- 10 Ottobre 2012
- "Ci
credi? Domani inizieremo il terzo anno!" esclamò Dario, mentre
riponeva il dvd contenente alcuni episodi della quinta serie di
"Friends" nella sua custodia.
- Annuii, mangiando una manciata di pop corn.
- "Sento che sarà fenomenale" continuò lui, sedendosi di fronte a me.
- "Fenomenale. Certo" biascicai, sospirando.
- "Oh, piantala! Lena, per favore, devi...".
- "Cosa,
Dario? Cosa devo fare? Ti ci vuoi mettere anche tu a darmi ordini?
Prego!" urlai, alzandomi di scatto dal divano e portandomi una mano
contro la fronte. "Scusa, scusa, tu non c'entri niente, io...".
- "Lo
so che non sarà facile vederlo con la sua nuova ragazza, ma tu
hai noi, e sono sicuro che troverai qualcuno di speciale anche tu,
quest'anno".
- "Non puoi capire, Dario".
- "Anche io ho un'ex all'università, nel caso ti sfuggisse".
- "Ma
è diverso! Lei non sta già con un altro e non ti ha
salutato all'esame orale di Tedesco con un'ipocrita "Ciao" mentre se ne
stava avvinghiata al suo nuovo tipo, mentre con te ha sempre evitato
certi atteggiamenti in pubblico!".
- Dario annuii, comprensivo, per poi alzarsi a sua volta e appoggiarmi le mani sulle spalle.
- "Se ti fa stare bene, posso prometterti che lo picchierò appena ne avrò l'occasione".
- "Ok, ma ti aiuterò nell'impresa!".
- "Ovvio!".
- In sincrono, ci abbracciammo, suggellando l'ennesima promessa di amicizia.
- Mi
sentivo un po' più rassicurata, perché sentivo che
finché Dario sarebbe stato al mio fianco, avrei sempre avuto
qualcuno pronto ad aiutarmi in mille modi possibili.
- *******
- Quando,
la mattina dopo la festa di Matteo, metto piede nell'atrio
dell'università, noto che c'è qualcosa che non quadra
affatto.
- Le
persone sono agitate, parlottano tra loro, in un modo molto più
esagerato rispetto ai giorni d'esame, e tutti ridacchiano mentre
adocchiano qualcuno cercando di non farsi scoprire.
- "Chissà
cos'è successo" commento, sicura che si tratti di qualche
succoso gossip che tutti dimenticheranno nel giro di una settimana.
- "Forse hanno pubblicato le date degli esami?" azzarda Trudy, scrollando le spalle.
- "Nah,
impossibile, è ancora marzo... E poi questi comportamenti non
possono essere legati a qualcosa di noioso e ansioso come gli esami"
ragiono, notando con aria alquanto sconcertata una ragazza che fissa il
cellulare con aria incredula prima di scoppiare a ridere.
- Facendoci
strada tra il turbine di ragazzi che di solito affollano la zona del
bar alle dieci del mattino, io e la mia amica ci impieghiamo un po' per
giungere sane e salve al tavolino dietro cui si sono sedute le altre.
- "Ecco la signorina Lena Inverno, alias la nostra star!".
- Senza
capire, fisso Germana che mi ha appena apostrofata così con il
suo solito sorriso eccessivamente ampio e non proprio sincero.
- "Prego?" chiedo, sedendomi sulla stessa sedia su cui c'è Lucia, vista la consueta mancanza di posti.
- "Sei stata spottata!" continua Alessandra, ridacchiando come una matta e scatenando la stessa reazione nelle altre ragazze.
- "Onestamente credevo che la prima ad esserlo tra noi sarebbe stata Germana, e invece..." borbotta Ida.
- "Ma
di che diavolo state parlando?" continuo a chiedere, sempre più
confusa visto che non ci sto capendo un accidenti di tutto quel fiume
di parole.
- "Stanotte
hanno creato la pagina "Spotted" della nostra università!"
spiega Marina. "Le pagine spotted in pratica fanno sì che
chiunque possa lasciare un messaggio anonimo a qualcuno, magari dopo
averlo "avvistato", ed è una moda che sta dilagando in tutte le
università".
