Capitolo secondo(parte prima)
Ciao a
tutti! Per il nostro primo chappy non abbiamo ricevuto nessuna recensione..ma noi non ci
arrendiamo e vi abbiamo pubblicato la prima parte del secondo capitolo…(alla
seconda ci stiamo lavorando…deve venire bene!)
Al prossimo
capitolo!
La Partenza
Temari
sentì qualcuno toglierle il lenzuolo e tirarla fuori dal
letto. Spalancò improvvisamente gli occhi e davanti a lei apparve il suo
perfido fratellino.
Gli
rivolse uno sguardo omicida e con una spinta lo
scaraventò a terra.
- Ma ti pare il modo di svegliare la tua sorellona preferita?-
disse ironicamente, alzandosi dal letto e aprendo la porta della sua stanza.
Si diresse
in cucina:
-Preferita?
Sei l’unica sorella che ho!- urlò Kankuro che era
rimasto sul pavimento della stanza.
Sul volto
di Temari apparve un sorriso. Aprì la credenza.ma si
accorse ben presto che era vuota: niente biscotti,niente
cereali,niente di niente…
Nessuno si
era preoccupato di comprare qualcosa per la colazione il
giorno prima.
-Devo fare
sempre tutto io dentro questa casa!- borbottò prima di
chiudersi in bagno.
Aprì
l’acqua della vasca e aggiunse del sapone alla vaniglia,il
solito,finché non fu piena di schiuma.
Si tolse
il pigiama e s’immerse. Si rilassò,chiudendo le
palpebre e l’unica cosa che in quel momento la faceva sentire meravigliosamente
fu l’immagine di una spiaggia di Santo Domingo.
Una volta
pulita e profumata uscì dal bagno e raggiunse la sua camera,aprì
la porta e trovò sul letto un pacco regalo.
“Per la
mia sorellina preferita. Kankuro” questo riportava il bigliettino.
Temari
scartò impaziente il regalo e vi trovò una splendida sorpresa: un libro.
Kankuro
sapeva quanto Temari adorasse leggere,lo faceva
dappertutto: in macchina,a scuola e perfino nella vasca.
Le piaceva
tantissimo immedesimarsi nei protagonisti ed immaginarsi una guerriera,pronta a tutto.
Temari
aprì il libro e ,sfogliandone le pagine, cadde una
foto a terra.
La
raccolse e girandola un dolce sorriso le colorì il
viso. Era una foto di lei e Kankuro fatta ad una di
quelle macchinette automatiche qualche giorno fa.
Ripose il
libro e corse dal fratello.
Spalancò
la camera e gli saltò al collo sussurrandogli:
-te l’ho
mai detto che ti voglio un bene dell’anima?-
Lui si
scostò per guardarla in quei profondi occhi color acquamarina e disse:
-non
quanto te ne voglio io…- e la strinse più forte a sé.
Rimasero
in quella posa per 5 minuti:
-su…su
basta con queste smancerie-disse Temari liberandosi dalla presa del fratello:- parto solo per un mese e quando tornerò sarò più bella di
prima!-
Uscì
rivolgendo uno sguardo affettuoso a Kankuro rimasto in mezzo alla stanza a
gustarsi la scena.
Temari
corse in camera sua e le parve di sentire il fratello farfugliare:-se se certo.. più bella!-
Si vestì
velocemente,indossando una camicia a quadri bianca e
celeste a tre quarti e dei pinocchietti jeans.
Si legò i
capelli nei suoi soliti 4 ciuffi e preparò lo zaino blu.
Quello
zaino l’aveva accompagnata in tutti i suoi viaggi; Temari aveva viaggiato molto
da sola e con Kankuro …le piaceva essere indipendente e poter vagare per le
città con un buon libro e con i suoi assurdi pensieri.
Adorava la
musica e tutte le sue canzoni erano raccolte su un mp3 di seconda mano che
infilò nello zaino.
Ci mise
anche il libro di Kankuro(assieme alla foto che da quel giorno avrebbe portato
con sé sempre) e qualche romanzo che aveva gia iniziato.
Dopo aver
infilato ogni cosa nel suo zaino se lo mise in spalla e prese la valigia.
Uscì di casa salutando solo da lontano il fratello Gaara e suo padre: non voleva subire le sue raccomandazioni
che ad ogni viaggio diventavano più pesanti ed estenuanti.
