Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: milly92    08/10/2013    4 recensioni
Stanchi delle solite storie in cui un'alunna e un professore si amano e riescono ad essere felici superando mille ostacoli? Allora questa storia fa per voi, visto che il professore in questione non sa nemmeno che la ragazza con cui ha a che fare sia una sua alunna e non ha per nulla intenzioni "serie"...
"Mi... Mi stai incoraggiando a...".
"Ad uscirci, sì".
Trudy sembra aver assimilato subito e fin troppo in fretta la notizia, in un modo che mi lascia alquanto scioccata. Sembra crederci più di me, quasi quasi. "Sai come si dice in questi casi?".
"Sei fottuta?" suggerisco, melodrammatica come sempre.
"No. "Fake it until you make it"! Fingi! Fingi fino a credere sul serio di non essere una sua alunna e il gioco è fatto, no?".
Da una parte, il discorso della mia amica ha un minimo di senso, dall'altro sono troppo spaventata perchè, per la prima volta in vita mia, rischio di iniziare un cammino caratterizzato dal proibito e ho paura di scottarmi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
6g
Image and video hosting by TinyPic
10 Ottobre 2012
 
"Ci credi? Domani inizieremo il terzo anno!" esclamò Dario, mentre riponeva il dvd contenente alcuni episodi della quinta serie di "Friends" nella sua custodia.
Annuii, mangiando una manciata di pop corn.
"Sento che sarà fenomenale" continuò lui, sedendosi di fronte a me.
"Fenomenale. Certo" biascicai, sospirando.
"Oh, piantala! Lena, per favore, devi...".
"Cosa, Dario? Cosa devo fare? Ti ci vuoi mettere anche tu a darmi ordini? Prego!" urlai, alzandomi di scatto dal divano e portandomi una mano contro la fronte. "Scusa, scusa, tu non c'entri niente, io...".
"Lo so che non sarà facile vederlo con la sua nuova ragazza, ma tu hai noi, e sono sicuro che troverai qualcuno di speciale anche tu, quest'anno".
"Non puoi capire, Dario".
"Anche io ho un'ex all'università, nel caso ti sfuggisse".
"Ma è diverso! Lei non sta già con un altro e non ti ha salutato all'esame orale di Tedesco con un'ipocrita "Ciao" mentre se ne stava avvinghiata al suo nuovo tipo, mentre con te ha sempre evitato certi atteggiamenti in pubblico!".
Dario annuii, comprensivo, per poi alzarsi a sua volta e appoggiarmi le mani sulle spalle.
"Se ti fa stare bene, posso prometterti che lo picchierò appena ne avrò l'occasione".
"Ok, ma ti aiuterò nell'impresa!".
"Ovvio!".
In sincrono, ci abbracciammo, suggellando l'ennesima promessa di amicizia.
Mi sentivo un po' più rassicurata, perché sentivo che finché Dario sarebbe stato al mio fianco, avrei sempre avuto qualcuno pronto ad aiutarmi in mille modi possibili.
 
