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Autore: Yuna Shinoda    01/04/2008    6 recensioni
Arrivai a Forks circa due anni fa, nel 2005.
Gli anni precedenti, ben 17 della mia lunga adolescenza, li avevo trascorsi in Alaska, a Denali. Lì c’era la famiglia di Tanya, un’avvenente ragazza bionda che seguiva la mia stessa dieta.
Bhè, di sicuro vi starete chiedendo cosa centri la dieta. Centra, centra…
Dovete sapere che io non sono propriamente una persona che si nutre di cibo normale.
Purtroppo no.
Per delle strane coincidenze, nell’agosto del 1948, pochi mesi dopo la fine della seconda guerra mondiale, mi ritrovai qui a Forks, in Washington. Che poi era stata anche la città in cui abitavo prima.
Sono nata nel 1931 a Forks, Washington. Mio padre e mia madre erano per così dire separati in casa, visto che non era ancora stata fatta una legge sul divorzio a quel tempo, ed io ero una semplice ragazza di campagna. Mio padre faceva parte della guardia nazionale – l’odierna polizia – e mia madre non lavorava, semplicemente badava a me e mi curava come una qualsiasi madre avrebbe fatto con la propria figlia.[...]
Edward è umano, Bella vampira.
Bella vive assieme ai Cullen a Forks da due anni, quando lei e gli altri decidono di tornare a scuola, vede Edward Masen e non riesce a controllarsi.
Twilight visto da un altro punto di vista, un po' OOC all'inizio, ma cercherò di rispettare le caratterizzazioni dei personaggi dando una nuova visone del libro... Dal POV di Bella.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao! Anche oggi sono di corsa =_= Vi avverto, questo capitolo non arà molto lungo perchè non ho avuto molto tempo per scriverlo. Vedremo Edward in versione cantante  - vabbè non esageriamo... - leggendo capirete perchè... ^^

Le sentivo. Morbide e calde come mai prima avevo potuto assaporare.

Ero vicina, lo sentivo. Ero a un passo dal limite, bastava solo che decidessi di aprire la bocca per stringere un rapporto più stretto con la sua.

Bastava solo che superassi quel piccolo limite che mi precludeva la strada verso il piacere.

Bella Swan non aveva mai baciato nessuno. Bella Swan era stata tolta dalla vita umana troppo presto per provarci. Eppure, Bella Swan non aveva mai pensato di provarci.

Bella Swan aveva pensato di vivere bastando a se stessa. Bella Swan era un’emerita stupida.

Non ci riuscivo… Non ce la facevo.

Le sue labbra carnose mi tentavano troppo a sciogliere il ghiaccio delle mie vene.

Tuttavia, le mie labbra si allontanarono dalle sue.

Lo guardai negli occhi, incerta. Poi fuggì.

A passo lento, non troppo “anormale”. Lui però era troppo veloce.

Persino troppo veloce di me che tentavo di fare l’umana.

Mi prese per un braccio; mi bloccai all’istante.

Il suo tocco era caldo e  tremante. La sua mano sembrava vibrare sul mio braccio quasi come se fosse incerta.

Edward, è davvero questo ciò che vuoi?

Vuoi davvero baciare una vampira? Non te lo consiglio.

Io sono un mostro, Edward. Io potrei ucciderti. Io potrei… Nulla. Posso tutto e nulla.

Quando sono con te mi sento onnipotente solo perché sono diversa; ma più mi sei vicino e più mi accorgo che tu non mi fai sentire diversa.

Tu cerchi di farmi sentire normale. Proprio come te.

- Ho fatto qualcosa di sbagliato? – Mi chiese Edward.

- No. Sono io che non vado bene per te. –  “Sai com’è, con quel bacio avrei potuto avvelenarti.” Pensai.

- Cioè? Non ti piaccio? –

Il problema è che… mi piaci troppo Edward, troppo. Non posso resisterti.

- No. – Stupida. Vigliacca. Bugiarda. Ipocrita. Hai solo paura di perdere.

Negando la pura e semplice verità contribuirai a lacerare il tuo cuore, Bella. Che dico, il mio cuore è già orto e seppellito da anni. Edward ha contribuito a dargli solo il colpo di grazia definitivo.

Stai farneticando, Bella. Stai dicendo tutte sciocchezze.

