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Autore: Madin    05/10/2013    4 recensioni
Solitudine. Ecco cosa l'aveva spinta a cercare qualcosa di nuovo.
Aveva appena assistito alla scena più brutta della sua intera vita; il ragazzo di cui era innamorata aveva baciato quella stupida bionda dopo che aveva portato Grifondoro alla vittoria nella partita di Quidditch. La gente acclamava quel bacio e lo incoraggiava mentre a lei dava solo il voltastomaco. Vedere le labbra di Lavanda che si incollavano letteralmente a quelle di Ron era una scena raccapricciante, e, vedere che l'ingenuo di casa Weasley ricambiava il bacio, le aveva scavato un buco nel petto inguaribile.
Non sapeva quando si era accorta di provare dei sentimenti per lui, era successo e basta.
Non si sarebbe mai aspettata che una nuova avventura era proprio ad aspettarla dietro l'angolo, e neanche le era passato per la testa che avrebbe potuto coinvolgere l'ultima persona che avrebbe voluto... come, poi, rimane un mistero...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Fairytales Gone Bad

 

- Ferite -

 

Si trovò ancora in un posto che non conosceva, ma non era il giardino del castello ne il castello stesso. Era una stanza buia e vuota. C'era un misero giaciglio sulla parete opposta alla sua e quella davanti era chiusa da una serie di sbarre impenetrabili. Era in una prigione!

Indossava ancora l'abito di raso verde, un po' più sporco e lacero, ma era sempre bellissimo. Alcune ciocche si erano liberate dalla sua treccia ed erano sporche.

A giudicare dal suo aspetto doveva essere lì da giorni. Molti giorni.

Mentre si guardava intorno curiosa, sentì dei passi avvicinarsi alla sua prigione, si affacciò alle sbarre e riconobbe l'austera donna della stanza con lo specchio.

«Come sta la mia piccola Principessa oggi?» fece segno ad una guardia di scansarsi e si avvicinò alle sbarre. «Ti senti a tuo agio nei tuoi nuovi alloggi?» aveva un sorriso malefico e una risata che era anche peggio.

«Non mi arrenderò Regina!» l'aveva detto Hermione ma non era sicura che fosse stata la sua volontà. Credette che la vocina avesse usato lei per esprimersi.

«No cara, mia cara, continua a lottare. Voglio vederti morire piegata al mio potere!» la Regina scoppiò in una risata terrificante e poi si allontanò contenta.

«Non andartene docile...» fu Hermione a parlare. Alzò di nuovo lo sguardo e vide la guardia con la spada sguainata avvicinarsi a lei.

Le catturò il polso in una stretta e la ferì con la punta della spada per tutto l'avambraccio. Hermione urlò di dolore...

 

...urlò di dolore e si risvegliò china sul libro che stava sul letto di Malfoy e la mano di quest'ultimo che la scuoteva ripetutamente.

«Granger!» urlava lui «Svegliati!» lei si alzò, ritta a sedere e lo guardò confusa.

«Mal-Malf-foy...» balbettò «Cosa è successo?»

«Mi sono svegliato per le tue urla.» rispose allontanando subito il braccio da lei. «Posso sapere cosa ci fai qui?» continuò assumendo un cipiglio schifato

«Ti sorvegliavo.» rispose la ragazza stropicciandosi gli occhi.

«Dormendo?» rispose ironico e poi aggiunse «Stai sanguinando» come se nulla fosse accaduto. La ragazza guardò Malfoy sorpresa e lui, con un cenno, le indicò il suo braccio sinistro dove una lunga scia scarlatta si ergeva per tutta la superficie.

«Non è possibile!» sentenziò Hermione «Non dovrebbe essere possibile!»

«Di cosa stai parlando?» chiese il biondo. Hermione prese la bacchetta e la puntò verso il suo braccio «Ferula!» magiche bende si strinsero attorno al suo braccio e la fecero sentire subito meglio.

«Credo tu debba darmi qualche spiegazione, Mezzosangue.» decretò il biondo irritato.

«Non chiamarmi così Malferret! O ti faccio perdere nuovamente i sensi...» lui ghignò e la sfidò con lo sguardo.

