Dentro è buio, sicuramente Harry sta dormendo. Eppure, d'istinto, Louis prova a chiamarlo a voce bassa
- Harry?
E' la seconda volta che pronuncia il suo nome, è quasi un sussurro, come se stesse nominando qualcosa di sacro, qualcosa che soltanto lui può nominare.
"Smettila Louis, ma cosa stai pensando?!". Il ragazzo si avvia verso il bagno per una doccia.
Dopo 10 minuti abbondanti (aveva ancora bisogno di pensare, e quale luogo migliore se non quello?) Louis esce dalla doccia, si avvolge in un asciugamano e si avvia verso camera sua. Entra piano e prende il pigiama dall'armadio. Si veste e si volta verso il letto, rischiando di avere un infarto per lo spavento.
Sul letto, rannicchiato quasi come un gatto, c'è Harry, con la chitarra stretta al petto. Il primo pensiero di Louis, superato lo spavento alla ho-visto-un-fantasma, e' quello di svegliarlo, no, di buttarlo giù dal letto e chiedergli cosa diamine ci fa in camera sua, chi gli ha dato il permesso di entrare e curiosare in giro e chi gli ha detto di prendere la sua chitarra. Ma non ci riesce. Già, perché resta li immobile ad osservare il ragazzo riccio, visibilmente più alto di lui nonostante i tre anni di differenza. Il suo respiro si nota appena. "Si vede che era molto stanco, dopo tutto è arrivato stamattina e deve avere mille pensieri per la testa, poi dorme così bene, è un peccato svegliarlo adesso. Gli chiederai spiegazioni domattina." Mentre pensa queste cose, Louis non può fare a meno di notare che Harry è bello mentre dorme. Sembra così piccolo e indifeso. Non ha avuto modo di raccontargli molto di se, ma a giudicare dalla sua timidezza, deve essere una persona piuttosto insicura, sicuramente ne ha passate tante. "Ma non preoccuparti, da oggi non sarà più così. Ci penserò io a te, Harry. Non dovrai preoccuparti di niente". Louis sorride ed esce dalla stanza, lasciando la porta socchiusa. Si sdraia sul divano e cade in un sonno profondo.