- "Solo a me sembra la brutta copia di Gossip Girl?" domanda Trudy.
- "Infatti!" esclamo, ancora un po' scioccata. Ecco dovevo ho sentito quella parola!
- Io
e Trudy guardavamo sempre quel telefilm in diretta con l'America,
quindi dovevamo vederlo sempre sottotitolato, e dimenticare quel famoso
"Spotted Serena Van Der Woodsen..." sarà difficilissimo da
dimenticare.
- "E, fammi capire, sono stata spottata nel senso che...?".
- "Aspetta
che ti faccio leggere!" dice Marina, prendendo il suo i-phone e
iniziando a smanettare come suo solito con quell'aggeggio. "Ecco,
leggi!".
- Subito, Trudy mi si avvicina e inizia a leggere il contenuto da sopra la mia spalla.
- Avvistata:
Lena I. che non è più tanto glaciale come il suo cognome!
Ieri c'è stata la festa del suo ex Matteo e dopo quasi un anno
è stata vista mentre parlava con lui davanti ad un bicchiere di
qualche super alcolico, per poi scatenarsi a ballare con le sue amiche.
Tutti pensavano che non si sarebbe mai ripresa dopo la loro rottura, e
invece ci ha decisamente sorpreso!
- Nessuno
si aspettava di vederla alla festa, forse nemmeno la povera E., visto
che voci di corridoio dicono che lei sia decisamente gelosa di lei.
- Ah, e complimenti per le tue belle gambe! Ora che ho visto che sai essere sexy ci proverò con te.
- Anonimo.
- Sgrano gli occhi, mentre Trudy scoppia in una fragorosa risata, per poi darmi una bella pacca sulla spalla.
- "E brava, gliel'hai fatta vedere a tutti!" esclama.
- "Ma
che... Cavoli, chi sarà stato? Voglio dire, non che me ne
freghi, ma non vorrei che Elisabetta si facesse strani pensieri"
sussurro, senza smettere di fissare quel messaggio.
- "Io penserei a scoprire chi sono gli amministratori della pagina!" dice invece Germana.
- "Di
sicuro qualcuno che era alla festa, visto che i post parlano più
o meno di ciò che è successo ieri" ragiona Alessandra.
- "Dai, Germana, spotteranno anche te, tranquilla" ridacchia Lucia.
- Lei,
per tutta risposta, tira in giù la stoffa della maglia in modo
da rendere la sua scollatura ancora più generosa e ripassa il
rossetto rosso sulla sua bocca. "Datemi due ore e verrò citata
in almeno tre post!" esclama, prendendo la borsa e alzandosi, facendoci
l'occhiolino. "Ci vediamo a lezione".
- La
salutiamo con una vaga serie di "Ciao", e il suo posto viene occupato
nel giro di poco da Dario, che regge in mano tre caffè con
grande abilità.
- "Buongiorno!" esclama, porgendo un bicchiere a me e uno a Trudy.
- "Ciao, Dà! Grazie!" rispondo, visto che il caffè è proprio l'ideale in questo momento.
- "Per tutte le volte che vengo a prendermelo a casa vostra..." risponde lui, scrollando le spalle. "Comunque... Sei stata spottata!".
- Sbuffo, alzando gli occhi al cielo prima di bere un sorso di caffè. "Se lo continuate a dire suona come una malattia".
- "Ah, quindi hai saputo!".
- "Purtroppo sì".
- "Ma come purtroppo, è una cosa figa!" mi rimprovera Ida, ridacchiando.
- Non ho il tempo di replicare perché vedo Matteo ed Elisabetta che vengono verso di me, mano nella mano come loro solito.
- Lui sembra scocciato, lei, invece, sembra un po' arrabbiata.
- "Ciao" dice subito, con un tono seccato, appena è abbastanza vicina al nostro tavolo.
- "Ciao" replichiamo un po' tutti.
- "Immagino tu abbia letto lo spotted che ti riguarda..." inizia subito, senza nemmeno perdere un istante, incrociando le braccia.
- "Sì, ma...".
- "Ci
tengo a farti sapere che non sono gelosa di te, altrimenti non avrei
avuto motivo di invitarti alla festa, e spero che questa voce non sia
partita da te" continua.
