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Autore: Menma__    18/10/2013    1 recensioni
Emily scopre di essere una strega dopo aver vissuto per 11 anni tra i babbani, passa ad Hogwarts sette anni facendo nascere nuove amicizie e qualcosa di più...
Compagna di corso del 'golden trio' ma con diverse peripezie, sarebbe come rileggere i romanzi sotto la prospettiva di una nata-babbana.
Questa fanfiction parla di tutti e sette gli anni scolastici di Emily.
Spero che vi piaccia e che continuiate a seguirla :)
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Angelina/George, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Fred aprì gli occhi e si trovò di fronte a due grandi smeraldi che lo guardavano.
-Buongiorno Weasley- la voce gentile che rimbombava leggermente nella stanza.
-Buongiorno principessa- e un grande sorriso affiorava sulle sue labbra al solo pensiero della notte precedente.
-George è sveglio?- chiese il ragazzo stiracchiandosi sul pavimento.
-Oh si, da un bel po’, sta cercando di aprire la porta di sotto.- spiegò lei.
-Va bene, provo a darci un’occhiata io- disse lui alzandosi.
L’osservatorio era totalmente diverso dalla sera prima, le farfalle erano scomparse e dalla cupola di sopra entrava un caldo sole mattutino che faceva quasi brillare il tappeto dorato.
Scesero entrambi al piano di sotto, anch’esso molto diverso dalla sera prima, le tende brillavano al sole e le lampade colorate appese al soffitto espandevano mille colori sui muri e sul tappeto.
-Ben svegliati, dormito bene?- chiese ironico e sorridente George alle prese con la porta.
-Benissimo, e tu? Ronfavi alla grande ieri sera- lo prese in giro Fred.
George si rivolse di nuovo concentrato verso la porta facendogli un verso.
-Come te la cavi? Serve aiuto?- continuò Fred.
-Magari, prova tu- concesse l’altro.
-Ok, ci provo io, voi andate a rimettere in ordine le vostre cose- ordinò Fred spostando George dalla porta.
-Certo capo- disse George andando con Emily nell’osservatorio.
Fred, una volta rimasto solo, pensò al contro incantesimo del Colloportus, che aveva utilizzato la sera prima per blindare la porta.
La soluzione gli venne quasi subito.
-Finite Incantatem- sussurrò puntando la bacchetta contro la porta.
Si trovò a pensare come aveva fatto a non pensarci George, forse non immaginava che qualcuno avesse fatto un incantesimo.
-Ehi ragazzi, venite, la porta è aperta- chiamò.
-ORA SPIEGAMI COME DIAVOLO HAI FATTO?! CI HO PROVATO PER TUTTA LA NOTTE.- urlò George dal piano di sopra.
-Bastava spingere - mentì Fred.
George, tutto imbronciato e arrabbiato raggiunse Fred con Emily e uscì silenziosamente seguito dagli altri.
Sgattaiolarono veloci e furtivi fino al quadro della signora grassa che, dopo un po’ di storie li fece entrare.
Si salutarono in fretta e si diressero ognuno in camera propria per non farsi scoprire svegli e destare sospetti.
Dopo una mezzoretta circa le compagne di stanza di Emily si svegliarono e si prepararono per andare a lezione, così fece anche Emily anche se più assonnata.
Le lezioni passarono senza problemi e nessuno sospettò nulla.
Alla fine delle lezioni i tre si rincontrarono nella Sala Grande.
-Ti hanno fatto domande strane?- chiese sospettoso George a Emily.
-No, niente di niente e a voi?-
-Neanche a noi, non sospettano niente grazie alla nostra immensa genialità- disse Fred gonfiando il petto.
-Ah Emily, tra qualche giorno ci sarà la prima partita di Quidditch della stagione, quindi la prima che vedrai no?-
-Già, voi fate parte della squadra vero?- chiese la ragazza interessata.
-Si, siamo i battitori, mi raccomando, tieni gli occhi fissi su di noi, chiaro?- chiese George con aria minacciosa.
-Va bene, ci tenete così tanto ad essere osservati mentre fate una figuraccia?- chiese sorridendo furba lei.
-Dipende SE facciamo una figuraccia, io non ci conterei.- rispose Fred facendole un occhiolino.
 
