I
giorni passano e giù l'aria
torna cupa, i monumenti inviati da Capitol hanno riaperto le ferite non
ancora
guarite di tutti i cittadini di Panem.
Le
famiglie dei distretti sono
dovute tornare al lavoro, stanno cercando dividere le poche scorte
rimaste, in
modo che tutti abbiano la stessa quantità di cibo, e anche
se molti ci sono
abituati, avere lo stomaco vuoto rende sempre tutti più
tristi e nervosi.
Un
pomeriggio trovo Rue, con i
piedi immersi nel laghetto pronta a tuffarsi, quando lei si accorge
della mia
presenza, quasi imbarazzata abbassa il capo.
«Che
stai facendo?»
«Mia
sorella continua a chiedere
di me nel sonno, ho pensato che se i fiori possono scendere
giù.» Io la guardo
triste, e lei vedendo la mia espressione sbuffa seccata.
«So
che è stupido Prim! Ma volevo
provarci! Solo per accarezzarla mentre dormiva.» Io in un
primo momento rimango
seria, ma dopo scoppio a ridere ricordandomi di un fatto ovvio.
«Ma
se non sai nuotare!» Rue mi
guarda mettendo il broncio.
«Di
certo non posso morire di
nuovo affogata.»
«Spostati,
ci provo io.» Quando
sento l'acqua bagnarmi le dita dei piedi provo un senso di pace
assoluta, mi
tornano in mente i momenti passati al lago con Katniss e mio padre, ma
quando m’immergo
e provo ad andare giù, non mi sorprendo trovando solo alghe
e terra bagnata,
siamo morte, nessun laghetto magico ci farà tornare sulla
terra.
Quando
riemergo, vedo Rue delusa,
ma quando lei si accorge che la sto guardando, si affretta subito a
tornare
alla sua solita espressione serena.
«Ora
capisco perché tu e Katniss
andavate così d'accordo, non volete mai fare vedere a gli
altri quello che
provate» Lei cerca di trovare le parole per rispondermi a
tono, ma
evidentemente ci rinuncia, io rido un ultima volta e poi mi stendo al
sole.
«Prim,
vieni!» la voce di Rue mi
sveglia dal mio sogno ad occhi aperti, quando la guardo, lei si limita
solo a
farmi segno con la mano di raggiungerla.
Nel
lago scorgo subito la figura
di mia madre e Annie Cresta, a quanto pare si è trasferita
da lei, per tenerla
d'occhio durante la gravidanza, ed io non posso esserne che contenta,
almeno
non è sola.
«Che
succede Rue?» Nel laghetto
non si vede niente di nuovo, a parte il gonfiore al ventre sempre
più evidente
della vincitrice del Distretto 4.
«Stai
zitta e guarda!» Rue mi da un’occhiataccia,
e mi indica una terza figura seduta nel divanetto.
-Johanna
siamo liete di averti
qui.- mia madre sta servendo il thè, mentre Annie
è seduta a tavola.
-Mi
hanno spedito loro qui,
dicono che mi faccia bene, dicono che devo esorcizzare la paura
dell'acqua.-
mia madre continua a guardarla annuendo, mentre Annie continua a
rimanere zitta
persa nel suo mondo.
-Certo
capisco, ti hanno già
detto dove alloggerai?-
-Non
ancora.- Annie
all'affermazione di Johanna sembra svegliarsi un attimo.
-Puoi
stare qui, il Villaggio dei
Vincitori è vuoto.-
-Annie
ha ragione, sei una
vincitrice anche tu, dopo tutto. E poi è sempre piacevole
avere accanto facce
conosciute.- Mia madre sorride, vedendo Annie interloquire per la prima
volta.
-Vedremo.-
Johanna posa la tazza
da cui ha bevuto, e guarda più attentamente Annie, lei
neanche accorgendosene,
si congeda dicendo solo -Sono stanca.-
Quando
nella stanza restano solo
mia madre e Johanna Mason, noto subito lo sguardo della vincitrice
cambiare.
