Ciao! Anche oggi sono di corsa =_= Vi avverto, questo capitolo non arà molto lungo perchè non ho avuto molto tempo per scriverlo. Vedremo Edward in versione cantante - vabbè non esageriamo... - leggendo capirete perchè... ^^
Le sentivo.
Morbide e calde come mai prima avevo
potuto assaporare.
Ero vicina,
lo sentivo. Ero a un passo dal limite,
bastava solo che decidessi di aprire la bocca per stringere un rapporto
più
stretto con la sua.
Bastava solo
che superassi quel piccolo limite che
mi precludeva la strada verso il piacere.
Bella Swan
non aveva mai baciato nessuno. Bella
Swan era stata tolta dalla vita umana troppo presto per provarci.
Eppure, Bella
Swan non aveva mai pensato di provarci.
Bella Swan
aveva pensato di vivere bastando a se stessa.
Bella Swan era un’emerita stupida.
Non ci
riuscivo… Non ce la facevo.
Le sue labbra
carnose mi tentavano troppo a
sciogliere il ghiaccio delle mie vene.
Tuttavia, le
mie labbra si allontanarono dalle
sue.
Lo guardai
negli occhi, incerta. Poi fuggì.
A passo
lento, non troppo “anormale”. Lui però
era
troppo veloce.
Persino
troppo veloce di me che tentavo di fare l’umana.
Mi prese per
un braccio; mi bloccai all’istante.
Il suo tocco
era caldo e tremante.
La sua mano sembrava vibrare sul
mio braccio quasi come se fosse incerta.
Edward,
è davvero questo ciò che vuoi?
Vuoi davvero
baciare una vampira? Non te lo
consiglio.
Io sono un mostro,
Edward. Io potrei ucciderti. Io potrei… Nulla. Posso tutto e
nulla.
Quando sono
con te mi sento onnipotente solo perché
sono diversa; ma più mi sei vicino e più mi
accorgo che tu non mi fai sentire diversa.
Tu cerchi di
farmi sentire normale. Proprio come
te.
- Ho fatto
qualcosa di sbagliato? – Mi chiese
Edward.
- No. Sono io
che non vado bene per te. –
“Sai com’è, con quel bacio
avrei potuto
avvelenarti.” Pensai.
-
Cioè? Non ti piaccio? –
Il problema
è che… mi piaci troppo Edward, troppo.
Non posso resisterti.
- No.
– Stupida. Vigliacca. Bugiarda. Ipocrita. Hai
solo paura di perdere.
Negando la
pura e semplice verità contribuirai a
lacerare il tuo cuore, Bella. Che dico, il mio cuore è
già orto e seppellito da
anni. Edward ha contribuito a dargli solo il colpo di grazia
definitivo.
Stai
farneticando, Bella. Stai dicendo tutte
sciocchezze.
Edward non ha
ucciso il tuo cuore. Bensì l’ha rinvigorito.
Edward ti ha
fatto sentire di nuovo viva. Ti ha
rigenerata in pochissimi
giorni.
Edward ti ha
fatto vedere un nuovo modo di vita.
Edward voleva
provare ad amarti.
Per favore,
non lo fare… Mi ripetei sull’ultimo
pensiero.
Trova una
migliore. Trova una che non rischia di
ucciderti quando ti bacia, o almeno tenta.
Trova una che
non
sia io.
- Non mi
piaci. – Ripetei. Tre parole. Tre sostantivi
che fanno male. Sia a me. Sia a lui.
Staccò
subito la presa.
Sentì
piano il calore diffondersi sulla pelle per
scomparire lentamente.
Non si mosse.
Rimase immobile, anche se ero
davanti a lui non potevo vederlo, sentivo che soffriva.
O forse no.
Magari ero l’ennesima conquista. L’ennesima
ragazza con cui usciva per divertirsi.
Magari io ero
l’ennesima ragazza che baciava. Magari,
non ero nessuno per lui.
