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Autore: Malanova    07/10/2013    5 recensioni
Chi non sa la storia del keroniano che deve invadere il pianeta Terra ma per un motivo o per un altro non ci riesce mai? Ma se poi ci riuscisse ... Che cosa succederebbe? Desiderosa di rispondere a questa domanda (anche se ho un mucchio di ff da finire), creo questa storia sperando che vi faccia divertire. Dasvidania!
Genere: Demenziale, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Keroro, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Di solito, ogni sei capitoli, dovrei raccontarvi un aneddoto della mia vita facendovi sbellicare dalle risate con le mie disavventure ... Ma questa volta non sarà così. Oggi andrò avanti con la storia dei nostri prodi eroi, che si sono intrufolati all’interno della navicella spaziale di Nero Keroro; diretti verso il pianeta verde dai continenti a forma di stelle gialle denominato Keron. Io, la Narratrice, mi accingo a scrivere … “Ehi, che ci fai qui?” mi chiede Tamama aprendo la porta dello sgabuzzino delle scope dove io mi ero accucciata armata di portatile e ruminando una caramella mou dopo l’altra. Lo guardai per un secondo. Non lo vedi? Sto per scrivere l’ultimo capitolo. “Dentro allo sgabuzzino delle scope?” mi chiede di nuovo lui guardandomi perplesso. Allora io mi innervosisco e gli tiro in faccia uno straccetto bagnato che ho trovato dentro a un secchio. Torna nella storia e non rompere!

Il girino nero tornò nella sala pilotaggio dove c’erano gli altri, inveendo contro di me nella sua lingua natia formata esclusivamente da molti “Tama”. Polari stava con gli occhi incollati sulla visuale a centottanta pollici. Si muovevano veloci tra le stelle e le galassie. Ehi! La stessa immagine che c’ho come screen saver! Anche Keroro stava fissando la stessa immagine con in fremito che gli percorreva il suo piccolo corpo verdolino. Ah! Che dolce! E’ emozionato per il suo ritorno sul suo pianeta natio! “No …” mi risponde il sergente con due lacrimucce che spuntano ai lati dei occhi “E’ che la Kero Sfera mi è stata requisita dai pekoponiani … appena toccherò terra sarò mandato alla corte marziale …”. E lì si mise a piangere come un neonato. Giroro gli diede qualche pacca sulla spalla, comprensivo, ma poi si bloccò e disse, illuminato da una rivelazione “Ehi … Keroro … Aspetta un secondo …”. Il keroniano verde volta la testa verso il caporale, dando sfoggio al moccolo semi trasparente che gli fuoriusciva dal naso. Bestia, che schifo! L’altro, a quella vista, fece un passo indietro e continuò in fretta “Volevo dirti che in questa dimensione noi abbiamo completato l’invasione di Pekopon con successo … Quindi la Kero Sfera dovrebbe essere ancora nelle nostre mani …” “Oh, hai ragione” disse Keroro tornando serio e tirando su con il naso. Si tasta velocemente i fianchi e le gambe per poi passare dietro. Cos’è? La nuova versione della macarena? “Non la trovo …” fa lui pensieroso “Devo chiamare Pururu …”.

Intanto, a molti chilometri anni luce, sul pianeta Terra, la capo infermiera badava alla sua bambina mentre convinceva Nero Keroro a non prendere tutto l’esercito e farmela pagare per avergli fatto fare la figura del fesso. A un certo punto, dalla sua cuffia, si sentì una musichetta allegra. Con una mano pigiò un’orecchia. “Pronto? Ah, sei tu Keroro. Siete riusciti ad arrivare su Keron? Non ancora … Come? La Kero Sfera? … Ma non c’e l’hai tu? … Come no?! Non dirmi che sei partito senza portartela dietro?! … Sei sempre il solito! Quante volte ti ho detto di controllarti le tasche prima di andartene a zonzo per la galassia?! … Ora cosa ci posso fare? … Come? … Devo portartela io?! Ma … Non usare quel tono con me! … Ho capito … Ma sappi che questa è l’ultima volta che ti faccio un favore del genere, poi se dimentichi ancora qualcosa sono affari tuoi … Va bene … Sto arrivando … Ti amo …”. Chiude la comunicazione e si avvicina a Miruru “Posso prendere una delle vostre navicelle?”. Keroro, dall’altra parte, era diventato più rosso di Giroro quando Pururu aveva pronunciato “Ti amo”.

