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Autore: Nihal07    10/10/2013    2 recensioni
Guardò fuori dalla finestra: iniziava a piovere.
Appoggiò una mano su quella dell’ uomo: “Ma ti prometto che non ti lascio da solo, potesse arrivare il diluvio, o l’apocalisse o la fine del mondo."
Kakashi ha bisogno di Sakura ora, ma è pronto ad ammetterlo? Forse no, ma Sakura sarà lì per aiutarlo a guarire dalle sue ferite, ma anche da quella maledetta cosa chiamata orgoglio. KAKASAKU
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Capitolo VII
 
 
Sakura si fermò davanti la sua porta e aspettò un attimo prima di bussare.
Per un attimo le lacrime le offuscarono la vista, ma decise di trattenerle lì dov’erano.
Ora l’avrebbe visto, avrebbe, come ogni giorno, passato del tempo con lui e infine sarebbe dovuta tornare a casa più triste di prima.
Succedeva ogni volta così: più stava con lui, più gli mancava quando era da sola.
Sarebbe voluta restare lì, anche senza dire niente, perché con lui si sentiva a casa.
La porta si aprì di colpo e Sakura sussultò.
“Sei tu Sakura?”
“Ka-Kakashi?”
“Sei stupita di vedermi? Sei tu quella fuori dalla mia porta.”
“Io… Ecco… Mi ero fermata un attimo a pensare.”
La rosa entrò e l’uomo chiuse la porta.
“Sakura, credo di essere migliorato.”
La ragazza sorrise, appoggiò le chiavi sul tavolo della cucina e si sedette dopo di lui. “Davvero?”
Dalla sera in cui Kakashi le aveva regalato i fiori erano passati un paio di giorni.
L’Haruno gli tolse la fasciatura e aspettò che dicesse qualcosa.
“Come va?”
L’uomo aprì lentamente gli occhi e rimase in silenzio.
La ferita ormai era sparita e Sakura si complimentò con se stessa per l’ottimo lavoro.
“Eddai Kakashi, non lasciarmi sulle spine!!”
L’Hatake si guardò una mano e fu piacevolmente sollevato del fatto che poteva vederla ben definita.
“Vedo abbastanza bene le cose vicine, però quelle infondo rimangono con i contorni sfuocati.”
“Quindi mi vedi bene?”
Il jonin annuì e Sakura lo abbracciò tutta entusiasta.
“Fantastico! Allora ascoltami: non devi sforzarti troppo ok? Non serve più alcuna fasciatura in quanto la ferita è scomparsa, ma devi riposarti comunque. Inoltre…”
“Sakura…”
“Si?” La rosa si bloccò di colpo.
“Devo parlarti di una cosa.”
“Come vuoi…”
Kakashi si passò una mano dietro alla testa e sorrise.
“L’altro giorno ho parlato con Anko e ha detto che tu le hai riportato una maglietta che hai trovato a casa mia.”
La rosa arrossì e Kakashi stavolta se ne accorse, in quanto la vista l’aveva più che recuperata.
“Si, è vero…”
“Come facevi a sapere che era sua? E perché gliel’hai riportata? Io non ti ho detto di farlo.”
“Ecco…” Ormai la verità era l’unica cosa che poteva dire. “Quando vi ho visti insieme la prima volta mi è sorto qualche dubbio, poi ho sentito la conversazione tra te e Pakkun e ho capito che i miei dubbi erano tutto tranne che infondati.”
“E quindi?”
“Quindi cosa??”
“Lei mi ha detto che gliel’hai riportata dicendo che ero stato io a dirtelo. Perché?”
“Non lo so.”
L’uomo cominciava a non capire. “Non lo sai?”
“Credo di averlo fatto perché mi dava fastidio l’idea che…” Kakashi aspettò che finisse. ”Lei fosse stata con te. Volevo solo verificare se c’era ancora una minima possibilità che la cosa potesse accadere di nuovo.”
L’Hatake sospirò. “E che conclusione hai tratto da tutto questo?”
“Che non devo farmi gli affari degli altri?”
“Che io e lei non stiamo insieme. Ma il problema è un altro.”
Sakura arrossì. “Ero solo curiosa, tutto qui. In più mi sembrava davvero strano che il mio maestro potesse stare con una come Anko.”
Kakashi negò con la testa. “La cosa strana è che tu provi qualcosa per me.”
 
 
“Kakashi?”
“Si Pakkun?”
Il cane aspettò un attimo prima di continuare.
“Volevo parlarti di Sakura.”
Kakashi annuì, aspettando che l’amico a quattro zampe continuasse.
“Credo stia iniziando a provare qualcosa per te. Forse tu non te ne sei accorto, ma…”
L’uomo si distese sul divano e incrociò le braccia dietro la testa. “Lo so.”
“Lo sai? E da quanto? E non hai fatto ancora niente per farle capire che è solo una perdita di tempo?”
Kakashi sbuffò. “Penso solo che non mi dispiacerebbe se un giorno…”
“Se un giorno cosa?”
“Lei decidesse di restare.”
 