- Senza
riuscire a trattenermi, mi alzo, ritrovandomi a mezzo passo da lei. E'
una soddisfazione constatare di essere più alta di lei di almeno
dieci centimetri.
- "Non
ti conosco, Elisabetta, e tu non conosci me, quindi non me la
prenderò e ti risponderò semplicemente che non sono
solita andare in giro inventando idiozie sulla gente" replico,
sforzandomi di rimanere calma, tanto che provo a sfogare la mia rabbia
stringendo con forza la parte superiore della sedia su cui mi stavo
quasi appoggiando.
- "Gliel'ho già detto" s'intromette Matteo, provando a stabilire un contatto visivo con me, "Ma...".
- "Tu stai zitto" replica la sua ragazza, prima di tornare a fissarmi. "Sei sicura? Voglio dire, certe voci non nascono da sole".
- "Senza
offesa, non sei nei miei pensieri, Elisabetta, e ho altro a cui badare
durante le mie giornate" rispondo lentamente, cercando di non iniziare
ad urlarle contro tutte le cose assurde che avrei voglia di sputarle in
faccia.
- Con un cenno brusco, lei annuisce, poi mi sorride mellifluamente.
- "Bene, quindi sai che qualsiasi cosa tu faccia non servirà a riavere Matteo indietro".
- "Non me ne potrebbe fregar di meno visto che lui non fa parte della mia vita e mi sto vedendo con qualcuno" dichiaro.
- Matteo sgrana gli occhi, mentre lei batte le palpebre numerose volte per la sorpresa.
- Sul
serio nella loro visione dei fatti io sono una povera disperata che non
ha il coraggio di andare avanti e vedersi con qualcuno?
- "Va bene. Allora... Ciao" dice, questa volta con una vocina, prima di prendere Matteo per mano e uscire di fretta dal bar.
- Mentre
cammina, lui si volta verso di me, e ci guardiamo per un solo istante
perché io distolgo lo sguardo, per poi risiedermi e provare a
fare finta di nulla, mentre, attorno a me, i mei amici non vedono l'ora
di commentare l'accaduto.
- "Sei stata fenomenale!" esclama Dario.
- "Sì, infatti!" approva Lucia.
- "E
dire che ti vedi con qualcun altro è stata un'ottima bugia!"
approva subito Trudy, mentendo per non scatenare ulteriori domande.
Annuisco, fingendomi disinvolta come non mai, mentre dentro di me sento
una gran voglia di tirare i capelli a quella mocciosa di Elisabetta.
- Per Lena ed Elisabetta: grazie per la bella scenata di oggi al bar, siete state fenomenali!
- Avrei voluto avere una manciata di pop corn a portata di mano per godermi meglio la litigata!
- Vi
do solo un consiglio: la prossima volta, invece di stare sul punto di
strapparvi i capelli, strappatevi i vestiti di dosso! ;)
- G.
- Getto
il telefono dall'altra parte del divano e mi volto verso Trudy, che se
ne sta incollata al cellulare da ormai un'ora, senza smettere di ridere
e sghignazzare come un'ossessa.
- "Ho capito, se non mi muovo io stasera non si cena..." borbotto, di malumore.
- "Cucinare
una volta tanto non ti ucciderà" commenta distrattamente Trudy,
per poi scoppiare a ridere nuovamente e voltarsi verso di me. "No,
questo lo devi sentire! "Visto
che ci tieni tanto ad essere spottata, ti accontento, cara Germana!
Penso tu sia una nana, brutta quanto una scimmia africana, volgare
quanto un reality show, e sopportarti non si può! Ti credi
bella, ma hai la forma di una ciambella, e oggi hai fatto di tutto per
accalappiarmi ma non avevo il coraggio di voltarmi... Giusto per
fartelo sapere, non sei un bello spettacolo da vedere". Ma ti rendi conto? Uno spotted in rima?!".
- Sgrano gli occhi, non sentendo per nulla la voglia di ridere, e la cosa inizialmente mi stupisce.