Passarono diversi istanti di silenzio nei quali entrambi rimasero al loro posto, silenziosi. Fu Malfoy ad interrompere il silenzio «Perché sono qui?»

Hermione lo guardò avvilita «Speravo lo sapessi tu...»

«Qual'è la diagnosi?»

«Anche questo è un mistero.»

«Se non sai niente, cosa ci fai qui Mezzosangue?!» rispose sottolineando la sua inutilità.

«Devo chiederti una cosa Malfoy, e vorrei che tu fossi sincero per una volta.»

«Sono sempre sincero...» rispose lui serio.

«No, non è vero...»

«Se quello in cui credo per me è verità, anche se è sbagliato, io non sto mentendo.» Hermione alzò gli occhi al cielo.

«Hai bevuto qualche pozione stamattina?» domandò lei.

«Stamattina? Adesso è mattina! E tu hai detto che stavo dormendo...»

«Per Merlino! Significa che sono rimasta qui tutta la notte?» entrambi fecero un verso schifato. «Ieri mattina, allora, hai preso una pozione?» riprese ignorando il fatto di aver dormito con lui nella stessa stanza.

«Non che io sappia. E non credo che ci sia qualcuno di così stupido da avvelenarmi.»

«Modesto.»

«Sta' zitta Mezzosangue, tu non sai niente...»

«Non che tu sappia molto di più!» stava per picchiarlo. Per dargli un altro pugno. «Quindi» disse per cambiare discorso «Non ti sembra di aver preso niente di insolito...»

«So solo che dopo aver bevuto il succo di zucca mi veniva da vomitare e sono venuto qui. Avrò preso freddo durante gli allenamenti di Quidditch...»

«E la ferita al braccio come te la sei fatta? Anche quella agli allenamenti?»

«Quella non c'era quando sono venuto qui...» Hermione strabuzzò gli occhi

«Mi stai dicendo che...»

«Oh bene!» la ragazza venne interrotta dalla voce della professoressa McGranitt che raggiungeva il letto di Malfoy con le mani intrecciate tra loro «Vedo che il signor Malfoy si è svegliato. Scoperto qualcosa signorina Granger?» la fissò a lungo «Non mi dica che ha passato la notte qui!? Non ho mai visto qualcuno dedito come lei a svolgere un compito assegnato.»

«Stava svolgendo il compito dormendo!» ringhiò Malfoy nauseato, cercando di fargli fare brutta figura. La McGranitt ignorò il suo commento.

«Vedo che anche lei si sente meglio, signor Malfoy. Dormito bene?»

«Abbastanza.» rispose il ragazzo.

«Purtroppo non ho potuto scoprire molto, Professoressa McGranitt.» la donna riposò lo sguardo sulla ragazza «Malferret... ehm Malfoy...» si corresse «Non ricorda di aver preso alcuna pozione.» Malfoy le ringhiò contro.

«Oh che peccato. Ma ho parlato con Madama Chips e mi ha riferito di volerla tenere ancora sotto osservazione, Malfoy» il ragazzo distolse lo sguardo.

«E anche tu, Granger, lo sorveglierai, ma non devi saltare le lezioni come hai fatto oggi. Sarai scusata ma fa in modo che non capiti nuovamente.»

«Sì, Professoressa McGranitt.»

In quel momento, mentre la Professoressa si apprestava a lasciare la stanza, una Ginny Weasley sconvolta piombò di fronte ad Hermione e la stritolò in un abbraccio soffocante «Ma dove diavolo sei stata!» non era una domanda «Ti ho cercato per tutta la mattina! E ieri notte!» poi, dovette accorgersi di Malfoy perché la sua espressione mutò inesorabilmente. «Eri qui.. con lui?» chiese con stizza nella voce.

«Aiuto Madama Chips a sorvegliare gli ammalati.»

«Con tutti quelli che ci sono proprio lui? Ce lo faccio diventare io ammalato a questo qua!»

«Piacere di vederti anche mio!» ripose ironico Malfoy senza ombra di divertimento.

