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Autore: DrunkBunny    15/10/2013    5 recensioni
Celeste, una ragazza di 17 anni, si ritroverà ad affrontare ostacoli che la metteranno in brutti rapporti con i famigliari e gli amici, dopo aver commesso il grave “errore” di innamorarsi del suo fratellastro…
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E dopo tutto quello che hanno passato i nostri due protagonisti, Billie e Celeste, ecco che questa storia giunge al termine :3
Ho fatto del mio meglio per rendere questo capitolo il più lungo possibile…spero di esserci riuscita :\
Comunque dedico quest’ultimo capitolo a tutte coloro che hanno recensito, a chi ha messo questa mia fanfic nelle preferite e nelle seguite *-* Grazie di cuore ragazzee!<3
Spero che la mia storia vi sia piaciuta e…che dire…BUONA LETTURA ;3
Alla prossima fanfic C:
Un bacio :*
La vostra Whatsername72 :33


CAPITOLO 26: AMORE IMPOSSIBILE? NO, VERO!
Quella mattina a svegliarmi fu uno strano baccano proveniente dal piano di sotto.
Mi stiracchiai e schiusi lentamente gli occhi. Mi aspettavo di trovare Billie al mio fianco, ed invece non c’era nessuno. Aggrottai la fronte.
Mi stropicciai gli occhi con le mani e mi misi a sedere a gambe incrociate sul letto. Subito lo vidi. Era seduto di fronte a me e mi dava le spalle. Sorrisi.
Era a petto nudo, con indosso solo un paio di pantaloni neri. Stava indossando le sue amatissime Converse rosse.
Mi avvicinai in silenzio a lui e gli cinsi il bacino con le braccia, lasciandogli un bacio sul collo.
“Buongiorno piccola”
Lo strinsi ancora di più e poggiai la mia testa sulla sua spalla. “Chi c’è di sotto?” domandai.
“Tutti” mi rispose.
“Mm…” iniziai a distribuirgli piccoli baci su per il collo, la guancia e agli angoli della bocca.
“Amore non fare così” le sue labbra si curvarono in un sorrisetto.
“Perché? Non mi vuoi?” lo provocai.
“Guarda se io non ti volessi, Tré sarebbe il ragazzo più intelligente dell’universo” scoppiai a ridere. La mia risata gli causò un brivido lungo tutta la schiena.
“Allora vieni qui…” lo costrinsi a voltarsi. Lo trascinai su di me e gli portai entrambe le braccia intorno al collo, come per non lasciarlo scappare. Gli scoccai un bacio sulla bocca.
“Amore ti sei dimenticata che tuo padre vorrebbe salutarti?”
“Può aspettare. Che dici?”
Sorrise, prima di unire le sue labbra con le mie. Con le mani mi strinse intimamente i fianchi, facendo combaciare il suo bacino col mio.
Sentì le sue dita accarezzarmi la pancia. “Sei così liscia e calda…” mormorò con la voce traboccante di voglia.
Di nuovo la sua bocca era sulla mia. La sua mano sinistra scese fino a sfiorarmi l’interno coscia. “E così morbida…”
Iniziò ad annusarmi il collo. “Sei…” mi lasciò un bacio sulla pelle. “…fantastica” un altro piccolo bacio.
Intrecciai le mie gambe attorno al suo bacino avvinghiandomi a lui in un modo che non credevo neanche possibile.
Lo baciai. Quello era un bacio pieno di passione, vero.
“Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo!” alternai ogni ‘ti amo’ ad un bacio. Billie trattenne a stento una risata.
All’improvviso la porta della camera si spalancò, lasciando entrare Tré.
“Ehi piccioncini, che intenzioni avete? Scendete o ci dovete far aspettare ancora per molto?” si poggiò sul muro, a sinistra della porta, con le braccia incrociate.
Io arrossì visibilmente. Non era carino che ci vedessero avvinghiati in quel modo, anche se eravamo ancora vestiti. Per fortuna, aggiungerei.
Billie senza allontanarsi da me prese un cuscino e glielo lanciò addosso.
“Tré sparisci! Sei un rompicoglioni!”
“Ok ok, me ne vado. Ma voi datevi una mossa!” e sparì dietro la porta che si richiuse con un tonfo.
Billie si voltò nuovamente verso di me. “Dove eravamo rimasti?” mi sfiorò le labbra col pollice, sorridendo malizioso.
