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Autore: Lelahel    20/10/2013    6 recensioni
Chicago, 1923
"La Leonessa"
È con questo nome che la giovanissima cantante April Ford è conosciuta nella città di Chicago.
"L'Ibrido"
È con questo nome che è conosciuto il temuto e potente vampiro Niklaus.
Due persone completamente diverse, nella loro natura e nella loro personalità, ma le cui vite saranno destinate a incrociarsi proprio in una notte di fine estate, nella città di Chicago.
Il fuoco e il ghiaccio davvero non hanno nulla in comune?
[Dalla storia]
"Possibile che dove la notte è più buia ci sia tu?"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katherine, Pierce, Klaus, Nuovo, personaggio, Rebekah, Mikaelson, Stefan, Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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http://www.youtube.com/watch?v=B8UeeIAJ0a0

-Capitolo 15: When everything is made to be broken, i just want you to know who i am-

And I'd give up forever to touch you
'Cause I know that you feel me somehow
You're the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want to go home right now

And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
'Cause sooner or later it's over
I just don't want to miss you tonight

And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am

(Iris by Goo Goo Dolls)

Quando se la ritrovò di fronte, April sentì gli occhi pizzicarle per la commozione.

Giurò di non aver mai visto uno spettacolo ricco di cotanta bellezza inanzi al suo sguardo, avvertì un brivido di gioia attraversale il cuore e venne pervasa da quell'insana felicità che si prova quando si piange per gioia.

Parigi.

Il desiderio di visitare la città dell'amore e delle luci era insito in lei fin da bambina, quando sua madre le raccontò di un viaggio fatto nel corso della sua infanzia, ma April mai e poi mai avrebbe creduto che quel sogno potesse divenire realtà. Perché aveva rinunciato a sognare dopo la morte dei suoi, perché aveva riposto tutte quelle vane e irreali speranze dentro un cassetto, perché perdendo quei sogni aveva perso anche se stessa.

Poi Klaus l'aveva ritrovata.

Mi chiedo cosa tu possa trovarci di così bello in quell'ammasso di ferraglia...” Klaus, il finto e cinico artista accanto a lei, guardava la torre Eiffel con la stessa espressione con cui si guarderebbe il nulla. “Scommetto che nel giro di qualche anno cadrà giù in mille pezzi.”

April chiuse gli occhi e si lasciò andare a un sorriso innocente, che Klaus non poté evitarsi di rimirare con dolcezza. “Se ti fa così ribrezzo, potevi portarmi ovunque e non qui.” gli ricordò.

Klaus emise un sonoro sospiro e tornò a guardare la torre; quella divideva in due il pallido sole che brillava nell'immenso azzurro del cielo. Attorno a loro non vi era nessuno, eccetto un caldo e avvolgente silenzio che rese quello spettacolo magnifico unicamente loro.

Tu mi hai chiesto di venire qui.” le disse.

April lo guardò con un sorriso carico di gioia. “Ma io non ti ho detto nulla, e lo sai. Sei tu che hai voluto violare il mio pensiero.”

Violare è una parola grossa. Sei tu che non volevi dirmi dove diavolo volessi andare.” Klaus si ostinava ad avere la ragione dalla sua parte, e quindi continuò a perseverare nella sua convinzione.

April però trovò il suo comportamento particolarmente divertente. Gli gettò le braccia al collo, in un gesto affettuoso ma non si aspettò che lui ricambiasse. Bastò vedere gli occhi di Klaus insinuarsi nei suoi per capire che il suo atteggiamento, in qualche modo, lo rendeva felice, malgrado non fosse solito lasciarsi andare a gesti di vero e proprio affetto.

E dai, non fare il solito cinico!” gli disse, pronunciando quelle parole a un centimetro dalle sua labbra.

Malgrado il suo grande autocontrollo, Klaus non smetteva di guardargliele con desiderio.

Essere me stesso è essere cinico, April.” le rispose, piegando la testa da un lato. Venne tentato dall'accarezzarle il viso, ma si trattenne quando si rese conto che quel gesto avrebbe esternato troppa dolcezza da parte sua. “E tu dovresti smetterla di essere sempre così espansiva....”

