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Autore: flors99    13/10/2013    9 recensioni
Ronald Weasley ha preso una grossa cotta per una ragazza del suo anno e chiede a Hermione di aiutarlo a conquistarla.
Aggiungeteci pure una scatenata Ginny Weasley e quell'imbranato del suo migliore amico...
Dal testo:
- Potresti scriverle una poesia! - suggerì Hermione.
[...]
- "All'una ho pensato alla luna,
alle due al bue,
alle tre al re,
alle quattro ho smesso di pensare, perché la rima non sono riuscito a trovare."
- ...
- Ti vedo scossa, Hermione, la mia poesia, per caso, non ti è piaciuta?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Jones. – disse, sottolineando il suo cognome, come a voler mettere una distanza tra loro due.
Megan si sentì a disagio sotto il suo sguardo di fuoco e arrossì, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
- Non volevo disturbarti… - si scusò.
Hermione si trattennersi dal risponderle con un “Beh, l’hai fatto invece!”, ricordandosi la buona educazione.
- Hai bisogno di qualcosa? – domandò, alla fine, freddamente. Immaginava che Megan volesse chiederle qualcosa sui turni delle ronde, probabilmente per conto del Caposcuola della sua Casa.
- Io…volevo…volevo parlare con Ron. – spiegò, guardandola dritta negli occhi.
Quello che Hermione provò in quell’istante, fu più forte di qualunque altra emozione avesse mai sentito. Una rabbia micidiale le avvelenò il sangue e la voglia di afferrare la bacchetta e schiantarla contro uno scaffale della biblioteca aumentò a dismisura.
- So che voi due siete molto amici e… - Megan s’interruppe, un po’ a disagio sotto lo sguardo della Grifondoro. - …pensavo che tu…potessi aiutarmi a parlarmi con lui, dato che…mi evita.
- Certo che ti evita! Mi sembra normale! – Hermione non riuscì a trattenere quel pensiero per sé. Non appena quelle parole uscirono dalla sua bocca, Megan aggrottò le sopracciglia stranita da quel tono ostile.
- Io vorrei…
- Mi dispiace, ma adesso devo andare. Ho un impegno urgente: la Professoressa McGranitt vuole parlarmi. – accampando una scusa qualunque, la Grifondoro le voltò le spalle e scappò dalla Biblioteca, lasciando la Tassorosso a guardarla allontanarsi.
Hermione quasi si mise a correre, finché non fu certa di essere scomparsa dalla visuale di Megan. Tirò un sospiro di sollievo, mentre il cuore le batteva all’impazzata. Si sentiva…non sapeva propriamente descriverlo. Da una parte si sentiva un vero schifo totale: non era da lei comportarsi in modo così maleducato, e soprattutto negare il suo aiuto a qualcuno. Cosa ancor più grave aveva accampato una scusa, coinvolgendo la professoressa McGranitt pur di andare via, e l’aveva fatto senza neanche provare il minimo rimorso. Dall’altra, lo sguardo deluso di Megan, l’aveva fatta sentire meglio. Molto meglio. Per quanto perseverasse quel desiderio di prenderla a schiaffi.
Una decina di minuti dopo, Hermione si rese conto di quanto fosse stata… stronza, sì, quello era il termine giusto. Megan era venuta a cercarla e – per quanto lei non la sopportasse – non le aveva detto assolutamente niente di offensivo e le aveva parlato educatamente. E invece la Grifondoro si era comportata come una principessa altezzosa e se n’era andata via, come se la Tassorosso non fosse degna di parlare con lei.
 
Cavolo, mi sono comportata come Malfoy.
 
Era quasi sul punto di tornare indietro e – per quanto il suo orgoglio non fosse d’accordo – andare a scusarsi, ma poi decise che era un’idea stupida. Se l’avesse rincontrata, le avrebbe porso le sue scuse, altrimenti…altrimenti niente. Non che Hermione ci tenesse poi così tanto a rivederla.
Sbuffò sonoramente, mentre entrava nella Sala Comune, accorgendosi con sguardo stranito che non c’era nessuno.
- Hermione!