*******
 
Quando, la mattina dopo la festa di Matteo, metto piede nell'atrio dell'università, noto che c'è qualcosa che non quadra affatto.
Le persone sono agitate, parlottano tra loro, in un modo molto più esagerato rispetto ai giorni d'esame, e tutti ridacchiano mentre adocchiano qualcuno cercando di non farsi scoprire.
"Chissà cos'è successo" commento, sicura che si tratti di qualche succoso gossip che tutti dimenticheranno nel giro di una settimana.
"Forse hanno pubblicato le date degli esami?" azzarda Trudy, scrollando le spalle.
"Nah, impossibile, è ancora marzo... E poi questi comportamenti non possono essere legati a qualcosa di noioso e ansioso come gli esami" ragiono, notando con aria alquanto sconcertata una ragazza che fissa il cellulare con aria incredula prima di scoppiare a ridere.
Facendoci strada tra il turbine di ragazzi che di solito affollano la zona del bar alle dieci del mattino, io e la mia amica ci impieghiamo un po' per giungere sane e salve al tavolino dietro cui si sono sedute le altre.
"Ecco la signorina Lena Inverno, alias la nostra star!".
Senza capire, fisso Germana che mi ha appena apostrofata così con il suo solito sorriso eccessivamente ampio e non proprio sincero.
"Prego?" chiedo, sedendomi sulla stessa sedia su cui c'è Lucia, vista la consueta mancanza di posti.
"Sei stata spottata!" continua Alessandra, ridacchiando come una matta e scatenando la stessa reazione nelle altre ragazze.
"Onestamente credevo che la prima ad esserlo tra noi sarebbe stata Germana, e invece..." borbotta Ida.
"Ma di che diavolo state parlando?" continuo a chiedere, sempre più confusa visto che non ci sto capendo un accidenti di tutto quel fiume di parole.
"Stanotte hanno creato la pagina "Spotted" della nostra università!" spiega Marina. "Le pagine spotted in pratica fanno sì che chiunque possa lasciare un messaggio anonimo a qualcuno, magari dopo averlo "avvistato", ed è una moda che sta dilagando in tutte le università".
"Solo a me sembra la brutta copia di Gossip Girl?" domanda Trudy.
"Infatti!" esclamo, ancora un po' scioccata. Ecco dovevo ho sentito quella parola!
Io e Trudy guardavamo sempre quel telefilm in diretta con l'America, quindi dovevamo vederlo sempre sottotitolato, e dimenticare quel famoso "Spotted Serena Van Der Woodsen..." sarà difficilissimo da dimenticare.
"E, fammi capire, sono stata spottata nel senso che...?".
"Aspetta che ti faccio leggere!" dice Marina, prendendo il suo i-phone e iniziando a smanettare come suo solito con quell'aggeggio. "Ecco, leggi!".
Subito, Trudy mi si avvicina e inizia a leggere il contenuto da sopra la mia spalla.
 
Avvistata: Lena I. che non è più tanto glaciale come il suo cognome! Ieri c'è stata la festa del suo ex Matteo e dopo quasi un anno è stata vista mentre parlava con lui davanti ad un bicchiere di qualche super alcolico, per poi scatenarsi a ballare con le sue amiche. Tutti pensavano che non si sarebbe mai ripresa dopo la loro rottura, e invece ci ha decisamente sorpreso!
Nessuno si aspettava di vederla alla festa, forse nemmeno la povera E., visto che voci di corridoio dicono che lei sia decisamente gelosa di lei.
Ah, e complimenti per le tue belle gambe! Ora che ho visto che sai essere sexy ci proverò con te.
Anonimo.
 