Edward non ha ucciso il tuo cuore. Bensì l’ha rinvigorito.

Edward ti ha fatto sentire di nuovo viva. Ti ha rigenerata in pochissimi giorni.

Edward ti ha fatto vedere un nuovo modo di vita.

Edward voleva provare ad amarti.

Per favore, non lo fare… Mi ripetei sull’ultimo pensiero.

Trova una migliore. Trova una che non rischia di ucciderti quando ti bacia, o almeno tenta.

Trova una che non sia io.

- Non mi piaci. – Ripetei. Tre parole. Tre sostantivi che fanno male. Sia a me. Sia a lui.

Staccò subito la presa.

Sentì piano il calore diffondersi sulla pelle per scomparire lentamente.

Non si mosse. Rimase immobile, anche se ero davanti a lui non potevo vederlo, sentivo che soffriva.

O forse no. Magari ero l’ennesima conquista. L’ennesima ragazza con cui usciva per divertirsi.

Magari io ero l’ennesima ragazza che baciava. Magari, non ero nessuno per lui.

- Scusami… - Non potei fare a meno di camminare a passo veloce. Fuggì nella foresta, lì dove potevo vivere essendo me stessa quando mi scontrai con un muro.

Con lo sguardo severo, mi guardava quasi arrabbiata.

- Sei davvero una sciocca, Bella. Non ti facevo davvero così debole – Mi disse.

- Sono debole. E tanto. –

- No, non lo sei. Se vuoi, puoi ottenere tutto ciò che vuoi. Puoi averlo, lo so. L’ho visto qui. – Si toccò la fronte.

- Sai che ti dico? Mi hai dato fiducia! –

- Così si fa! Vedrai, stai sicuro che tutto filerà liscio. – Mi incitò Alice, piena d’ottimismo.

Mi aveva dato un po’ di forza che mi ci voleva per tornare da lui.

Lo volevo. Tutto.

Corsi verso la casa di Edward, in periferia di Forks.

La luce della sua stanza non era ancora accesa, ma avvicinatomi all’immobile, notai che l’auto prestata per il ballo già era lì. Allora lui c’era.

Mi raggiunsero i pensieri di sua madre, che parlava con lui.

“Edward, figliolo, non tutte le ragazze capiscono quando vuoi farle capire che ti piacciono. Sentimi, riprovaci. Sei un bravo ragazzo, vedrai che andrà meglio.”

“No, mamma. Non penso di riprovare… La battaglia è già persa prima di cominciare… Lei è troppo complicata. E’ troppo enigmatica per i miei gusti. Troppo misteriosa. “ Disse Edward, parole che ascoltai tramite i pensieri della madre che discorreva con lui.

“Io ti direi di riprovare. Sai, mi sembra davvero brava e carina. Adatta a te. E poi i suoi cugini sono anche ricchi!”

“Che centra la ricchezza, me lo spieghi? Non mi piace per i suoi soldi. Mi piace per la sua semplicità. Punto. Ed ora preferisco andare su nella mia stanza, mi sento troppo stanco.”

E così… Gli piacevo. Anche tanto.

Come ero stata cieca. Come sono cieca. Devo rimediare al più presto.

Devo riacquistare la sua fiducia. Devo farlo.

Non posso impedire al mio cuore di provare qualcosa per lui.

Non posso impedire alla mia sete di frenarmi se io desidero lui. Non posso. Non lo farò.

Devo andare da lui. Devo fargli cambiare idea.

Ma non stasera. Stasera contemplerò solo i suoi movimenti.

Stasera voglio vivere un po’ nel suo mondo anche se forse non potrò mai farne parte.

Lo raggiungo sulla mia solita postazione, l’albero di fronte alla sua stanza.

Edward apre la finestra, si sporge di fuori quasi come se volesse buttarsi giù. Ma non lo fa.

Si porta le mani agli occhi, se li strofina. Piange. Piange per me.

Tra le lacrime silenziose, percepisco una melodia.

Canta. Canta e osserva le stelle.

I versi mi sembrano molto familiari. Sembra quasi parlino di qualcuno in particolare…

 

E ad ogni sguardo esterno perdo l'interesse
e tanto ti amo
che per quegli occhi dolci posso solo stare male
e quelle labbra prenderle e poi baciarle al sole
perché so quanto fa male la mancanza di un sorriso
quando allontanandoci sparisce dal tuo viso
e fa paura, tanta paura

 

 

E’ questo ciò che pensi di me, Edward? E’ davvero questo?

