~ Continue to live ~

Annie aprì gli occhi e si soffermò a fissare il soffitto per qualche istante pensando a quanto l'effetto del cielo stellato sembrasse ancora così vero dopo tutti quegli anni e sorrise inavvertitamente al ricordo della sera in cui scoprì che Adam le aveva regalato quello che entrambi amavano chiamare "il cielo in una stanza", ricordava perfettamente ogni singolo istante, nella sua mente erano rimaste impresse le risate, i sorrisi e le parole che si scambiarono, come se fosse appena successo.
Il suono del suo telefonino la distolse da quello stato quasi ipnotico nel quale ricadeva ormai da due mesi a quella parte, sbloccò il cellulare digitando dei tasti sullo schermo, lesse il messaggio che come ogni mattina le inviava la madre per assicurarsi che stesse bene e come di consueto rispose con un misero "sto bene mamma" dopodiché scostò il lenzuolo e si alzò.
Il calendario appeso alla parete segnava il 20 di maggio e ciò le ricordò che stava per cominciare una nuova giornata, una di quelle impegnative in cui non vedi l'ora di tornare a casa per riposarsi ma lei aveva uno strano sorriso che le illuminava il viso, come quelli di chi ha imparato a vivere, incurante del pensiero della gente e delle dicerie gettate al vento.

Uscì dal bagno una decina di minuti dopo indossando dei pantaloni scuri, una camicetta di jeans senza maniche, un golfino bianco panna, ballerine bianche e una borsa in tinta con la camicetta.
Legò con un fiocco i suoi lunghi e lisci capelli castani formando una coda, prese la matita e contornò lievemente i suoi occhi azzurro così trasparente che sembravano giaccio allo stato puro, lei era così, una forza della natura, bella anche con il trucco sbavato o meglio ancora senza, o quanto meno queste erano le parole che Adam amava utilizzare per descrivere il raggio di luna che ogni mattina illuminava il suo viso così come le sue giornate.
Afferrò le chiavi di casa, chiuse la porta e con le cuffie nelle orecchie, cominciò il suo tragitto verso il luogo che l'avrebbe tenuta prigioniera fino all'ora di pranzo.

Un brivido percorse la sua schiena mentre il suo ipod emanava le note di Wish You Where Here di Avril Lavigne e proprio quando sentì pronunciare le parole "I want never let go", il suono di un clacson la fece sussultare, si tolse gli auricolari e accennando un sorriso al guidatore salì in macchina.
"Buon giorno Cara" disse il ragazzo dagli occhi castani e con un sorriso a trentadue denti stampato sulle labbra.
An gli si avvicinò e gli stampò un tenero bacio sulla guancia e tornò a perdersi guardando il cielo che, come da previsione, si stava rannuvolando.
"Nonna Ilda questo pomeriggio tornerà dal suo viaggio in giro per il mondo e mamma voleva sapere se poteva usufruire delle tue capacità culinarie per organizzare un piccolo rinfresco per quando arriverà a casa" disse cercando di coinvolgerla in una conversazione.
"An? mi ascolti?" disse di nuovo.
"La senti?" disse lei concentrandosi.
"Cosa?" chiese stupito.
"Questa" disse alzando la radio ed entrambi cominciarono a cantare a squarcia gola sulle note di 1.000.000 finalmente complici come non lo erano ormai da parecchio tempo. Arrivarono a scuola, Liam parcheggiò la sua auto al solito posto e si salutarono dandosi appuntamento per il pomeriggio.



Questo è il primo capitolo, che ne pensate? la storia vi incuriosisce? non potete sopportarla? scrivo in un modo orribile?
Ditemelo con una piccola recensione di almeno dieci lettere?
Aspetto vostre notizie :)
Baci Lu :)