Sgrano gli occhi, mentre Trudy scoppia in una fragorosa risata, per poi darmi una bella pacca sulla spalla.
"E brava, gliel'hai fatta vedere a tutti!" esclama.
"Ma che... Cavoli, chi sarà stato? Voglio dire, non che me ne freghi, ma non vorrei che Elisabetta si facesse strani pensieri" sussurro, senza smettere di fissare quel messaggio.
"Io penserei a scoprire chi sono gli amministratori della pagina!" dice invece Germana.
"Di sicuro qualcuno che era alla festa, visto che i post parlano più o meno di ciò che è successo ieri" ragiona Alessandra.
"Dai, Germana, spotteranno anche te, tranquilla" ridacchia Lucia.
Lei, per tutta risposta, tira in giù la stoffa della maglia in modo da rendere la sua scollatura ancora più generosa e ripassa il rossetto rosso sulla sua bocca. "Datemi due ore e verrò citata in almeno tre post!" esclama, prendendo la borsa e alzandosi, facendoci l'occhiolino. "Ci vediamo a lezione".
La salutiamo con una vaga serie di "Ciao", e il suo posto viene occupato nel giro di poco da Dario, che regge in mano tre caffè con grande abilità.
"Buongiorno!" esclama, porgendo un bicchiere a me e uno a Trudy.
"Ciao, Dà! Grazie!" rispondo, visto che il caffè è proprio l'ideale in questo momento.
"Per tutte le volte che vengo a prendermelo a casa vostra..." risponde lui, scrollando le spalle. "Comunque... Sei stata spottata!".
Sbuffo, alzando gli occhi al cielo prima di bere un sorso di caffè. "Se lo continuate a dire suona come una malattia".
"Ah, quindi hai saputo!".
"Purtroppo sì".
"Ma come purtroppo, è una cosa figa!" mi rimprovera Ida, ridacchiando.
Non ho il tempo di replicare perché vedo Matteo ed Elisabetta che vengono verso di me, mano nella mano come loro solito.
Lui sembra scocciato, lei, invece, sembra un po' arrabbiata.
"Ciao" dice subito, con un tono seccato, appena è abbastanza vicina al nostro tavolo.
"Ciao" replichiamo un po' tutti.
"Immagino tu abbia letto lo spotted che ti riguarda..." inizia subito, senza nemmeno perdere un istante, incrociando le braccia.
"Sì, ma...".
"Ci tengo a farti sapere che non sono gelosa di te, altrimenti non avrei avuto motivo di invitarti alla festa, e spero che questa voce non sia partita da te" continua.
Senza riuscire a trattenermi, mi alzo, ritrovandomi a mezzo passo da lei. E' una soddisfazione constatare di essere più alta di lei di almeno dieci centimetri.
"Non ti conosco, Elisabetta, e tu non conosci me, quindi non me la prenderò e ti risponderò semplicemente che non sono solita andare in giro inventando idiozie sulla gente" replico, sforzandomi di rimanere calma, tanto che provo a sfogare la mia rabbia stringendo con forza la parte superiore della sedia su cui mi stavo quasi appoggiando.
"Gliel'ho già detto" s'intromette Matteo, provando a stabilire un contatto visivo con me, "Ma...".
"Tu stai zitto" replica la sua ragazza, prima di tornare a fissarmi. "Sei sicura? Voglio dire, certe voci non nascono da sole".
"Senza offesa, non sei nei miei pensieri, Elisabetta, e ho altro a cui badare durante le mie giornate" rispondo lentamente, cercando di non iniziare ad urlarle contro tutte le cose assurde che avrei voglia di sputarle in faccia.
Con un cenno brusco, lei annuisce, poi mi sorride mellifluamente.
"Bene, quindi sai che qualsiasi cosa tu faccia non servirà a riavere Matteo indietro".
"Non me ne potrebbe fregar di meno visto che lui non fa parte della mia vita e mi sto vedendo con qualcuno" dichiaro.
Matteo sgrana gli occhi, mentre lei batte le palpebre numerose volte per la sorpresa.
Sul serio nella loro visione dei fatti io sono una povera disperata che non ha il coraggio di andare avanti e vedersi con qualcuno?
"Va bene. Allora... Ciao" dice, questa volta con una vocina, prima di prendere Matteo per mano e uscire di fretta dal bar.
Mentre cammina, lui si volta verso di me, e ci guardiamo per un solo istante perché io distolgo lo sguardo, per poi risiedermi e provare a fare finta di nulla, mentre, attorno a me, i mei amici non vedono l'ora di commentare l'accaduto.
"Sei stata fenomenale!" esclama Dario.
"Sì, infatti!" approva Lucia.
"E dire che ti vedi con qualcun altro è stata un'ottima bugia!" approva subito Trudy, mentendo per non scatenare ulteriori domande. Annuisco, fingendomi disinvolta come non mai, mentre dentro di me sento una gran voglia di tirare i capelli a quella mocciosa di Elisabetta.
 
 
Per Lena ed Elisabetta: grazie per la bella scenata di oggi al bar, siete state fenomenali!
Avrei voluto avere una manciata di pop corn a portata di mano per godermi meglio la litigata!
Vi do solo un consiglio: la prossima volta, invece di stare sul punto di strapparvi i capelli, strappatevi i vestiti di dosso! ;)
G.
 
