifero, tu piuttosto
chi sei che riesci a liberarti facilmente delle catene infernali e usare poteri
demoniaci pur essendo un semplice umano?
Dice l’arciere
-
Io sono il guardiano dell’oscurità, sono l’ombra che si nasconde dietro ogni
angolo scuro, sono il buio che si annida nella tua mente compagno della
solitudine, sono l’incubo che disturba il tuo sonno la notte, sono l’ombra di
ogni essere, e voi stolti siete la mia ombra!
Risponde il guerriero per porre poi fine all’esistenza
del suo avversario. Volgendo poi gli occhi al cielo, invocando l’unico nome che
per lui abbia un senso, chiama il suo Dio e una luce sembra discendere nel pozzo
ricoprendolo. Deep Dark risplende per quei pochi secondi che fanno di un
momento, un’eternità.
Quando apre gli occhi la sua stanza gli pare più buia di
come lo sia mai stata, la luce del mattino comincia però ad entrare dalla
finestra. La stanza oltre ad un letto e a un armadio presenta una scrivania con
tanto di computer e una poltroncina; attaccati al muro alcuni poster di gruppi
metal. In un angolo buio,vicino alla chitarra, un’ombra si muove e si avvicina
al ragazzo.
-
Ora comprendi?
Gli
chiede
-
Comprendo cosa?
Ribatte quello
-
Cos’è Deep Dark
Risponde l’ombra
-
Si… Deep Dark non è un pozzo situato da qualche parte nell’inferno… Deep Dark
sono le tenebre dentro di me
Dice il ragazzo
-
Non solo dentro di te, ma dentro ogni essere, ma tu ora le hai dominate, non ti
sei arreso al dolore da esse provocate, hai capito che non si deve fuggire da
esse, non hai ceduto alle tentazioni da esse offerte, hai affrontato e sconfitto
il tuo nemico, e alla fine hai trovato una luce per illuminarle… il tuo viaggio
è ancora lungo, ma il tuo allenamento si è concluso con successo, ora va e
preparati, perché nuove sfide ti aspettano e dovrai essere pronto a superare
molti ostacoli.
Detto ciò l’ombra svanisce lasciando Vincent solo coi
suoi pensieri. Si alza e si avvicina alla finestra, il sole comincia a sorgere
dopo una notte di pioggia, un uccellino vola libero nel cielo, un altro lo
raggiunge e i due compiono varie capriole volando assieme attraverso l’aria fino
a sparire dalla visuale. Il ragazzo chiude le tende ed esce dalla stanza per
compiere la sua normale giornata, ma dentro di lui, nulla sarà più come
prima.
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S_Nity: Grazie, quella associazione mi è venuta quasi
naturale mentre la scrivevo, sono contento che ti sia piaciuta. Spero che anche
questo capitolo sia di tuo gradimento.
Wayfarer: Wow quanti complimenti, non penso di essere un
eccellente scrittore, ma sicuramente sono migliorato dagli esordi, ciò che più
aiuta a migliorarsi sono le critiche, quindi non esitate mai a
farne.