- Anche
se io e Germana non andiamo d'accordo, trovo che quel messaggio sia di
una cattiveria unica e assurda, perché, dopotutto, tutti la
criticano ma molti ne approfittano per farsi una sveltina.
- "Che cattiveria!" commento quindi, avvicinandomi al frigo e aprendolo per vedere con cosa possiamo cenare.
- "Si
vede che questa pagina ti ha infastidito, perché altrimenti ne
avresti approfittato per farti una semplice risata a sue spese"
constata Trudy, squadrandomi dall'alto in basso come è solita
fare quando vuole scoprire cosa mi passa per la testa.
- Prendo una confezione di uova e un paio di zucchine, e ricambio il suo sguardo mentre appoggio il tutto sul piano della cucina.
- "Non
è giornata, Trudy. Ventiquattro ore fa ho pomiciato con il mio
professore di inglese, poi mi sono scatenata alla festa del mio ex
sentendomi finalmente libera da ciò che mi opprime da mesi e...
Stamattina sono stata costretta a riaprire gli occhi. A rendermi conto
che, dopotutto, le cose non cambieranno, che io dovrò sempre
vedere quella vipera di Elisabetta che crede di essermi superiore, e
rimarrò sempre l'ex di quell'idiota!" sbotto, battendo un pugno
contro il palmo della mano destra con fare frustrato. "Come posso
andare avanti se chi mi circonda non lo fa?".
- "Ma non devi pensare agli altri!".
- "E' facile dirlo per te. Non puoi capire..." dico, sospirando e sentendomi sul serio triste.
- Guardo
il cibo, pensando che non ho voglia di cucinare e di fare altro che non
sia trovare un modo per sentirmi meglio e, se possibile, un po'
spensierata.
- Mi
guardo intorno, esitante, e cerco di non badare a Trudy che mi fissa,
in attesa di un mio sfogo o di qualsiasi segno che le faccia capire
cosa penso e come mi sento.
- Poi, senza rifletterci, mi avvicino al divano e recupero il cellulare, iniziando a scrivere un sms.
- Ehi!
Ti va di vederci? La mia giornata è stata infernale, e sei la
prima persona a cui ho pensato per provare a migliorarla...
- Rapida
come una furia, invio il messaggio a Leo senza pensarci due volte, e
ricevo una risposta nel giro di qualche minuto con mia grande sorpresa.
- Certo! Mi fa piacere vederti così presto... Io stavo pensando di mangiare una pizza. Ti passo a prendere alle nove?
- Perfetto! A dopo!
- Alzo
lo sguardo verso Trudy e mi lascio scappare, finalmente, un piccolo ma
significativo sorriso. "Esco con Leo, so che mi farà sentire
meglio" spiego.
- Lei
annuisce e sorride a sua volta. "Fai bene, divertiti..." dice solo,
senza prendermi in giro e fare battutine come suo solito.
- Forse
ha capito in che stato mi trovo, forse ha capito che al momento ho solo
bisogno di vedere qualcuno a cui piaccio, che non conosca ogni
dettaglio della mia vita e che non mi giudichi per qualsiasi cosa io
faccia.
- Così, corro in bagno per farmi una doccia, sperando che questa serata sia ancora migliore della precedente.
- "Certo che questa rgazza è proprio una... Vipra, ecco".
- Tre
ore dopo, io e Leo siamo in una piccola ed accogliente pizzeria vicino
il lungomare di Mergellina, e gli sto raccontando il motivo della mia
giornataccia che mi ha spinto a contattarlo.
- Annuisco, ingoiando l'ultimo pezzetto di pizza, poi lo guardo con aria incuriosita.
- "Non
ti dà fastidio che io ti abbia chiamato perché ero triste
a causa della ragazza del mio ex?" chiedo, un po' sorpresa.
- "No, sono felice di drti una mano, se posso. E poi volevo vederti, ho pensato molto di te oggi" rivela, prendendo la mia mano e accarezzandola.
- I
suoi occhi scuri mi guardano in modo abbastanza eloquente che mi
imbarazza un po', tanto che piego la testa di lato in modo da far
sì che una consistente parte di capelli mi vada sul viso e celi
la mia espressione.