Con un blocco di ghiaccio come te io sarò sempre fuoco.” Lo interruppe April, stranamente divertita. Gli baciò dolcemente le labbra, facendo aderire le loro bocche e assaporando quel contatto intimo. Strinse ancora di più le braccia al collo di Klaus, sentendolo rilassarsi sempre più sotto il suo corpo e sorrise, quando lui, forse involontariamente, si concesse sempre più a quel bacio. La mano di lui salì ad accarezzarle la nuca, a stringerle qualche ciuffo dei suoi capelli, mentre il fuoco divampava tra i loro corpi e le loro labbra.

Klaus?”

Mmm?”

I due si separarono di qualche millimetro, intenti a riprendere da dove avevano appena lasciato, non appena le parole si sarebbero esaurite e i loro baci sarebbero stati tutto quello che restava loro.

Dov'è il dolore?”

* * * * * * * * * * * * * * * * * * *

Rebekah non poté fare altro che restarsene seduta ai piedi di quel letto e ascoltare ogni cosa.

Come una bambina immersa nei propri pensieri, ella teneva lo sguardo basso e le gambe distese sul pavimento, battendo di tanto in tanto la punta del tacco verso il basso, tanto per ammazzare il tempo.

C'era anche Stefan con lei, ma era come se entrambi fossero soli.

Nessuna parola violava il silenzio, nessun contatto lasciava loro intendere che non fossero tali, nessuno sguardo li univa o allontanava. Entrambi sembravano aver rivolto la loro attenzione verso altro, verso qualcosa che risiedeva dietro la porta a pochi passi da loro.

È arrivato il momento.” Stefan pronunciò quelle parole senza sentimento, ostentando una freddezza che quasi costrinse la bella vampira a violare la propria rigidità per voltarsi verso di lui e fulminarlo con lo sguardo. “Ormai siamo al punto di non ritorno.”

Scese di nuovo il silenzio; Stefan abbassò lo sguardo, mentre Rebekah fissò lo spiraglio di luce che s'intravedeva dalla porta davanti a loro. Una parte di lei era quasi curiosa di scoprire a che spettacolo sarebbe andata incontro una volta varcata quella soglia.

È passata più di una settimana. Dovevamo aspettarcelo.” disse la ragazza.

E dovrebbe interessarci? Perché siamo qui? Klaus sa cavarsela da solo e lei se l'è cercata.”

Rebekah restò in silenzio, intenzionata a non rispondere ancora, almeno per il momento.

Nessuno ci ha obbligato a restare qui.” continuò il vampiro.

Io sono rimasta perché non ho niente di meglio da fare. Tu, piuttosto, non sei obbligato.”

Scese di nuovo il silenzio, e quando entrambi avvertirono il suono di un flebile respiro e di parole sussurrate, furono anche i loro, di respiri di morte, ad arrestarsi.

Stefan si passò una mano tra i capelli coperti di gel e portò la propria attenzione verso la finestra accanto a sé, dove il buio della notte avvolgeva il cielo nel suo freddo manto. Si aspettava delle spiegazioni da lei, spiegazioni che non gli importava chiedere, ma che avrebbe atteso gli avesse dato la vampira di sua spontanea volontà. Da parte sua Rebekah, invece, manteneva quel riserbo e quell'orgoglio che era solita conservare quando provava timore nell'esternare quello che aveva dentro.

Sai perché....non le sono saltata al collo per dissanguarla?” gli domandò, senza però pretendere che lui le donasse una risposta soddisfacente e seria, sopratutto quando si parlava di sangue e si evocava l'immagine del cadavere di una ragazza.

Stefan ridacchiò. “Questa bella scena sarebbe stata davvero...eccitante.” disse, e Rebekah sentì i suoi occhi carichi di lussuria posarsi sulle sue spalle. Non provò comunque quei brividi ghiacciati che le scorrevano lungo la schiena ogni volta che lui la guardava con desiderio, perché i suoi pensieri si erano fermati altrove.

Tra pochi minuti April sarà morta.” Rebekah parlò con voce incolore, alzando lievemente le spalle e socchiudendo lo sguardo. “La sua giovane vita umana sta giungendo al termine mentre noi, vecchie anime con indosso un vestito di carne, vivremo per sempre. Mi chiedo se questo sia giusto.”

È lei che ha rifiutato di farsi trasformare, Rebekah, e lo ribadirò fino all'infinito.” Stefan parlò con voce quasi rabbiosa, cosa a cui cercò di rimediare nel momento esatto in cui la vampira originale si voltò a guardarlo.