-
Scusami… - Non potei fare a meno di camminare a
passo veloce. Fuggì nella foresta, lì dove potevo
vivere essendo me stessa quando
mi scontrai con un muro.
Con lo
sguardo severo, mi guardava quasi
arrabbiata.
- Sei davvero
una sciocca, Bella. Non ti facevo
davvero così debole – Mi disse.
- Sono
debole. E tanto. –
- No, non lo
sei. Se vuoi, puoi ottenere tutto ciò
che vuoi. Puoi averlo, lo so. L’ho visto qui. – Si
toccò la fronte.
- Sai che ti
dico? Mi hai dato fiducia! –
-
Così si fa! Vedrai, stai sicuro che tutto filerà
liscio. – Mi incitò Alice, piena
d’ottimismo.
Mi aveva dato
un po’ di forza che mi ci voleva per
tornare da lui.
Lo volevo.
Tutto.
Corsi verso
la casa di Edward, in periferia di
Forks.
La luce della
sua stanza non era ancora accesa, ma
avvicinatomi all’immobile, notai che l’auto
prestata per il ballo già era lì. Allora
lui c’era.
Mi
raggiunsero i pensieri di sua madre, che
parlava con lui.
“Edward,
figliolo, non tutte le ragazze capiscono
quando vuoi farle capire che ti piacciono. Sentimi, riprovaci. Sei un
bravo
ragazzo, vedrai che andrà meglio.”
“No,
mamma. Non penso di riprovare… La battaglia è
già persa prima di cominciare… Lei è
troppo complicata. E’ troppo enigmatica
per i miei gusti. Troppo misteriosa. “ Disse Edward, parole
che ascoltai
tramite i pensieri della madre che discorreva con lui.
“Io
ti direi di riprovare. Sai, mi sembra davvero
brava e carina. Adatta a te. E poi i suoi cugini sono anche
ricchi!”
“Che
centra la ricchezza, me lo spieghi? Non mi
piace per i suoi soldi. Mi piace per la sua semplicità.
Punto. Ed ora
preferisco andare su nella mia stanza, mi sento troppo
stanco.”
E
così… Gli piacevo. Anche tanto.
Come ero
stata cieca. Come sono cieca. Devo
rimediare al più presto.
Devo
riacquistare la sua fiducia. Devo
farlo.
Non posso
impedire al mio cuore di provare
qualcosa per lui.
Non posso
impedire alla mia sete di frenarmi se io
desidero lui. Non posso. Non lo
farò.
Devo andare
da lui. Devo fargli cambiare idea.
Ma non
stasera. Stasera contemplerò solo i suoi
movimenti.
Stasera
voglio vivere un po’ nel suo mondo anche
se forse non potrò mai farne parte.
Lo raggiungo
sulla mia solita postazione, l’albero
di fronte alla sua stanza.
Edward apre
la finestra, si sporge di fuori quasi
come se volesse buttarsi giù. Ma non lo fa.
Si porta le
mani agli occhi, se li strofina. Piange.
Piange per me.
Tra le
lacrime silenziose, percepisco una melodia.
Canta. Canta
e osserva le stelle.
I versi mi
sembrano molto familiari. Sembra quasi
parlino di qualcuno in particolare…
“E ad ogni
sguardo esterno perdo
l'interesse
e tanto ti amo
che per quegli occhi dolci posso solo stare male
e quelle labbra prenderle e poi baciarle al sole
perché so quanto fa male la mancanza di un sorriso
quando allontanandoci sparisce dal tuo viso
e fa paura, tanta paura”
E’
questo ciò che pensi di me, Edward? E’ davvero
questo?
Sarò
ostinata, ma voglio aspettare ancora un
giorno. Dovessi perdere l’occasione della mia vita, la mia
esistenza sarà
lunghissima.
Voglio vedere
se davvero vale la pena. Se davvero non
devo cedere al mio istinto di ammazzarti e far prendere il sopravvento
alla
voglia che ho di baciarti. Alla voglia che ho di alitarti vicino al
collo.