-Non
mi dica che è quello che
penso.- Mia mamma sorpresa e rammaricata, capendo a cosa si riferisce
annuisce,
e Johanna si alza dalla sedia.
-Come
è potuto succedere? NO!
Cioè lo so come si fanno i bambini, intendo dire, come mai
si nota ancora così
poco! Finnick è morto quattro mesi fa!- Johanna è
rossa di un misto d’imbarazzo
e rabbia.
-La
prossima settimana entrerà
nel quinto mese, suppongo sia successo proprio poco prima che suo
marito
partisse. Ha preso davvero poco peso, a volte è difficile
farla mangiare, ma il
bambino sta bene. - Mia madre ha assunto il tono professionale e
continua
spiegando quanto a volte le gravidanze siano diverse, e rassicura
Johanna
dicendo che conta di far prendere ad Annie degli integratori naturali.
-E
lei come sta?-
-E'
continuamente distratta, è
venuta in ospedale da me per le nausee, credeva fosse
un’intossicazione, anche
dopo che gli ho detto che era incinta, l’ha rifiutato per
settimane, ora credo
lo abbia accettato ma non ne parla mai.- Johanna è
visibilmente scossa.
-Credo
che resterò qui, Odair non
me lo perdonerebbe mai se la lasciassi sola.- Mia madre non fa domande,
si alza
e sale al piano di sopra a preparare una camera per la vincitrice del
settimo
Distretto.
Quando
sbirciamo nella camera
dove è sdraiata Annie, notiamo che è sveglia, ha
lo sguardo smarrito, e si
accarezza la pancia con una mano mentre sussurra una ninna nanna che
né io né
Rue conosciamo, quando la melodia finisce, vedo le lacrime di Annie, e
d'istinto strappo il fiore che si è appena trasfigurato
vicino alla mie mani, e
lo getto nel laghetto.
«Mia
madre si chiama come il fiore
che hai appena regalato ad Annie Cresta.» Io guardo Rue e
sorrido.
«Malva?»
«Già,
nel mio distretto è un nome
abbastanza popolare, si usa darlo alle figlie femmine come augurio per
una vita
fertile e feconda.» Io la guardo e sorrido, nel mio Distretto
non si sceglieva
come nome, nessuno augurava avere tanti figli per poi vederli morire
negli
Hunger games, ma si usava regalarlo alle donne che avevano scoperto di
aspettare un bambino, un fiore per dare forza alle giovani madri.
Guardando
la piccola vincitrice
che piange in quel letto, senza famiglia, senza più suo
marito, sono felice che
mia madre sia lì con lei.
Dopo
un paio di quelle che penso
siano ore, torno al laghetto per vedere cosa sta facendo mia sorella.
E'
seduta nel divano e sta
accarezzando Ranuncolo, Sae è già in cucina che
si destreggia tra le varie
pentole mentre Haymitch e Peeta giocano a scacchi.
-Ci
abbiamo già giocato vero o
falso?- Peeta ha il volto concentrato mentre cerca di capire le future
mosse
del suo avversario.
-Vero.
Ti ho insegnato io a
giocarci quando siete tornati dai primi Hunger games.- Haymitch muove
la
regina, e risponde senza togliere gli occhi dalle pedine,
-Perché
Capitol mi avrebbe dovuto
farmi dimenticare questo?- E' leggermente infastidito, credo per via
della
partita che sta andando male.
-Ricorda
ragazzo, negli scacchi
come nella vita è la donna che intrappola il Re. Scacco
Matto.- Haymitch
sorride vittorioso mentre posa tutte le pedine dentro la scacchiera.
-Ti
ho mai battuto?-
-No
d'altronde questo è il mio
talento.-
-Il
mio suppongo dipingere, e il
tuo Kat?- Mia sorella si volta, e lo guarda rossa in viso.
-Dolcezza
si spacciava per
stilista.- Peeta ride di gusto, mentre Haymitch prende posto a tavola.
