Fairytales Gone Bad
- Ferite -
Si trovò
ancora in un posto che non conosceva, ma non era il giardino del castello ne il castello stesso. Era una stanza buia e vuota. C'era
un misero giaciglio sulla parete opposta alla sua e quella davanti era chiusa
da una serie di sbarre impenetrabili. Era in una prigione!
Indossava
ancora l'abito di raso
verde, un po' più sporco e lacero, ma era sempre
bellissimo. Alcune ciocche si erano liberate dalla sua treccia ed erano
sporche.
A
giudicare dal suo aspetto doveva essere lì da giorni. Molti giorni.
Mentre si
guardava intorno curiosa, sentì dei passi avvicinarsi alla sua prigione, si
affacciò alle sbarre e riconobbe l'austera donna della stanza con lo specchio.
«Come sta
la mia piccola
Principessa oggi?» fece segno ad una guardia di
scansarsi e si avvicinò alle sbarre. «Ti senti a tuo agio nei tuoi nuovi
alloggi?» aveva un sorriso malefico e una risata che era anche peggio.
«Non mi
arrenderò Regina!» l'aveva detto Hermione ma non era sicura che fosse stata la
sua volontà. Credette che la vocina avesse usato lei per esprimersi.
«No cara,
mia cara, continua a lottare. Voglio vederti morire piegata al mio potere!» la
Regina scoppiò in una risata terrificante e poi si allontanò contenta.
«Non
andartene docile...» fu Hermione a parlare. Alzò di nuovo lo sguardo e vide la
guardia con la spada sguainata avvicinarsi a lei.
Le
catturò il polso in una stretta e la ferì con la punta della spada per tutto
l'avambraccio. Hermione urlò di dolore...
...urlò
di dolore e si risvegliò china sul libro che stava sul letto di Malfoy e la mano di
quest'ultimo che la scuoteva ripetutamente.
«Granger!»
urlava lui «Svegliati!» lei si alzò, ritta a sedere e lo guardò confusa.
«Mal-Malf-foy...»
balbettò «Cosa è successo?»
«Mi sono
svegliato per le tue urla.» rispose allontanando subito il braccio da lei.
«Posso sapere cosa ci fai qui?» continuò assumendo un cipiglio schifato
«Ti
sorvegliavo.» rispose la ragazza stropicciandosi gli occhi.
«Dormendo?»
rispose ironico e poi aggiunse «Stai sanguinando» come se nulla fosse accaduto.
La ragazza guardò Malfoy sorpresa e lui, con un cenno, le indicò il suo braccio
sinistro dove una lunga scia scarlatta si ergeva per tutta la superficie.
«Non è
possibile!» sentenziò Hermione «Non dovrebbe essere possibile!»
«Di cosa
stai parlando?» chiese il biondo. Hermione prese la bacchetta e la puntò verso
il suo braccio «Ferula!» magiche bende si strinsero attorno al suo
braccio e la fecero sentire subito meglio.
«Credo tu
debba darmi qualche spiegazione, Mezzosangue.» decretò il biondo irritato.
«Non
chiamarmi così Malferret! O ti faccio perdere nuovamente i sensi...» lui ghignò
e la sfidò con lo sguardo.
Passarono
diversi istanti di silenzio nei quali entrambi rimasero al loro posto,
silenziosi. Fu Malfoy ad interrompere il silenzio «Perché sono qui?»
Hermione
lo guardò avvilita «Speravo lo sapessi tu...»
«Qual'è
la diagnosi?»
«Anche
questo è un mistero.»
«Se non
sai niente, cosa ci fai qui Mezzosangue?!» rispose sottolineando la sua
inutilità.
«Devo
chiederti una cosa Malfoy, e vorrei che tu fossi sincero per una volta.»
«Sono
sempre sincero...» rispose lui serio.
«No, non
è vero...»
«Se
quello in cui credo per me è verità, anche se è sbagliato, io non sto
mentendo.» Hermione alzò gli occhi al cielo.
