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Autore: Manny_chan    11/10/2013    4 recensioni
Amastra, città oscura colma di magia e di creature misteriose.
Ci sono persone che sognano di abitarci, persone che desiderano scappare da essa e persone che vorrebbero solamente poterla visitare per una volta.
Raven è uno di loro. Quando l'occasione di coronare il suo sogno è a portata di mano la coglie al volo.
Ciò che non sa però è che non tutte le creature che popolano Amastra sono degne di fiducia e quello che sembra un sogno potrebbe presto assumere tinte ben più cupe...
Tra fate, naga e un grosso inganno, l'avventura di Raven rischia di trasformarsi in un incubo... o forse no?
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Mammaaaaaa!”
Sophie sobbalzò, allarmata. Abbandonò il bollitore per correre fuori dalla casa. “Raven! Cosa…?”, si interruppe di colpo notando nel cortile un ammasso di fango e sterpaglia che non poteva assolutamente essere suo figlio. “Raven?”
Il bambino si strofinò gli occhi, schizzando fango ovunque. “Maaaamma!”, si lagnò. “Gareth mi ha spinto nell’acquitrino!”
La donna sospirò, prendendolo per mano e portandolo sul retro della casa, dove ruotò il rubinetto della pompa esterna per  riesumare suo figlio da quel blocco di fango. “Perché non fate dei giochi più tranquilli?”
“Non era un gioco!”, protestò Raven. “Io l’ho spinto nel roveto e lui per vendetta mi ha lanciato nel canale!”
Sophie sospirò, ficcandolo sotto il getto della pompa idraulica. “Va bene, ricominciamo”, disse paziente. “Per quale motivo hai spinto Gareth nel roveto?”
“Per via della pietra.”
“La pietra?”
Raven annuì serio. “Il padre di Gareth è tornato da Amastra ieri e gli ha portato una pietra strabellissima! Al buio si illumina come se fosse stellata! E Gareth non fa che vantarsi, e ha detto che suo padre è coraggiosissimo perché va sempre nei reami oscuri per lavoro. E che non è vero che anche il mio papà lo fa perché lui non mi ha mai portato nulla dai suoi viaggi. Perché papà non mi porta dei regali?”
La donna sospirò, come faceva a spiegargli che l’uomo che aveva sposato spendeva tutti i soldi che non erano necessari al loro sostentamento, esclusivamente per sé stesso?
“Perché papà sta cercando un regalo super”, mentì. “Quando lo troverà vedrai che invidia i tuoi amici.”
Raven sembrò prendere quella spiegazione per buona. “Ah! Non vedo l’ora, quel brutto rospo di Gareth diventerà verde d’invidia.”
“Senti, Raven, visto che sei così arrabbiato con Gareth, perché non passi un po’ i tempo con Aramis?”, domandò. Ciò gioverebbe anche alla mia tranquillità, aggiunse mentalmente. Quel Gareth era un piccolo teppista.
“Ma mamma, Aramis è una noia!”, brontolò Raven. “Se ne sta tutto il giorno in biblioteca a leggere.”
“Prova a chiedergli se potete leggere insieme allora, non vuoi fare ingelosire Gareth?”
Raven parve rifletterci, poi annuì, scrollandosi come un cane dall’acqua che gli gocciolava dai capelli e dai vestiti. “Credo che tu abbia ragione”, disse, pragmatico.
Sophie sorrise, portandolo in casa per asciugarlo, era un po’ impulsivo, ma nonostante la figura paterna presente solo a intervalli irregolari, Raven era un bravo bambino. Lo avvolse in un telo, sistemandosi avanti al caminetto tenendolo in braccio, come quando era più piccolo.
“Mamma?”, la voce assonnata di Raven si fece sentire dopo qualche minuto, non era in grado di stare zitto troppo a lungo. “Un giorno potrò andare ad Amastra, vero?”
“Quando sarai più grande, non è un posto adatto ai bambini”
“Perché?”
“Perché i reami mistici sono pericolosi per chi non è preparato, lì albergano streghe, vampiri e altre creature orribili come gli striscianti. E’ meglio che resti al sicuro con la tua mamma qui. Non mi dicevi che volevi diventare capotreno?”
Raven mugolò un assenso, imitando il fischio degli sferraglianti convogli a vapore. “Sarò il migliore dei reami illuminati”; miagolò soddisfatto, prima di crollare definitivamente.
Sophie sorrise, accarezzandogli i capelli. Sperò davvero che quella dei reami mistici fosse solo una fissazione infantile. Non le piacevano affatto quei posti...

 
   
 
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