Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: MeiyoMakoto    06/10/2013    3 recensioni
Leslie Lynch, capelli rossi, occhi verde chiaro, strega da quarant'anni senza sapere di esserlo. Come è possibile? Cosa l'ha spinta a vivere per vent'anni ai margini della società? E soprattutto, perché diavolo tutti dicono che somiglia in modo incredibile a una certa Lily Evans?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Evans, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Memorie Rubate'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
‘Leslie, hai visite in Sala Professori.’, annunciò freddo Snicket dopo pranzo, prima di voltarle le spalle e andarsene senza neanche un saluto.
Con l’eccezione di Drusilla e Hagrid -che in quanto ex-membro dell’Ordine della Fenice e amico intimo dei Potter era stato informato di tutta la faccenda, in via del tutto eccezionale-, il corpo docente aveva evitato la professoressa Lynch come la peste dopo che si era sparsa la voce del suo licenziamento: chissà cosa doveva aver combinato per cadere così in basso agli occhi della stimata Preside. Erano decenni interi che nessuno veniva licenziato a Hogwarts.
Da parte sua, l’orgogliosa Leslie non era certo disposta a mendicare attenzioni; la preoccupava di più l’ostilità dei suoi studenti. Era giunta persino a tentare di avvicinare Draco in pubblico, anche se sapeva che questo l’avrebbe reso ancora più scostante, e così era stato. Fu quindi molto sorpresa nel trovarsi faccia a faccia con una gelida Narcissa Malfoy una volta varcata la soglia della Sala Professori.
‘La professoressa Lynch, presumo.’, esordì questa formalmente.
‘Evans.’, la corresse Leslie.
Io so che tu sai. È inutile girarci intorno, signora Malfoy.
‘Mio figlio mi ha scritto molto di lei.’, continuò Narcissa come se non avesse sentito. ‘In particolare, si è detto molto dispiaciuto che lei lasci la scuola così improvvisamente.’
‘Me l’ha fatto capire.’
‘Se si è comportato in modo brusco, le posso assicurare che non è così che è stato educato. È sempre stato troppo impulsivo per il suo bene… Ma in questo caso non si può certo biasimarlo, professoressa: sperava ardentemente di rivedere suo padre grazie al suo aiuto, e adesso le sue speranze sono andate in fumo.’
Leslie rimase colpita.
‘Signora Malfoy, le assicuro che se c’è qualcosa che posso fare per…’
‘Non c’è.’, tagliò corto l’altra. ‘Però mi rendo conto di doverle la libertà di mio figlio, professoressa; e mi creda, non c’è nulla di più prezioso per me.’
‘Capisco.’
‘Lo so.’
Leslie cercò lo sguardo dell’altra, ma Narcissa non si abbassò a mostrarle quel genere di complicità.
‘Ho qualcosa per lei.’, disse frugando nella borsa di cuoio che pendeva dalla sua spalla.
Ne trasse fuori una bottiglietta di vetro con dentro qualcosa di azzurro e filiforme.
‘Un ricordo?’, fece Leslie in un tono distaccato poco convincente.
‘Penso che Draco gliene abbia già parlato, professoressa.’, rispose la signora Malfoy poggiando la bottiglietta sul tavolo, come invitandola a prenderlo senza dover fisicamente darglielo in mano.
‘Mi ha detto qualcosa a riguardo di un ricordo che era andato perduto.’, ammise Leslie prendendolo cautamente e rigirandoselo tra le mani.
‘Naturale.’, commentò l’altra. ‘Draco credeva di aver portato con sé questo ricordo a scuola; mi scrisse qualche mese fa confessandomi di averlo distrutto.’
‘E non è stato così?’
‘Non ho ritenuto prudente lasciare che mio figlio portasse con sé un oggetto di cui non conoscevamo precisamente la natura, ma che sapevamo essere potenzialmente utile o pericoloso: sapevo che Draco aveva intenzione di servirsi del Pensatoio della Preside, nonostante gliel’avessi sconsigliato. Se un ragazzo nella sua posizione fosse stato scoperto a ficcanasare nell’Ufficio della Preside sarebbe stato grave, certo, ma mai quanto farsi scoprire con un documento importante della guerra -nientemeno che l’ultimo ricordo di Severus Piton!- che invece di consegnare alle autorità aveva deciso di tenere per sé. Così ho sostituito il ricordo a sua insaputa.’
Leslie prese un respiro profondo prima di rispondere.
‘E perché non mi ha detto niente?’, domandò con tutta la calma di cui fu capace.
Narcissa sorrise glaciale.
‘Una donna che ritorna dai morti dopo vent’anni? Mi scuserà se ho dubitato della verosimiglianza della storia.’
‘E allora perché adesso?’, ringhiò Leslie.
‘Gliel’ho detto; lei ha aiutato mio figlio senza chiedere nulla in cambio. Non so chi lei sia, ma merita questo ricordo, e dato che presto lascerà la scuola avevo poco tempo per consegnarglielo. Per quello che mi riguarda, potrebbe anche tornare a vivere in Nuova Zelanda, e allora sarebbe diventato molto più difficile rintracciarla.’
‘Ne parlerò con la professoressa McGranitt.’, concluse Leslie. ‘Forse mi lascerà usare il suo Pensatoio.’
‘Me lo auguro.’, disse la signora Malfoy. ‘Ma se per caso la Preside dovesse avere qualcosa in contrario…’
Alzò un sopracciglio allusiva: dopotutto, ora che Leslie non aveva più niente da perdere, cosa le sarebbe costato intrufolarsi di nuovo nell’ufficio della McGranitt?
‘Speriamo di no.’, replicò fiera Leslie. ‘Altrimenti lei avrebbe si sarebbe disturbata a venire fino a qui per niente, signora Malfoy.’
 