Il computer di bordo annunciò che avevano raggiunto la destinazione. Finalmente erano sul pianeta Keron. Fuyuki era su di giri. I suoi occhi verdi erano illuminati dalla sua antica e ritrovata passione per l’occulto “Capitano! Dobbiamo metterci per caso dei caschi con le bombole d’ossigeno attaccate? Oppure avete delle speciali gomme da masticare che ci trasformeranno di nuovo in keroniani?”. Keroro lo guarda un po’ imbambolato e gli rivelò “In realtà anche sul pianeta Keron respiriamo l’ossigeno” “Ah …”. Silenzio imbarazzante. “Ehi, muoviamoci da qui” disse Ship leggermente impaziente “Non ho alcuna intenzione di rimanere qua dentro per tutta la durata del capitolo”. Scesero. Da questo momento la colonna sonora è del nostro amato Ennio Morricone. Iniziamo con VIVA LA REVOLUCION. I terrestri dovettero ammettere che al primo impatto il pianeta dei ranocchi non era affatto male: le strade erano pulite, i palazzi dalle forme strane eppure in un certo senso aggraziate, i robot giardinieri potavano le piante con maestria. L’aria era umida e odorosa di pioggia e il cielo aveva sfumature verdognole. Giroro vide con piacere il viso di Natsumi illuminarsi di meraviglia quando vide il paesaggio. Gli tirò leggermente la mano e gli indicò una strada. “Andando da quella parte si può raggiungere casa mia …” poi vedendo l’espressione della rossa disse in fretta “P- perché mi guardi in quel modo?” “Perché quando hai pronunciato casa mia …” rispose lei sorridendo dolcemente “Ti si è addolcito il viso ed era piuttosto carino”. Il keroniano rosso arrossì vistosamente e, a sua volta, anche la rossa arrossì (che bel giro di parole). “Ehi, piccioncini!” li chiamò Ship “Volete muovervi? La strega si trova da questa parte”. Entrambi la guardarono male e, all’unisono, gli fecero una linguaccia. Poi si guardarono in faccia e si misero a ridere. Ship, vedendo questa scenetta sdolcinata, puntò gli occhi su Garuru ma quello aveva distolto lo sguardo. Sospirò. Fulmineo, il tenente gli diede qualcosa in mano “Per di qua arriveremo al quartier generale di tutte le operazioni militari di Keron …” borbottò tutto rosso e si allontanò dal gruppo. La ragazza sollevò la mano. Il keroniano viola gli aveva messo in mano un mazzolino di fiori blu. Sorrise scuotendo leggermente la testa. Vedendolo allontanarsi troppo gli gridò allegra “Ehi! Aspettaci Riccardo cuor di torrone!”. Ok, basta con queste baggianate e passiamo al sodo.

Intanto nel quartier generale, l’Arcijanare camminava avanti e indietro, innervosita dall’arrivo dei nostri amici. “Quel deficiente di Nero Keroro … farsi fregare in quel modo” ringhiò. Le sue unghie erano diventati lunghi artigli e i denti appuntiti erano più pronunciati. La sua parte demoniaca stava avendo il sopravvento. Il generale Totoro guardava un punto fisso nel vuoto e sorrideva placidamente. La ragazzina gli diede un’occhiata spazientita. Il gruppo arrivò alle porte del palazzo. Si diedero un’occhiata d’intesa, prepararono le armi e le tute da combattimento ed entrarono nell’edificio. Si trovarono d’avanti, ancora una volta, la strega. Polari si mise tra il gruppo e la ragazzina “Finiamola con queste idiozie. Ormai è chiaro come il sole che tu hai esaudito il desiderio della caccola qui presente …” e lì indicò Keroro che a quel nominativo si gonfiò come un palloncino ma il leader dei ribelli lo ignorò “… Soltanto per i tuoi loschi fini: sapevo ormai da tempo che tu volevi allungare i tuoi artigli sulla Terra e su Keron”. Avvicinò il suo viso a quello della strega “Quanti esseri vuoi far soffrire con i tuoi capricci?” “E tu a quanti gli vuoi mentire …” ribatté l’altra guardandolo tra l’insolenza e la rabbia “… Mio caro fratello …”. Tutti guardarono Polari sbigottiti. Come l’aveva chiamato? Fratello?