Sarò ostinata, ma voglio aspettare ancora un giorno. Dovessi perdere l’occasione della mia vita, la mia esistenza sarà lunghissima.

Voglio vedere se davvero vale la pena. Se davvero non devo cedere al mio istinto di ammazzarti e far prendere il sopravvento alla voglia che ho di baciarti. Alla voglia che ho di alitarti vicino al collo.

Alla voglia che ho di stringerti. Alla voglia che ho di stare con te.

Aspetterò domani.

Edward chiuse la finestra appoggiando leggermente le imposte, motivo che mi spinse ad intrufolarmi nella sua stanza non appena si fu addormentato profondamente.

Aprì piano la finestra socchiusa ed esplorai la piccola stanza.

Quella stanza, seppur semplice e direi anche anonima, mi ricordava una stanza che conoscevo a memoria perché la vedevo ogni giorno quando mi svegliavo ed ero malata.

Quella stanza, sempre qui a Forks, era stata la testimone della mia trasformazione.

Adesso pensavo che quella stanza – la stanza di Edward – fosse la stessa.

Non potevo basarmi sul ricordo, non ricordavo abbastanza della mia vita precedente.

Decisi, però, di esplorarla., di vedere ciò che si poteva toccare e osservare.

Volevo entrare nel mondo di Edward per capire se quel mondo era mai stato anche mio.

Cercavo di distrarmi facendo questo, quando venni attirata da Edward.

- Bella… - Sussurrava. Stava sognando, forse. O forse era un incubo visto che sognava me?

Mi avvicinai a lui, passandogli la mano gelata sulla sua guancia bollente.

Si mosse nel letto, un po’ infreddolito, forse, e mi prese la mano.

Vidi sul suo volto un sorriso, cosa che non mi sarei mai aspettata.

Che sapesse che ero lì? Non credo.

Credo che più che altro lo percepisca.

- Io ti amo, Bella… Perché non mi credi? – Disse, nuovamente perso nel sonno.

Visto che non mi lasciava la mano, mi stesi accanto a lui.

Il suo corpo diffondeva calore nel mio e speravo che non smettesse mai di riscaldare la mia pelle di marmo. Si muoveva violentemente sotto le coperte, sembrava davvero essersi immedesimato nel suo sogno. Forse davvero sognava me.

Allora ti sei innamorato. Edward, ne sei sicuro?

Guarda che dopo non puoi tornare più indietro. Io già ho perso la testa per te dal primo momento che ti ho visto. Il tuo profumo sarà la prima causa della mia morte.

Io… non posso fare a meno di te.

Chiudo gli occhi, mi sembra quasi di poter sognare mentre immagino il domani.

Il domani in cui voglio, anzi devo dirti ciò che sento. Devo dirti io chi sono.

Devo dirti che è stata una terribile bugia quella che ti ho detto ieri sera.

Un raggio di luce interrompe i miei pensieri.

Guardai la sveglia sul comodino di Edward e mi accorsi che erano le sei del mattino. Tra poco si sarebbe svegliato.

Mi alzai e corsi alla finestra.

Non poteva essere così quest’oggi. Non doveva essere così.

Il sole. C’era il sole.

Il mio grande nemico aveva deciso di scendere in campo e mi aveva messo i bastoni tra le ruote.

A domani, dunque. Ancora un giorno.

Cerco di farmi restare nella mente questo momento finchè non lo rivedrò.

Do un bacio veloce sulla guancia di Edward e lui si alza di scatto giusto quando io sono già fuori la finestra.

- Bella! – Grida. Questa volta è cosciente.

Forse in cuor suo sapeva che ero lì. Purtroppo però, quello non era il giorno per farglielo sapere.





Nota: Come al solito vi ringrazio delle recensioni, sono sempre contenta quando me ne lasciate. =)
ringrazio in modo particolare chi ha commentato l'ultimo capitolo, ed anche i 22 che mi hanno aggiunta ai preferiti *-*
Forse questo capitolo è un po' breve, però non ho avuto nemmeno oggi il tempo =_=
Baci a tutti!
Al prossimo capitolo, Yuna

*La canzone citata è "E fuori è buio" di Tiziano Ferro
  
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