«Hai bevuto
qualche pozione stamattina?» domandò lei.
«Stamattina?
Adesso è mattina! E tu hai detto che stavo dormendo...»
«Per
Merlino! Significa che sono rimasta qui tutta la notte?» entrambi fecero un
verso schifato. «Ieri mattina, allora, hai preso una pozione?» riprese
ignorando il fatto di aver dormito con lui nella stessa stanza.
«Non che
io sappia. E non credo che ci sia qualcuno di così stupido da avvelenarmi.»
«Modesto.»
«Sta'
zitta Mezzosangue, tu non sai niente...»
«Non che
tu sappia molto di più!» stava per picchiarlo. Per dargli un altro pugno.
«Quindi» disse per cambiare discorso «Non ti sembra di aver preso niente di
insolito...»
«So solo
che dopo aver bevuto il succo di zucca mi veniva da vomitare e sono venuto qui.
Avrò preso freddo durante gli allenamenti di Quidditch...»
«E la
ferita al braccio come te la sei fatta? Anche quella agli allenamenti?»
«Quella
non c'era quando sono venuto qui...» Hermione strabuzzò gli occhi
«Mi stai
dicendo che...»
«Oh
bene!» la ragazza venne interrotta dalla voce della professoressa McGranitt che
raggiungeva il letto di Malfoy con le mani intrecciate tra loro «Vedo che il
signor Malfoy si è svegliato. Scoperto qualcosa signorina Granger?» la fissò a
lungo «Non mi dica che ha passato la notte qui!? Non ho mai visto qualcuno
dedito come lei a svolgere un compito assegnato.»
«Stava
svolgendo il compito dormendo!» ringhiò Malfoy nauseato, cercando
di fargli fare brutta figura. La McGranitt ignorò il suo commento.
«Vedo che
anche lei si sente meglio, signor Malfoy. Dormito bene?»
«Abbastanza.»
rispose il ragazzo.
«Purtroppo
non ho potuto scoprire molto, Professoressa McGranitt.» la donna riposò lo
sguardo sulla ragazza «Malferret... ehm Malfoy...» si corresse «Non ricorda di
aver preso alcuna pozione.» Malfoy le ringhiò contro.
«Oh che
peccato. Ma ho parlato con Madama Chips e mi ha riferito di volerla tenere
ancora sotto osservazione, Malfoy» il ragazzo distolse lo sguardo.
«E anche
tu, Granger, lo sorveglierai, ma non devi saltare le lezioni come hai fatto
oggi. Sarai scusata ma fa in modo che non capiti nuovamente.»
«Sì,
Professoressa McGranitt.»
In quel
momento, mentre la Professoressa si apprestava a lasciare la stanza, una Ginny
Weasley sconvolta piombò di fronte ad Hermione e la stritolò in un abbraccio
soffocante «Ma dove diavolo sei stata!» non era una domanda «Ti ho cercato per
tutta la mattina! E ieri notte!» poi, dovette accorgersi di Malfoy perché la
sua espressione mutò inesorabilmente. «Eri qui.. con lui?» chiese
con stizza nella voce.
«Aiuto
Madama Chips a sorvegliare gli ammalati.»
«Con
tutti quelli che ci sono proprio lui? Ce lo faccio diventare io ammalato a
questo qua!»
«Piacere
di vederti anche mio!» ripose ironico Malfoy senza ombra di divertimento.
La
tensione era alle stelle. Hermione si sentiva come la Svizzera durante la
guerra: in mezzo a due potenti fazioni e completamente inerte.
«Ginny
vieni con me... devo spiegarti una cosa...» la prese per un braccio e la
trascinò lontano dal ragazzo «Tu non azzardarti ad andartene! Rimani lì!»
«E
dovrei potrei andare?!» udì in lontananza mentre sospingeva Ginny fuori
dall'infermeria.
Si
affrettò a controllare che nessuno fosse nei paraggi e poi parlò «Sto indagando
su Malfoy per sapere cosa gli è successo.»
«Perché
lo stai facendo? È Malfoy!»