Getto il telefono dall'altra parte del divano e mi volto verso Trudy, che se ne sta incollata al cellulare da ormai un'ora, senza smettere di ridere e sghignazzare come un'ossessa.
"Ho capito, se non mi muovo io stasera non si cena..." borbotto, di malumore.
"Cucinare una volta tanto non ti ucciderà" commenta distrattamente Trudy, per poi scoppiare a ridere nuovamente e voltarsi verso di me. "No, questo lo devi sentire! "Visto che ci tieni tanto ad essere spottata, ti accontento, cara Germana! Penso tu sia una nana, brutta quanto una scimmia africana, volgare quanto un reality show, e sopportarti non si può! Ti credi bella, ma hai la forma di una ciambella, e oggi hai fatto di tutto per accalappiarmi ma non avevo il coraggio di voltarmi... Giusto per fartelo sapere, non sei un bello spettacolo da vedere". Ma ti rendi conto? Uno spotted in rima?!".
Sgrano gli occhi, non sentendo per nulla la voglia di ridere, e la cosa inizialmente mi stupisce.
Anche se io e Germana non andiamo d'accordo, trovo che quel messaggio sia di una cattiveria unica e assurda, perché, dopotutto, tutti la criticano ma molti ne approfittano per farsi una sveltina.
"Che cattiveria!" commento quindi, avvicinandomi al frigo e aprendolo per vedere con cosa possiamo cenare.
"Si vede che questa pagina ti ha infastidito, perché altrimenti ne avresti approfittato per farti una semplice risata a sue spese" constata Trudy, squadrandomi dall'alto in basso come è solita fare quando vuole scoprire cosa mi passa per la testa.
Prendo una confezione di uova e un paio di zucchine, e ricambio il suo sguardo mentre appoggio il tutto sul piano della cucina.
"Non è giornata, Trudy. Ventiquattro ore fa ho pomiciato con il mio professore di inglese, poi mi sono scatenata alla festa del mio ex sentendomi finalmente libera da ciò che mi opprime da mesi e... Stamattina sono stata costretta a riaprire gli occhi. A rendermi conto che, dopotutto, le cose non cambieranno, che io dovrò sempre vedere quella vipera di Elisabetta che crede di essermi superiore, e rimarrò sempre l'ex di quell'idiota!" sbotto, battendo un pugno contro il palmo della mano destra con fare frustrato. "Come posso andare avanti se chi mi circonda non lo fa?".
"Ma non devi pensare agli altri!".
"E' facile dirlo per te. Non puoi capire..." dico, sospirando e sentendomi sul serio triste.
Guardo il cibo, pensando che non ho voglia di cucinare e di fare altro che non sia trovare un modo per sentirmi meglio e, se possibile, un po' spensierata.
Mi guardo intorno, esitante, e cerco di non badare a Trudy che mi fissa, in attesa di un mio sfogo o di qualsiasi segno che le faccia capire cosa penso e come mi sento.
Poi, senza rifletterci, mi avvicino al divano e recupero il cellulare, iniziando a scrivere un sms.
 
Ehi! Ti va di vederci? La mia giornata è stata infernale, e sei la prima persona a cui ho pensato per provare a migliorarla...
 
Rapida come una furia, invio il messaggio a Leo senza pensarci due volte, e ricevo una risposta nel giro di qualche minuto con mia grande sorpresa.
 
Certo! Mi fa piacere vederti così presto... Io stavo pensando di mangiare una pizza. Ti passo a prendere alle nove?
 
Perfetto! A dopo!
 
Alzo lo sguardo verso Trudy e mi lascio scappare, finalmente, un piccolo ma significativo sorriso. "Esco con Leo, so che mi farà sentire meglio" spiego.
Lei annuisce e sorride a sua volta. "Fai bene, divertiti..." dice solo, senza prendermi in giro e fare battutine come suo solito.
Forse ha capito in che stato mi trovo, forse ha capito che al momento ho solo bisogno di vedere qualcuno a cui piaccio, che non conosca ogni dettaglio della mia vita e che non mi giudichi per qualsiasi cosa io faccia.
Così, corro in bagno per farmi una doccia, sperando che questa serata sia ancora migliore della precedente.
 