Egli deglutì, per poi riprendere il discorso una volta che la sua umanità tornò al proprio posto.

Avrebbe potuto benissimo essere come siamo noi, ma non ha voluto.”

Ma a te non sarebbe piaciuto?”

Cosa?”

Morire da umano.”

Stefan non rispose; guardò gli occhi profondi e ipnotici di Rebekah, la quale pendeva dalla sue labbra e dalla risposta che esse le avrebbero donato. Il vampiro abbassò gli occhi. “Entrambi siamo morti da umani, Rebekah. È solo che poi siamo tornati alla vita.” rispose.

La bionda scosse la testa; come si era aspettata, la risposta non la soddisfò minimamente. Tornò a guardare davanti a sé; i sussurri si fecero sempre più rari e lontani. “Quelli che sono tornati non erano gli stessi che se ne sono andati, Stefan.” rispose solamente.

Stefan ebbe la decenza di non aggiungere altro e la ragazza strinse i pugni sulle ginocchia, ricordando il momento esatto in cui un intenso dolore le si era insinuati tra i visceri, portando in seguito a una sensazione di gelo perenne in tutto il corpo, e poi il nulla, la morte.

Trattenne il fiato, provando di nuovo pietà e rammarico per il destino di April.

Sai, Stefan...io ho quattro fratelli. Ma da umana avevo anche un fratello e una sorella più piccoli.” iniziò a raccontare, stringendo i pugni con più fermezza sopra il tessuto del vestito. Stefan osservò le nocche della ragazza farsi sempre più bianche, mentre le unghie s'insinuavano sempre di più dentro i palmi. Quasi lei volesse sanguinare per ricordare a se stessa che era viva.*

Mia sorella si ammalò quando aveva solo dodici anni. Un male simile a quello che ha colpito April, solo che allora non c'era un nome scientifico per definire il tipo di patologia. Così come non c'erano cure al riguardo. Ricordò ch'ella dimagrì fino a diventare pelle e ossa e morì dopo mesi e mesi di agonia.”

Stefan abbassò lo sguardo.

Comprese così per quale motivo Rebekah, spesso, aveva tutelato in tutti i modi April Ford.

Perché le ricordava la sorellina che aveva perduto secoli prima.

Perché la riportava a bramare l'umanità.

Come pensi che dimenticherà Nik questo ennesimo abbandono?” domandò la ragazza,cambiando discorso e immaginandosi il dolore che suo fratello avrebbe provato una volta che April se ne fosse andata per sempre. Anche se non lo dava a vedere, anche se non lo esternava a parole, era palese che si era affezionato parecchio alla ragazza, arrivando forse ad amarla davvero.

Si girò a guardare verso Stefan, quando avvertì che qualcosa in lui doveva essere cambiato. Infatti, il ragazzo aveva gli occhi smeraldini fissi sulla punta delle sue scarpe in pelle; sembrava quasi che stesse viaggiando in quegli spazi sconfinati che erano i suoi ricordi, trovandovi qualcosa che credeva non potesse più esserci.

Non è tanto difficile Rebekah. È una cosa che solo noi vampiri possiamo fare.” rispose, con voce ferma nonostante i suoi occhi gridavano tante, troppe cose. La guardò, ma Rebekah non afferrò subito il significato di quelle parole, visto che era troppo impegnata a immaginare sentimenti ed emozioni negli occhi del suo compagno.

Di cosa siamo capaci, a parte soffrire ed uccidere?” gli domandò.

Stefan abbassò di nuovo gli occhi; la mascella rigida e le palpebre socchiuse. “Basta focalizzarsi su tutto quello che può farci male...e spegnerlo. Del tutto.” disse. Rebekah allora intuì che, per un momento, quello che stava accadendo ad April e Niklaus aveva punzecchiato quella parte di Stefan Salvatore che era andata a farsi benedire anni prima, quando ebbe deciso di rinunciare a quanto di umano potesse esserci in lui, pur di abbracciare completamente la sua natura di vampiro.

