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Autore: Ultimapietra    13/10/2013    0 recensioni
In questi giorni ho riguardato alcuni vecchi quaderni dove avevo iniziato a scrivere pezzi di vari racconti. Spero che vi piaccia, è un racconto che vorrebbe sottolineare quanto anche delle piccole scelte possano influenzare inconsapevolmente il correre degli eventi. Buona lettura :)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era ormai il giorno dopo. Una delle sue solite domeniche mattine. Colazione, doccia, lezione di piano e un pomeriggio trascorso con quei due vecchi manichini tanto impegnati a fingersi una coppia, tanto da dimenticare d'amarsi. Quel rituale ormai era talmente meccanico da essere divenuto quasi piacevole. Incassata nel sedile in cuoio dell'ennesima macchina aziendale paterna, aspettava. Aspettava che quel cellulare vibrasse, desse segni di vita e di speranza ma non si decideva a smuoversi neanche di un millimetro. Ormai aveva fatto il suo passo in avanti, avrebbe dovuto aspettare che la galanteria maschile si palesasse ma non era il suo stile. Appena tornata a casa disse ai suoi che sarebbe tornata dopo pochi minuti per comprare il giornale. Ecco, se lui avesse mentito il giornale sarebbe stato lo spione perfetto. Come sarebbe stato possibile che un suicidio non venisse pubblicato almeno sulle pagine dedicate alla cronaca locale. L'avrebbe sbugiardato, avrebbe dovuto dare finalmente ragione a sua madre e ammettere che quello non era mondo per lei. Invece era li. In grassetto c'era il titolo con tanto d'occhiello e fotografia raffigurante la stazione dove era avvenuto il suicidio. Una persona, per la prima volta nella sua vita, non le aveva detto una bugia. Per quanto fosse assurda e surreale, quella verità era la prima mancanza sincera e non nascosta che le fosse capitata. Tutta sera saltellò, suonò e girovagò per casa senza un'apparente motivo o una meta. Lì, in quel preciso istante vibro il telefono. Era lui! Voleva finalmente rivederla. La bellezza della gioventù sta proprio nella scoperta delle proprie capacità femminili, quella sottile arguzia e capacità di capire cosa sarebbe accaduto da li a pochi giorni. Non era certo l'uomo della sua vita ma le avrebbe dato la possibilità che tanto desiderava. Si videro, lui era seduto in cerchio con altri suoi amici, vestito con jeans chiari e una maglietta nera così stretta da mettere in risalto quelle spalle magre e la schiena asciutta. Nella sua figura piccola, bionda e stravagante era esattamente quella scossa che le serviva. La prese da parte e, sul retro di un pub, le diede quel primo bacio. Non era certo come se lo era immaginato. Era umido, insistente e con un lieve retrogusto di tabacco che però non la infastidiva. Tornarono verso il fronte del pub dove incontrarono una ragazza abbronzata, alta e dai capelli scuri e vispi, il suo nome era Maya, la prese da parte chiedendole se lei e stessero assieme. Stavano assieme? Non lo sapeva, ma in quel momento sapeva che avrebbe trovato quegli amici che l'avrebbero portata a essere chi sognava .
  
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