La tensione era alle stelle. Hermione si sentiva come la Svizzera durante la guerra: in mezzo a due potenti fazioni e completamente inerte.

«Ginny vieni con me... devo spiegarti una cosa...» la prese per un braccio e la trascinò lontano dal ragazzo «Tu non azzardarti ad andartene! Rimani lì!»

«E dovrei potrei andare?!» udì in lontananza mentre sospingeva Ginny fuori dall'infermeria.

Si affrettò a controllare che nessuno fosse nei paraggi e poi parlò «Sto indagando su Malfoy per sapere cosa gli è successo.»

«Perché lo stai facendo? È Malfoy!»

«Potrebbe aver bevuto per sbaglio la mia pozione e se gli ha fatto male ne sarei responsabile!»

«La pozione che non ha effetti? Quella che hai fatto l'altro giorno?» Hermione annuì «Ma se l'avesse bevuta, perché a lui l'ha quasi ucciso mentre su di te non ha fatto niente?» Hermione distolse lo sguardo «Herm, la pozione non ha avuto effetti, vero?!»

«Beh...» iniziò a dire Hermione «Non proprio...» Ginny alzò gli occhi al cielo, solito suo gesto abituale, e scosse le braccia esasperata.

«Hermione Granger! Perché non mi hai detto niente?» la rimproverò

«Non ci capisco niente adesso e volevi che te lo venissi a dire ieri? Sto ancora cercando di capire, Ginny, ecco perché devo stare... accanto a... Malfoy» si liberò del suo nome come se le desse fastidio, scrollandosi le spalle.

«Che cosa è successo con la pozione?»

«Ti spiegherò più avanti Ginny, adesso c'è una cosa importante che devo fare.»

«Centra Malfoy?»

«Sì.»

«Allora non è più importante di te. Fila a farti una doccia! E cambiati quei vestiti, inizi ad assomigliare ad un Troll!» Ginny l'allontanò con forza e Hermione le sorrise. Cosa avrebbe fatto senza di lei!

Sulla strada verso i dormitori, incontrò Harry con gli occhiali storti sul naso e diversi libri in mano.

«Hermione! Ma dove eri finita?!» le chiese

«Non adesso Harry, scusa!» lo superò di corsa

«Stai bene, Herm?» le chiese ancora voltandosi verso di lei, già sulle scale. C'era una nota di preoccupazione nella sua voce e nel suo sguardo, lui che non poteva permettersi altre distrazioni con Voldemort più potente che mai.

«Sì, sto bene, Harry, grazie»

«Non stancarti troppo! Ci vediamo dopo...» Hermione gli sorrise, grata, e poi corse verso il bagno e si infilò nella doccia.

Ne uscì mezz'ora dopo, riposata e pulita, con una divisa nuova e i capelli in ordine. Prese i libri che le sarebbero serviti nel pomeriggio e si avviò verso la Sala Grande.

Erano tutti ai propri posti per il pranzo, tranne Malfoy ovviamente, e lei sapeva che avrebbe dovuto fare qualcosa per lui. Così prese un vassoio e lo riempì di piatti pieni di prelibatezze. Chissà perché ma i sensi di colpa la stavano facendo diventare gentile con lui... perché lei sapeva che erano solo i sensi di colpa!

Ginny fu lì lì per chiederle spiegazione ma ad un cenno verso la tavolata Serpeverde, la rossa capì all'improvviso. Non si può dire la stessa cosa di Harry che, confuso quanto mai, faceva vagare lo sguardo da una ragazza all'altra. Toccò a Ginny spiegargli la situazione dopo che Hermione si fu allontanata. Non gli disse della pozione ma solo dei suoi “crediti” e del suo “lavoro” con Madama Chips.

Hermione si diresse in infermeria e vi entrò cercando di mantenere il giusto equilibrio tra tutto quello che teneva in mano.

Malfoy strabuzzò gli occhi quando la vide e gli venne da ridere per la goffaggine della ragazza.

«Hai deciso di trasferirti qui, Mezzosangue? La rossa non ti vuole più nella vostra stanza?» Hermione gli avrebbe risposto per le rime, e la tentazione era forte, se tra le labbra non avesse avuto una matita.

