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Autore: Yellow Canadair    01/10/2013    6 recensioni
Rufy è diventato il Re dei Pirati, e ha festeggiato con la sua ciurma il coronamento dei sogni di ciascuno... due mesi più tardi Nico Robin, chiusa in una delle toilette della Thousand Sunny, scopre di aspettare un bambino... ma come si può crescere un figlio su una nave pirata? Sarà pericoloso? E se lei invece scappasse? E se decidesse di non tenerlo? Il padre come reagirebbe? E di chi si tratterà? Pochi capitoli, una decisione importante per la nostra archeologa!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franky, Monkey D. Rufy, Nico Robin, Roronoa Zoro, Sanji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La famiglia

 

Vasco Rossi - Vita spericolata

 

-Andrà tutto bene Sanji, smettila di preoccuparti!-

Sette mesi dopo Rufy, Zoro, Usop, Sanji e Brook misuravano nervosamente il corridoio della Sunny ormeggiata sull’isola di Foodvalten, dichiarata anni prima sotto la protezione della ciurma di Cappello di Paglia. Era il momento.

Avevano passato i mesi precedenti a navigare, quando necessario, nelle acque più tranquille che conoscessero; Rufy voleva addirittura tornare sul Mare Orientale, ma Robin l’aveva reputata un’esagerazione. “Guarda che i bambini possono nascere anche a Raftel!”, aveva detto. Subito dopo l’inseguimento nella foresta lei aveva spiegato che era scappata non solo perché credeva che Franky non volesse il bambino, ma anche perché era pericoloso per un neonato essere esposto ai pericoli di una nave pirata ricercata come quella. Zoro le aveva riso in faccia. “Per come siamo ricercati tutti, non c’è luogo al mondo più sicuro della Sunny!”.

L’accusa di non volere il bambino aveva punto Franky nel vivo: non lasciava sola la futura mamma nemmeno per un istante e non le lasciava più sollevare da sola neppure un libro.

-Non sono diventata di vetro!- rideva Robin.

Anche tutti gli altri membri della ciurma facevano l’impossibile per non farla affaticare, e ormai per la povera Robin era diventata un’impresa anche scendere dal letto da sola: Nami era sempre lì pronta a prenderla al volo se avesse avuto le vertigini.

Erano arrivate le doglie, e Usop e Brook erano stati mandati di corsa in città a chiamare la levatrice. Tornarono dieci minuti dopo con un cubo di metallo bianco con un oblò sul davanti.

-Vi siete bevuti il cervello???- aveva urlato Nami. -La levatrice, idioti!! Non la lavatrice!! La dottoressa che ha visitato ieri Robin! Dovevate andare a prendere lei!!-

La levatrice era arrivata scortata dal cecchino e dallo scheletro un quarto d’ora dopo e si era chiusa nell’infermeria della Sunny con Nami, Chopper e Franky, che si era rifiutato di lasciare la compagna.

-Dici che sta bene?- sussurrò Brook.

-No che non sta bene, sta urlando da due ore!- sibilò Usop, accovacciato in un angolo con le ginocchia strette al petto. -Ohi ohi ohi, voglio che tutto finisca…- piagnucolò coprendosi le orecchie con le mani.

-Vado fuori a fumare, chiamatemi se succede qualcosa.- ordinò Sanji. Ormai non si azzardava più a fumare nei locali della Sunny, e non solo in presenza di Robin.

Un urlo dell’archeologa, più alto degli altri, fece scattare Rufy verso la porta, ma Zoro gli sbarrò il passo. -Fermo, Rufy.- ringhiò. -Non possiamo fare niente… è una battaglia di Robin.-

I cinque uomini rimasero nel corridoio, impotenti. Era difficile anche per loro.

Un’ora dopo tutto finì.

-Non… non saranno morti?- mugolò Usop.

-Non dire scemenze…- lo rimbeccò Sanji, pallido. -Se è successo qualcosa alla mia Robin, io…

-“Tua” mica tanto!- lo stuzzicò Zoro.

Uno strillo altissimo bloccò a mezz’aria il calcio di Sanji. “È arrivato!” pensò il cuoco.

“Che polmoni!” riconobbe Zoro fra sé con un sorriso soddisfatto.

“Questo strilla più di me!” riflettè Usop.

“Dovrò comporre qualche ninna-nanna.” Pianificò Brook asciugandosi i lucciconi con un fazzoletto di seta.

-Eccolo… il mio decimo membro!- esclamò Rufy chinandosi il cappello sugli occhi con uno smagliante sorriso mentre la porta dell’infermeria finalmente si apriva.

 

 

 

Dietro le quinte della storia…

Ciao!!! Così si conclude “L’attesa, la fuga, l’amore, la famiglia”!! Grazie infinite a tutti coloro che l’hanno recensita instancabilmente e a chi l’ha aggiunta tra le seguite, ricordate o preferite! Grazie! Qualche curiosità sulla storia: inizialmente il padre doveva essere svelato già dal secondo capitolo (che poi è diventato il penultimo, “l’amore”), ma poi il mio ragazzo mi ha suggerito: “Ma perché non le tieni un po’ sulle spine?” quindi care fan assetate di pettegolezzo, prendetevela con lui xD.

La canzone che fa da colonna sonora a quest’epilogo non è presa a caso: nel 1995 ci fu uno spot della Chicco, ovviamente sui bambini e sul diventare genitori data la natura della ditta, in cui veniva usato proprio questo pezzo di Vasco Rossi. Non sono una fan sfegatata del rocker di Zocca ma nemmeno una hater, mi sono innamorata dell’idea di avere quella canzone come soundtrack della nascita del decimo membro della ciurma! Se volete vedere lo spot, sul Tubo c’è.

L’isola di Foodvalten invece viene disegnata davvero da Oda, subito dopo le vicende di Marineford, era una delle isole difese da Barbabianca. Mi piace pensare che in seguito Rufy l’abbia presa sotto la sua protezione.

Grazie ancora a tutti per avermi seguita fin qui!! Spero di scrivere presto una nuova fanfiction in cui mi diverta come con questa! Un bacione enorme,

Yellow Canadair

 

-Allora, il nome?- incalzò Rufy.

-E il cognome?- s’incuriosì Chopper.

-Usiamo il tuo, Franky? Deciso?- si assicurò per l’ennesima volta l’archeologa.

Intervenne Usop: -Era un nome splendido, era un peccato non usarlo più!-

-Allora io scrivo, eh! Ma non cambiate di nuovo idea!- protestò Nami, intenta a compilare il diario di bordo quella sera.

-Robin veramente non ha mai cambiato idea…- si commosse Franky soffiandosi il naso in un fazzoletto già completamente bagnato di lacrimoni.

-Allora, questo nome?- si spazientì Zoro.

-Chiudi il becco, Marimo, è una cosa importante!!- lo rimbeccò il cuoco.

-Adesso basta, su, se no ricomincerà a piangere!- tentò di placare gli animi Brook, a bassa voce.

-Scrivi, Nami!- disse Robin. -Olvia Flam.- 

  
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