 
"Certo che questa rgazza è proprio una... Vipra, ecco".
Tre ore dopo, io e Leo siamo in una piccola ed accogliente pizzeria vicino il lungomare di Mergellina, e gli sto raccontando il motivo della mia giornataccia che mi ha spinto a contattarlo.
Annuisco, ingoiando l'ultimo pezzetto di pizza, poi lo guardo con aria incuriosita.
"Non ti dà fastidio che io ti abbia chiamato perché ero triste a causa della ragazza del mio ex?" chiedo, un po' sorpresa.
"No, sono felice di drti una mano, se posso. E poi volevo vederti, ho pensato molto di te oggi" rivela, prendendo la mia mano e accarezzandola.
I suoi occhi scuri mi guardano in modo abbastanza eloquente che mi imbarazza un po', tanto che piego la testa di lato in modo da far sì che una consistente parte di capelli mi vada sul viso e celi la mia espressione.
"Mi fa piacere sapere che hai pensato di me come persona che ti fa sentire bene" aggiunge, continuando a stringere saldamente la mia mano.
"Tu non pensi che io sia strana e... Mi fai sentire a mio agio. Non mi era mai successa una cosa simile con un bel ragazzo" ammetto, decidendomi a ricambiare la sua stretta e sforzandomi di non arrossire.
"Strana? Sei una delle poche persone sane di menti che ho conosciuto, invece" sussurra in risposta, un po' compiaciuto per il mio complimento.
Scrollo le spalle, senza sapere cosa dire, finché lui non guarda l'orologio che ha al polso e dice: "Che dici, andiamo a fare una passeggiata?".
Annuisco, così ci alziamo e mi affretto a prendere il portafogli dalla borsa, meritandomi la prima occhiata di biasimo da parte sua da quando ci conosciamo.
"Non credere che ti lscerò pagare" dice, mentre si avvicina alla cassa.
"Cosa? Ieri hai offerto tu la cena, quindi ora...".
"Nemmeno quando non lavoravo non ho permesso ad una rgazza di pagare, e poi è il mio modo per ripagarti per la tua compagnia" dice, inizialmente con un tono quasi offeso.
Rapidamente, estrae la carta di credito, soffocando ogni mia protesta, e mi lascia in evidente imbarazzo mentre paga.
Non sono abituata a questi gesti, e non mi piace che qualcuno paghi per me, anche perché quando stavo con Matteo, visto che non lavorava, pagavamo a turno, tranne nei primi mesi in cui si offriva sempre lui di pagare.
"Grazie" sussurro mentre usciamo, sentendomi un po' lusingata visto che ho appena beccato una ragazza che fissava Leo in un modo alquanto esplicito.
Lui mi circonda le braccia con le spalle, ed io non mi ritiro, perché, dopotutto, mi fa stare bene.
"Non dirlo nemmeno per… Joke, mi offendo" borbotta, tuttavia ironico.
"Oh, ho trovato come offenderti, allora, ne approfitterò" esclamo, guardandolo negli occhi e, contemporaneamente, stringendomi a lui a mia volta.
"Poor me! Mi hai in pugno!".
Ridiamo come due bambini spensierati, finché non ci ritroviamo sul lungomare.
La luna piena si riflette sul mare, e attorno a noi ci sono pochissime persone, visto che è ancora marzo e questa zona non è molto frequentata fino all'estate.