Fred e George si allenarono molto durante i giorni prima della partita e dato che non potevano stare insieme, Emily li andava a vedere tutti i giorni mentre facevano gli allenamenti.
Erano veloci e svegli, riuscivano senza problemi ad individuare i bolidi e a lanciarli via dai giocatori della loro stessa squadra, essendo gemelli, tra l’altro, si intendevano senza problemi e senza parlare per cui erano perfettamente coordinati.
Emily li guardava stupita dagli spalti, lei non andava ancora sulla scopa se non durante le lezioni di volo e si ritrovò a pensare a come sarebbe stato volare sulla scopa con Fred.
Resasi conto dei suoi pensieri li scacciò bruscamente scuotendo il capo e diventando paonazza.
Guardò di nuovo verso i gemelli e vide George scansare un bolide da Harry e Fred, poco distante, mandava via l’altro da Angelina Johnson. Già… Angelina Johnson.
Era sempre intorno ai gemelli quando poteva, cosa che ovviamente faceva irritare parecchio Emily, mostrava soprattutto una certa preferenza per Fred il che rendeva gelosa marcia la ragazza, la cosa peggiore era che loro non la scacciavano via, e perché avrebbero dovuto in fondo, non faceva niente di male se non chiacchierare amichevolmente con i suoi battitori.
La squadra dei Grifondoro planò e atterrò tutta.
Emily scese dagli spalti insieme ad un altro paio di ragazzi che erano andati a vedere gli allenamenti.
-Ah ecco la nostra fan numero uno- disse sorridendo Fred avvicinandosi ad Emily.
-Cosa te lo fa pensare Weasley?- chiese lei divertita.
-Beh mi pare ovvio, io e lui siamo i più sexy qui, chi altro potresti essere venuta a vedere- spiegò George facendo un occhiolino.
-Vi sbagliate, io sono qui per Harry- cominciò lei fingendo un’aria d’importanza.
Il ragazzo occhialuto parve a disagio ma sorrideva timidamente, erano alcuni dei suoi primi allenamenti e in genere si teneva fuori dai riflettori.
 -Quindi ora me lo porto via se non dispiace- continuò lei divertita dallo sguardo imbarazzato del ragazzo e quello interdetto dei gemelli, andò da Harry e lo prese sottobraccio per poi dirigersi verso gli spogliatoi.
Sentiva il resto della squadra ridere mentre i gemelli sparavano scuse.
Arrivati davanti agli spogliatoi Emily lasciò il braccio di Harry.
-Scusa ma volevo mettere i gemelli in una situazione imbarazzante- si girò verso i gemelli, entrambi con il volto ormai paonazzo –ed è andata proprio come avevo immaginato- concluse con un sorriso soddisfatto.
-Nessun problema, forse avrei dovuto stare un po’ più al gioco ma mi hai preso alla sprovvista…- cercò di scusarsi lui.
-Ma no, non ti preoccupare, anzi credevo avessi detto che mentivo o cose del genere- disse lei mettendosi a ridere.
-Allora ti faccio cambiare, ora, ci vediamo in Sala Grande.- salutò infine lei allontanandosi.
 