- "Mi fa piacere sapere che hai pensato di me come persona che ti fa sentire bene" aggiunge, continuando a stringere saldamente la mia mano.
- "Tu
non pensi che io sia strana e... Mi fai sentire a mio agio. Non mi era
mai successa una cosa simile con un bel ragazzo" ammetto, decidendomi a
ricambiare la sua stretta e sforzandomi di non arrossire.
- "Strana?
Sei una delle poche persone sane di menti che ho conosciuto, invece"
sussurra in risposta, un po' compiaciuto per il mio complimento.
- Scrollo
le spalle, senza sapere cosa dire, finché lui non guarda
l'orologio che ha al polso e dice: "Che dici, andiamo a fare una
passeggiata?".
- Annuisco,
così ci alziamo e mi affretto a prendere il portafogli dalla
borsa, meritandomi la prima occhiata di biasimo da parte sua da quando
ci conosciamo.
- "Non credere che ti lscerò pagare" dice, mentre si avvicina alla cassa.
- "Cosa? Ieri hai offerto tu la cena, quindi ora...".
- "Nemmeno quando non lavoravo non ho permesso ad una rgazza di pagare, e poi è il mio modo per ripagarti per la tua compagnia" dice, inizialmente con un tono quasi offeso.
- Rapidamente, estrae la carta di credito, soffocando ogni mia protesta, e mi lascia in evidente imbarazzo mentre paga.
- Non
sono abituata a questi gesti, e non mi piace che qualcuno paghi per me,
anche perché quando stavo con Matteo, visto che non lavorava,
pagavamo a turno, tranne nei primi mesi in cui si offriva sempre lui di
pagare.
- "Grazie"
sussurro mentre usciamo, sentendomi un po' lusingata visto che ho
appena beccato una ragazza che fissava Leo in un modo alquanto
esplicito.
- Lui mi circonda le braccia con le spalle, ed io non mi ritiro, perché, dopotutto, mi fa stare bene.
- "Non dirlo nemmeno per… Joke, mi offendo" borbotta, tuttavia ironico.
- "Oh,
ho trovato come offenderti, allora, ne approfitterò" esclamo,
guardandolo negli occhi e, contemporaneamente, stringendomi a lui a mia
volta.
- "Poor me! Mi hai in pugno!".
- Ridiamo come due bambini spensierati, finché non ci ritroviamo sul lungomare.
- La
luna piena si riflette sul mare, e attorno a noi ci sono pochissime
persone, visto che è ancora marzo e questa zona non è
molto frequentata fino all'estate.
- "Grazie, davvero. E non sto parlando del conto" mormoro, quando ci fermiamo su una panchina.
- La
sua espressione diventa ancora più interessata, e mi sento
meglio quando prende una ciocca di capelli e me la porta dietro
l'orecchio, per poi soffermare la sua mano sul mio viso,
accarezzandomelo con delicatezza.
- Mi guarda come ad invitarmi ad esprimermi meglio, così mi schiarisco la voce e ricambio lo sguardo.
- "Non
mi era mai successo di stare bene con una persona che ho visto solo un
paio di volte. Deve essere perché abbiamo messo in chiaro che
tra di noi non ci sarà nulla di serio visto che partirai a
giugno, così non mi sento sotto pressione e... Sto trascorrendo
delle bellissime ore, davvero, mi fai sentire come se fossi la Lena che
vorrei essere" spiego, esitante e desiderosa di farmi capire, visto che
temo di non saper esporre bene ciò che sento.
- "Tu sei chi vuoi, e se gli altri non lo vedno, è un problema loro. Io vedo solo una bella rgazza che
ha tanta forza, che ha intelligenza e simpatia da vendere, e che ha la
volontà di lavorare il sabato notte per non darla vinta a chi le
ha fatto un torto... E ti conosco da pochissmo. Se la gente non riconosce ciò, ha seri problems" dice in risposta, avvicinandosi ancora di più.
- Sono
senza parole, perché sul serio nessuno che mi conoscesse da
così poco mi ha mai detto una cosa simile, e lui lo capisce di
sicuro perché sorride in un modo malizioso e aggiunge: "E non lo
dico perché ho una voglia matta di fare sesso con te. So che,
semmai vorrai, è presto".