 
 
 
‘Grazie infinite, professoressa McGranitt.’
‘Ultima volta, Lynch. Tenga a mente che, qualsiasi cosa contenga quel ricordo, lei è tenuta a farmelo esaminare dopo averlo visionato. Io sarò qui, in questa stanza, mentre lei userà il Pensatoio –tutto il tempo. Quindi spero che non le venga in mente di tentare qualcosa di stupido.’
‘Naturalmente. La ringrazio per avermi concesso di essere io a vederlo per prima.’
Leslie prese un respiro profondo e immerse la testa nel Pensatoio, il cuore a mille.
 
 
 
 
La prima cosa che si trovò davanti fu il cadavere di James accasciato davanti alla culla di Harry, bacchetta il mano, suo figlio in lacrime. Leslie cacciò un urlo.
Severus non la sentì, naturalmente. Rimase rigido per un istante alla soglia della stanza, inorridito dalla visione, poi si gettò in corridoio; Leslie lo seguì a malincuore, gettando un ultimo sguardo sul marito esanime e il figlio che si sgolava disperato. Sussultò quando vide che Severus era chino sul corpo immobile di Lily Evans. Possibile che anche Lily fosse…?
Ma la donna socchiuse le palpebre con un gemito.
‘Harry…’, mormorò, voltandosi in direzione della cameretta, guidata dagli strilli del bambino.
Severus non riuscì a trattenere un sorriso di sollievo vedendo che si era svegliata.
‘Sta bene, Lils.’, la rassicurò.
L’amica di voltò verso di lui, sforzandosi di aprire gli occhi, di guardarlo in faccia, di capire cosa stava succedendo.
‘Che ci fai qui?’, chiese senza mezzi termini.
Il sorriso si gelò in faccia: la risposta faceva male.
‘Ti spiegherò tutto dopo.’, disse. ‘Ora dobbiamo andarcene.’
‘No.’, fece lei. ‘Vattene.’
Lo guardò dritto negli occhi, trafiggendolo con lo sguardo.
‘Tuo figlio è in pericolo, Lily.’, insistette lui. ‘Dobbiamo andarcene. Ti prego; voglio solo proteggerti.’
Un grido acuto eruppe dalla cameretta di Harry; Lily annuì, le lacrime agli occhi.
‘James…?’, trovò la forza di chiedere prima di perdere di nuovo i sensi.
Leslie non avrebbe saputo dire se fosse stata pura fortuna che Severus non avesse dovuto rispondere alla domanda, o se il movimento appena percettibile della sua bacchetta fosse una spiegazione più adatta.
 
