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Capitolo “Cappello Parlante”
Arrivarono
alle undici meno cinque davanti alla piattaforma
nove e tre quarti e la piccola Weasley guardava con
impazienza quel muro.
Erano arrivati in leggero ritardo, ce l’avrebbero comunque
fatta. Con
discrezione, lei, sua madre, Fred, George, Percy, Ron, Harry ed
Hermione e il
signor Weasley entrarono, uno alla volta (tranne Ginny che
entrò con sua madre,
essendo la sua prima volta), ritrovandosi davanti al treno che
aspettava che si
facesse l’orario giusto. Uno volta giunte le undici, salirono
sullo
scompartimento e la rossa decise di mettersi insieme al trio.
Hermione
si sedette accanto a lei, cingendole le spalle con il braccio e
sorridendole.
Era una tale brava ragazza, Ginny la stimava moltissimo. Era difficile
mettersi
nei guai e avere il massimo dei voti in tutte le materie
contemporaneamente.
«Sai»
sussurrò la ragazza del secondo anno «qui nessuno
di noi morde.» era da quella
mattina che la più piccola dei Weasley non spiccava parola.
Era così
elettrizzata da non riuscire a parlare, però la sua
elettrizzazione si
trasformò anche un po’ in paura.
«E
se non mi mettesse in Grifondoro?»
sussurrò con un filo di voce, a voce talmente bassa che
nemmeno Hermione la
capì. Ma Harry, che stava davanti a lei, sì.
«Non
sempre il Cappello ha ragione. Pensa che, secondo lui, io dovrei essere
un
Serpeverde.» disse, tentando di sembrare incoraggiante. Non
era bravo con le
ragazze. A malapena lo era con le persone del suo stesso sesso. Anche
per
questo tentava sempre di parlarle poco, non sapeva bene come trattarla
e Ginny
Weasley era la ragazza più timida che conosceva.
«Ma tu, Ginny, tu sei una
Grifondoro. Non puoi essere altro che una Grifondoro. Ti
dirò di più, sarai
l’orgoglio della nostra casa.» disse Harry e fu
certo di essere riuscito
davvero a portarle via un po’ di paura, lo capì
quando notò i dolci lineamenti
della ragazzina rilassarsi. Gli spuntò un dolce sorriso sul
volto, orgoglioso
di essere riuscito a tranquillizzarla.
«Grazie,
Harry» disse Ginny, sorridendo a sua volta.
Arrivarono
la sera stessa e Ginny, insieme agli altri ragazzi del primo anno, fu
scortata
da Hagrid fino alla scuola. Una volta entrati, ci furono tutti i
convenevoli. Si
presentarono le quattro case, si parlò piuttosto
generalmente della
meravigliosa storia di Hogwarts e, alla fine, si arrivò al
momento del Cappello
Parlante. La Weasley arrivò praticamente alla fine e si
avvicinò, titubante,
all’antico e malandato cappellone. Prese un respiro profondo
e poggiò l’enorme
copricapo sulla sua testa, ma con grande sorpresa, bastò
solo che l’oggetto
sfiorasse la sua chioma rosso fuoco per dare il verdetto. «Un’altra Weasley, eh? Non
c’è bisogno neanche di pensarci:
GRIFONDORO!»
quasi tutto il tavolo della casata color oro e rosso
scarlatto si alzò in
piedi ad applaudire. Ginny sorrise felice e, quasi correndo,
arrivò vicino al
trio. Fu rapita in un abbraccio stritolante di Hermione, che le
ricordò,
sussurrando all’orecchio, che l’avrebbe resa tra le
prime della classe. Ron
spostò l’amica, così da poter
abbracciare anche lui sua sorella. Harry invece
non si avvicinò, ma alzò i suoi pollici in su.
Questo bastò, anche se l’undicenne
avrebbe amato un suo abbraccio.
Il
banchetto d’inizio fu splendido, esattamente come se lo
immaginava. C’erano le
migliori pietanze e, più venivano mangiate, più
aumentavano. I suoi occhi si
illuminavano nel vedere quella magia, che per quanto potesse essere di
poco
conto, per lei era eccezionale.
«Sono
così felice» sussurrò quasi senza
accorgersene. Harry sorrise, ricordando il
suo stesso entusiasmo un anno prima. Sapeva che Ginny avrebbe fatto
grandi
cose, ne era più che convinto. Era una Weasley dopo tutto,
era brillante già
per questo. I suoi due fratelli maggiori che avevano finito di studiare
ad
Hogwarts, studiavano grandi cose dall’altra parte del mondo,
Percy era un
prefetto, Fred e George erano dei combina guai ma erano tra i migliori
combina
guai di Hogwarts, mentre Ron era come loro, però lo
caratterizzava il suo
grande coraggio. L’anno prima era disposto a sacrificarsi
solo per
salvaguardare Hogwarts ed Harry sapeva che in quella scelta,
c’era anche un po’
d’affetto nei confronti della sorella minore, che tanta
aspettava di poter
studiare magia.
Una
volta finito il banchetto, Percy accompagnò tutti i
Grifondoro nella loro Sala
Grande, rendendoli anche a conoscenza della nuova parola
d’ordine, che veniva
modificata di anno in anno. Preso dalla stanchezza, però,
Harry andò nel suo
dormitorio e si mise sotto le coperte, seguito da Ron. Non sembrava il
ritratto
della felicità, ma l’amico non ci diede troppo
peso pensando che fosse il sonno
che gli giocava brutti scherzi e si addormentò.
***
Lo so, non è esattamente il massimo, ma sono ancora agli inizi. Il prossimo capitolo tenterò di renderlo più interessante.
Però, lasciatemi qualche recensione, vi prego :c