«Potrebbe
aver bevuto per sbaglio la mia pozione e se gli ha fatto male ne sarei
responsabile!»
«La
pozione che non ha effetti? Quella che hai fatto l'altro giorno?» Hermione
annuì «Ma se l'avesse bevuta, perché a lui l'ha quasi ucciso mentre su di te
non ha fatto niente?» Hermione distolse lo sguardo «Herm, la pozione non ha
avuto effetti, vero?!»
«Beh...»
iniziò a dire Hermione «Non proprio...» Ginny alzò gli occhi al cielo,
solito suo gesto abituale, e scosse le braccia esasperata.
«Hermione
Granger! Perché non mi hai detto niente?» la rimproverò
«Non ci
capisco niente adesso e volevi che te lo venissi a dire ieri? Sto ancora
cercando di capire, Ginny, ecco perché devo stare... accanto a... Malfoy» si
liberò del suo nome come se le desse fastidio, scrollandosi le spalle.
«Che cosa
è successo con la pozione?»
«Ti
spiegherò più avanti Ginny, adesso c'è una cosa importante che devo fare.»
«Centra
Malfoy?»
«Sì.»
«Allora
non è più importante di te. Fila a farti una doccia! E cambiati quei vestiti,
inizi ad assomigliare ad un Troll!» Ginny l'allontanò con forza e Hermione le
sorrise. Cosa avrebbe fatto senza di lei!
Sulla
strada verso i dormitori, incontrò Harry con gli occhiali storti sul naso e
diversi libri in mano.
«Hermione!
Ma dove eri finita?!» le chiese
«Non
adesso Harry, scusa!» lo superò di corsa
«Stai
bene, Herm?» le chiese ancora voltandosi verso di lei, già sulle scale. C'era
una nota di preoccupazione nella sua voce e nel suo sguardo, lui che non poteva
permettersi altre distrazioni con Voldemort più potente che mai.
«Sì, sto
bene, Harry, grazie»
«Non
stancarti troppo! Ci vediamo dopo...» Hermione gli sorrise, grata, e poi corse
verso il bagno e si infilò nella doccia.
Ne uscì
mezz'ora dopo, riposata e pulita, con una divisa nuova e i capelli in ordine.
Prese i libri che le sarebbero serviti nel pomeriggio e si avviò verso la Sala
Grande.
Erano
tutti ai propri posti per il pranzo, tranne Malfoy ovviamente, e lei sapeva che
avrebbe dovuto fare qualcosa per lui. Così prese un vassoio e lo riempì di
piatti pieni di prelibatezze. Chissà perché ma i sensi di colpa la stavano
facendo diventare gentile con lui... perché lei sapeva che
erano solo i sensi di colpa!
Ginny fu
lì lì per chiederle spiegazione ma ad un cenno verso la tavolata Serpeverde, la
rossa capì all'improvviso. Non si può dire la stessa cosa di Harry che, confuso
quanto mai, faceva vagare lo sguardo da una ragazza all'altra. Toccò a Ginny
spiegargli la situazione dopo che Hermione si fu allontanata. Non gli disse
della pozione ma solo dei suoi “crediti” e del suo “lavoro” con Madama Chips.
Hermione
si diresse in infermeria e vi entrò cercando di mantenere il giusto equilibrio
tra tutto quello che teneva in mano.
Malfoy
strabuzzò gli occhi quando la vide e gli venne da ridere per la goffaggine
della ragazza.
«Hai
deciso di trasferirti qui, Mezzosangue? La rossa non ti vuole più nella vostra
stanza?» Hermione gli avrebbe risposto per le rime, e la tentazione era forte,
se tra le labbra non avesse avuto una matita.
Posò il
vassoio ai piedi del suo letto e lo guardò truce «È per te scemo! Pensavo
avessi fame...» Malfoy la guardò sbigottito e incredulo.
«Hai
pensato che io avessi fame?!» la sua incredulità non aveva prezzo.