Spegnere tutto? Così ci perderemo quanto di più bello ci possa essere nel mondo: l'umanità.” disse Rebekah, con un tono di voce soffuso, consapevole che forse anche Klaus li stava ascoltando, se non era troppo intento a contare gli ultimi battiti del cuore di April. Lei non aveva mai spento l'umanità e pensò di non poter mai essere capace di fare una cosa simile: si arrabbiava, uccideva, gridava, faceva tutto quello che di peggiore un essere umano potesse essere capace, ma provava emozioni, negative che fossero. Stefan invece non era altro che un involucro vuoto, riempito del nulla.

Il mondo ci porta solo sofferenza, Rebekah.” rispose ancora Stefan, ostentando ancora una volta freddezza. “Perché mai dovrei accendere qualcosa che potrebbe uccidermi, come sta succedendo a tuo fratello in questo momento?”

E, dette queste parole, il vampiro lasciò lentamente la stanza, lasciandosi seguire dallo sguardo di Rebekah. Lo sentì chiudersi la porta violentemente alle spalle, e fu allora che Rebekah capì che Stefan non stava parlando solo a lei, e non solo di Klaus: stava ricordando a se stesso l'umanità che aveva perduto.

* * * * * * * * * * * * ** * *

Questa è cattiveria. Pura cattiveria.”

La voce di April era ridotta a un flebile e impercettibile sussurro, che poteva essere ben confuso con il suono dell'aria che li circondava.

Per una volta che non sono stato cattivo, tu mi dici l'esatto contrario?” Klaus avvicinò le labbra all'orecchio sinistro, sfiorandole la pelle arrossata e accaldata. Sorrise dolcemente, accarezzandole i capelli con una mano e facendo sì che il corpo dell'esile ragazza si accoccolasse ancor di più sopra il suo petto. Come un cucciolo di cerbiatto, April tremava contro la sua gabbia toracica, sfiorandogli il mento con i capelli ad ogni movimento della testa. I loro corpi intrecciati erano avvolti dal calore delle lenzuola candide che ricoprivano il letto.

April però continuava a tremare, mantenendo però il proprio sorriso.

Roma, Londra, New York...e ora Parigi? Questo è un colpo grosso, lo sai?”

Klaus si sforzò di sorridere nella stessa maniera in cui lo stava facendo la ragazza, ma non gli riuscì. Lasciò scorrere le labbra lungo i capelli della ragazza, quasi volesse lasciarvi sopra dei baci, ma senza riuscire però a farlo per davvero. Si limitò ad annusare silenziosamente il dolce floreale profumo della ragazza, sentendolo spegnersi lentamente, insieme al cuore di April.

Hai detto che volevi vivere il più possibile prima di....” Non riuscì a continuare quella frase, malgrado il concetto della morte che arrivava e si portava via una vita umana era per lui una cosa nota. Ma aveva dimenticato cosa si potesse provare nel star per perdere qualcuno a cui si teneva. La presa attorno ai fianchi di April si fece più avvolgente. “Insomma, non avremmo avuto il tempo materiale per poter fare un vero e proprio viaggio.”

Sì, non potevano.

Per via della malattia incombente.

Per via di Mikael.

Era un miracolo che entrambi avessero deciso di concedere loro un altro po' del loro tempo da poter vivere insieme.

April non smetteva di tenere le labbra tese in un verso di puro sollievo, nonostante il volto pallido e madido di sudore, il tremore che scuoteva le sue deboli membra, la morte che le stava baciando le labbra e stava succhiando via la sua vita.

Ma perché, perché non la smetteva di sorridere?

Hai fatto molto più di qualsiasi uomo che abbia conosciuto durante tutta la mia vita.” gli rispose, chiudendo gli occhi e adagiando maggiormente la testa sul petto di Klaus.

Devo presupporre che tu ne abbia conosciuti tanti allora.”

Ma perché devi sempre rovinare tutto?”

Klaus e April scoppiarono a ridere insieme; la risata di lui a stento trattenuta, quella di lei libera e fiera. Ma le provocò un intenso dolore toracico che la costrinse a tossire ripetutamente. Il vampiro non poté fare a meno di restare immobile ad ascoltarla, sentendo che lei pian piano se ne stava ormai andando.

Quegli ultimi quattro giorni e mezzo, fatto di sogni e baci, erano passati più velocemente di quanto avrebbe mai pensato.

Avvertì una strana sensazione di vuoto a livello del cuore e della mente, quando iniziò a realizzare che era davvero sul punto di finire, tutto.