 
 
Severus era seduto su una poltrona nello studio del Preside; si torceva le mani, fissando feroce la porta come se sperasse di buttarla giù con lo sguardo. Si vedeva lontano un miglio che era stato relegato nella stanza contro la sua volontà. Finalmente la porta si aprì con un cigolio; il giovane scattò in piedi.
‘Stanno bene.’, annunciò tranquillo Albus Silente, chiudendo la porta alle proprie spalle. ‘Il bambino è ancora un po’ impaurito, ma quando Madama Chips l’ha sistemato in braccio a sua madre si è calmato un po’. Lily è terrorizzata, specialmente da quando ha scoperto di James, ma per il resto è sana e salva.’
Severus crollò sulla sedia, indicibilmente sollevato.
‘Come è successo?’, domandò in una vocina flebile. ‘Lily ha… è riuscita a raccontarle qualcosa?’
Il Preside annuì grave.
‘Era in cucina quando ha sentito un grido al piano di sopra ed è corsa a controllare. È inciampata prima di riuscire ad arrivare in camera del bambino e ha preso una brutta botta in testa che le ha fatto perdere i sensi. Il resto lo sai.’
‘Com’è possibile?’, esalò Severus, come incredulo alla fortuna dell’amata.
Leslie non poteva che concordare.
‘Felix Felicis.’, spiegò imperscrutabile Silente. ‘Ne avevo inviata una scorta a James Potter, che evidentemente l’ha versata nel succo di zucca di sua moglie, o qualcosa del genere. Ti avevo promesso che li avrei protetti, dopotutto. Accanto alla culla di Harry ne è stata trovata una boccetta in frantumi; evidentemente voleva somministrarne un po’ al figlio prima di berla anche lui. Non ha fatto in tempo a fare nessuna delle due cose.’
‘La Felix Felicis è di breve durata.’, insistette Severus. ‘Come faceva Potter a sapere che ne avrebbe avuto bisogno proprio ieri sera?’
‘Evidentemente era un rituale serale, per lui.’
 ‘E perché non ha detto niente a Lily?’
‘In quanto eccellente pozionista, la giovane signora Potter sapeva che il consumo prolungato di Felix Felicis può essere dannoso, e non avrebbe mai accettato di sottoporsi a una cosa del genere, tanto meno suo figlio.’
‘Ma lei non era della stessa opinione, vero?’, ringhiò il giovane.
Leslie era sconvolta dal tono distaccato con cui Silente parlava della tragedia, ed era evidente che Severus era dello stesso parere. Il sorriso malinconico dell’anziano professore la disgustò.
‘Tra le due minacce, ho ritenuto più incombente quella di Lord Voldemort rispetto agli effetti collaterali di una pozione.’, replicò il Preside con un sospiro. ‘Alcune scelte non sono mai facili, ma occorre fare quella giusta. Non è così, Severus?’
L’altro tacque, punto sul vivo.
 