L’uomo socchiuse gli occhi rossastri e un alone di fumo simile alla nebbia di prima mattina lo avvolse. Si voltò verso gli altri “Mi dispiace di avervi mentito” sussurrò con voce un po’ rotta “Ma ho sempre ammirato gli esseri umani per la loro capacità di vedere la vita e per le meravigliose cose che sapevano fare nonostante Epimeteo li avesse creati così indifesi …”. Poi guardò Dororo “Credo che la stessa cosa sia capitata anche a te …”. Il ranocchio azzurro annuì e si strinse di più a Koyuki. L’aria divenne ancora più umida e carica di elettricità. L’ombra della ragazzina divenne enorme. Tra i due fratelli scoppiarono scintille. Keroro e gli altri keroniani, che erano sensibili all’umidità, divennero lucidi e scivolosi. Un senso di beatitudine si propagò dai loro visi. E poi avvenne. Nel cervellino ultra stimolato di Keroro si accesero migliaia di idee tanto da farle sembrare le luci intermittenti di natale. Intanto la piccola strega guardava Polari con un sorriso di trionfo stampato sulle labbra “Non puoi fare niente contro di me, fratello” disse lei “Il sigillo che ti ho imposto è ancora in funzione … sei ancora come un miserabile essere umano”. Unì le mani e ne fece scaturire tra le dita piccole scariche elettriche color blu “Mentre i miei poteri sono all’apice della potenza!”. Tese le braccia verso il gruppo “Addio, razza di idioti!”. Ciak!

Keroro, con il secchio ancora stretto fra le mani, aveva buttato dell’acqua contro la megera. Gli occhi cangianti si posarono su di lui. Poi urlò con vocina acuta “Oddio! Mi sto sciogliendo!”. Si inginocchiò sul pavimento contorcendosi come una biscia “Che mondo crudele!”. Poi di botto si tirò su e disse rivolta al sergente “A parte gli scherzi Flubber … credevi sul serio che buttandomi un secchio d’acqua addosso mi sarei sciolta o avrei preso la scossa? Caschi proprio male …” “In realtà …” ribatté Keroro sorridendo maligno “Il mio intento era un altro …”. Un fascio di luce illuminò la stanza. In mezzo alla luce galleggiavano sei esseri che sembravano un incrocio tra un polipo e un serpente. “Sono Nyororo!” urlò Dororo. L’essere sinuoso si avvicinò velocemente alla strega che gridò, questa volta di paura “Non ti avvicinare!”. Ma quello l’afferrò con i suoi corti tentacoli e la inghiottì in un solo boccone come se fosse una mentina. Dopo averla ingoiata il Nyororo si contorse come se fosse uno straccio e da giallo passò a un bel turchese. Come era venuto, così se ne andò. L’accecante luce si dissipò e ai piedi di Polari era rimasta la strega, tutta tremante. I capelli erano diventati bianchi come la neve e gli occhi erano tinti di nero. Si guardò le mani e boccheggiò “I miei poteri … Mi ha risucchiato i miei poteri …” “Questo significa che ti abbiamo sconfitto …?” borbottò l’altro e si voltò verso il gruppo, raggiante “Sei stato fenomenale caccola! E’ rimasta senza …” e lì rimase con la bocca spalancata. Gli altri Nyororo avevano risucchiato i nostri cinque keroniani e adesso si libravano in aria come fogli di carta. Pururu entrò in quel momento, con la Kero Sfera stretta in mano e la neonata stretta al petto. “Tesoro! L’ho trovata sotto il letto spero di essere arrivata in tempo …” vide tutta la scena e disse “Oh …”.

Da quel momento tutto accadde in fretta: il generale Totoro fu liberato dall’essiccatore e, sentendo la storia di Keroro, decise di contattarsi con il capo leader del gruppo di Terra Libera e di firmare un trattato di liberazione e di pace. Il gruppo ritornò al pianeta Terra e venne accolto tra grida giubilanti e feste che durarono tutto il giorno. Solo quando fu notte fonda e gran parte delle persone addormentate; Keroro e il suo plotone ebbero un po’ di privacy. Il sergente fissava la figlia che dormiva beatamente nella culla, tenendo un braccio intorno alle spalle di Pururu. Entrambi avevano la stessa domanda che rimbombava nella testa: che cosa succederà adesso? Giroro invece si era messo a guardare l’orizzonte in cima a una montagna di rovine, affianco a Natsumi. La ragazza dai capelli rossi mormorò “Ora che tra i nostri pianeti c’e la pace; devo ammettere che mi mancheranno le nostre battaglie …” “Che ci sia la pace o meno io ti sfiderò sempre e ovunque” dichiarò Giroro guardandola nei occhi. I loro visi si avvicinarono “Sono un osso duro … non sarà facile per te sconfiggermi …” disse lei, vicinissima “Non ho mai dubitato di questo …” ribatté l’altro con un sussurro. Le loro labbra si unirono.