- In
un'altra situazione mi sarei subito allarmata, proprio come mi è
successo tutte le volte che mi sono ritrovata a pensare a questo stesso
argomento, ma, ora come ora, mi lascio scappare solo una risatina
nervosa e non mi ritraggo quando avverto la sua mano sulla mia gamba
coperta solo da una gonna e un leggero paio di calze.
- Il
suo tocco mi piace, è deciso ma leggero allo stesso tempo, e non
posso negare che l'idea di passare una notte con lui non mi faccia
schifo.
- E'
come se la mia mente avesse dimenticato la reale situazione che
c'è tra noi, che lui è un mio insegnante, perché
il bell'uomo comprensivo è riuscito a scavalcare la figura del
professore che non sa di esserlo.
- Inoltre,
il fatto che abbia fatto questa battuta senza nascondersi dietro falsi
atteggiamenti lo ha di certo aiutato a guadagnare qualche punto in
più, perciò appoggio una mano sul suo petto e dico:
"Sì, è presto".
- Annuisce, e toglie la mano dalla mia gamba, mentre io, stupita per quel gesto, circondo il suo collo con le braccia.
- Sorride, e, comprendendo dove voglio arrivare, annuisce.
- "Can I kiss you, madame?" chiede gentilmente, con quell'accento che mi fa decisamente impazzire.
- Non lo avevo mai sentito articolare un'intera frase in inglese, fino ad ora.
- "Of course you can"
rispondo, e mi ritrovo ad essere baciata da lui per la seconda sera di
fila appena termino di articolare la frase, sentendomi sul serio felice
e spensierata, come se Elisabetta, Spotted e tutto il resto non
esistessero.
- Due
giorni dopo, stanca morta per lo studio e per il doppio turno a lavoro,
mi ritrovo ad osannare la fine della lezione di Letteratura Inglese III
per poter tornare a casa, mangiare qualcosa e dormire un po'.
- Trudy
non c'è visto che è tornata a casa sua per il weekend,
così mi ritrovo da sola, senza le sue battutine che mi servono
sempre a rimanere allegra e a seguire la lezione con più
leggerezza.
- Sono
ormai le due e dieci, e la professoressa dovrebbe finire a minuti, ma
si addentra nell'ennesimo discorso riguardante Virginia Woolf,
così, come ho fatto raramente da quando sono
all'università, ripongo le mie cose nella borsa, sotto lo
sguardo stupito di Dario che, al mio fianco, spalanca la bocca.
- "Interessante. Cos'hai di meglio da fare che ascoltare prolissi discorsi sulla Woolf?" sussurra, incuriosito.
- "Nulla
se non riposarmi. Sto seguendo dalle otto e stanotte ho staccato da
lavoro alle due..." spiego, notando che anche lui si sta dando una
mossa per sistemare il quaderno e la penna nello zaino.
- Mi alzo, seguita da lui, e usciamo silenziosamente dall'aula, sotto lo sguardo incuriosito di Germana e le altre.
- "Ah, aria fresca, finalmente!" esclamo, dirigendomi verso le scale che conducono al piano terra dell'edificio.
- "Avvistata:
Lena Inverno che esce dall'aula prima che la lezione sia finita!" mi
scimmiotta Dario, con una vocina antipatica che non gli dona affatto.
- "Avvistato:
Dario Boni che butta al vento la possibilità di pranzare con
Lena Inverno!" sbotto in risposta, facendogli la linguaccia, visto che
l'argomento "Spotted" non mi è affatto gradito.
- "Dici sul serio?" chiede poi, quasi come se fosse sospettoso.
- "Certo. Non vuoi pranzare da me? So che non c'è Trudy, ma qualcosa so cucinarlo..." rispondo, scrollando le spalle.
- "No,
no, non intendevo quello! E' che... Ultimamente sei un po' distante,
sai, studi, lavori, sei arrabbiata per la questione di Elisabetta e ho
notato che le cose sono un po' diverse, nel senso che ci vediamo di
meno al di fuori dell'università" spiega, parlando cautamente.