Ah, no, qualcuno c’è.

- Oh, Neville. Ciao. – borbottò, con poca convinzione.
- Ciao. – rispose l’amico, con tono pacato.
- Sai dove sono tutti?
- Sì. A cena.
- A cena?! – per poco Hermione non urlò. Non si era resa conto di quanto fosse effettivamente tardi. Eppure era sicura che quando era uscita dalla biblioteca fossero più o meno le sei!
Probabilmente incideva il fatto che aveva vagato come un’anima in pena per i corridoi, a scervellarsi su cosa volesse effettivamente dirle Megan. E soprattutto cosa volesse dire a Ron.
- Ginny, Harry e Ron ti hanno aspettato un po’, poi sono andati in Sala Grande.
- E tu non ci vai? – domandò, incuriosita.
Neville arrossì.
- Io…no. – borbottò, scompigliandosi i capelli. – Io…a dir la verità volevo chiederti una cosa, Hermione.
La ragazza, improvvisamente, ammutolì.
Non le piaceva lo sguardo di Neville. Non le piaceva per niente.
In un flash ricordò di quando il Grifondoro l’aveva invitata al Ballo del Ceppo al quarto anno e lei aveva rifiutato con delle balbettanti scuse.
- Io…ecco… - incespicò Neville, torcendosi le mani.
- No, Neville, mi dispiace! – esclamò subito la ragazza, onde evitare qualunque equivoco. Meglio mettere subito in chiaro le cose, prima che il Grifondoro potesse fraintendere.
- N-no? Ma…come fai a sapere cosa…
- Neville, so cosa volevi chiedermi. – mormorò Hermione, guardandolo con tristezza. Non voleva rifiutarlo per la seconda volta, ma non ce la faceva proprio ad accettare il suo invito al ballo: e, a rigor di logica, anche se lei era solo un ripiego, era già impegnata con Ron.
- Ah, sì?
- Sì, e credimi, mi dispiace dirti di no, ma…io vado al ballo con Ron… - disse, sperando che non ci rimanesse troppo male.
Neville sbatté gli occhi leggermente perplesso.
- Hermione, io non voglio invitarti al ballo!
- …Ormai gliel’ho promesso e non posso proprio dirgli di…Oh! – esclamò, completamente presa alla sprovvista, non appena registrò le parole del ragazzo.
Neville arrossì, facendo quasi un balzò indietro per l’imbarazzo.
- Io…volevo semplicemente chiederti se…potessi darmi qualche consiglio per invitare Luna al ballo. – spiegò, tenendosi a debita distanza. – Sai, sono un po’ timido e…
Per un attimo, Hermione si chiese se per caso i suoi compagni l’avessero presa per un’agenzia matrimoniale. Insomma, prima Ron…adesso Neville…Cosa diavolo stava succedendo? Rimaneva soltanto Harry a quel punto, ma poi si rese conto che in realtà Harry, a suo tempo, le aveva già chiesto aiuto per potersi dichiarare a Ginny.
 
Perché cavolo tutti mi chiedono consigli in amore?
 
Io, che di amore, non ne capisco quasi niente.
 
- Luna?
- Sì, mi p-piace molto e…non so proprio come farglielo capire e…
 
Hermione, devo parlarti. Vorrei che tu mi aiutassi a conquistare una ragazza!
 
- È da tanto che ci provo, però…ogni volta mi blocco e… - continuò imperterrito Neville, non accorgendosi dello sguardo turbato di Hermione.
 
È Megan. Megan Jones.
 
- Insomma, Hermione, lei è così bella mentre io…
 
 È bella, molto bella. Un po’ bassina forse, ma molto molto bella…
 
- Neville, vuoi che Luna venga al ballo con te? – gli chiese un po’ scortesemente, interrompendolo e tirando su col naso, sperando tanto che l’amico non si accorgesse dei suoi occhi lucidi.
- Sì-ì.
- Bene. Allora vai da lei e diglielo. Non usare sotterfugi, né trucchi, né, bugie, né discorsi preparati, né niente. Vai da lei e non rischiare che qualcun altro lo faccia al posto tuo. È questo l’importante.
 