Chiamò un
taxi e nell’attesa si sedette ai piedi del portone intenta a leggere uno dei
suoi il libri, quello di Kankuro avrebbe aspettato
l’inizio del viaggio.Aspettò una mezz’ora abbondante
e poi decise di proseguire con i mezzi.
Riuscì ad
arrivare all’aeroporto anche un po’ in anticipo e dopo aver fatto il ticket
entrò nell’aereo.
Guardò
titubante il suo biglietto “B11…speriamo che sia vicino ad un finestrino.” Pensò prima di cominciare la sua assidua ricerca del
sedile.
“
A11…eccolo: B11…oh no!bye bye finestrino!” pensò
raggiungendo con lo sguardo il suo sedile.
Si sedette
e tirò fuori il libro di Kakuro. Aprì la prima pagina,una scritta a penna: La verità non è mai
pura e raramente semplice. La vita moderna sarebbe veramente noiosa se fosse
pura e semplice e la letteratura moderna completamente impossibile!Oscar Wilde
E ancora
una volta Kankuro l’aveva stupita con uno degli aforismi di Oscar
Wilde,per lei il migliore scrittore,drammaturgo e
poeta dell’800.
Entrò nel
libro e tutto il mondo esterno e reale diventò superfluo,come
sempre d’altronde quando iniziava un nuovo libro.
/----/
Ino
spalancò gli occhi di scatto. Il respiro era affannato,probabilmente
a causa di un incubo e in viso era pallida.
Alzò la
schiena dal materasso poggiandola alla barriera del letto,allargò
le braccia stiracchiandosi.
Un sonoro
sbadiglio riempì il silenzio della stanza. La ragazza restò per qualche minuto
in silenzio, seduta sul letto a pensare.
Dalla
finestra,leggermente aperta, entrava un pallido raggio
di sole che andava ad illuminare proprio il volto della bionda.
Gli occhi
azzurri sembravano riflettere la luce solare, come uno specchio. Inclinò la
testa verso sinistra, quanto bastava per scorgere le lancette della
sveglia…6.00 di mattina… Le palpebre le si chiudevano
a poco a poco e la tentazione di rimettersi a letto era forte,ma d’un tratto
scese dal letto velocemente.
Cominciò a
camminare su e giù per la stanza nervosamente,le mani
incrociate dietro al schiena e lo sguardo basso.
Poi si
bloccò, lo sguardo ora era perso,spaesato : - ma
certo!- esclamò portandosi una mano in fronte, ricordandosi:-come ho fatto a
scordarmi del viaggio!-detto questo uscì in fretta dalla stanza cercando di
fare meno rumore possibile,per non svegliare i genitori.
Sgattaiolò
in bagno chiudendosi a chiave. Velocemente si tolse i pantaloncini e la canottiera
che si era messa per dormire, ed entrò nella doccia.
Delicatamente girò la manopola e l’acqua calda uscì violentemente. Prese lo shampoo e si sciacquò la
lunga chioma bionda,poi con un rapido gesto prese il
bagnoschiuma alla pesca e se lo passo su tutto il corpo.
Si
risciacquò completamente e uscì dalla doccia afferrando un grosso asciugamano.
Si strizzò con forza i capelli per poi legarli in una coda alta,si sarebbero asciugati con il caldo.
Con passo
felpato si diresse in camera sua, chiudendo la porta. Si avvicinò all’armadio e
silenziosamente aprì le ante…non vi era rimasto molto
e la scelta dei vestiti non fu lunga e complicata.
Si infilò
un paio di jeans e una t-shirt gialla. I capelli le bagnavano i vestiti,ma non le dava fastidio,non ci faceva nemmeno caso.
Si guardò
allo specchio e un ampio sorriso le apparve in volto. Poi trotterellando si
diresse verso il letto,si abbassò e afferrò le
converse viola.
Le calzò
in fretta. Afferrò lo zainetto nero che giaceva a terra,
vuoto, e lo riempì in fretta.
Ci buttò
dentro alcuni libri,l’mp3 con tutte le sue canzoni
preferite e alcuni trucchi e profumi che non entravano nella valigia.
Prese i
biglietti di andata e ritorno dal cassetto e se li
mise in tasca. Afferrò la valigia e prese in cellulare uscendo dalla stanza;
un’occhiata fugace ai genitori che dormivano per poi uscirre
di casa correndo: - vi chiamo…- sussurrò dopo essere salita sul taxi che
l’attendeva sotto casa.
L’auto
partì e in meno di un quarto d’ora Ino arrivò all’aeroporto.