"Grazie, davvero. E non sto parlando del conto" mormoro, quando ci fermiamo su una panchina.
La sua espressione diventa ancora più interessata, e mi sento meglio quando prende una ciocca di capelli e me la porta dietro l'orecchio, per poi soffermare la sua mano sul mio viso, accarezzandomelo con delicatezza.
Mi guarda come ad invitarmi ad esprimermi meglio, così mi schiarisco la voce e ricambio lo sguardo.
"Non mi era mai successo di stare bene con una persona che ho visto solo un paio di volte. Deve essere perché abbiamo messo in chiaro che tra di noi non ci sarà nulla di serio visto che partirai a giugno, così non mi sento sotto pressione e... Sto trascorrendo delle bellissime ore, davvero, mi fai sentire come se fossi la Lena che vorrei essere" spiego, esitante e desiderosa di farmi capire, visto che temo di non saper esporre bene ciò che sento.
"Tu sei chi vuoi, e se gli altri non lo vedno, è un problema loro. Io vedo solo una bella rgazza che ha tanta forza, che ha intelligenza e simpatia da vendere, e che ha la volontà di lavorare il sabato notte per non darla vinta a chi le ha fatto un torto... E ti conosco da pochissmo. Se la gente non riconosce ciò, ha seri problems" dice in risposta, avvicinandosi ancora di più.
Sono senza parole, perché sul serio nessuno che mi conoscesse da così poco mi ha mai detto una cosa simile, e lui lo capisce di sicuro perché sorride in un modo malizioso e aggiunge: "E non lo dico perché ho una voglia matta di fare sesso con te. So che, semmai vorrai, è presto".
In un'altra situazione mi sarei subito allarmata, proprio come mi è successo tutte le volte che mi sono ritrovata a pensare a questo stesso argomento, ma, ora come ora, mi lascio scappare solo una risatina nervosa e non mi ritraggo quando avverto la sua mano sulla mia gamba coperta solo da una gonna e un leggero paio di calze.
Il suo tocco mi piace, è deciso ma leggero allo stesso tempo, e non posso negare che l'idea di passare una notte con lui non mi faccia schifo.
E' come se la mia mente avesse dimenticato la reale situazione che c'è tra noi, che lui è un mio insegnante, perché il bell'uomo comprensivo è riuscito a scavalcare la figura del professore che non sa di esserlo.
Inoltre, il fatto che abbia fatto questa battuta senza nascondersi dietro falsi atteggiamenti lo ha di certo aiutato a guadagnare qualche punto in più, perciò appoggio una mano sul suo petto e dico: "Sì, è presto".
Annuisce, e toglie la mano dalla mia gamba, mentre io, stupita per quel gesto, circondo il suo collo con le braccia.
Sorride, e, comprendendo dove voglio arrivare, annuisce.
"Can I kiss you, madame?" chiede gentilmente, con quell'accento che mi fa decisamente impazzire.
Non lo avevo mai sentito articolare un'intera frase in inglese, fino ad ora.
"Of course you can" rispondo, e mi ritrovo ad essere baciata da lui per la seconda sera di fila appena termino di articolare la frase, sentendomi sul serio felice e spensierata, come se Elisabetta, Spotted e tutto il resto non esistessero.
 