Vai da lei, prima che qualcuno si accorga di quanto è meravigliosa, e te la porti via.
 
- Non serve altro, Neville. Non serve altro. – gli mormorò infine, mettendogli una mano sulla spalla e andandosene velocemente dalla Sala Comune, nella quale l’aria cominciava a farsi irrespirabile.
Il discorso che aveva fatto al suo amico, le aveva fatto venire una voglia pazzesca di andare da Ron e rivelargli i suoi sentimenti, cosa che – ovviamente – non si sarebbe mai azzardata a fare. O che forse un giorno avrebbe fatto, ma non finché nel cuore del suo amico ci
fosse stata un’altra ragazza.
 
Una ragazza che non sono io.
 
Quel pensiero la sconvolse. La consapevolezza che Ron desiderasse stringere, abbracciare, baciare qualcun’altra fu così devastante e aveva un sapore così spiacevole, che a Hermione fece venire voglia di rinchiudersi nella sua stanza e di piangere a dirotto, finché avesse avuto lacrime in corpo. Emise un piccolo singulto, mentre si asciugava gli occhi, ormai in procinto di riversare tutta quell’amarezza che da giorni covava dentro di sé.
Merlino, non credeva che facesse così male.
 
Il primo amore è quello che fa sempre più male.
 
E Ron – si rese conto – era davvero il suo primo amore. Il primo in tante cose, a dire il vero: il primo amico e il primo compagno di avventure, insieme ad Harry, il primo ragazzo che era capace di farla infuriare per alcuni suoi comportamenti, ma che la faceva sciogliere con la sua dolcezza. E adesso…anche il suo cuore doveva prendersi? Anche il suo amore?
- Hermione, cosa ci fai fuori dalla Sala Grande? Perché non entri? – la Grifondoro sobbalzò, nell’udire la voce di Ginny.
- Oh…io… - balbettò, cercando di trovare una scusa plausibile.
- Stai piangendo? – domandò la rossa, preoccupata, precipitandosi verso di lei.
 
No, Ginny, non sto piangendo.
 
Mi sto innamorando. E mi fa male. Mi fa maledettamente male.
 
 
 