“Che dici se ci cambiamo e andiamo a fare colazione?” lo interruppi prima che potesse ricominciare a baciarmi. No che non volessi, anzi, però c’erano 7 persone che aspettavano solo noi in cucina.
“E tu che dici se restiamo ancora un altro po’ qui?” sentì le sue mani scendere sui miei fianchi ed alzarmi lentamente la canottiera. Lo vidi mordersi il labbro inferiore.
Subito incominciò a lasciarmi morbidi baci dal petto in giù. Arrivato all’altezza dell’ombelico, me lo sfiorò con la lingua facendomi rabbrividire. Gli diedi un innocuo schiaffo sulla testa.
“Billie smettila, mi fai il solletico!” esclamai, causando in lui una risata fragorosa.
Quando avvertì la sua bocca poggiarsi sul mio ventre, e le sue dita che si infilavano ai lati degli slip una scossa mi attraversò in mezzo alle gambe. Mi alzai di scatto, rimanendo però seduta sul letto. Billie alzò un sopracciglio.
“Mi avevi fatto capire che ne avevi voglia, o sbaglio?” mi chiese scettico.
“Non sbagli, però non possiamo far aspettare ancora tutti gli altri. Quindi vestiti!”
Scivolai via dalle sue braccia e scesi dal letto.
“Oh ma dai!” esclamò lui. “Adesso come faccio a farmi passare la voglia?!”
Scoppiai a ridere. “Dovresti tenere a bada il tuo amichetto, Billie” gli consigliai sarcasticamente. “Non puoi sempre eccitarti per così poco. Non stavamo mica facendo niente”
Roteò gli occhi al cielo e mi seguì, controvoglia, nel bagno.
Mi lavai in fretta e in furia ed indossai le prime cose che riuscì a prendere dal mio armadio: leggings a strisce verticali nere e bianche e una semplice maglietta con le maniche larghe, nera.
Mentre scendevamo le scale, Billie mi spinse contro il muro, ‘intrappolandomi’ con le braccia per non farmi scappare. Alzai un sopracciglio, incrociando le braccia al petto.
“Che c’è, Billie?”
“Dopo colazione sarai mia” mi sussurrò. “Non mi scapperai di nuovo”
“È una minaccia?”
“Mm…più o meno” rispose lui, sorridendo. “Ti conviene fare la brava bambina, tesoro”
“Agli ordini capo” la mia mano scivolò piano dentro la tasca posteriore dei suoi pantaloni. Gli strinsi il fondoschiena, avvicinando ancora di più il suo corpo al mio.
“Mm…” mormorò Billie, mentre la sua bocca si curvava in un sorrisetto malizioso. “Aggressiva la ragazza”
Scoppiai a ridere. “Vieni qui…” unì le mie labbra con le sue.
La mano destra di Billie finì sotto la mia maglietta. Sostenne col palmo il mio seno sinistro. Strinse la presa delicatamente ed io spalancai gli occhi per la sorpresa.
“Ma non riuscite a stare lontani neanche 5 minuti, voi due?” urlò qualcuno. “Avete intenzione di farlo anche sulle scale?!”
Ci voltammo entrambi. Gaia era sulla soglia della porta della cucina e ci guardava, quasi divertita.
Mi avvicinai all’orecchio di Billie e gli sussurrai: “La prossima volta cerca di trattenerti e tenere le mani a posto. Non vorrei che mio padre ci vedesse in quelle condizioni proprio adesso che ci ha permesso di stare insieme” rise.
Incastrai la mia mano con la sua e insieme raggiungemmo, finalmente, gli altri.
Non appena misi piede nella cucina, mio padre si alzò di scatto dalla sua sedia e si precipitò da me, stringendomi in un forte abbraccio. Fui costretta a lasciare la mano di Billie, che andò a prendere posto.
“Figlia mia”
“Ciao papà”
Ci allontanammo di poco e mio padre mi squadrò da capo a piedi. “Sei cresciuta molto” notò.
“Che ti aspettavi, papà. Ho 19 anni, adesso”
“Hai ragione. Ormai sei una donna” sorrisi. “Questo però non significa che devi far aspettare tuo padre per dar sfogo alle tue voglie, tesoro” arrossì di colpo e sgranai gli occhi, causando una risata generale.