 
 
Due giorni dopo, stanca morta per lo studio e per il doppio turno a lavoro, mi ritrovo ad osannare la fine della lezione di Letteratura Inglese III per poter tornare a casa, mangiare qualcosa e dormire un po'.
Trudy non c'è visto che è tornata a casa sua per il weekend, così mi ritrovo da sola, senza le sue battutine che mi servono sempre a rimanere allegra e a seguire la lezione con più leggerezza.
Sono ormai le due e dieci, e la professoressa dovrebbe finire a minuti, ma si addentra nell'ennesimo discorso riguardante Virginia Woolf, così, come ho fatto raramente da quando sono all'università, ripongo le mie cose nella borsa, sotto lo sguardo stupito di Dario che, al mio fianco, spalanca la bocca.
"Interessante. Cos'hai di meglio da fare che ascoltare prolissi discorsi sulla Woolf?" sussurra, incuriosito.
"Nulla se non riposarmi. Sto seguendo dalle otto e stanotte ho staccato da lavoro alle due..." spiego, notando che anche lui si sta dando una mossa per sistemare il quaderno e la penna nello zaino.
Mi alzo, seguita da lui, e usciamo silenziosamente dall'aula, sotto lo sguardo incuriosito di Germana e le altre.
"Ah, aria fresca, finalmente!" esclamo, dirigendomi verso le scale che conducono al piano terra dell'edificio.
"Avvistata: Lena Inverno che esce dall'aula prima che la lezione sia finita!" mi scimmiotta Dario, con una vocina antipatica che non gli dona affatto.
"Avvistato: Dario Boni che butta al vento la possibilità di pranzare con Lena Inverno!" sbotto in risposta, facendogli la linguaccia, visto che l'argomento "Spotted" non mi è affatto gradito.
"Dici sul serio?" chiede poi, quasi come se fosse sospettoso.
"Certo. Non vuoi pranzare da me? So che non c'è Trudy, ma qualcosa so cucinarlo..." rispondo, scrollando le spalle.
"No, no, non intendevo quello! E' che... Ultimamente sei un po' distante, sai, studi, lavori, sei arrabbiata per la questione di Elisabetta e ho notato che le cose sono un po' diverse, nel senso che ci vediamo di meno al di fuori dell'università" spiega, parlando cautamente.
Mi blocco mentre cammino, nell'atrio, e gli riservo un'occhiata un po' dispiaciuta.
In effetti, tra le critiche di Germana, Elisabetta, la questione di Leo e tutto il resto l'ho trascurato un po', e la cosa mi dispiace decisamente perché lui non merita di essere messo in ombra a causa di fattori esterni che riguardano solo me.
"Hai ragione, scusami, è un periodaccio" mi scuso.
"Ma no, l'ho capito...".
"Che ne dici di una delle nostre serate in stile "Friends"?" propongo, riferendomi alle nostre serate passate davanti alla tv a vedere le vecchie puntate di Friends davanti ad una pizza e ad una montagna di pop corn e caramelle gommose. "Stasera" aggiungo.
Sono felice nel vedere i suoi occhi illuminarsi, così annuisce prontamente. "Certo! Ci vuole proprio" commenta.
"Hai ragione".
Più animati rispetto a qualche minuto prima, quando eravamo appena usciti dall'aula, usciamo dall'università, diretti verso il mio piccolo appartamento e decidendo cosa preparare per pranzo.
E' così che ci ritroviamo, senza volerlo, a passare tutta la giornata insieme, e il mio proposito di riposarmi va a farsi friggere visto che pranziamo, guardiamo la tv, chiacchieriamo del più e del meno, e la sera giunge rapidamente, come accade di solito quando ci si trova bene.
Dopo il quarto episodio di "Friends" ci ritroviamo insonnoliti ma felici, e lo osservo mentre mangia una manciata di caramelle.
Sarebbe tutto perfetto se lui sapesse della mia storia con Leo, se mi potessi confidare con lui, invece sento qualcosa mi frena, una sorta di paura che non so definire.
Una voce continua a ripetermi che Dario non è Trudy, e non capisco perché.
Sono entrambi i miei migliori amici, diamine, perché ho paura di confessargli che esco con Leo?
Il mio flusso di pensieri viene interrotto dalla sua voce, che mi riporta bruscamente alla realtà.
"Sai, ad aprile inizierò a lavorare nella libreria di mio zio. Andrò tutti i pomeriggi, mi paga abbastanza bene, non posso rifiutare" annuncia, abbastanza allegro. Si porta su gli occhiali in modo da avvicinarli agli occhi, e mi guarda, in attesa.
"Wow, mi fa piacere per te!" esclamo, ricordando da quanto tempo fosse alla ricerca di un lavoro part-time. "Sarai il ragazzo della libreria, che figo, le clienti di tuo zio aumenteranno a dismisura" lo prendo in giro, dandogli una pacca sulla spalla e facendo l'occhiolino.
"Non mi prendere in giro!" si lamenta, ricambiando la pacca.