-Non
prendetemi in giro.- Kat si
siede lontano dai posti di Peeta e il mentore e mette il broncio
-Odio
non ricordare così tante
cose.- E' solo un sussurro, ma tutti l’hanno sentito.
-Dovresti
domandare più spesso
allora.- Sae gli ha appena messo del purè e della carne nel
piatto e lo guarda
rassicurante.
-Sae
ha ragione ragazzo.- Peeta
annuisce e comincia a mangiare.
La
cena trascorre
tranquillamente, spesso scorgiamo Peeta a guardare intensamente
Katniss, e
viceversa, questo provoca in Rue i soliti lamenti su quanto siano scemi
quei
due.
Il
mentore che si accorge di
tutto, passa la cena sbuffando e facendo battute, che non fanno altro
che far
innervosire mia sorella.
Al
solito la prima ad andarsene e
Sae, seguita subito dopo da Haymitch che si congeda dicendo che si
è appena
ricordato le che oche non mangiano da due giorni, Peeta gli da
un’occhiataccia
ma lo saluta con il suo solito sorriso.
Nel
salotto sono rimasti solo
loro due, Katniss ha ripreso la sua postazione nel divano vicino a
Ranuncolo e
Peeta è seduto proprio di fronte, e stranamente è
proprio mia sorella a parlare
per prima.
-Se
non ricordi qualcosa, puoi
chiederlo ok? Proprio come quando eravamo a Capitol.- Peeta la guarda
sorpreso.
-Grazie,
ma non è facile, certe
cose non è facile spiegarle a parole, è
complicato perfino chiederle- Mia
sorella lo guarda incuriosita, e lui continua. -Non ricordo tante cose,
la
maggior parte riguardano te, e quelli perlomeno capisco
perché me li hanno
tolti, ma altre cose tipo quella di oggi, o altre mille sciocchezze,
non
capisco proprio perché me le hanno levate, mi sento
svuotato. Mi hanno fatto
diventare esattamente quello che non volevo fin dall'inizio.-
-Una
pedina dei loro giochi.-
Peeta annuisce e sorride.
-Te
lo avevo già detto vero?-
-Si,
durante i primi Hunger
games.-
-Vorrei
poter sapere tutto quello
che è successo realmente.- Katniss s’illumina.
-Potremmo
chiamare Effie, e
chiederle se può inviarci i nastri dei nostri Hunger games.-
Peeta sorride
amaramente.
-Non
credo aiuterebbe, lì era
tutta una recita.- Il sorriso dal volto di mia sorella svanisce, e
Peeta lo
nota. -Scusami. Non volevo dire quello, volevo farti capire, che mi
hanno già
mostrato i nastri, ma nella mia testa si sono create più
domande che risposte.-
Katniss annuisce e torna a pensare.
-Allora
proseguiamo con il solito
metodo.- Peeta le sorride, e si passa una mano tra i capelli.
-Mi
ero dimenticato di dirti che
ti ho portato la tela dell'altro giorno.- Il sorriso di mia sorella
s’illumina.
-Appendiamola!-
Peeta la guarda
leggermente contrariato.
-E'
tardi, aspettiamo domani.- Ma
non c'è niente da fare, Katniss è già
partita per cercare chiodo e martello,
perciò a Peeta non rimane altro che andare all'ingresso a
recuperare il quadro,
dopo cinque secondi mia sorella è già
lì.
-Dove
lo vuoi messo?-
-Qui.-
lei indica con la mano la
parete accanto alla porta, e Peeta senza parlare prende il chiodino lo
fissa e
posiziona il quadro, Katniss vedendolo sorride contenta.
-Sei
davvero bravo.- Lui sorride
imbarazzato e si passa di nuovo la mano nei capelli.
-Grazie,
ora vado, controllo le
oche di Haymitch, credo che moriranno presto se non gli do da
mangiare.-
Katniss sembra un po' delusa, ma non fa storie come al solito.
-Ok
a domani.- Peeta è sulla
porta paralizzato, poi come se nella sua testa scattasse qualcosa,
china il
volto, bacia nella fronte Katniss ed esce.