Alla voglia
che ho di stringerti. Alla voglia che
ho di stare con te.
Aspetterò
domani.
Edward chiuse
la finestra appoggiando leggermente
le imposte, motivo che mi spinse ad intrufolarmi nella sua stanza non
appena si
fu addormentato profondamente.
Aprì
piano la finestra socchiusa ed esplorai la
piccola stanza.
Quella
stanza, seppur semplice e direi anche
anonima, mi ricordava una stanza che conoscevo a memoria
perché la vedevo ogni
giorno quando mi svegliavo ed ero malata.
Quella
stanza, sempre qui a Forks, era stata la testimone
della mia trasformazione.
Adesso
pensavo che quella stanza – la stanza di Edward
– fosse la stessa.
Non potevo
basarmi sul ricordo, non ricordavo
abbastanza della mia vita precedente.
Decisi,
però, di esplorarla., di vedere ciò che si
poteva toccare e osservare.
Volevo
entrare nel mondo di Edward per capire se
quel mondo era mai stato anche mio.
Cercavo di
distrarmi facendo questo, quando venni
attirata da Edward.
-
Bella… - Sussurrava. Stava sognando, forse. O
forse era un incubo visto che sognava me?
Mi avvicinai
a lui, passandogli la mano gelata
sulla sua guancia bollente.
Si mosse nel
letto, un po’ infreddolito, forse, e
mi prese la mano.
Vidi sul suo
volto un sorriso, cosa che non mi
sarei mai aspettata.
Che sapesse
che ero lì? Non credo.
Credo che
più che altro lo percepisca.
- Io ti amo,
Bella… Perché non mi credi? – Disse,
nuovamente perso nel sonno.
Visto che non
mi lasciava la mano, mi stesi
accanto a lui.
Il suo corpo
diffondeva calore nel mio e speravo
che non smettesse mai di riscaldare la mia pelle di marmo. Si muoveva
violentemente sotto le coperte, sembrava davvero essersi immedesimato
nel suo
sogno. Forse davvero sognava me.
Allora ti sei
innamorato. Edward, ne sei sicuro?
Guarda che
dopo non puoi tornare più indietro. Io
già ho perso la testa per te dal primo momento che ti ho
visto. Il tuo profumo
sarà la prima causa della mia morte.
Io…
non posso fare a meno di te.
Chiudo gli
occhi, mi sembra quasi di poter sognare
mentre immagino il domani.
Il domani in
cui voglio, anzi devo dirti ciò che sento.
Devo dirti io chi sono.
Devo dirti
che è stata una terribile bugia quella
che ti ho detto ieri sera.
Un raggio di
luce interrompe i miei pensieri.
Guardai la
sveglia sul comodino di Edward e mi
accorsi che erano le sei del mattino. Tra poco si sarebbe svegliato.
Mi alzai e
corsi alla finestra.
Non poteva
essere così quest’oggi. Non doveva
essere così.
Il sole.
C’era il sole.
Il mio grande
nemico aveva deciso di scendere in
campo e mi aveva messo i bastoni tra le ruote.
A domani,
dunque. Ancora un giorno.
Cerco di
farmi restare nella mente questo momento
finchè non lo rivedrò.
Do un bacio
veloce sulla guancia di Edward e lui
si alza di scatto giusto quando io sono già fuori la
finestra.
- Bella!
– Grida. Questa volta è cosciente.
Forse in cuor
suo sapeva che ero lì. Purtroppo
però, quello non era il giorno per farglielo sapere.
Nota: Come al solito vi ringrazio delle recensioni, sono sempre contenta quando me ne lasciate. =)
ringrazio in modo particolare chi ha commentato l'ultimo capitolo, ed anche i 22 che mi hanno aggiunta ai preferiti *-*
Forse questo capitolo è un po' breve, però non ho avuto nemmeno oggi il tempo =_=
Baci a tutti!
Al prossimo capitolo, Yuna
*La canzone citata è "E fuori è buio" di Tiziano Ferro