Fece tutto
quello che doveva e salì in fretta sull’aereo:-B13!-
sciamò cominciando a girare in cerca del suo posto:-bingo!- disse sorridendo e
accomodandosi sul sedile che si trovava vicino al finestrino.
Accanto a
lei c’era una ragazza bionda a occhio e croce della
sua stessa età: 17 anni.
-chissà
che noia…-sussurrò tra sé e sé…
/-----/
Era
mattino inoltrato. La finestra era socchiusa e si udiva il cinguettare degli
uccelli. Una luce sommessa inondò la stanza; Hinata socchiuse gli occhi e si
parò dal fascio di luce con la mano.
Si
stropicciò gli occhi e si stiracchiò.Poi con uno
slanciò si alzò dal letto e si diresse verso la finestra e la spalancò.
La casa
era silenziosa perché erano ancora tutti addormentati.
Ad un
tratto Hinata sentì un raspare alla porta e quando l’aprì si trovò di fronte
Neon,il suo cane. Si chinò per accarezzarlo e lo prese
in braccio.
Hinata
scese le scale che portavano al piano di sotto ed entrò in cucina chiudendosi
lentamente la porta alle spalle per evitare di fare rumori.
Andò verso
il frigorifero e prese il latte,poi si diresse verso
la credenza e ne estrasse i biscotti,il nesquick e la sua tazza preferita dallo scaffale vicino
al lavandino.
Mise tutto
sul tavolo dove cominciò a versare il latte nella tazza e ad inzuppare i
biscotti al cioccolato.
Appena
finita la colazione mise a posto la cucina e si diresse al piano superiore dove
incontrò i genitori appena svegliati.
Entrata
nella stanza oltrepassò il disordine e i libri caduti a terra e andò verso il
bagno,per farsi la doccia,chiudendo la porta,
Finita la
doccia uscì dal bagno ,tornando in camera sua. Aprì le
ante dell’armadio sbirciando al suo interno: la maggior parte dei vestiti erano
in valigia e quindi era praticamente vuoto.
Guardando
con occhio critico quello che era rimasto nel guardaroba alla fine optò per dei semplici jeans e una t-shirt nera con
delle scarpe da ginnastica,un po’ usurate.
Hinata girò
con lo sguardo tutta la stanza luminosa per poi
posarsi su delle valigie accantonate ad un lato della stanza.
Fece un grande sospiro e si diresse verso le borse. Ora le toccava
la parte più faticosa:controllare e chiudere quelle
valigie straripanti.
Cominciò a
riordinare tutti quei vestiti e oggetti ammucchiati.
Finita la
valigia passò alla borsa da viaggio mise molti libri da leggere,in fondo doveva passare 12 ore su un aereo,il suo mp3,il
suo lettore cd con alcuni cd e altri passatempi da usare in viaggio.
Finalmente
con aria soddisfatta la ragazza osservò le sue valigie chiuse e pronte. Ad un
tratto un bussare alla porta la fece sussultare:
- Hinata
sei pronta? Dobbiamo uscire adesso se non vuoi fare tardi!-
-Si papà arrivo-urlò Hinata in risposta a suo padre.
Dieci
minuti dopo le valigie erano già state caricate in auto e Hinata stava sulla
soglia di casa con la madre e la sorella,che tra
abbracci e raccomandazioni non la finivano più.
Finalmente
riuscì a salire sul taxi e dopo un ultimo saluto con la mano ai genitori svoltò
l’angolo della via.
C’era
molto traffico e dopo 20 minuti ,che a Hinata
sembrarono un’eternità,finalmente giunse all’aeroporto.
C’era una grande folla. Quando arrivò il suo
turno chiese alla ragazza dietro il bancone delle informazioni:
- Scusi
devo prendere l’aereo per Santo Domingo – - Da quella parte-le rispose la
ragazza con la voce distaccata e professionale.
Arrivata
sull’aereo Hinata cominciò a cercare il posto B12.
-Uhm…vediamo…B7…B10…ecco B12!-esclamò vedendo il sedile con la
targhetta dorata. Alzando lo sguardo notò le sue vicine di sedile.
Al posto
B11 sedeva una ragazza bionda con 4 codini,pelle
abbronzata che andava sul dorato e degli occhi color acquamarina.
Al posto
B13 ,invece, sedeva una ragazza Con i capelli lunghi e
biondi raccolti in una coda,e con degli occhi azzurri che vagavano fuori dal
finestrino.
Quelle
ragazze le aveva già viste,ne era sicura!
Hinata si
sedette timidamente tra le due…