Io
ormai per abitudine mi giro a
guardare l'espressione di Rue, che al solito è diventata un
misto tra il
rassegnato e l'entusiasta.
Mia
sorella rossa in viso resta
ad ammirare il quadro per quasi dieci minuti, poi vedo i suoi occhi che
s’illuminano,
si gira e corre verso la sua stanza, dal primo cassetto del
comò tira fuori il
vecchio libro della mia famiglia, scorre con gli occhi tra le varie
pagine, e
si ferma in una pagina, dove riconosco subito la sua scrittura e un
disegno
fatto chiaramente da Peeta.
-Lo
posso aiutare.- E' solo un
sussurro, ma il volto di mia sorella sembra prendere colore, senza
neanche
pensarci e senza guardare l'ora, scende giù e prende il
telefono, cerca un
numero in rubrica e preme il tasto verde di chiamata.
-Pronto,
sono Katniss Everdeen.-
Con Rue ci apriamo bene le orecchie per capire di chi è la
voce che risponde.
-Si
vorrei parlare con il Dottor
Aurelius.-
«Non
si può alzare il volume,
sento a malapena!» Rue avvicina l'orecchio al laghetto,
quando la vedo cadere
in acqua scoppio a ridere, lei in un primo momento ride con me, ma poi
rimette
l'orecchio dentro l'acqua e mi fa segno di fare lo stesso. Resto
felicemente
sorpresa quando riesco a sentire la musichetta d'attesa proveniente dal
telefono.
-Salve
signorina Everdeen, è un
piacere sentirla finalmente.- Mia sorella è rossa in viso,
forse si è ricordata
della promessa che aveva fatto a Peeta.
-Salve,
mi scusi per l'ora, ma ci
ho fatto caso solo adesso.-
-Non
si preoccupi, ho provato
spesso a chiamarla, perciò deduco che se ora ha
improvvisamente voluto
parlarmi, non mi resta altro che ascoltarla.- Il tono del dottore
sembra
incredulo, credo che si fosse completamente rassegnato al caso della
famosa
ghiandaia imitatrice.
-Veramente
io non voglio parlare
di me, cioè io c'entro, ma...-
-Ma?-
-Peeta.-
Il dottore resta in
silenzio, aspettando che Katniss continui, lei si ferma prende un bel
respiro e
continua. -Lui non ricorda tante cose.-
-Ne
sono a conoscenza, Peeta
risponde alle mie chiamate ogni giorno.- Katniss arrossisce di nuovo
sentendosi
leggermente in colpa.
-Io
voglio aiutarlo, gli ho detto
di farmi delle domande per riempire i suoi buchi ma credo che a lui
venga
difficile, perciò ho pensato che potremmo scrivere.-
-Scrivere?-
-Si,
come abbiamo fatto prima
dell'edizione della memoria, ho un libro di famiglia, dove da
generazioni
vengono annotati appunti su piante che potrebbero essere utili.-
-E
voi cosa potreste scrivere?-
-Tutto!
Tutto quello che
vogliamo, potremmo scrivere degli Hunger games, della guerra, tutto
quello che
Peeta non ricorda, e che potrebbe leggere lì scritto nero su
bianco.- Mia
sorella è notevolmente entusiasta della sua idea.
-Un
libro per ricordare eh? -
Katniss resta in attesa, forse si aspettava una reazione entusiasta
anche da
parte del dottore.
-Si.
Per aiutare Peeta.-
-Io
credo che sia utile a
entrambi, specialmente a lei signoria Everdeen.- Katniss rimane in
silenzio non
capendo.
-Non
si limiti a scrivere solo le
cose che sono successe, quelle Peeta le potrebbe vedere anche in dei
filmati, faccia
di più. Provi a mettere se stessa dentro quelle parole.-
Katniss annuisce,
anche se il suo interlocutore non la può vedere.
