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Autore: Michelle Verace    21/10/2013    6 recensioni
Russia, 1774.
Ekaterina Alexejevna è considerata uno dei personaggi storici più ambigui e complessi mai conosciuti al mondo. Pochi conoscono la sua vera storia, una storia che si intreccia con le sfortunate vicende amorose di uno dei suoi più fidati consiglieri, il giovanissimo comandate della Guardia Imperiale, Lev Morozov, e una dei pochissimi sopravvissuti della prima guerra russo-turca, Anastasiya Elizaveta. Tra intrighi, scandali, sesso e tradimenti, conoscerete una protagonista forte e potente, determinata e lungimirante, come non l'avete mai vista prima.
“Ho avuto due grandi amori nella mia vita, e uno di loro mi ha tradito.”
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Periodo Zarista
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Questa storia nasce da un’idea. Particolarmente amante della Russia del seicento/settecento, e soprattutto di Caterina La Grande, ho deciso di scrivere qualcosa interamente dedicato a lei e alla sua personalità ambigua e controversa (secondo gli storici).
Ho soltanto qualche premessa importantissima da fare: l’inserimento dei due protagonisti, Lev e Anija, all’interno della fiction, ha comportato rilevanti modifiche riguardo al processo storico; perciò, molti avvenimenti - di cui parlerò poi nei capitoli specifici per non fare spoiler - non sono veramente accaduti. Questa è un’opera di fantasia, volta al sol scopo di raccontare uno sprazzo di vita di una donna che ha rivoluzionato completamente una nazione.
La fiction sarà divisa in due parti: la prima riguarderà i personaggi principali, quali Caterina La Grande, Lev e Anastasia; la seconda, invece, si svilupperà in modo totalmente diverso, a partire dal differente periodo storico in cui è collocata. Ma questo è un particolare che approfondiremo più avanti, nel corso della narrazione.
Specifico, inoltre, che, nonostante abbia inserito il rating arancione, saranno presenti alcune scene di sesso (non propriamente descrittive), e soprattutto particolari episodi che potrebbero turbare la sensibilità dei lettori.
Ulteriore avviso: siccome ho un’altra fic “in corso”, mi farebbe davvero piacere sapere se questa vi ha incuriosito; se trovate che l’idea sia banale o non abbia suscitato particolarmente la vostra attenzione, gradirei saperlo (anche tramite messaggio privato qui su
EFP, su Facebook o su Ask). Prima di lasciarvi, approfitto della situazione per invitarvi a leggere la mia prima storia, Duo cerebra, di cui ho pubblicato già i primi capitoli.































A m o r e s

⁓⁓

L a S e r a m i d e d e l N o r d


di Michelle Vérace












«Nitimur in vetitum semper cupimusque negata.»
─ III, 4, 17, Amores, Ovidio ─












P r o l o g o




29 febbraio 1782, Pietroburgo



Mio caro Síevers,
è con grande gioia che rispondo alla vostra lettera.
È da anni ormai che non mi giungono nuove sul vostro conto e, come vi è dato sapere, gli impegni di un’imperatrice sono di un’importanza tale che si trovano ben al di sopra di ogni altro che riguardi il privato.
Immaginate la mia sorpresa, quindi, quando un paio di giorni addietro, è venuto a pormi i suoi più sentiti omaggi, qui a corte, un vostro ex compagno della Guardia, il comandante Popov, e il mio piacere nel recapitare le vostre missive.
La mia mente e il mio cuore non riuscivano a darsi pace; ed il ricordo del nostro ultimo incontro, avvenuto nel lontano inverno del 1776, mi ha perseguitato per così tanto tempo che la mia memoria, adesso, nonostante risenta di tutto ciò che è accaduto nel corso della mia vita, porta ancora con sé quei momenti trascorsi insieme, come se non fossero altro che istanti di un eterno presente.
Ci siamo lasciati con la speranza di rivederci presto; e invece questa speranza, ben presto, si è trasformata in un’amara illusione, un’illusione che, in gran parte e nell’incoscienza dell’animo, è riuscita ad alleviare tutti quei macigni che ogni giorno ero costretta a trascinare sulla mia schiena già afflitta e sempre meno resistente col trascorrere del tempo.
A quegli anni il mio cuore era ancora giovane.
La mia spregiudicatezza e la mia voglia di vivere e di assaporare il mondo con i miei occhi mi impedivano di comprendere ciò che era ben più importante dei miei stessi desideri.
Sfuggiva a me stessa il compito di una vera imperatrice.
E voi sapete meglio di chiunque altro quanto detesti la violenza. In ogni circostanza ho sempre preferito seguire la via della dolcezza e della moderazione.*
Ma c’è stata un’occasione in cui ho dato ben mostra di quanto poco credessi, all’epoca, o meglio, quanto poco fossi stata fedele a questi miei medesimi principi; c’è stata un’occasione in cui sono venuta meno ai miei doveri, e ho lasciato al mio rammarico e alla mia rabbia di prendere il sopravvento sulla mia autorevolezza.
Perché c’è una cosa sulla quale vi ho mentito, mio caro Síevers.