Comunque... grazie davvero Klaus, per tutto quello che hai fatto per me.” April pronunciò quelle parole con un debole sorriso sulle labbra, e nascondendo il palmo della mano macchiato del suo sangue alla vista del vampiro. Come se lui non avesse olfatto per poterne sentire l'odore, oppure non avesse la vista per vedere quella macchia sporcare involontariamente il lenzuolo su cui April adagiò la sua mano.

Siamo ancora in tempo per impedirlo April...posso ancora trasformarti.” le disse, con la disperazione di un uomo che vuole combattere il tempo.

April scosse la testa, smettendo di sorridere. “No, ho deciso oramai e lo sai.” disse, con voce cadenzata, di qualcuno che era sul punto di addormentarsi.

Un sonno eterno.

Klaus, sentendo che la risposta della ragazza aveva tardato ad arrivare, si sentì sovrastare da un senso di disperazione crescente. Tenne una mano sulla nuca della ragazza, e l'altra all'altezza del suo ventre.

Per...per favore, April.” Il vampiro tenne il tono di voce saldo, fermo, cercando di non lasciare trasparire il grande rammarico che pungeva sui suoi occhi. Non era da lui, e non voleva cambiare proprio in quel momento, visto che dalla sua forza dipendevano gli ultimi attimi di April.

Sentì il suono delle labbra della ragazza allargarsi in un sorriso.

Che fai, mi preghi adesso? Sappi che mi suona vagamente erotico, su questo letto.” gli disse, cercando di risollevargli il morale, malgrado quello fosse compito di Klaus.

Il vampiro si ritrovò a sorridere insieme a lei, mentre qualcosa premeva con forza sulle sue palpebre per uscire. Tirò la testa all'indietro, ricacciando indietro quella fastidiosa sensazione. “Vedo che non perdi mai la tua vena maliziosa, dolcezza.” le disse.

Attese che lei gli rispondesse, ma, eccetto il rumore del flebile respiro della ragazza, non arrivò nulla. Abbassò gli occhi su di lei, preso dal panico ch'ella si fosse spenta senza che lui se ne fosse accorto, e la sentì schioccare la lingua.

Niklaus?”

Uhm?”

April si morse il labbro, tenendo ancora gli occhi chiusi. “Klaus...credo che sia giunto il momento.” disse, con voce carica di dolore. Non fisico, ma di dolore dell'anima, di quell'anima che stava per essere strappata via alla vita di una giovane e bella donna che gli aveva cambiato la vita come nessuno aveva fatto da secoli.

Klaus non rispose, si morse il labbro e tenne gli occhi bassi sulla nuca di April. La luce delle numerose candele che illuminavano la loro stanza vennero per un istante mosse dai pifferi d'aria che entravano dalle finestre socchiuse. “Non ancora.”

Sì, invece.”

Ti ho detto non ancora!” Klaus parlò con rabbia, rendendosene conto solo successivamente. Strinse più forte April a sé, quasi stesse convincendosi che così facendo l'avrebbe tenuta per sempre accanto a sé. Venne tentato dal violare la promessa fatta, costringerla a bere il suo sangue e poi ucciderla nella maniera più indolore possibile, attendendo che poi tornasse alla vita.

Ma poi l'avrebbe perdonato?

Avrebbe accettato la nuova natura e l'avrebbe ringraziato?

No, per una volta Klaus si sentì in dovere di rispettare la decisione di qualcuno, anche se contro i suoi voleri. Perché, probabilmente, era la stessa cosa che Niklaus e i suoi fratelli avrebbero desiderato avere mille anni prima: la possibilità di scegliere.

Io..” Klaus affondò il viso tra i capelli di April. “Io non voglio...che te ne vada.”

Le sue parole vennero soffocate dal contatto tra le sue labbra e i lunghi capelli corvini della ragazza. La sentì più piccola ed esile tra le sue braccia, come se stesse trasformandosi in polvere ogni secondo che passava.

Ma chi te lo ha detto che me ne sto andando, Klaus? Io sono ancora qui...resterò sempre qui.” disse debolmente.

Oh per favore, risparmiami queste stronzate metafisiche!” Klaus avvolse le clavicole di April in un abbraccio stretto e tormentato. Malgrado bruciasse di rabbia, non riusciva a donare alla propria voce il giusto tono. “Tu verrai seppellita e il tuo corpo verrà divorato dai vermi giorno dopo giorno. Non resterà più nulla di te....”