- Mi blocco mentre cammino, nell'atrio, e gli riservo un'occhiata un po' dispiaciuta.
- In
effetti, tra le critiche di Germana, Elisabetta, la questione di Leo e
tutto il resto l'ho trascurato un po', e la cosa mi dispiace
decisamente perché lui non merita di essere messo in ombra a
causa di fattori esterni che riguardano solo me.
- "Hai ragione, scusami, è un periodaccio" mi scuso.
- "Ma no, l'ho capito...".
- "Che
ne dici di una delle nostre serate in stile "Friends"?" propongo,
riferendomi alle nostre serate passate davanti alla tv a vedere le
vecchie puntate di Friends davanti ad una pizza e ad una montagna di
pop corn e caramelle gommose. "Stasera" aggiungo.
- Sono felice nel vedere i suoi occhi illuminarsi, così annuisce prontamente. "Certo! Ci vuole proprio" commenta.
- "Hai ragione".
- Più
animati rispetto a qualche minuto prima, quando eravamo appena usciti
dall'aula, usciamo dall'università, diretti verso il mio piccolo
appartamento e decidendo cosa preparare per pranzo.
- E'
così che ci ritroviamo, senza volerlo, a passare tutta la
giornata insieme, e il mio proposito di riposarmi va a farsi friggere
visto che pranziamo, guardiamo la tv, chiacchieriamo del più e
del meno, e la sera giunge rapidamente, come accade di solito quando ci
si trova bene.
- Dopo il quarto episodio di "Friends" ci ritroviamo insonnoliti ma felici, e lo osservo mentre mangia una manciata di caramelle.
- Sarebbe
tutto perfetto se lui sapesse della mia storia con Leo, se mi potessi
confidare con lui, invece sento qualcosa mi frena, una sorta di paura
che non so definire.
- Una voce continua a ripetermi che Dario non è Trudy, e non capisco perché.
- Sono entrambi i miei migliori amici, diamine, perché ho paura di confessargli che esco con Leo?
- Il mio flusso di pensieri viene interrotto dalla sua voce, che mi riporta bruscamente alla realtà.
- "Sai,
ad aprile inizierò a lavorare nella libreria di mio zio.
Andrò tutti i pomeriggi, mi paga abbastanza bene, non posso
rifiutare" annuncia, abbastanza allegro. Si porta su gli occhiali in
modo da avvicinarli agli occhi, e mi guarda, in attesa.
- "Wow,
mi fa piacere per te!" esclamo, ricordando da quanto tempo fosse alla
ricerca di un lavoro part-time. "Sarai il ragazzo della libreria, che
figo, le clienti di tuo zio aumenteranno a dismisura" lo prendo in
giro, dandogli una pacca sulla spalla e facendo l'occhiolino.
- "Non mi prendere in giro!" si lamenta, ricambiando la pacca.
- "Sono
serissima" ribatto, prendendo una caramella e mangiandola. "Dai,
veramente, devi piantarla di pensare che tu non possa essere capace di
attirare uno stuolo di ragazze, non sei più un ragazzino!"
esclamo, questa volta seriamente.
- Udendo
ciò, quasi caccia gli occhi fuori dalle orbite e spalanca la
bocca, incredulo. "Da quale pulpito viene la predica! Tu sei molto
più insicura di me, quando sai che penso che tu sia bellissima"
ammette, sforzando di rimanere disinvolto e di non imbarazzarsi.
- "Sei
il mio migliore amico, non potresti dirmi il contrario" mormoro,
cercando di non pensare a quel "Bellissima", una parola ormai
sopravvalutata e poco usata, sostituita dai più volgari "Figa" e
"Bona".
- "Potrei
anche non dirti nulla e basta" precisa, serio a sua volta. "Se non ti
conoscessi farei di tutto per avere il tuo numero, credimi. Quando..."
qui si blocca, un po' a disagio, con l'espressione di chi pensa di aver
parlato troppo.
- "Quando...?".
- "Quando
ti ho vista per la prima volta in segreteria, tre anni fa, mi hai
colpito" ammette, deglutendo e guardando altrove, passandosi una mano
tra i capelli.
- Sorpresa, cerco di non fare la figura dell'idiota e di non rimanere a bocca aperta come una deficiente.