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- Perché Ginny non torna? Aveva detto che andava a cercare Hermione.
- Avrà incontrato qualcuno con cui parlare. – borbottò Harry, mentre finiva la sua cena, sperando tanto che la sua ragazza non si fosse fermata a parlare con un…con un maschio, ecco. Non era certo geloso dei ragazzi che erano amici della giovane Weasley, ma gli dava comunque un po’ di fastidio l’eventualità che Ginny fosse con un ragazzo a quell’ora di sera e da sola, soprattutto.
- Sì, ma Hermione? – continuò a chiedere Ron.
- Sei preoccupato? – chiese invece Harry, rivolgendogli uno sguardo indecifrabile.
- Non sono preoccupato. – si difese il rosso. – Mi sembra strano che Hermione non sia ancora qui.
- Forse ha fatto tardi in biblioteca. – ipotizzò il moro, mentre spiluccava una fetta di pane.
Ron, non propriamente convinto di quella spiegazione, continuò a fissare il portone della Sala Grande, nella speranza di veder comparire un’ inconfondibile chioma rossa, insieme a un’ancor più inconfondibile chioma riccioluta. La ruga di preoccupazione sul suo volto non scomparve neppure quando Harry gli disse che probabilmente le due ragazze si erano incontrate ed erano tornate insieme al Dormitorio.
- Insomma, Ron, ma cos’hai? – sbottò, nel notare quanto fosse in apprensione. – Non sarebbe la prima volta che Hermione salta la cena! Può capitare, ma cosa ti prende?
Il giovane Weasley, punto sul vivo, distolse bruscamente lo sguardo, puntandolo in quello di Harry.
- Sono preoccupato. – soffiò, debolmente.
- Ma di cosa? Non ce n’è motiv…
- Si tratta di Hermione, Harry. Io… non lo so, non ci capisco niente, ma… credo che stia male. – confessò. – Lo so che sembra strano che lo dica io…Insomma, Ginny mi dice sempre che sono un’insensibile, però…credo sul serio che Hermione stia male, anche se non so per cosa.
Harry rifletté un secondo sulle sue parole, chiedendosi da dove spuntasse tutta quella sensibilità da parte di Ron. Si schiarì la voce, non sapendo bene cosa rispondere.
- Perché pensi che stia male? – chiese dopo un po’, a disagio.
- Perché…è strana! – rispose. – Cioè, più del solito almeno. – si corresse. – Prima in Biblioteca…io…cioè lei… mi…mi guardava in un modo che…Merlino, non lo so!
- Hermione ti guardava in un modo…? – borbottò Harry, ripetendo le sue parole.
- Non lo so, Harry, te l’ho già detto. Però…prima…sembrava che…
- Cosa sembrava, Ron?
- Non lo so. – soffiò infine, ripetendo per la quinta volta quella stessa frase in cinque minuti.
Il moro non aprì bocca, di fronte alle parole dell’amico, perso nei suoi pensieri. Il dubbio che covava da giorni non veniva altro che confermato attraverso la confessione di Ron e – se all’inizio aveva ritenuto più saggio aspettare e vedere come si evolveva la situazione – adesso l’unica soluzione plausibile gli sembrava fare due chiacchiere con Hermione.
I due ragazzi finirono la cena in silenzio, chi preoccupato per una cosa chi per un’altra.
- Pensi che abbia la febbre? Hermione, intendo. – esordì poi Ron, di punto in bianco, mentre si dirigevano verso la Torre di Grifondoro.
- Ma no… - rispose Harry, con un veloce gesto della mano. - …figurati.
- Sarà… - borbottò il rosso, scompigliandosi i capelli.
L’amico increspò le labbra in un sorriso, constatando che, alla fine, Ron non era poi così lontano dalla verità. Perché sì – Harry l’aveva capito – Hermione aveva davvero la febbre.
 
Febbre d’amore.
 
 
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- Ti serve una mano?
- No.
- Aspetta, ti aiuto!
- No.
- Hai bisogno di…
- No!
- Ma forse…
- No! Per Godric, Ginny, no! Sto bene! Sono ancora capace di camminare e respirare da sola, d’accordo? – esclamò Hermione, gonfiando le guance come un pesce palla.
Da quando, la sera prima, Ginny aveva trovato la sua migliore amica in quello stato pietoso, le era rimasta accanto tutta la notte e quella mattina pretendeva di aiutarla per qualunque cosa, anche per scendere un gradino. Se da una parte a Hermione non poteva fare che piacere la preoccupazione della giovane Weasley, d’altra si sentiva soffocare dalle sue attenzioni, soprattutto perché voleva stare un po’ da sola.
Inoltre ogni volta che aveva Ginny accanto a sé si sentiva tremendamente in colpa, per quel segreto che non si decideva a confessare. Ma come avrebbe potuto dirle che le piaceva suo fratello? Non tanto per la cosa in sé per sé, ma la sola idea di dire ad alta voce “Mi sono innamorata di Ron” la faceva sentire irrequieta. O forse, più semplicemente, non aveva la forza di parlarne, perché a quel punto non avrebbe più potuto mentire a se stessa, ripetendosi che non provava niente per il suo amico.
- Mhm. – borbottò la più piccola dei Weasley, scrutandola per bene.
- Ginny, sto bene, dico sul serio. – ripeté Hermione addolcendo un po’ il tono.
- Non hai intenzione di dirmi cosa è successo ieri sera, vero? – chiese poi la rossa, con una traccia di delusione nella sua voce.
- Non è successo niente! – brontolò la più grande delle due ragazze. – Sto bene, dico sul serio.
Ginny la perforò con lo sguardo.
- Se davvero stai così bene come dici, Hermione…perché le tue mani stanno tremando? Perché tu stai tremando?
 
Non sto tremando, Ginny.
 
Mi sto innamorando.
 