Arrivò finalmente il gran giorno, la partita contro i Serpeverde era ormai arrivata.
-Agitati?- chiese Emily ai gemelli.
-Nient’affatto, anzi, siamo elettrizzati!- disse euforico Fred.
-Dobbiamo andare a prendere le scope in camera, vieni anche tu Emily?- chiese George.
Si avviarono verso la Sala Comune dei Grifondoro e, appena entrati attraverso il quadro, un grande coro accolse i gemelli.
Tutti i ragazzi davano incitamento sia a loro sia a tutto il resto della squadra stipata lì dentro.
-Weasley, prendete le scope e raggiungeteci al campo- ordinò Baston.
Fred e George fecero un cenno con la mano e si diressero verso la loro camera, davanti alle scale che portavano ai dormitori maschili, Emily si bloccò.
-Emily, perché ti sei fermata?- chiese perplesso Fred rivolto verso di lei.
-Non posso entrare nel vostro dormitorio, prendete le scope, io vi aspetto qui.-
-Ma che dici, guarda che puoi venire, siamo noi che non possiamo entrare nei vostri dormitori, dai muoviti che facciamo tardi.- la convinse George tirandola per un braccio finché lei non acconsentì.
La camera dei gemelli era la descrizione della parola ‘disordine’, la condividevano con Lee Jordan e altri due ragazzi che Emily non conosceva ma in quel momento era vuota.
Il pavimento era ricoperto di vestiti e fuochi d’artificio.
-Ti piace la nostra stanza? Non la trovi una meraviglia?- disse ironico George.
-Oh si, pulita e ordinata- rispose lei tenendo schifata una calzino con la punta delle dita.
Afferrarono le loro scope e si diressero in fretta giù per le scale, fuori dalla Sala Comune e al campo di Quidditch.
-Io vado sugli spalti, in bocca al lupo- augurò Emily sorridente ai gemelli.
-Perché dovremmo essere divorati da un lupo?- chiese perplesso George.
-No, è un modo di dire babbano… vabbè lasciamo perdere, buona fortuna- disse sorridendo lei abbracciandoli.
Una volta salutati e abbracciati entrambi i gemelli, Emily si diresse di corsa verso gli spalti.
-Emily, vieni, ti ho tenuto il posto- un ragazzino rotondetto e sorridente si stava sbracciando nella direzione di Emily.
-Ah, grazie mille Neville- lo ringraziò lei avvicinandosi e sedendosi accanto al ragazzo.
 
Ci fu il fischio d’inizio e la Pluffa, i Bolidi e il Boccino vennero liberati.
Emily era interessata solo ai gemelli Weasley e li continuò a guardare per tutta la partita.
Esattamente come nelle prove erano veloci e coordinati.
 
Fred sfrecciava veloce individuando i Bolidi e sbattendoli addosso agli avversari.
Aveva un leggero prurito alla nuca, si sentiva osservato.
In teoria era ovvio che si sentisse osservato, tutta la scuola guardava lui, la sua squadra e i Serpeverde.
Si voltò verso gli spalti e, tra gli altri, notò immediatamente due grandi occhi verde smeraldo.
C’erano tantissime persone stipate sugli spalti ma il suo sguardo risaltava maggiormente.
Harry volava lì vicino cercando di afferrare il Boccino e George deviava un bolide nella direzione del Cercatore Serpeverde.
Era lì, imbambolato come un deficiente, fermo a guardarla.
D’improvviso gli occhi verde smeraldo scomparvero, Emily si era voltata verso Neville e ora non lo guardava più.
Un velo di oppressione gli calò sullo stomaco, si sentiva quasi perso, cominciò a volare a caso per attirare l’attenzione.
Finalmente gli occhi verdi furono di nuovo su di lui e dopo poco si fermò.
Fermo a mezz’aria non si accorse del Bolide che si stava avvicinando pericolosamente a lui. Deviò. Era davanti a Fred.
Uno schianto, un rumore di legno che si piega e si rompe e un tonfo.
Fred era allungato tra l’erba del campo di Quidditch, privo di sensi.
 