- "Ma
dai! Tre anni fa pesavo otto chili in più, avevo quegli orribili
capelli corti, il volto un po' paffuto che mi faceva sembrare una
bambina..." esclamo, visto che non mi piacevo affatto a causa dei chili
in più che mi hanno portata a decidermi a seguire un po' di
dieta e a muovermi di più per essere un po' meno in carne - non
che ora abbia un corpo da modella, anzi -.
- "Il
tuo sguardo è sempre lo stesso, però, e mi ci ritrovai
molto. Diceva chiaramente "Cavoli, ho paura, ce la farò?", e poi
la gonna ti stava bene" risponde, cercando di tornare ad essere ironico.
- "Indossavo una gonna?".
- "Sì. Gonna di jeans, Superga e una maglia verde, se non erro".
- Alquanto basita e confusa dal fatto che lui ricordi tutti questi dettagli, cerco di ricompormi.
- "Rimane
il fatto che tu sai che io penso che tu sia bello e che attirerai molte
clienti" dico quindi, alzandomi e togliendo il dvd dal lettore cd,
giusto per fare qualcosa.
- "Ma sì, potrei trovarmi una ragazza nerd con cui leggere insieme mattoni come l' "Ulisse" di Joyce".
- "Ecco, bravo, ti conviene! Invece io al lavoro potrei trovare solo ubriaconi..." borbotto, riponendo il dvd nella custodia.
- Scherzo
del destino, è proprio lì che ho conosciuto Leo, e mi
verrebbe voglia di mordermi la lingua per tutte le stronzate che dico
in certi casi.
- Per fortuna, il discorso sembra cadere nel nulla, finché non mi risiedo sul divano e accendo la tv.
- "Chissà
se continuerà ad essere tutto così" dice Dario,
lasciandosi sfuggire un sospiro. "Voglio dire, a novembre ti laurei...".
- "...Speriamo!".
- "... Ed io sarò occupato con gli ultimi esami, entrambi lavoreremo, tra due mesi termineranno i corsi del terzo anno...".
- "Certo
che non cambierà nulla! Basta volerlo" sussurro, sicura di me.
"Anche quando saremo laureati, poi seguiremo la magistrale, e poi
magari saremo disoccupati insieme. Saremo sempre noi" lo rassicuro.
- "Mi fa piacere sapere che la pensi così. Ci sarò sempre per te, Lena".
- "Vale lo stesso per me".
- In
sincrono, ci abbracciamo, e, in cuor mio, vorrei tanto sapere se
è vero e cosa cambierebbe se sapesse di Leo e della mia grande
bugia che gli sto dicendo, tenendogli nascosto tutto.
- Lo
stringo forte, sentendomi al sicuro e sperando di averlo sempre al mio
fianco, perché uno come Dario non si trova facilmente e devo
essere grata nell'averlo come amico.
- *°*°*°*
- Di nuovo in ritardo, lo so xD
- Purtroppo
devo ancora abituarmi ai miei nuovi orari, quindi ho deciso che
pubblicherò sempre il martedì, che è l’unico
giorno libero che ho :)
- Comunque, passando al capitolo… La
pagina di cui si fa riferimento esiste sul serio, e credo che tutti voi
conosciate le pagine spotted, visto che ne esiste anche una riguardo
Efp :)
- Posso garantirvi che sul serio c’è gente così cattiva che mette in giro gossip su Spotted, e
non ho dovuto inventare molto per rendere la scena in cui le ragazze
entrano nell’uni e vedono gente che sghignazza con il cellulare
in mano.
- Passando a
Lena… L’avete visto, le è bastato poco per sentirsi
a suo agio con Leo, perché lui la sta “aiutando” ad
essere sé stessa, ma, se posso darvi un consiglio, non vi
abituate a niente di ciò che leggete perché potrebbe
sconvolgersi tutto all’improvviso, eheh!
- Nel
prossimo capitolo, conosceremo Lisa, la migliore amica di Lena dai
tempi del liceo, e le due si troveranno ad una festa…
particolare xD
- Grazie a chi segue, davvero! <3
- A martedì!
- Milly92