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Autore: LyraB    19/10/2013    0 recensioni
Giorgia ha ventisei anni, è carina e intraprendente e ha trovato lavoro nella città dei suoi sogni: Roma. A Roma appartiene il suo presente, fatto di lavoro nell'ufficio cultura della città e dell'amore di Simone. All'improvviso, però, il mondo di Giorgia si capovolge. Simone la lascia sola e il suo capo le propone di volare alle porte di Milano, dove c'è bisogno di lei per una mostra. La voglia di cambiare aria e di rivedere Elisabetta, l'amica di sempre, la convinceranno a tornare nei posti della sua adolescenza. Dove, tra dipinti e affascinanti assistenti, dovrà affrontare segreti, bugie e inaspettate sorprese.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ritorno



L'aeroporto di Fiumicino era gremito di persone nonostante l'ora tarda. La gente andava e veniva, la folla si avviava verso i banchi dei check-in o ai cancelli scivolando quasi in silenzio sui pavimenti lucidi.
L'aereo proveniente da Beica aveva fatto quasi quattro ore di ritardo e Giorgia era appoggiata alla balaustra davanti all'uscita sbadigliando sempre di più ogni ora che passava.
Non aveva quasi dormito, al pensiero di chi avrebbe riabbracciato quel giorno, dopo tre lunghissimi anni… ma in quel momento la stanchezza aveva sopraffatto perfino l'emozione ed era certa che, se non fosse rimasta in piedi, si sarebbe addormentata miseramente su una delle sedioline metalliche della sala d'attesa, perdendo il tanto amato appuntamento.
Si era sfregata violentemente gli occhi e quando aveva ripreso la vista si era accorta di una tazza di cartone colma di caffè proprio davanti a lei.
- Mi sa che ti ci vuole proprio un po' di caffeina. - Disse Tommaso con un sorriso malizioso.
- Non sono fatta per stare sveglia così tanto. -
Un sorso al caffè e la bevanda calda e amara lungo la gola la fece riprendere un po', abbastanza da rendersi conto che la voce metallica dello speaker aveva annunciato finalmente l'atterraggio del volo che stavano aspettando.
Pochi minuti più tardi i primi viaggiatori iniziarono a defluire dall'uscita e Giorgia si mise più dritta, sistemando golfino e capelli specchiandosi nelle porte a vetri.
- Ehi, non pensavo che saresti stata nervosa! -
- Non sono nervosa! - Replicò Giorgia.
- Sicura? -
Per tutta riposta la ragazza gli diede una gran gomitata nelle costole, ma poi gli lanciò un sorriso.
Al suo ritorno da Monza non si era accorta di quanto Tommaso le mancasse fino alla mattina in cui il suono del campanello l'aveva buttata giù dal letto. Scalza, spettinata e in pigiama andò ad aprire e si ritrovò davanti Tommaso e le sue valigie, assieme alla richiesta di avere un po' di ospitalità perché si era appena trasferito a Roma.
Da allora vivevano assieme in una casa disordinatissima, coloratissima e spesso decisamente rumorosa, visto che i bisticci tra loro erano all'ordine del giorno. Bisticci che finivano sempre con una dichiarazione di pace eterna e duratura… fino al battibecco successivo.
Ma, discussioni o meno, Giorgia sapeva che Tommaso era esattamente quello che mancava alla sua vita perché fosse perfetta. E a sentire lui pareva che fosse reciproco.
In quel momento, Tommaso fece cenno a Giorgia di guardare verso la porta degli arrivi.
Quando la ragazza si voltò, quasi non riconobbe la giovane donna bionda vestita di rosa che si era fermata vicino a loroo. Per un lungo momento rimasero immobili a guardarsi, poi Elisabetta le sorrise e Giorgia corse verso di lei, abbracciandola come non si erano mai abbracciate prima.
Erano passati tre anni dal loro ultimo incontro a Monza e nonostante le telefonate e le mail Giorgia era felice di poter riavere la sua migliore amica vicino.
- Sei bellissima! - Le disse allegramente.
- Anche tu. - Replicò Elisabetta, ravviandosi la frangetta con un dito e sorridendole, gettandosi un'occhiata nervosa alle spalle.
Fu solo in quel momento che Giorgia si rese conto che la sua amica non era da sola: alle sue spalle, con una valigia in mano e l'aria sana e abbronzata di chi non passava più tutte le sue ore in un ufficio c'era un uomo. E non un uomo qualunque: era Cristiano.
Giorgia guardò prima Elisabetta, poi Cristiano e poi di nuovo Elisabetta.
- E lui cosa ci fa qui? - Esclamò.
- È venuto a trovarmi per Natale. - Disse Elisabetta, arrossendo. - E non è ritornato. -
Allungò una mano verso di lui e Cristiano la strinse con un sorriso.
Giorgia era ancora a bocca aperta e Tommaso le si avvicinò passandole un braccio attorno alle spalle.
- Modera il tuo stupore, tesoro. Credo ti si stia slogando la mascella. -
- Si slogherebbe anche a te si ti ritrovassi davanti l'ultima persona che pensavi di vedere! - Esclamò Giorgia. - Al confronto la nostra notizia è veramente una sciocchezza! -
- Notizia? Quale notizia? -
- Le ho chiesto di sposarmi. - Replicò Tommaso con un sorriso. - E mi ha risposto di sì. Beh, in realtà mi ha detto più o meno “ommioddiosantocielooggesù”, ma il significato credo fosse lo stesso. -
- Quindi adesso mi ritrovo a gestire il mio lavoro, un fidanzato pasticcione, disordinato e assolutamente incapace di vivere da solo e i preparativi per un matrimonio. -
- Aha, allora era per questo che continuavi a chiedermi di tornare il prima possibile! - Esclamò Elisabetta. - Hai bisogno di qualcuno su cui scaricare l'ansia dei preparativi! -
Giorgia le sorrise, prima di rispondere.
La proposta di Tommaso era caduta come un fulmine a ciel sereno, durante una innocente discussione sul futuro durante una passeggiata. Per poco non era caduta nel Tevere per lo stupore, ma alla fine aveva accettato. Non ci aveva nemmeno dovuto pensare molto, sapeva che era la cosa giusta da fare.
Quando si era resa conto di quello che aveva deciso, però, si era sentita sommergere dalla paura. Paura a cui aveva deciso di non arrendersi, ma di sconfiggere. E allora aveva chiamato Elisabetta e le aveva chiesto con insistenza di tornare, di rivedersi finalmente.
Vederla davanti a sé, con le guance abbronzate, il sorriso sincero e gli occhi finalmente pieni d'amore le faceva capire che avere coraggio era veramente la cosa giusta da fare.
- No, Elie. Ho bisogno del nostro Tocco Magico. -






















Ed ecco qui, il finale della storia.
Dedicata come sempre alla mia meravigliosa Fra,
con l'augurio che tutti i suoi sogni si realizzino.
E ovviamente auguro lo stesso a chiunque abbia trovato tempo e voglia di leggere questa storia.

Bacibaci
Flora

   
 
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