-Le
invierò il materiale che le
serve, così potrete iniziare la vostra terapia
il più presto possibile.-
-Grazie.-
-Ah!
Signorina Everdeen un’ultima
cosa, mi risponda al telefono, così mi potrà
aggiornare su come prosegue il
vostro lavoro, ed io potrò finalmente fare il mio di lavoro.-
-Ok,
lo farò. Buona serata.-
-Meglio
dire Buona notte.- E
detto questo la telefonata s’interrompe.
Per
la prima volta mia sorella
sorride senza avere il ragazzo del pane accanto, quando il telefono
suona, sia
Katniss che io e Rue siamo convinte che sia il Dott. Aurelius che si
è
dimenticato di dire qualcosa, per questo mia sorella risponde
tranquilla.
-Pronto?
Si è dimenticato di
dirmi qualcosa?-
-Katniss?-
La voce di mia madre
mi fa spuntare un sorriso, mentre il volto di mia sorella si
irrigidisce e
sbianca.
-Mamma?
Come mai hai chiamato?-
-Io
volevo sentirti, non rispondi
mai al telefono. Come stai?- La voce di mia madre trema, capendo che
Katniss
non è così ben disposta a parlare.
-Oh
sto bene, va tutto
magnificamente, ora devo andare stavo per andare a fare un bagno caldo,
o
allagherò tutto se non mi sbrigo.-
-Ok,
ti chiamo presto.-
-Certamente.-
Katniss preme il
tasto di chiusura chiamata senza neanche dare il tempo a mia madre di
rispondere, poi benché all'inizio fosse una scusa, sale di
sopra e si prepara
un bagno caldo, la ventata di entusiasmo portata dal libro per Peeta
è
decisamente passata.
Cambio
visuale del lago,
concentrandomi su mia madre, la vedo seduta, tiene ancora in mano il
telefono,
ha l'aria triste, e quando posa il telefono, continua a rimanere seduta
con lo
sguardo perso, la voce di Johanna la riporta alla realtà.
-Signora
Everdeen, mi dispiace
disturbarla ma non trovo più la mia borsa, l'ha spostata
lei?- Johanna quando
guarda in volto mia madre, si zittisce subito.
-Va
tutto bene?-
-Le
ho perse in un modo o
nell'altro entrambe.- Poi mia madre si sforza di riprendere
un’aria normale, si
volta verso la vincitrice e sorride.
-Si
scusa cara, ho messo la tua
borsa dentro l'armadio della camera degli ospiti, Annie dorme?-
-Prima
sono passata dalla sua
stanza, l'ho sentita cantare piano una ninna nanna. Senza Finnick
sarà dura
riportarla alla realtà, è così fragile
per fare la mamma.-
-Essere
madri è sempre un compito
difficile, ma è anche un dono naturale. Lo capirai anche tu
prima o poi.-
-Oh,
non credo ci sia questo
pericolo, grazie mille e buona notte.- Detto questo Johanna Mason se ne
va
lasciando di nuovo mia madre sola.
Lei
va in cucina, e si prepara
una tisana con le erbe che usa per calmarsi, quando raggiunge la sua
camera,
trova un fiorellino di Malva sopra il comò, lo guarda e
sorride commossa.
Fatti
forza mamma, lei capirà,
avete entrambe solo bisogno di tempo.
Angolo autrice: Salve a tutti! Ok questo è decisamente un capitolo di transito, perciò so già che non riscuoterà successo, ma a me personalmente non dispiace, ho finalmente introdotto il personaggio di Johanna, e ne sono immensamente felice.
Per il resto non mi dilungo in chiacchere, ringrazio al solito alle persone che seguono la mia storia, alle tre dolcissime ragazze che hanno recensito il capitolo precendete, non sapete che gioia che provo ogni volta che leggo quello che pensate!
Grazie veramente a tutte, scusatemi per il ritardo, per la cortezza del capitolo e per i pochi sviluppi amorosi tra Peeta e Katniss, ma giuro che prima o poi sti due si rifaranno!
Un bacio.
Cicia.