Fred riaprì lentamente gli occhi.
Due figure sfocate erano chine su di lui.
Quando riuscì a mettere a fuoco le cose che aveva intorno si rese conto che erano Emily e George.
-Ah, Fred, meno male che stai bene, ci hai fatto preoccupare, è parecchio che sei svenuto. Prima c’erano anche Harry, Ron, Hermione, Neville, la nostra squadra e qualche altro ragazzino.- disse George.
Aveva la voce incrinata, sembrava sull’orlo delle lacrime. Aveva un’espressione spenta e preoccupata, sembrava avere venti anni di più.
Si voltò verso Emily e si accorse che era nella stessa situazione.
-Davvero credete di potervi liberare di me così facilmente? Ah no! Non v’illudete- li tranquillizzò Fred sorridendo.
Si sentiva intorpidito, provò a stiracchiarsi ma delle dolorose fitte si cominciarono a far sentire, non riuscì a trattenere una smorfia di dolore.
-Che c’è? Che hai fatto? Cosa ti fa male?- chiese preoccupata Emily.
-Ehi Ehi, tranquilli, sto bene.- disse lui riallungandosi.
-George, se vuoi puoi andare da Lee, è venuto parecchio tempo fa e diceva che era urgente… resto io qui- affermò Emily voltandosi verso George.
-Ah si, allora io vado, Fred poi ritorno- salutò George allontanandosi.
Fred e Emily erano rimasti soli.
-Raccontami un po’ cosa mi è successo- chiese Fred.
-Beh, tu eri fermo in mezzo al campo e… il bolide ti ha colpito, allo stomaco, tu sei caduto così hanno bloccato per un po’ la partita e ti hanno portato in infermeria- spiegò lei.
-Abbiamo vinto?- chiese ancora.
-Oh si, Harry ha preso il boccino, anzi lo stava per ingoiare- rispose lei sorridendo.
-Allora ricordami di ringraziarlo!-
Rimasero per un po’ in silenzio.
-Allora come ti senti?- chiese di nuovo lei.
-Diciamo abbastanza bene, solo  lo stomaco e le gambe mi fanno male-
-Sei messo abbastanza bene allora, Madama Chips ha detto che non è niente di grave e che ti dimetteranno fra qualche giorno.-
 
-Emily, hai i capelli arancioni!- disse Fred stupito dopo qualche tempo.
-Non proprio, sono color caramello, molti li scambiano per arancioni però- affermò lei.
-Sono belli, sono leggermente più chiari dei miei, potrebbero scambiarci per fratelli!- disse lui prendendole una ciocca tra le dita e sorridendo.
-Grazie…- sussurrò lei in risposta arrossendo.
 
Fred si era addormentato. Emily era rimasta accanto a lui.
Si guardò la mano e vide che Fred si era addormentato stringendogliela.
Un sorriso affiorò sulle sue labbra.
Lo guardò dormire e si chiese come mai era rimasto fermo nel bel mezzo del campo.
La sua scopa era appoggiata alla parete lì accanto, si era rotta con lo schianto ma era stata riparata dalla McGranitt mentre Fred veniva portato in infermeria, non glielo aveva detto per non farlo preoccupare ma gliene avrebbe parlato appena sveglio, in fin dei conti era come se non fosse successo nulla essendo tornata come nuova.
Tornò a guardare lui e ripensò alle ultime cose che aveva detto.
Sembravano davvero fratelli? Non ne era certa.
Lo trovava molto bello, altroché, ma a lui piaceva Angelina, era inutile e stupido immischiarsi no?
Provava un astio quasi indescrivibile nei confronti di quella ragazza, anche se lei non c’entrava niente.
“Non è nulla di ufficiale” pensò. “Magari mi sbaglio…”
Lo guardò dormire e si chiese quanto fosse fortunata ad averlo conosciuto. Ad averLI conosciuti. Lei teneva tantissimo anche a George anche se in modo diverso.
Notò solo in quel momento l’orologio appeso sopra un letto poco distante da quello di Fred, segnava le 20:30, era quasi ora di cena e lei stava morendo di fame avendo mangiato solo a colazione.
Non voleva lasciarlo lì ma rischiava di venire ricoverata anche lei se non fosse andata in Sala Grande.
Si alzò e posò un leggero bacio sulla guancia di Fred.
Si voltò e vide che l’infermeria era vuota, si morse un labbro, guardò ancora Fred e gli diede un bacio sulle labbra, velocemente, per paura di essere vista. Sorrise e corse subito in Sala Grande a cenare.
Alla faccia di Angelina Johnson.
  
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