 
 
 
Severus aprì cautamente la porta dell’Infermeria.
‘Puoi entrare.’, concesse Madama Chips davanti al suo sguardo supplichevole. ‘Non la svegliare, però.’
‘Finalmente…’, si lasciò scappare il giovane.
Leslie ne dedusse che dovevano essere passati alcuni giorni da quella notte a Godric’s Hollow. Lily dormiva con una mano appoggiata al bordo della culla di Harry, la testa fasciata e il viso scavato. Dopo qualche esitazione, Severus le sfiorò le dita in una carezza. Lily aprì gli occhi all’istante.
‘Non voglio vederti.’, sibilò.
L’altro si ritrasse come se gli avesse appena dato uno schiaffo, ma non se ne andò.
‘Devo dirti una cosa.’, disse piano. ‘Silente si rifiuta di lasciarti partire col bambino; dice che è importante che Harry resti sotto il suo controllo.’
‘Perché?’, ululò lei. ‘Perché non possiamo andarcene al sicuro? È stato Silente a dire che Tu-Sai-Chi potrebbe tornare!’
‘Non mi ha detto perché, ha detto solo…’, tentò d’interromperla Severus, ma lei non gli diede ascolto.
‘James è morto per salvarci! Non significa niente per voi?’
‘Lily, io vorrei…’
‘Ho paura, Severus.’, sussurrò lei scoppiando in lacrime. ‘Non per me… Per Harry.’
Severus la guardò in silenzio. Poi uscì dalla stanza.
 
 
 
Leslie si ritrovò di nuovo in Infermeria, ma stavolta era notte. Madama Chips era appisolata accanto allo scomparto separato dove giacevano addormentati i Potter. Tutto taceva. Severus tirò fuori la bacchetta.
‘Oblivion.’, sussurrò.
 
 
Silente era in piedi accanto alla gabbia di Fanny, accarezzandola. Si trovava di spalle rispetto a Severus.
‘Crede di chiamarsi Leslie Lynch.’, stava dicendo l’altro. ‘Deve partire per la Nuova Zelanda. Sa che i suoi genitori sono morti, ma per il resto non ha niente a che fare con Lily Evans: è Babbana, figlia unica, non si è mai sposata e non ha figli.’
Il Preside si voltò verso di lui, lo sguardo indecifrabile.
‘Non avrebbe mai acconsentito a partire senza Harry.’, spiegò Severus con un sospiro. ‘E lei non l’avrebbe lasciata partire con lui.’
‘È così.’, commentò Silente. ‘Ma come mai mi stai dicendo tutto questo?’
‘Ha promesso di proteggerla.’
‘L’ho fatto.’
‘Continui a farlo; faccia in modo che non ritorni più in Inghilterra, e che tutti credano che sia morta. Solo così sarà al sicuro.’
‘Una volta mi dicesti che in cambio della sua protezione avresti fatto qualsiasi cosa. Ebbene, Severus, adesso ho bisogno di te.’
‘Per cosa?’
‘Ho bisogno di una spia.’
Severus annuì grave.
‘D’accordo.’
Il Preside lo osservò indagatore.
‘Bada bene, Severus, che se mai ti venisse in mente di tradirmi, questo significherebbe la fine del nostro accordo. Lascerei Lily a sé stessa.’
Il giovane lo guardò disgustato.
‘Il Signore Oscuro non ha più attrattive per me.’, sibilò.
‘Lo spero.’, ribatté il Preside. Poi si voltò verso i ritratti, che non si erano persi una parola della conversazione. ‘Non direte mai a nessuno di aver visto Lily Evans viva.’
‘Giuri che nessuno lo saprà mai, Preside.’, intervenne Severus. ‘E io giurerò di non tradirla; sono disposto a stringere un Vincolo Infrangibile.’
‘Madama Chips sarà il nostro testimone.’, acconsentì Silente. ‘Anche se dopo, naturalmente, dovremo modificare la sua memoria. Un peccato.’
 