- Andiamo a fare colazione. – fu tutto quello che Hermione disse, prima di dirigersi verso la Sala Grande, consapevole degli occhi della rossa che le perforavano la nuca.
Fortunatamente, il tavolo dei Grifondoro era abbastanza popolato, da permettere alla Caposcuola di sottrarsi allo sguardo indagatore della sua migliore amica, che era stata distratta da Dean e Lavanda.
Si sedette accanto a Harry e Ron, come di consueto, anche se quest’ultimo non riuscì a guardarlo negli occhi mentre gli biascicava un “buongiorno”. Cominciò a mangiare in silenzio, avvertendo lo stomaco più chiuso di quanto credesse.
 
Maledizione.
 
Si schiarì la voce, mentre i propri pensieri non facevano altro che tormentarla.
- Va tutto bene, Hermione? – le domandò gentilmente Harry, guardandola di sottecchi.
- Sì, certo. – rispose, mentendo spudoratamente. – Ho…soltanto…un po’ di nausea e non ho molta fame. – s’inventò di sana pianta, consapevole dello sguardo sospettoso di Ron su di sé.
- Scusa se ieri me ne sono andato così. – borbottò improvvisamente il rosso, costringendo Hermione a guardarlo. – È che…avevo visto Megan e…niente me ne sono andato e ti ho lasciato lì. Scusa, Hermione.
- Non fa niente. – chiosò la ragazza, cercando di espellere il nome della Tassorosso dalla mente e cercando di togliersi dalla testa lo sguardo deluso e triste di Ron, per il suo invito rifiutato.
- Megan? – chiese Ginny, intromettendosi nella conversazione.
Ron arrossì.
- Ieri eravamo in biblioteca e…lei ci stava fissando e io… me ne sono andato. – spiegò alla sorella, non facendole capire quasi niente.
- Eh?
- Nel senso… sembrava venisse verso di noi…boh, non lo so. – borbottò Ron.
Ginny innalzò un sopracciglio, scettica: non aveva capito niente delle parole del fratello. Fissò Hermione per chiedere spiegazioni più esaurienti e precise, ma vide la sua amica intenta a bere forsennatamente un bicchierone di succo di zucca.
- Hermione, hai deciso di soffocarti? – la richiamò, guardandola stranita per quel suo comportamento.
La più grande delle due ragazze per poco non si strozzò.
- Io…uhm…no. – rispose, con il succo di zucca che gorgogliava nello stomaco. – Comunque…devo dirti una cosa, Ron.
Aveva pensato di non dirgli niente, ma dopo averci riflettuto aveva deciso che la cosa migliore era essere sincera. Mentiva già a Ron ogni giorno facendogli credere che per lei fosse solo un amico, non voleva aggiungere qualcos’altro al bagaglio di bugie.
Tutti quanti si fecero attenti.
- Ieri Megan è venuta a parlarmi e…mi ha chiesto di te.
- COSA? – gridò Ginny.
- Davvero? – domandò Harry.
Ron, il diretto interessato, semplicemente, non disse una parola.
- Ha detto che voleva parlarti. – sbottò infine la ragazza, non sapendo cos’altro dire.
- Questa cosa non ha senso! – esclamò la sorella. – Perché dovrebbe voler parlare con Ron?
 
Me lo sono chiesta anch’io.
 
- Non lo so, Ginny. Non me l’ha detto.
 
Sì, perché me ne sono andata lasciandola lì come un pesce lesso.
 