“Papà!” esclamai dandogli uno schiaffo sul braccio.
Ritornò al suo posto, vicino ad Elisa, ed io feci lo stesso sedendo di fianco a Billie.
“Dove avete dormito sta notte?” chiesi rivolta a mio padre, mentre riempivo il mio bicchiere con del succo al mirtillo.
“A casa mia” fu la risposta pronta di Gaia.
“Abbiamo usato la camera degli ospiti” continuò Elisa, prendendo un sorso dal suo caffè.
Annuì, in segno di comprensione.
“Avete fatto dormire i vostri genitori fuori casa, solo per poter fare se…” gli pestai il piede e Tré imprecò ad alta voce, per il dolore. Tutti scoppiarono a ridere.
“Così impari a farti i fattacci tuoi!” ringhiai fra i denti.
“Mi sono mancate le tue maniere gentili, Cele” biascicò Tré.
“Oh verrai preso a calci molto spesso se continui così, caro il mio Tré”
“Sei una bastarda”
Sorseggiai di nuovo il mio succo, trattenendo a stento una risata. Ma non ci riuscì: alcune gocce caddero sul pavimento.
“Oh ma dai Cele!” esclamò mio padre. “Adesso pulisci!”
“Subito” presi un tovagliolo e mi chinai per terra. Tré si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò: “Cele, Billie non sta facendo altro che fissarti il sedere” mi voltai di poco e constatai che diceva il vero.
“In poche parole ti sta scopando con gli occhi” continuò, mettendosi a ridere.
Mi rialzai e, passando il tovagliolo sporco ad Elisa così che lo buttasse nel cestino, dissi a Billie sotto voce: “La smetti di squadrarmi da capo a piedi manco fossi senza vestiti?!”
“No” mi rispose, sorridendo. “Non ce la faccio. Tu potevi anche evitare di avvinghiarti a me in quel modo prima” la sua mano scese piano dentro i miei pantaloni, prendendo a sfiorarmi dalla vita in giù.
Rischiai di affogarmi, quando Billie prese a stringermi il fondoschiena. “Adesso siamo pari” mi sussurrò, malizioso.
Cominciai a tossicchiare, dato che il succo mi era andato di traverso.
“Che c’è, Cele?” mi chiese Miriam, perplessa.
“N-niente, niente” risposi. Poi senza farmi vedere dagli altri afferrai la mano di Billie e la trascinai fuori dai miei pantaloni.
“Smettila!” esclamai.
Improvvisamente il cellulare di mio padre prese a squillare.
“Scusatemi un attimo” disse, prima di uscire dalla cucina.
Billie, approfittando dell’assenza di mio padre, mi mise una mano sulla gamba.
“Che dici se ce ne andiamo su, in camera?” mi annusò il collo, lasciandomi un piccolo bacio all’angolo della bocca. La sua mano salì ancora di più sulla mia coscia.
“Billie ti prego, fa la finita!” sbottai. “Sei peggio di un ragazzino di 15 anni in preda alla sua prima tempesta ormonale”
“Scusami tanto amore se sono stato a digiuno dal tuo corpo per due anni interi”
Elisa allungò il braccio e diede uno schiaffo dietro la nuca a Billie.
“Ahia, mamma!”
“La prossima volta di arriva dritto in faccia”
Tutti scoppiarono a ridere, compresa me.
“Hai sentito quello che ho detto a lei?” le chiese.
“Lo abbiamo sentito tutti” intervenne Tré. “Dovresti imparare a controllare il tono della voce quando parli di certe cose”
Billie incrociò le braccia, imbarazzato.
“E comunque ti si legge in faccia che sei affamato di sesso” continuò Mike.
“Ehm, ragazzi vi dispiace cambiare argomento?” disse Elisa. “Sapete io sono ancora qui”
Ridacchiai, così come anche Gaia, Miriam e Tom.
“Dai vieni…” presi per mano Billie e lo trascinai in salotto.
Ci mettemmo entrambi seduti sul divano. Io con le gambe poggiate sulle sue, e lui con un braccio attorno alle mie spalle.
Con le dita cominciai a giocherellare con alcune ciocche dei suoi capelli.
“Siccome mi stai privando del sesso e ho anche fatto una figura di merda davanti a mia madre, me lo dai un bacio almeno?”
Risi, prima di mettere una mano dietro al suo collo per poterlo avvicinare a me e poggiare le mie labbra sulle sue.