Ho avuto due grandi amori nella mia vita, e uno di loro mi ha tradito...
















NOTE FINALI.
È divertente il fatto che le NdA siano molto più lunghe del prologo stesso ma, per esigenze di narrazione, siccome ho dovuto dividere il prologo/lettera a metà, su alcune cose è bene che vi faccia chiarezza io ─ onde evitare spoiler spiacevoli.
Partiamo da Caterina La Grande: non vi scriverò la sua intera biografia; chi volesse saperne qualcosa in più per avere un’idea più chiara del periodo storico in cui ci troviamo invito a leggere
QUI, però le cose essenziali è meglio che le sappiate.
Nata a Stettino il 2 maggio del 1729, dal principe Cristiano Augusto di Anhalt Zerbst e da Giovanna di Holstein-Gottorp, fu battezzata coi nomi di Sofia Amalia Federica. Sulla sua personalità sappiamo poco e tanto; era una ragazzina dal carattere vivace, estroverso e cocciuto, in alcuni momenti anche impudente. Aveva una curiosità innata che i suoi coetanei non possedevano, non amava le bambole, trastullo consueto della bambine, preferendo giochi meno tranquilli, a volte pericolosi. Non era bella, nel vero senso della parola, ma la sua intelligenza, la sua lungimiranza, la sua sicurezza e la sua determinazione, nel corso della sua vita, riuscirono a catturare l’attenzione di un gran numero di uomini, la maggior parte divenuti suoi amanti. A quattordici anni fu chiamata a Pietroburgo, essendo stata prescelta dalla zarina Elisabetta Petrovna, per sposare il nipote di lei, il granduca Carlo Pietro Ulrico, erede al trono russo. Sofia abbracciò la religione ortodossa, nonostante sapesse che il padre, luterano convinto, ne avrebbe sofferto e assunse il nome di Ekaterina Alekseevna: il matrimonio avvenne nell'anno 1745. L'unione non fu felice e probabilmente non fu mai consumata. Pietro, oltre ad essere brutto, col volto devastato dal vaiolo, era maniaco brutale e quasi certamente impotente, e inoltre cominciò a mostrare un'inspiegabile avversione per la moglie. La trascurava e si circondava pubblicamente di donne di ogni sorta, volgari e poco avvenenti, umiliandola ogni volta che gli si presentava l'occasione propizia. Quando Pietro prese il posto della zia, diventando imperatore, e cominciando a tiranneggiare tutti quelli che gli capitavano a tiro, Sofia capì che era il momento di intervenire. Approfittando del malcontento che serpeggiava nella Guardia e nei circoli di corte, anche per le idee filo-prussiane che Pietro ostentava, capeggiò la congiura del 1762, con l'aiuto dei fratelli Orlov e altri, che detronizzò il consorte. Questi fu imprigionato e morì strangolato in carcere. Il 22 settembre del 1762 Caterina fu incoronata imperatrice, a Mosca: ormai era padrona assoluta del campo ma non esultava, in cuor suo sapeva troppo bene che non era stato facile prendere il potere, ancor meno sarebbe stato mantenerlo**.
Amores è ambientata più di un decennio dopo l’inizio del suo regno; nel 1774, con la pace di Kücük Kainarge, che concedeva alla Russia le steppe meridionali fino al fiume Bug, si concluse la prima guerra tra la Turchia e la Russia, con la conseguente vittoria di quest’ultima, per la spartizione della Polonia. In questo periodo, Caterina ha quarantacinque anni, mentre il cavaliere della Guardia Imperiale, Lev, ne ha ventiquattro, (poco meno della metà degli anni di lei, quindi). Ora so che tutti gli amanti della nostra imperatrice fossero pressoché suoi coetanei, ma immaginiamo che si sia presa una bella “cotta” per un giovane avvenente e straordinariamente maturo per la sua età. Sul personaggio di Lev (e anche su quello di Anastayia) ho deciso di far luce nel prossimo capitolo, quando verranno entrambi presentati.
Adesso aspetto un vostro giudizio e più consensi per andare avanti con questa storia. Se non dovessi averne, entro una settimana la cancellerò. Non è molto facile da scrivere, e siccome ho un’altra originale in corso portarne avanti due è piuttosto difficile. Proprio per questo, vi invito ancora una volta a commentare.


Al prossimo capitolo,
Michelle Vèrace







*: «Sapete meglio di chiunque altro quanto detesti la violenza. In ogni circostanza ho sempre preferito seguire la via della dolcezza e della moderazione». I diritti di questa frase vanno proprio a Ceterina, in una delle sue lettere al suo amico e consigliere Síevers.
**: La maggior parte della biografia di Caterina La Grande è stata ripresa da quella che trovate a
questo link.
   
 
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