Posò il vassoio ai piedi del suo letto e lo guardò truce «È per te scemo! Pensavo avessi fame...» Malfoy la guardò sbigottito e incredulo.

«Hai pensato che io avessi fame?!» la sua incredulità non aveva prezzo.

«Sì, non sono tutti essere insensibili come te, Malferret. Se poi non vuoi mangiare è affare tuo. Io sono affamata.» prese del pane e glielo offrì.

Un po' riluttante, lui accettò e iniziarono a mangiare in religioso silenzio.

«Perché sei qui?» avevano appena finito il primo e lui se ne era uscito con quella frase. Per poco Hermione non soffocò con l'acqua.

«Crediti» rispose ma lui scosse la testa.

«So perfettamente che Madama Chips non permette a nessuno di aiutarla solo per avere dei crediti. Quindi, ora dimmi, perché sei qui... e, Mezzosangue» le disse «Questa volta non mentire...» il luccichio nei suoi occhi le ricordò un serpente.

«Voglio sapere quale pozione ti ha ridotto così...»

«Perché?» lui non sembrava per nulla convinto.

«Perché potrebbe nuocere ad altri.»

«Riprova, puoi fare meglio di così...» tutta la sua abilità nel mentire scoperta giorni fa, spariva davanti a lui, il Re dell'inganno e dei sotterfugi; avrebbe voluto schiantarlo.

«Voglio prendere un bel voto con Piton. Voglio dimostrargli che anche io posso essere una brava allieva, la migliore, come...»

«... come me.» terminò lui al suo posto. Lei abbassò lo sguardo, incapace di reggerlo. «Potrei crederti, se non fosse che mi hai appena fatto un complimento, e non è da te.» Hermione, da cucciolo imbarazzato, divenne un drago pronto a sputar fuoco.

«Bene!» gliela diede vinta «Potrei aver creato io la pozione. Sei contento adesso?» incrociò le braccia arrabbiata.

«Come un Malfoy a Natale!» il ragazzo in questione si portò le braccia dietro la testa. Hermione scosse la sua «E perché mai la saccente amica di Potter ha sentito il bisogno di creare una pozione che mi ha quasi ucciso?» continuò con un ghigno alquanto divertito in volto.

«Non ti ha quasi ucciso, è stato il taglio a ferirti, e neanche troppo gravemente, per i miei gusti.»

«Rispondi alla domanda, Mezzosangue, non divagare.»

«Potrai anche capire quando mento, ma non sono costretta a dirti tutta la verità.» lo guardò con aria di sfida.

«D'accordo. Come vuoi tu... ma non chiedere il mio aiuto dopo...»

«Non me l'avresti offerto in ogni caso. Sei una Serpe, Malfoy, non è nel tuo stile aiutare il prossimo.»

«E qui ti sbagli...»

«Su cosa?! Tu non mi avresti offerto il tuo aiuto e non aiuti mai il prossimo.»

«Sarò anche una serpe, ma il mio aiuto te l'avrei offerto, perché non è del prossimo di cui stiamo parlando, ma di me. E la mia salute mi sta molto a cuore!» l'aveva fregata e aveva ragione. Dannazione!

«Me la sbrigherò da sola Malferret. Come sempre.»

«Ah! Devi abituarti alla solitudine ora che i tuoi amici hanno di meglio da fare!»

«Non dire ancora una parola...» Hermione aveva le lacrime agli occhi.

«La Donnola ha trovato l'amore con la A maiuscola, con una ragazza che è stupida almeno la metà di lui; e lo Sfregiato corre dietro alla Piattola come un cane in calore... che ruolo hai tu in tutto questo?!» la stuzzicò.

Hermione aveva gli occhi grondanti di lacrime, l'aveva profondamente ferita.

«Va bene Malfoy, come vuoi tu. Se credi di essere migliore di tutti solo perché tuo padre è un uomo temuto e la tua famiglia è vecchia di secoli, fai pure. Io mi sono stufata di starti a sentire.» prese un respiro profondo e chiuse le mani a pugno «Non mi interessa quale pozione io abbia creato né come ti sei fatto quella ferita» disse riferita al suo braccio «E probabilmente non importa neanche a te.»