Tu sai sempre come risollevare il morale, Nik.”

....e io non ti avrò più.”

April riaprì gli occhi per un attimo nell'udire quelle parole. Quelli, malgrado fossero stati sempre neri e penetranti, in quel momento sembravano tendenti all'azzurro. Volse lentamente lo sguardo verso Klaus, i cui occhi combattevano con l'incessante desiderio di piangere. Non le avrebbe mai mostrato quella debolezza, e non avrebbe mai voluto che lei la scoprisse proprio nel suo letto di morte.

Klaus?”

Solo, è così che vuoi lasciarmi, April?” le domandò.

È così che voglio lasciarmi pur di rispettare la tua volontà?

Sentiva ancora qualcosa premere per uscirgli da dentro mentre guardava il volto pallido e smorto di April. Quest'ultima, dopo qualche secondo di riflessione, allungò la mano verso il suo viso, e lo accarezzò con delicatezza, adottando forza nel farlo, pur di fronteggiare la debolezza che l'attanagliava.

Io mi sono innamorata di te, Klaus.” gli disse, e una lacrima scese solitaria lungo il suo viso. Le lacrime di lei erano segno di gran forza, poiché stava affrontando la morte con la paura, ma con il coraggio di andare comunque avanti.

Quelle che lui invece stava cercando inutilmente di trattenere era segno di una grande debolezza: quello di non volerla lasciare andare e di rimanere conseguentemente solo.

Quando si ama non si è mai soli.” April tirò su con il naso, un singhiozzò le morì in gola poiché troppo debole per uscire. “E nemmeno la morte può fare nulla in questo caso.”

Klaus le accarezzò la mano con la quale gli stava toccando il viso e mantenne un'espressione fredda e ferma, mentre lei lo guardava con occhi carichi di amorevolezza.

Però potresti dirmi anche tu che sei innamorato di me, o no? Una volta non basta.” lo provocò April.

Klaus abbozzò un sorriso. “E chi ti dice che io lo sia? Quello era solo un attimo di debolezza.”

Mi stai facendo venire dei dubbi, sai?”

Il vampiro non le diede modo di continuare: avvicinò le labbra a quelle di lei, e le diede un lungo, candido bacio che spinse entrambi a chiudere gli occhi per assaporare quel momento il più possibile. April tirò la testa all'indietro, lasciandosi cullare dalla sensazione di freddo formicolio sulla sua schiena, mentre Klaus le schiudeva lentamente le labbra, per rendere il contatto più intimo.

Sentiva il petto di lei alzarsi e abbassarsi sotto il suo, il cuore battere sotto il palmo della mano che lui le aveva posato sopra la camicia da notte.

Poi qualcosa mutò.

Un'improvvisa freddezza attraversò il corpo di April: le sue labbra, la sua carne...tutto si fece di ghiaccio.

Il suo respiro si era improvvisamente arrestato, il cuore aveva iniziato a battere con una lentezza quasi impercettibile, fino ad arrestarsi del tutto.

Klaus però non staccò le labbra da quelle di lei perché se un barlume di vita le fosse rimasto, lui non voleva abbandonarla. Voleva restarle accanto fino alla morte.

Le lacrime, poche ma dolorose, iniziarono a solcargli il viso, quando alzò il volto da quello di April e poté appurare con i suoi stessi occhi che la ragazza era appena morta.

Morta.

Morta.

Venne colto da un momento di disperazione, desideroso di urlare a gran gola tutto il dolore che lo attanagliava. Venne poi investito da un momento di rabbia, contro April, contro il mondo che gliel'aveva portata via e desiderò distruggere tutto e uccidere chiunque gli sbarrasse la strada.

Gettò la testa all'indietro, chiudendo gli occhi e sentendo qualcosa scattargli dentro. Quel dolore era troppo amplificato, troppo forte, troppo fastidioso, e lui non poté sopportarlo. Allontanò le mani dal corpo di April, ancora disteso in una posizione semi supina, con le labbra rosse schiuse nel loro ultimo bacio di addio, e fissò silenziosamente il soffitto.

Prese quella decisione in un secondo, quando la paura di non saper gestire quel dolore lancinante lo investì.