 
Nell’ultimo ricordo, il ritratto di Albus Silente prestava lo stesso giuramento a Severus Piton, ormai Preside di Hogwarts, che contemplava la gabbia di Fanny con aria assorta.
‘So come ci si sente.’, commentò Silente guardandolo attentamente come aveva fatto così spesso da vivo. ‘So com’è sapere che non avrai mai il suo perdono.’
‘Non mi ricorderà.’, rispose brusco Severus. ‘Sarà come se io non fossi mai esistito… Come se suo marito non fosse morto per colpa mia…’
‘Gli Incantesimi di Memoria non sono infallibili.’, gli ricordò Silente. ‘Un giorno molto lontano Lily potrebbe tornare in Inghilterra, e allora i ricordi cominceranno a ritornare.’
‘Ma continuerà a non ricordarmi.’, insistette Severus. Si voltò verso il quadro. ‘Non mi sono limitato a cancellare la sua memoria, Preside: l’ho modificata. Non ricorderà mai il mio viso, né quello che ho fatto. Non potrei sopportarlo.’
‘Sei troppo duro con te stesso.’
‘E lei ha saputo approfittarne quand’era in vita; adesso tocca a me farlo.’
 
 
 
 
 
                                                                                       Epilogo
 
 
Lily era seduta sull’erba del rudimentale campo da Quidditch di casa Weasley, situato su una collinetta vicino alla Tana. Da lassù vedeva i ragazzi seduti in giardino all’ombra di un albero, George un po’ in disparte rispetto alle due coppiette. Quest’ultimo alzò all’improvviso lo sguardo verso di lei e la salutò con la mano. Lily ricambiò. Di tutti i giovani Weasley, George era quello con cui andava più d’accordo: lui capiva cosa si provava quando una parte di sé veniva strappata.
‘Che ci fai qui tutta sola?’, domandò Jerome sedendosi accanto a lei. ‘Tra poco ci sarà il cenone.’
‘Quali sono i tuoi buoni propositi per l’anno nuovo?’, gli chiese Lily di punto in bianco.
L’amico esitò prima di rispondere.
‘Non lasciare che la paura m’impedisca di vivere come voglio io.’, fece infine cingendole le spalle con un braccio.
Lily si sorprese ad appoggiare la testa contro il suo petto.
‘Mi sembra una buona decisione.’, commentò.
Stettero un po’ in silenzio a guardare Ginny che rincorreva Charlie, che le aveva rubato la bacchetta.
‘E tu?’, chiese a un certo punto Jerome. ‘Hai qualche proposito?’
‘Venire a patti con tutto quello che mi è successo.’
‘Per questo hai scelto di venire a vivere a Londra? Mi sembrava strano che la McGranitt non ti avesse riassunto dopo aver visto il ricordo di Piton.’
‘Sì, è per questo: così potrò visitare Harry e mia sorella quando voglio. Il mio lavoro a Hogwarts mi piaceva, ma mi teneva isolata dalla mia famiglia, e in questo momento è l’ultima cosa di cui ho bisogno. A proposito, grazie ancora per avermi offerto il posto di assistente.’
‘Figurati. Però temo che ti stancherai di avermi tra i piedi tutto il giorno, tanto più che vivremo insieme…’
S’interruppe. Lily sapeva che si era trattenuto dall’aggiungere: Da soli.
Per tutta risposta, gli diede un bacio sulla guancia. Jerome si voltò dall’altra parte per nascondere un sorrisetto imbarazzato. Lily ridacchiò.
 ‘Sono pronta.’, disse.
 
 
 
 
 
Note:
La storia finisce qui, ma se c’è qualcuno interessato pubblicherò stralci di capitoli bonus che avevo scritto prima di decidere di concluderla così, inclusa la storia del ciondolo della McGranitt.
I ringraziamenti sono sempre gli stessi, ma nel caso di Hinata è davvero il caso di ripeterli. Ringrazio inoltre chi è arrivato fin qui. Sul serio.
Alla fine di tutto, mi sembra doveroso parlare di come è nata l’idea della storia… Ma questo rientra nei bonus. Quindi scegliete voi se vivere nel dubbio =P .
                                               Alla prossima!
                                                                              Meiyo

 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: MeiyoMakoto