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Autore: Crona Lunatica    11/10/2013    0 recensioni
Le lacrime correvano dalle mie guance sulla terra, le mani mi dolevano e avrei voluto sprofondare, sentivo le gambe pensanti come piombo e non riuscivo a muovermi per quanto cercassi di trarmi da quel baratro d’angoscia in cui stavo precipitando. La luce, il fuoco. Ferite, le membra sanguinanti, la testa scoppiava e il mio cuore cedeva nelle viscere. La voce non era che un rantolo indecifrabile e muto nella gola secca e gli arti erano fusi come pezzi d’argilla cotta nel forno. Una bambola di cera che si scioglie al sole, questo ero, e nell’oscurità accecante della disperazione arrivò. Abbandono e solitudine la seguirono, la vita cresceva da sola nel buio senza speranza e destinata a spegnersi.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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 Tutto tace. L’unica fonte di luce sono le candele ai piedi delle nicchie di Gesù e Maria, che nella loro perfetta letizia osservano l’ambiente avvolto nella penombra. Un leggero scricchiolio seguito da un tintinnio metallico e dal rumore di una porta che si chiude in tutta fretta distruggono per un istante il religioso silenzio in cui è immersa la chiesa. La luce bluastra che filtra dalle vetrate colorate illumina una donna anziana che avanza verso l’ingresso principale della chiesa per poi inginocchiarsi nell’ultimo banco e mormorare qualche preghiera; è un freddo pomeriggio di novembre, e il sole è tramontato da qualche ora. Uscendo dal confessionale, il parroco non nota che l’anziana donna è ancora là, e non se ne accorge neppure quando, controllando la cassetta delle offerte, si rende conto che è stata scassinata e corre fuori dall’edificio per chiamare il sagrestano. La signora non batte ciglio. Con lo sguardo annebbiato dei suoi stanchi occhi esce e si dirige verso il parco pubblico, oltre la strada dirimpetto alla chiesa. Laggiù, l’altalena solitamente vuota e mossa dal vento, è occupata da una figura umana. La figura di una ragazza, la quale infila la mano in una tasca e prende un fazzoletto appallottolato. Ha lunghi capelli neri e ondulati che le incorniciano il viso dalla carnagione olivastra e ricadono sulle spalle, siede stretta in un poncho di lana blu scuro contando il qualcosa custodito nel fazzoletto nel palmo della mano arrossata. Tra le dita intravede le scarpe nere e consunte sotto i jeans troppo grandi e strappati. Alla fine della conta stringe il pugno, e sospira.
<< Don Erasmo è preoccupato, dovresti riportarli a lui >> dice una voce alle sue spalle.
Lei si volta, spaventata. I grandi occhi marroni paiono quelli di un cerbiatto impaurito sorpreso dal cacciatore.
<< Cosa? >> mormora dopo un attimo di sorpresa.
<< I soldi delle offerte >> continua la vecchia con voce pacata <>.
Il viso della ragazza arrossisce, lei chiude gli occhi un istante.
<< Non capisco, di cosa stia parlando, anzi, se non le dispiace ora dovrei tornare a… >> la voce le viene meno. La donna sorride con le labbra piccole e rosee sul viso pallido solcato da molte rughe e contornato da riccioli grigi striati di nero << Certo, scusami. Allora mi faresti una cortesia? Ho dimenticato gli occhiali, e temo di sbagliare strada, mi accompagneresti? >>
<< S-sì, non è un problema >> mormora la ragazza infilando la mano in tasca. Le due si incamminano senza dire una parola, la donna si tiene appoggiata alla ragazza con la mano gelida e bianca e, quando la guarda in volto, questa distoglie immediatamente lo sguardo, scossa dai brividi provocati da quel contatto.
<< Cosa c’è? >> le chiede la donna << Sei impallidita all’improvviso, ti senti poco bene? >>
<< Non è niente >> balbetta lei.
<< Sarai anche giovane, ma non puoi andare in giro solo con quel poncho addosso >>. La ragazza trasale. In effetti non porta altro che il poncho e una maglietta. << Hai l’aria di essere sola, non c’è nessuno a casa vero? >> << I miei genitori…faranno tardi oggi >> risponde la ragazza. << Bene, allora vieni. Quella è casa mia >>.
La signora indica una casa gialla e bassa, costruita su due piani, la porta d’ingresso con un vetro riparato con il nastro adesivo da’ direttamente sulla strada. Con cenno del capo la invita ad entrare in un piccolo salotto. I mobili sono coperti da lenzuola polverose e una porta da’ su una cucina con un tavolo rotondo, due sedie e una stufa spenta; la signora la invita a sedersi su di una poltrona dall’alto schienale.
<< Mi dispiace non poterti offrire nulla, ma non ho niente in casa >>.
La ragazza si guarda intorno muovendo le pupille a destra e a sinistra, da una parete all’altra, facendo passare lo sguardo dal centro tavola di pizzo strappato, al lampadario coperto di ragnatele. << Che sbadata, non mi sono presentata. Sono Edda, e tu? >> chiede l’anziana signora.
<< Mi chiamo Esmeralda >>. Edda inforca un paio di occhiali a fondo di bottiglia con le lenti crepate.
<< Santo Cielo! >> esclama << Non mi ero accorta di quanto fossi magra; questa gioventù! Voi ragazze volete a tutti i costi diventare magre come delle modelle>>. Esmeralda accenna ad un sorriso tirato. Entrambe si fissano per un lungo momento finché la ragazza non rompe il silenzio << Posso sapere perché mi ha fatta venire qui? >>
<< Come? >>
<< Perché mi ha portata a casa sua, sa benissimo chi sono. Tutti qui sanno chi sono, e non mi ospiterebbero mai in casa, specie dopo quello che ho fatto, e se il suo è un tentativo per portarmi in una comunità, non si scomodi, me la cavo benissimo da sola >>
La donna sospira << Non voglio farti una predica, voglio solo parlare con qualcuno >>
<< E perché proprio con me? Non ha una famiglia sua? >>
<< Sono troppo lontani per me e non mi piace la compagnia delle chiromanti >>.
Gli occhi di Esmeralda assumono un’espressione triste << Oh, mi dispiace >>.
Edda sorride << Quando avevo la tua età non pensavo che tutto sarebbe finito, o che la mia vita potesse cambiare. Immaginavo di crescere, incontrare l’uomo della mia vita e loro sarebbero sempre stati accanto a me. Ma le cose succedono, sempre >>.
La ragazza piegò la testa di lato, e osservò la donna con un punto interrogativo negli occhi. 
  
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