Lui non era April, non era capace di affrontare qualcosa di così oscuro con il suo coraggio.

Erano secoli che non si lasciava investire da sentimenti del genere, e non poteva permettersi il lusso di farlo proprio allora.

Chiuse gli occhi con maggiore decisione e un sorriso gli solcò le carnose labbra.

Spegnere tutto.

Era allietante il pensiero di poter sentire quel dolore fluire lontano da lui, dal suo corpo e dalla sua anima.

Spegnere tutto.

Lentamente fu proprio la sua anima ad andarsene, insieme a tutto quel dolore e quei desideri di sofferenza che avevano seguito la morte di April.

Una parte di sé gli diceva che non era la soluzione migliore da prendere, ma era l'unica che lo avrebbe fatto sopravvivere più facilmente. E lui voleva, doveva sopravvivere, no?

Abbassò gli occhi, quando sentì qualcosa scattargli dentro. Guardò il corpo privo di vita e provò un pizzicore all'altezza del petto, un qualcosa che durò solo per un secondo e che gli ricordò quello aveva provato solo qualche attimo prima. Ma fu tutta questione di un momento.

Aveva spento tutto.

E April se n'era andata per davvero.

Per sempre.

E con lei tutta la sofferenza che la sua morte gli aveva arrecato.

Sì, perché era la cosa migliore da fare.

Lei aveva assaporato la bellezza dell'umanità con lui e si era lasciata morire, e lui aveva semplicemente fatto lo stesso.

Ora anche lui se n'era andato.

* * * * * *

Stefan camminò per le strade di Chicago, con le mani dentro le tasche dei pantaloni e l'aria assente, di chi non aveva alcuna voglia di sopperire alla propria noia.

Non voleva uccidere.

Non voleva giocare.

Né tanto meno pensare.

Voleva solo camminare nel nulla, sperando di scacciare quel flebile fastidio che si era irradiato dentro il petto. Quanto era successo ad April e Klaus aveva scatenato qualcosa dentro di lui, qualcosa che Stefan non poteva spiegarsi, qualcosa che aveva assopito negli angoli più remoti del suo cuore dopo la morte di Katherine.

Perché anche lui l'aveva persa.

Perché anche lui sentiva che non l'avrebbe mai dimenticata.

Perché lui sentiva ancora di amarla e di odiare se stesso per non averla salvata in tempo.

Aveva scacciato qualsiasi emozione che il suo ricordo potesse procurargli, ma quelle erano prepotentemente tornate a farsi sentire quando aveva ascoltato i sussurri di Klaus e April.

Come pensi che Nik affronterà questo ennesimo abbandono?

Spegnendo tutto.

Ma era quella la risposta più giusta, visto che le emozioni sembravano poterti rincorre qualcuno ovunque andasse?

Si fermò di colpo, quando in fondo alla strada scorse un'ombra immobile, che pareva lo stesse osservando. Se era un ubriacone che aveva intenzione di attaccar briga, aveva scelto il momento sbagliatissimo. Stefan era irritato e avvertiva un certo languorino a livello dello stomaco; lo aveva ignorato fino ad allora poiché preso a filosofare su qualcosa che, invece, avrebbe dovuto subito spegnere, prima che lo investisse completamente.

Stefan s'inumidì le labbra; i suoi occhi si fecero completamente neri per la fame, la rabbia e la voglia di essere di nuovo se stesso, un vampiro affamato di sangue e morte. Ma quando la coltre di nebbia sembrò dileguarsi sotto la luce della luna, il ragazzo si fermò di colpo.

I suoi occhi si fecero sgranati, ma ripresero il loro naturale colorito verde foglia, mentre fissavano un paio di occhi cerulei nell'oscurità. La sua bocca rimase dischiusa in mute parole, mentre delle labbra si allargavano in un sorriso sereno, per via della sua presenza.

Damon se ne stava immobile nel buio, con le mani dentro le tasche dei pantaloni, gli occhi sempre vispi e profondi e un sorrisetto sulle labbra, un qualcosa che Stefan trovò odioso. Ma che gli ricordò tanto di quella vita che lui e suo fratello avevano vissuto insieme, memorie e ricordi che erano tornati a galla con la morte di April. E si ritrovò a nutrire nostalgia per quei tempi andati e rinnegati.