Questo però ritenne più saggio non dirlo ad alta voce.
- Megan vuole parlarmi? – sussurrò a voce bassissima Ron.
- Sì. Credo. Cioè, penso di sì. – biascicò la Grifondoro.
- Non ha senso. – ripeté Ginny. – Siamo sinceri, Ron: ha rifiutato il tuo invito, perché dovrebbe tornare a cercarti?
- Infatti. – l’appoggiò Hermione, con tono secco. Talmente secco che Harry le scoccò un’occhiata impenetrabile.
- Non lo so. – disse Ron.
Rimasero tutti in silenzio per qualche minuto, senza più dire niente. Hermione, mordendosi la lingua, desiderando rimangiarsi la sua sincerità, Harry con uno sguardo preoccupato rivolto alla riccia, Ginny che rifletteva e Ron che rimaneva immobile con gli occhi fissi sul proprio piatto.
Alla fine, Ginny intervenne.
- Ron, cosa ti ha detto esattamente Megan?
- Che?
- Quando l’hai invitata al ballo…quali sono state le tue esatte parole?
Ron sbatté gli occhi.
- Io…sono andato lì e…le ho chiesto se voleva venire al ballo con me. – rispose con una mezza verità, saltando la parte della piuma.
- E lei cosa ti ha risposto?
- Ginny, ma cosa vuoi che gli abbia risposto? – la brontolò Harry, che non capiva dove la sua ragazza voleva arrivare. Le sembrava una cosa cattiva far ricordare a Ron il momento imbarazzante e umiliante in cui la Tassorosso l’aveva rifiutato.
La rossa lo fulminò, intimandogli il silenzio.
- Ron, rispondi. Le sue esatte parole, so che le ricordi.
Ed era vero. Ron, le parole di Megan, le aveva stampate in testa come un marchio indelebile, che non si voleva cancellare. Alla fine, con un sospiro, rispose:
- Mi ha detto: “Io non posso. Mi dispiace, Ron.”
A quelle parole gli occhi di Ginny presero una nuova consapevolezza.
- Ti eri presentato prima?
- Eh?
- Ginny, ma perché fai tutte queste domande? – stavolta fu il turno di Hermione di chiedere.
- Ron, prima di invitarla al ballo, ti eri presentato? – continuò imperterrita la sorella, ignorando la sua migliore amica.
- Io…no, me ne sono dimenticato. – ammise il rosso, passandosi una mano tra i capelli.
Un sorriso si affacciò sul volto della giovane Weasley.
- Non ci hai pensato, Ron?
- A cosa?
- Se tu non ti sei presentato e prima di quell’incontro non avevi mai rivolto la parola a Megan…Come poteva lei conoscere il tuo nome?
 