"Sono serissima" ribatto, prendendo una caramella e mangiandola. "Dai, veramente, devi piantarla di pensare che tu non possa essere capace di attirare uno stuolo di ragazze, non sei più un ragazzino!" esclamo, questa volta seriamente.
Udendo ciò, quasi caccia gli occhi fuori dalle orbite e spalanca la bocca, incredulo. "Da quale pulpito viene la predica! Tu sei molto più insicura di me, quando sai che penso che tu sia bellissima" ammette, sforzando di rimanere disinvolto e di non imbarazzarsi.
"Sei il mio migliore amico, non potresti dirmi il contrario" mormoro, cercando di non pensare a quel "Bellissima", una parola ormai sopravvalutata e poco usata, sostituita dai più volgari "Figa" e "Bona".
"Potrei anche non dirti nulla e basta" precisa, serio a sua volta. "Se non ti conoscessi farei di tutto per avere il tuo numero, credimi. Quando..." qui si blocca, un po' a disagio, con l'espressione di chi pensa di aver parlato troppo.
"Quando...?".
"Quando ti ho vista per la prima volta in segreteria, tre anni fa, mi hai colpito" ammette, deglutendo e guardando altrove, passandosi una mano tra i capelli.
Sorpresa, cerco di non fare la figura dell'idiota e di non rimanere a bocca aperta come una deficiente.
"Ma dai! Tre anni fa pesavo otto chili in più, avevo quegli orribili capelli corti, il volto un po' paffuto che mi faceva sembrare una bambina..." esclamo, visto che non mi piacevo affatto a causa dei chili in più che mi hanno portata a decidermi a seguire un po' di dieta e a muovermi di più per essere un po' meno in carne - non che ora abbia un corpo da modella, anzi -.
"Il tuo sguardo è sempre lo stesso, però, e mi ci ritrovai molto. Diceva chiaramente "Cavoli, ho paura, ce la farò?", e poi la gonna ti stava bene" risponde, cercando di tornare ad essere ironico.
"Indossavo una gonna?".
"Sì. Gonna di jeans, Superga e una maglia verde, se non erro".
Alquanto basita e confusa dal fatto che lui ricordi tutti questi dettagli, cerco di ricompormi.
"Rimane il fatto che tu sai che io penso che tu sia bello e che attirerai molte clienti" dico quindi, alzandomi e togliendo il dvd dal lettore cd, giusto per fare qualcosa.
"Ma sì, potrei trovarmi una ragazza nerd con cui leggere insieme mattoni come l' "Ulisse" di Joyce".
"Ecco, bravo, ti conviene! Invece io al lavoro potrei trovare solo ubriaconi..." borbotto, riponendo il dvd nella custodia.
Scherzo del destino, è proprio lì che ho conosciuto Leo, e mi verrebbe voglia di mordermi la lingua per tutte le stronzate che dico in certi casi.
Per fortuna, il discorso sembra cadere nel nulla, finché non mi risiedo sul divano e accendo la tv.
"Chissà se continuerà ad essere tutto così" dice Dario, lasciandosi sfuggire un sospiro. "Voglio dire, a novembre ti laurei...".
"...Speriamo!".
"... Ed io sarò occupato con gli ultimi esami, entrambi lavoreremo, tra due mesi termineranno i corsi del terzo anno...".
"Certo che non cambierà nulla! Basta volerlo" sussurro, sicura di me. "Anche quando saremo laureati, poi seguiremo la magistrale, e poi magari saremo disoccupati insieme. Saremo sempre noi" lo rassicuro.
"Mi fa piacere sapere che la pensi così. Ci sarò sempre per te, Lena".
"Vale lo stesso per me".
In sincrono, ci abbracciamo, e, in cuor mio, vorrei tanto sapere se è vero e cosa cambierebbe se sapesse di Leo e della mia grande bugia che gli sto dicendo, tenendogli nascosto tutto.
Lo stringo forte, sentendomi al sicuro e sperando di averlo sempre al mio fianco, perché uno come Dario non si trova facilmente e devo essere grata nell'averlo come amico.

*°*°*°*
Di nuovo in ritardo, lo so xD
Purtroppo devo ancora abituarmi ai miei nuovi orari, quindi ho deciso che pubblicherò sempre il martedì, che è l’unico giorno libero che ho :)
Comunque, passando al capitolo…  La pagina di cui si fa riferimento esiste sul serio, e credo che tutti voi conosciate le pagine spotted, visto che ne esiste anche una riguardo Efp :)
Posso garantirvi che sul serio c’è gente così cattiva che mette in giro gossip su Spotted,  e non ho dovuto inventare molto per rendere la scena in cui le ragazze entrano nell’uni e vedono gente che sghignazza con il cellulare in mano.
 
Passando a Lena… L’avete visto, le è bastato poco per sentirsi a suo agio con Leo, perché lui la sta “aiutando” ad essere sé stessa, ma, se posso darvi un consiglio, non vi abituate a niente di ciò che leggete perché potrebbe sconvolgersi tutto all’improvviso, eheh!
Nel prossimo capitolo, conosceremo Lisa, la migliore amica di Lena dai tempi del liceo, e le due si troveranno ad una festa… particolare xD
Grazie a chi segue, davvero! <3
A martedì!
Milly92
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: milly92