Si aspettò che il fratello gli dicesse qualcosa, che lo rimproverasse per i numerosi crimini commessi oppure che lo abbracciasse, dicendogli che gli era mancato e che sarebbe sempre stato suo fratello. Invece quello non disse nulla: restò immobile a fissarlo per qualche secondo, per poi muovere qualche passo all'indietro e allontanarsi definitivamente.

Stefan sbatté le palpebre più volte. Abbassò poi gli occhi, quando comprese il significato del gesto di Damon.

Lui voleva solo appurare che stesse bene.

Niente più.

Non voleva cambiarlo o portarlo via con sé, ma solo verificare che il suo fratellino fosse in vita.

Ed era bello, non essere davvero completamente soli.

Stefan sentì un sorriso sincero montargli sulle labbra, ma scosse poi la testa, quasi scottato dal tocco di tutte quelle emozioni positive in lui.

Meglio andare a mangiare.” disse, giusto per riprendere in mano il proprio ruolo.

Ma quando diede le spalle al punto in cui fino a poco prima si trovava Damon, non riuscì a non sorridere di nuovo.


*”you bleed just to know that you're alive” ho modificato questa frase della canzone, associandola alla condizione di Rebekah.


Abbelli! :D

Ok, siamo giunti alla fine di questa avventura, anche se in realtà manca il brevissimo epilogo conclusivo per scegliere la casella “completa” nella pubblicazione di questa storia...spero davvero che questo finale non abbia deluso nessuno e che sia stato emozionante come mi sarebbe piaciuto renderlo.

Finalmente abbiamo compreso il motivo per cui Rebekah ha mostrato così tanta affinità per April: è una motivazione che a molti potrebbe risultare banale e scontata, ma è stato un punto cardine per instaurare un rapporto tra queste due bellezze. Inoltre vorrei chiarire il motivo per cui Esther, essendo una strega, non abbia fatto nulla per guarire la figlia: ho deciso di fare così sulla base del fatto che le streghe non hanno il “diritto” di rovesciare l'equilibrio naturale delle cose, e la malattia è, purtroppo, una cosa molto naturale. Inoltre la morte di questa ipotetica sorella ha avuto luogo prima della faccenda di Henrik.

Passando ora a Stefan...a qualcuno ho detto che ci sarebbe stato un barlume di umanità in lui verso la fine della storia, ne siete stati soddisfatti? La scena Defan era d'obbligo per spiegare la presenza di Damon a Chicago. Io ho sempre apprezzato il loro rapporto (quando non era presente l'indecisione di Elena o la stronzaggine di Kath a separarli) e ho deciso di dare loro insieme un brevissimo spazio. Ho fatto sì che non ci fosse un vero e proprio contatto tra i due, ma solo dei semplici sguardi che rendessero entrambi di essere ancora fratelli e di non essere soli a quel mondo. Malgrado la lontananza, i dissapori, entrambi sanno che potranno sempre ritrovarsi.

Per quanto riguarda Klaus e April...beh, su loro non so che dire senza provare un groppo in gola. Chi mi conosce, e probabilmente anche voi che non mi conoscete direttamente, sa quanto io sia autocritica e raramente mi sento soddisfatta di quello che creo. Ma in questo caso mi sono davvero emozionata a scrivere di questi due...e spero che per voi sia stato lo stesso :')

Ok, la chiudo qui. La prossima settimana metterò davvero un punto a questa long, fornendo i giusti ringraziamenti a tutti. Molti di voi mi sono stati davvero vicini, hanno mostrato entusiasmo per questa storia e mi hanno fatto sorridere con le loro parole. Ringrazio anche tutti i lettori silenziosi che hanno speso tempo nel seguirmi. Ribadisco che ci sarà un vero e proprio ringraziamento nell'epilogo conclusivo e in cui, davvero, non saprei come mostrarvi la gratitudine che vi devo!

Ci rileggiamo la prossima volta e vi auguro di passare una buona serata!

Ciaoooo <3


Cosa non meno importante...il bellissimo banner a inizio capitolo è stato creato dalla bravissima Elle

https://www.facebook.com/pages/E-L-L-Es-stuff/723648977662054?fref=ts

È davvero bravissima, vi consiglio di visionare i suoi lavori perché meritano molto!


   
 
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