 
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Le parole di Ginny erano state una specie di bomba a orologeria. Dopo quella conversazione in Sala Grande, Ron aveva cominciato a comportarsi in modo strano. Era più irrequieto e Hermione era più che sicura che quel luccichio che vedeva nel suo sguardo fosse la rinnovata speranza di poter andare al Ballo di Primavera con la Tassorosso.
La ragazza sospirò, mentre si rigirava la piuma tra le mani e tentava di finire il tema. Strano a dirsi, ma non aveva ancora scritto niente. D’altronde cosa diavolo avrebbe dovuto scrivere quando l’unica cosa che le veniva in mente era la parola “Ron”? E consegnare un tema alla McGranitt col nome del suo migliore amico sopra non le sembrava proprio una buona idea.
- Ciao, Hermione. – la ragazza sobbalzò.
- Harry? Ma che ci fai qui? Non hai gli allenamenti di Quidditch?
- Volevo parlarti. – fu la placida risposta dell’amico, alle sue domande a raffica.
Hermione aggrottò le sopracciglia: per saltare un allenamento di Quidditch doveva essere una questione veramente seria.
- Davvero?
- Sì, davvero. Lo trovi così strano?
- Un po’ sì. – ammise la ragazza, sorridendo. – Credevo di dover aspettare la fine del mondo per vederti saltare un allenamento di Quidditch.
Harry sorrise in risposta, ma Hermione si accorse che non era affatto un sorriso allegro, bensì soltanto una stiratura costretta delle labbra, che non aveva niente a che fare con il divertimento.
- Va tutto bene, Harry? – chiese, un po’ stranita.
- Da quanto tempo, Hermione?
- C-che?
- Da quanto tempo sei innamorata di Ron?
La piuma le cadde di mano e il suo cuore si fermò all’improvviso.
Lo sguardo di Harry non la lasciò neanche un secondo, mentre sul suo viso si susseguivano impazzite tutta una serie di emozioni. Quegli occhi verdi la scandagliarono fin dentro l’anima, fino al suo più oscuro dei segreti.
 - Ch-ch-che stai di-dicendo, H-harry? – balbettò. – Io…non è vero. – borbottò impulsivamente, nascondendo il suo volto in fiamme dietro le pergamene, assumendo un comportamento ben poco da Grifondoro.
- Hermione… - la richiamò il suo migliore amico, togliendo con dolcezza quel pezzo di carta. – Guardami, Hermione.
La ragazza lo fissò, con le guance rosse come un pomodoro maturo.
- Non te ne devi vergognare: è una cosa bellissima. – disse il Grifondoro, guardandola con tenerezza. – Erano anni che aspettavo che tu lo capissi. – A quella frase lo sguardo di Hermione si indurì.
- Non so proprio di cosa tu stia parlando, Harry. – sputò, con tono seccato.
- Sono certo che non è così, Hermione. – disse, sospirando. Si era aspettato una simile reazione dalla sua migliore amica.
- Invece è proprio così, Harry. – mentì la ragazza, con ostinazione. – E comunque cosa significa che erano anni che aspettavi che lo capissi?
- Tu e Ron siete destinati a stare insieme. – spiegò, con voce pacata. – Sembra assurdo, ma…è così, Hermione. Quando vi vedo insieme…illuminate la stanza. Quando litigate su ogni minima cosa, quando lo rimproveri perché non pensa mai ai compiti, quando vi cercate con lo sguardo e non vi rasserenate finché uno non trova l’altro. Siete voi, Hermione. Siete voi e non necessitate di spiegazioni.
Al discorso di Harry, la Grifondoro era ammutolita. Quelle parole erano bellissime e, in un altro momento, probabilmente Hermione le avrebbe anche apprezzate, se non avessero contribuito ad allargare quell’enorme buco nero che percepiva nel petto.
- A quanto pare non è così, Harry. – riuscì a borbottare, mentre raccoglieva le sue cose. – Altrimenti Ron non si sarebbe innamorato di un’altra. – sussurrò, prima di sparire, mentre l’intensità di quelle parole la distruggeva.
- Ron non è innamorato di Megan.
Ma del mormorio di Harry ne furono testimoni solo le dure e silenziosi pareti della Biblioteca.
Hermione si era già volatilizzata.

 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
 
Ciao carissimi! Sono in ritardo, eh? E meno male che il capitolo era pronto sennò chissà quando aggiornavo. Mi dispiace…davvero tanto! :( Purtroppo il rientro a scuola è stato durissimo, quest’anno ho davvero un mucchio di cose da fare! Oltre alla maturità, per la quale sono già in ansia, devo anche studiarmi da sola tutto il programma per l’esame d’ammissione a Medicina, che quest’anno sarà ad Aprile.
Inoltre tra cinque giorni ho l’esame di teoria della patente e….insomma, è un periodo in cui faccio i salti mortali, sono irrequietissima! Speriamo bene, va…XD
Comunque…passando al capitolo…che dire? Vi è piaciuto? Fondamentalmente non succede quasi niente, se non che Harry ha capito tutto, anche se Hermione continua a negare e si è scoperto che Megan vuole parlare con Ron! Qualcuno ha qualche idea sul perché? Secondo voi perché Megan ci tiene tanto a parlare con lui?
Il prossimo capitolo sarà fondamentale, ne ho già scritto metà! Penso che non lo posterò troppo tardi. Entro due settimane, massimo, credo.
Via, chiudo qui queste note e smetto di parlare perché devo aggiornare!
Ringrazio tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate e anche tutti quei lettori che hanno anche solo letto la mia storia! Ma un GRAZIE speciale a quei dolci raggi di sole che hanno recensito lo scorso capitolo: lost in fangirling, 1_2_3Flick_WOW, Soly Dea, MimiRyuugu, yoo_bro, chiara_1997, Nunaxx e Soul _Doe.
Grazie, grazie davvero! 8 recensioni sono tantissime per me, quindi grazie dal profondo del cuore! =D
Vi mando un abbraccio stritola-costole, nella speranza che qualcuno sia ancora disposto a seguirmi,
flors99

 
  
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