«Sì, non
sono tutti essere insensibili come te, Malferret. Se poi non vuoi mangiare è
affare tuo. Io sono affamata.» prese del pane e glielo offrì.
Un po'
riluttante, lui accettò e iniziarono a mangiare in religioso silenzio.
«Perché
sei qui?» avevano appena finito il primo e lui se ne era uscito con quella
frase. Per poco Hermione non soffocò con l'acqua.
«Crediti»
rispose ma lui scosse la testa.
«So
perfettamente che Madama Chips non permette a nessuno di aiutarla solo per avere
dei crediti. Quindi, ora dimmi, perché sei qui... e, Mezzosangue» le disse
«Questa volta non mentire...» il luccichio nei suoi occhi le
ricordò un serpente.
«Voglio
sapere quale pozione ti ha ridotto così...»
«Perché?»
lui non sembrava per nulla convinto.
«Perché
potrebbe nuocere ad altri.»
«Riprova, puoi
fare meglio di così...» tutta la sua abilità nel mentire scoperta giorni fa,
spariva davanti a lui, il Re dell'inganno e dei sotterfugi; avrebbe voluto
schiantarlo.
«Voglio
prendere un bel voto con Piton. Voglio dimostrargli che anche io posso essere
una brava allieva, la migliore, come...»
«...
come me.» terminò lui al suo posto. Lei abbassò lo sguardo,
incapace di reggerlo. «Potrei crederti, se non fosse che mi hai appena fatto un
complimento, e non è da te.» Hermione, da cucciolo imbarazzato, divenne un
drago pronto a sputar fuoco.
«Bene!»
gliela diede vinta «Potrei aver creato io la pozione. Sei contento adesso?»
incrociò le braccia arrabbiata.
«Come
un Malfoy a Natale!» il ragazzo in questione si portò le braccia dietro la
testa. Hermione scosse la sua «E perché mai la saccente amica di Potter ha
sentito il bisogno di creare una pozione che mi ha quasi ucciso?» continuò con
un ghigno alquanto divertito in volto.
«Non ti
ha quasi ucciso, è stato il taglio a ferirti, e neanche troppo gravemente, per
i miei gusti.»
«Rispondi
alla domanda, Mezzosangue, non divagare.»
«Potrai
anche capire quando mento, ma non sono costretta a dirti tutta la verità.» lo
guardò con aria di sfida.
«D'accordo.
Come vuoi tu... ma non chiedere il mio aiuto dopo...»
«Non me
l'avresti offerto in ogni caso. Sei una Serpe, Malfoy, non è nel tuo stile
aiutare il prossimo.»
«E qui ti
sbagli...»
«Su
cosa?! Tu non mi avresti offerto il tuo aiuto e non aiuti mai il
prossimo.»
«Sarò anche
una serpe, ma il mio aiuto te l'avrei offerto, perché non è del prossimo di cui
stiamo parlando, ma di me. E la mia salute mi sta molto a
cuore!» l'aveva fregata e aveva ragione. Dannazione!
«Me la
sbrigherò da sola Malferret. Come sempre.»
«Ah! Devi
abituarti alla solitudine ora che i tuoi amici hanno di meglio da fare!»
«Non dire
ancora una parola...» Hermione aveva le lacrime agli occhi.
«La
Donnola ha trovato l'amore con la A maiuscola, con una ragazza
che è stupida almeno la metà di lui; e lo Sfregiato corre dietro alla Piattola
come un cane in calore... che ruolo hai tu in tutto questo?!» la stuzzicò.
Hermione
aveva gli occhi grondanti di lacrime, l'aveva profondamente ferita.
«Va bene
Malfoy, come vuoi tu. Se credi di essere migliore di tutti solo perché tuo
padre è un uomo temuto e la tua famiglia è vecchia di secoli, fai pure. Io mi
sono stufata di starti a sentire.» prese un respiro profondo e chiuse le mani a
pugno «Non mi interessa quale pozione io abbia creato né come ti sei fatto
quella ferita» disse riferita al suo braccio «E probabilmente non importa
neanche a te.»