Malfoy la guardò insistentemente ma non diede segno di alcuna emozione «Come pensavo, sei proprio un animale a sangue freddo.» detto questo se lo lasciò alle spalle e uscì come una furia dall'infermeria.

Proseguì decisa fino all'aula di Trasfigurazione e si sedette al suo posto, in anticipo rispetto all'orario di inizio della lezione.

«Signorina Granger! È in anticipo...»

«Lo so Professoressa, ma avevo bisogno di allontanarmi da quel... quel... quella serpe!» non era sua intenzione coinvolgere un insegnante in vicende personali ma era talmente adirata che era proprio quello di cui aveva bisogno.

La McGranitt si avvicinò al banco in cui la sua allieva prediletta si era sistemata e la guardò con occhi comprensivi «Sapevo che accettando di farti rimanere al capezzale di Malfoy, prima o poi me ne avrebbe fatto pentire. Non siete fatti per stare accanto, siete troppo diversi...» Hermione la guardò confusa. Non voleva sentirsi dire che aveva sbagliato, voleva essere consolata, non incolpata. «Tuttavia» continuò l'anziana donna sorprendendola «Non puoi ritrarti dal compito che ti sei scelta. Sarà impegnativo e per niente facile. Ma tu ce la puoi fare signorina Granger, sei la più adatta per questo compito, e in più, tu e il signor Malfoy sarete anche diversi, ma ricordati che anche nella diversità ci sono più cose in comune di quante immagini...» sembrava tanto una lezione di vita e che quella donna sapesse in realtà molte più cose di quanto sembrasse.

Hermione se ne andò dall'aula terminata la lezione con la mente che vagava altrove, riflettendo sulle parole dell'insegnante.

Attraversò il corridoio che portava alla Sala Comune di Grifondoro, ma cambiò subito rotta quando, da lontano, intravide la nuova coppia del secolo. Gli urletti striduli di Lavanda riecheggiavano per tutta la scuola e il sorriso ebete di Ron faceva sentire Hermione più stupida di quanto non pensasse.

Girò i tacchi e tornò indietro.

Per sua sfortuna aveva lasciato i suoi libri in infermeria, quando era scappata adirata dopo la litigata con Malfoy, e doveva tornare a prenderli. Inoltre, avrebbe dovuto farsi controllare il braccio... sentiva la pelle pizzicare sotto le bende.

Entrò silenziosa in infermeria e osservò Malfoy riposare beato nel suo letto. Sembrava un angioletto. Un po' pallido, ma infondeva serenità.

«Signorina Granger!» Madama Chips era in piedi accanto a lei con bende e acqua calda in mano, facendola sussultare. «Cosa ci fa qui?»

«Dovrei farmi controllare una ferita...» disse mostrando il braccio bendato. L'infermiera scostò le bende e contrasse la bocca in una curiosa smorfia.

«È un taglio lieve, niente di grave; doloroso ma guaribile.» la medicò con le bende e le pulì la ferita con l'acqua «È curioso...» disse e sembrava tanto Olivander, il venditore di bacchette magiche più famoso al Mondo Magico «Cosa è curioso?» chiese Hermione

«Questo taglio è stato inferto dalla punta di una spada; è curioso che anche quello di Malfoy, si da il caso, è stato inferto dalla stessa arma...» Hermione la guardò sorpresa «Non vi sarete sfidati a duello?» la ragazza scosse violentemente la testa. «Ora starà meglio, signorina Granger. Vegli sul signor Malfoy con la stessa cura con cui farebbe con un suo amico, la prego.» l'infermiera si allontanò a passo veloce, liquidandosi dalla ragazza e sparendo dalla stanza.

Hermione si avvicinò a Malfoy e rimase in piedi a guardarlo dormire. Prese una sedia e la mise nuovamente accanto al suo letto, come aveva fatto il giorno precedentemente, e si addormentò, colpita da un profondo sonno.

 

   
 
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