“Oh ma guardateli!” Gaia ci aveva appena raggiunti in salotto, seguita da tutti gli altri.
Io e Billie ci staccammo. Lui poggiò la sua fronte sulla mia e mi sorrise. Ricambiai il sorriso, accarezzandogli la guancia sinistra.
“Oh come siete sdolcinati” commentò Tré. “Mi farete venire il diabete”
“Nessuno ti ha detto di guardarci!” ribattei io.
“Cele diventi sempre più antipatica, sappilo”
“Ma mi vuoi ugualmente bene, vero?”
Si mise a ridere.
“Billie adesso che siete tornati insieme gli avrai detto quello che vorresti da lei, no?” intervenne Mike.
Aggrottai la fronte e gli rivolsi uno sguardo interrogativo. “Di cosa state parlando?”
“Come? Non gli hai detto niente?” disse Tré, incredulo e divertito allo stesso tempo.
“Tré giuro che ti ammazzo se parli!” esclamò Billie.
“Oh andiamo Billie, potrebbe anche accettare eh”
“Accettare cosa?” mi intromisi io, evidentemente perplessa.
“Niente, lasciali stare”
“No, adesso me lo dite!” sbottai.
Tré e Mike si lanciarono uno sguardo. “A Billie non dispiacerebbe affatto se tu usassi la bocca per giocare un po’ col suo amichetto” mi spiegò Tré.
Io arrossì visibilmente e sgranai gli occhi.
“Sei un coglione!” urlò Billie, un tantino imbarazzato. “Mi avevi promesso che avresti tenuto quella bocca chiusa!”
“Perché non me lo hai detto?” gli domandai.
“Non voglio costringerti a fare nulla” fu la sua risposta pronta. “Devi volerlo, se no non fa niente”
Rimasi per alcuni istanti sovrappensiero.
“Che dici se andiamo a fare una doccia insieme?” dissi alla fine.
“Ma non l’abbiamo già fatta ieri sera?”
“Infatti è solo una scusa per poter soddisfare questo tuo desiderio, tesoro”
Billie spalancò gli occhi. “Sul serio?”
Annuì, sorridendo. “Andiamo..” lo presi per mano e me lo trascinai dietro, su per le scale.
“Buon divertimento!” urlò Tré, ridacchiando.
***
Quella sera il cielo, colorato di un intenso blu notte, era ricoperto da una miriade di stelle che luccicavano beate da lassù.
Billie era disteso sull’erba del nostro giardino, con la testa poggiata sulle mie gambe. Aveva gli occhi chiusi e un’espressione così rilassata. Io lo guardavo sorridendo, mentre con le mani accarezzavo i suoi nerissimi e arruffati capelli.
“Billie?” sussurrai.
“Mm..?”
“Lo sai che così finirai per addormentarti”
Sbadigliò e si strofinò gli occhi con le dita. Lo presi come un si.
“Vuoi che andiamo a letto?”
Scosse la testa. “No, restiamo ancora un altro po’”
“Va bene” risposi. Sostenni con le mani il peso del mio corpo ed alzai la testa al cielo, socchiudendo gli occhi. Soffiava un leggero e piacevole venticello quella sera, che scompigliava i miei capelli.
“Ricordi il primo bacio che ci siamo dati?” mi chiese Billie, all’improvviso, interrompendo quel silenzio che si era andato a creare. “Quando abbiamo giocato al gioco della bottiglia?”
“Certo che me lo ricordo” risposi, sorridendo al pensiero. “Come potrei dimenticarlo”
“Quel bacio mi è stato molto d’aiuto” mi raccontò.
Alzai un sopracciglio, perplessa. “Spiegati meglio”
“Con quel bacio ho capito che tu non saresti mai stata solo una sorella per me”
“A me invece quel bacio ha incasinato le idee” rivelai.
“Perché?” mi chiese alzandosi di poco e poggiandosi sui gomiti.
“Perché avevo paura di scoprire che per te provavo qualcosa che andava oltre quello che una sorella dovrebbe provare per suo fratello” le mie dita giocavano ancora con alcune ciocche dei suoi capelli.
“Quando hai capito di esserti innamorata di me?” dal suo tono di voce riuscì a percepire la sua infinita curiosità. Voleva conoscere più dettagli possibili.