Malfoy la
guardò insistentemente ma non diede segno di alcuna emozione «Come pensavo, sei
proprio un animale a sangue freddo.» detto questo se lo lasciò
alle spalle e uscì come una furia dall'infermeria.
Proseguì
decisa fino all'aula di Trasfigurazione e si sedette al suo posto, in anticipo
rispetto all'orario di inizio della lezione.
«Signorina
Granger! È in anticipo...»
«Lo so
Professoressa, ma avevo bisogno di allontanarmi da quel... quel... quella
serpe!» non era sua intenzione coinvolgere un insegnante in vicende personali
ma era talmente adirata che era proprio quello di cui aveva bisogno.
La
McGranitt si avvicinò al banco in cui la sua allieva prediletta si era
sistemata e la guardò con occhi comprensivi «Sapevo che accettando di farti
rimanere al capezzale di Malfoy, prima o poi me ne avrebbe fatto pentire. Non
siete fatti per stare accanto, siete troppo diversi...» Hermione la guardò
confusa. Non voleva sentirsi dire che aveva sbagliato, voleva essere consolata,
non incolpata. «Tuttavia» continuò l'anziana donna sorprendendola «Non puoi
ritrarti dal compito che ti sei scelta. Sarà impegnativo e per niente facile.
Ma tu ce la puoi fare signorina Granger, sei la più adatta per questo compito,
e in più, tu e il signor Malfoy sarete anche diversi, ma ricordati che anche
nella diversità ci sono più cose in comune di quante
immagini...» sembrava tanto una lezione di vita e che quella donna sapesse in
realtà molte più cose di quanto sembrasse.
Hermione
se ne andò dall'aula terminata la lezione con la mente che vagava altrove,
riflettendo sulle parole dell'insegnante.
Attraversò
il corridoio che portava alla Sala Comune di Grifondoro, ma cambiò subito rotta
quando, da lontano, intravide la nuova coppia del secolo. Gli urletti striduli
di Lavanda riecheggiavano per tutta la scuola e il sorriso ebete di Ron faceva
sentire Hermione più stupida di quanto non pensasse.
Girò i
tacchi e tornò indietro.
Per sua
sfortuna aveva lasciato i suoi libri in infermeria, quando era scappata adirata
dopo la litigata con Malfoy, e doveva tornare a prenderli. Inoltre, avrebbe
dovuto farsi controllare il braccio... sentiva la pelle pizzicare sotto le
bende.
Entrò
silenziosa in infermeria e osservò Malfoy riposare beato nel suo letto.
Sembrava un angioletto. Un po' pallido, ma infondeva serenità.
«Signorina
Granger!» Madama Chips era in piedi accanto a lei con bende e acqua calda in
mano, facendola sussultare. «Cosa ci fa qui?»
«Dovrei
farmi controllare una ferita...» disse mostrando il braccio bendato.
L'infermiera scostò le bende e contrasse la bocca in una curiosa smorfia.
«È un
taglio lieve, niente di grave; doloroso ma guaribile.» la medicò con le bende e
le pulì la ferita con l'acqua «È curioso...» disse e sembrava tanto Olivander,
il venditore di bacchette magiche più famoso al Mondo Magico «Cosa è curioso?»
chiese Hermione
«Questo
taglio è stato inferto dalla punta di una spada; è curioso che anche quello di
Malfoy, si da il caso, è stato inferto dalla stessa arma...» Hermione la guardò
sorpresa «Non vi sarete sfidati a duello?» la ragazza scosse violentemente la
testa. «Ora starà meglio, signorina Granger. Vegli sul signor Malfoy con la
stessa cura con cui farebbe con un suo amico, la prego.» l'infermiera si
allontanò a passo veloce, liquidandosi dalla ragazza e sparendo dalla stanza.
Hermione
si avvicinò a Malfoy e rimase in piedi a guardarlo dormire. Prese una sedia e
la mise nuovamente accanto al suo letto, come aveva fatto il giorno
precedentemente, e si addormentò, colpita da un profondo sonno.