“Che scena sdolcinata e patetica” ringhiò la strega. Era sdraiata su una nuvola affianco a Polari che fumava tutto tranquillo la sua sigaretta. Il suo aspetto era leggermente cambiato: i capelli si erano allungati e legati in una esile coda e dalle tempie spuntarono due bei cornetti da toro bianco latte. Lo guardò di sottecchi e gli domandò “Che fine hanno fatto i miei tre piccoli keroniani? Credevo che le recensioni fossero state magnanime con loro …” “Si …” rispose lui facendo una smorfia “Ma a condizione di fargli pagare lo scotto con qualcosa di umiliante …”. Fece una lunga aspirata e aggiunse “Guarda un po’ da quella parte …”. La strega guardò e li vide “EVERY DAY I’M SHUFFILIN”. Sollevò la testa “E questo lo chiami umiliante?” “Immaginali costruire la città ballando così …” ribatté lui ma vedendo che l’espressione non cambiava si azzittì. Per un po’ stettero in silenzio ma poi lei ruppe il silenzio “Siamo alla fine …” “Già …” annuì l’altro meditabondo. Gli allungò un biscotto della fortuna “Facciamo ritornare tutto normale?”. La strega alzò le spalle, stizzita, ma prese comunque una estremità del dolce. Si udì un leggero crack e … tutto divenne buio.

Keroro si svegliò di soprassalto, cadendo dalla sedia a sdraio nella sua stanza. Le pale del ventilatore girarono lentamente, mandando un filo d’aria contro il viso del ranocchio. Sentì un pizzicore alle mani e se le guardò. Erano rosse, screpolate e leggermente gonfie … come quando aveva utilizzato il detersivo per pulire il tavolo. Spalancò gli occhi e si precipitò fuori dalla botola. Si scontrò contro Fuyuki “Sergente! La stavo venendo a cercare” disse il ragazzo “Natsumi ha preparato la cena …”. Il keroniano verde lo fissò con la bocca spalancata. Lo aveva chiamato sergente e non capitano. Era ritornato nella sua dimensione! La ragazza dai capelli rossi fece capolino da dietro la parete “Sbrigatevi voi due! Altrimenti si raffredda!”. Fuyuki seguì la sorella mentre il ranocchio rimase immobile. Era felice di essere ritornato indietro ma … lì si guardò le braccia, dove qualche ora fa in un’altra dimensione, stringeva un piccolo girino verde chiaro.

Dopo una settimana … “Brutto ranocchio!” urlò Natsumi puntando contro il sergente un cucchiaio di legno “Sbaglio o ti avevo detto di pulire il bagno?! Per punizione niente Gundam per due settimane!” e si diresse di nuovo, indispettita, verso la cucina. Mescolò nella pentola il sugo e disse “Quel fannullone! Ogni volta ne deve sempre combinare una!”. Lanciò il cucchiaio dentro il lavandino e sbraitò “E non è soltanto lui: mentre stendevo la roba fuori in giardino Giroro ha tentato di baciarmi!”. Prese le nappine e ringhiò “Quanto vorrei che quel brutto ranocchio sparisse …”. Da una parte, in un luogo illuminato di candida luce, un’ombra oscura non poté fare a meno di sorridere …

NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

 

Fine



 

Ed eccoci giunti alla fine miei cari lettori! Banale è insoddisfacente ma pur sempre una fine. Ringrazio tutti voi che avete perso tempo a leggere l’orda di scemenza che ha partorito la mia mente compreso chi è stato talmente pazzo da metterla fra le sue preferite, ricordate e seguite che per ironia della sorte hanno scelto dei Nick Name lunghi quanto papiri per cui ho difficoltà nel trascriverli. In più una prostrazione totale da baciare il pavimento a tutti quelli che hanno recensito: NEFERTITI _97; GERRY2; LUNA_BAKA_NEKO; LOUREN GO; AMBERSUPERFUN03; MISS SWANN; KEIRA27; LIVE4LOVE136 e DEMENZIAL HACHUNE (li ho scritti in maiuscole perché il mio computer mi si sballa). Vi stringo calorosamente la mano con le mie dita ultra congelate dall’umidità e con un ultimo inchino vi dico GRAZIE!!!!! ALLA PROSSIMA!!!!

  
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