 
“Non è vero!!” La risposta però esitò ad arrivare.
“Ah si?”
In quel momento qualcuno bussò alla porta e Sakura si alzò si scatto. “Vado ad aprire.”
Dall’altra parte, Kakashi sbuffò.
“Sakura.”
Dietro la porta si materializzò una figura che l’Haruno conosceva fin troppo bene. “Anko?”
“Proprio così, c’è Kakashi?”
La mora spinse leggermente la rosa che si scostò dalla porta e senza chiedere permesso, entrò andando in cucina.
“Kakashi! Vedo che stai meglio.”
“Anko? Cosa ci fai qui? E poi, sai che odio quando la gente entra senza chiedere.”
La mora notò delle chiavi sopra il tavolo, e le prese in mano, proprio quando Kakashi si girò per vedere che fine avesse fatto la sua allieva.
“Una volta non facevi tante storie se la sera mi facevo trovare a casa tua.”
Sakura sentì l’affermazione della donna, e si morse il labbro.
Voleva Kakashi? Bene, poteva tenerselo. Tanto ormai, la sua dignità era andata a farsi fottere.
“Kakashi, io vado.”
“Aspetta Sakura, non ho finito di parlare con te.”
La rosa abbassò lo sguardo. “Io si. Domani passa da Tsunade e fatti controllare. Ci vediamo.”
L’uomo sospirò quando sentì la porta chiudersi.
“Anko, cosa vuoi?”
Un sorriso malizioso si formò sul volto della donna. “Te.”
Ma prima che si potesse avvicinare, Kakashi si alzò e andò verso la porta. “Credo sia meglio che tu vada.”
“Tu non vuoi che me ne vada veramente.”
“Leggi anche nel pensiero adesso?”
Anko avvicinò il viso a quello dell’Hatake. “Tu hai bisogno di me.”
 
 
Sakura arrivò dopo pochi minuti davanti la porta di casa sua e controllò le tasche.
Era arrabbiata e allo stesso tempo sconvolta dal fatto che uno come il suo maestro potesse essere stato con… Quella strega.
“Ma dove diavolo sono le mie chiavi?!”
Un attacco isterico la colse dopo pochi secondi e tirò un pugno alla porta. “Aiha.”
Qualche lacrima iniziò a scendere dal suo viso e si vergognò di essere così debole a causa di quella donna.
No, se fosse stato soltanto per Anko, non avrebbe speso nessuna lacrima. Era Kakashi il problema!
O meglio, ora il problema era l’aver dimenticato le sue chiavi a casa di quel figo!
Respirò profondamente e cercò di calmarsi.
Era stato lui a dirle che la sua relazione con Anko ormai era finita, quindi di cosa aveva avuto paura poco fa?
Decise di tornare a casa dell’Hatake.
“Affronterò Anko e anche se Kakashi non prova nulla per me, è mio dovere provarci.”
Camminò veloce seguendo la strada, e dopo aver preso una via laterale si fermò davanti a delle scale. Pochi scalini e sarebbe arrivata.
Puoi sempre ripensarci, si disse.
No, ormai era lì.
Fatto il primo scalino però si fermò e guardò in alto, vedendo due figure in piedi davanti alla porta.
“Kakashi…”
Subito la ragazza avvertì una fitta allo stomaco e il nodo alla gola che l’aveva tormentata fino a prima si dissolse e si trasformò in pianto.
Si portò una mano alla bocca cercando di non fare rumore e indietreggiò lentamente. Poi corse, ancora più veloce di quanto avesse fatto prima.
Arrivò davanti casa sua e si sedette sullo scalino davanti alla porta, nascondendosi il viso con le mani.
Sarebbe rimasta fuori casa. Al diavolo!
Non voleva tornare lì, era stato uno sbaglio. Tutto quello in cui aveva creduto era stato soltanto una brutta bugia. Non doveva credere al suo cuore, e nemmeno a Kakashi.
 
 
Kakashi si staccò da Anko, o meglio, dalle labbra di quella donna, e puntò i suoi occhi in quelli di lei.
“Credi che il venire a casa mia ti permetta di venirmi in bocca come e quando vuoi?!”
Anko si leccò le labbra. “Niente vieta a te di presentarti davanti alla mia porta invece. Almeno non ci sarà alcun pericolo di trovare qualche mio allievo che si aggira per casa mia sperando che un giorno io mi accorga di lui.”
“Quindi il presentarti a casa mia che scopo aveva? Far star male Sakura sperando che io mi accorga di quanto tieni a me?”
La donna lo guardò con disprezzo. “Lei è solo una ragazzina.”
“E tu credi di essere molto più matura di lei? Dopo oggi Anko, non provare mai più a presentarti qui sperando in una seconda possibilità.”
Anko strinse i pugni. “Perché non vuoi capire che per te, io…”
Kakashi la interruppe bruscamente. “Perché io non ho bisogno di questo.”
Dopo un paio di secondi passati in silenzio, l’uomo chiuse la porta, e la donna decise di arrendersi una volta per tutte.
Scese le scale e si diresse verso casa di Sakura.
La trovò lì, seduta sui gradini che portavano alla porta. Aspettò alzasse lo sguardo e poi iniziò a parlare. “Tieni, queste sono tue.”
Anko le lanciò le chiavi e fece per andarsene.
“Aspetta.”
Si fermò, quando sentì la voce di Sakura. “Che c’è?”
“Ognuno alla fine ha quello che si merita.”
“È normale il tuo disprezzo per la sottoscritta, ma passerà. Infondo, ora siamo pari, infermiera.”
La rosa non capì, ma la lasciò andare.
Si alzò e aprì la porta. “Dottore, idiota.”
 
  
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