“Quando hai dormito insieme a me, dopo che una delle tante puttane che vivono in questo paese aveva parlato male dei miei genitori” gli risposi semplicemente.
“Allora era per questo che mi evitavi” realizzò.
“Già. Avevo paura dei miei stessi sentimenti. Non volevo finire con l’innamorarmi del mio fratellastro, perché sapevo che se si fosse venuto a sapere sarebbe scoppiata la Terza Guerra Mondiale, come poi è successo”
Billie sospirò. “Non riesco ancora a perdonarmi il fatto di averti fatto soffrire in quel modo..” ammise. “Mi uccideva vederti in quello stato a causa mia. E stavo ancora peggio sapendo che non potevo fare niente. Volevo tanto dirti che era tutto falso, urlarti che ti amavo ancora, ma non potevo…” abbassò lo sguardo, dispiaciuto.
“Ehi, guardami” gli accarezzai i capelli. “È tutto passato, Billie. Non sentirti in colpa. Adesso sei qui con me” La sua mano scivolò lenta tra i miei capelli. “Ti amo” sussurrò.
“Ti amo” gli feci eco io, prima di ritrovarmi le sue labbra sulle mie.
Mi lasciò un breve ma dolce bacio, prima di sedersi al mio fianco. Mi poggiai sulla sua spalla, mentre le nostre mani si incrociavano l’un l’altra.
“Ti posso fare una domanda?” mormorai.
“Certo, dimmi”
“In questi due anni sei stato insieme a qualcun’altra?”
“Devo essere sincero?”
“Perché quante te ne sei fatte in mia assenza?”
“Scema, sono stato con una sola ragazza” mi raccontò, ridendo.
“Mm…” feci una smorfia, ingelosita. “Come si chiamava?”
“Silvia” rispose subito lui.
“Com’era? Descrivimela”
“Che per caso vuoi anche sapere il suo numero di cellulare, dove abita e quanti fratelli ha?” mi canzonò.
Mi misi a ridere “Dai sul serio, voglio sapere”
Roteò gli occhi al celo, sorridendo. “Alta, magra, bionda, occhi marroni a mandorla” lo guardai fisso negli occhi.
“Sei stati con una specie di top-model, Billie?” rise.
“Non era una storia seria, l’ho fatto più che altro per dimenticare te”
“E ci sei riuscito?”
“No” rispose. “Pensa che l’ho anche chiamata col tuo nome mentre eravamo a letto insieme”
Scoppiai a ridere. “No, non ci credo!” esclamai. “Billie ma che mi combini?!”
“Non l’ho mica fatto apposta!” si difese. “Pensavo a te in quel momento. Alla nostra prima volta e mi è venuto spontaneo dire il tuo nome”
“Tu non sei normale!” non riuscivo a smettere di ridere.
“Ah ti faccio ridere, eh? Adesso me la paghi”
Incominciò a farmi il solletico sulla pancia, e siccome io lo soffrivo molto caddi all’indietro e Billie su di me.
“Dai smettila! Billie ti prego, fa la finita!” lo supplicai con le lacrime agli occhi.
Mi tappò la bocca con una mano.”Ssh, non urlare o sveglierai tutti” io intanto avevo ricominciato a ridere, immaginando la faccia di quella povera ragazza nel momento in cui si è sentita chiamare con un altro nome.
“Hai deciso di ridermi in faccia per il resto della nottata?”
“Scusami, ma non ce la faccio proprio”
“Ti zittisco io, allora” mi ritrovai nuovamente ad assaporare il sapore delle sue morbide labbra.
Troppo presa dalla foga di quel meraviglioso bacio, gli morsi il labbro inferiore.
La sua bocca si staccò dalla mia con uno schiocco. Billie si poggiò sul mio petto, ed io lo strinsi tra le mie braccia.
“E comunque non ti ho raccontato quella cosa così che potessi prendermi in giro a vita” continuò, facendo il finto offeso.
“E perché allora?”
Puntò il suo sguardo nel mio. “Per dimostrarti che io non ti ho mai dimenticata. Che sei stata l’unica fra tante che è riuscita a farmi innamorare sul serio”
Sfoggiai un sorriso sincero, prima di riunire per l’ennesima volta le sue labbra alle mie.
Niente e nessuno ci avrebbe più separati. Eravamo una cosa sola, lo siamo sempre stati…
  
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