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Autore: bic    23/10/2013    1 recensioni
Questa storia parte circa un mese dopo la fine della battaglia, quando per il resto del mondo Magico le cose sembra stiano tornando alla normalità, ma per qualcuno la normalità è molto molto distante, anzi proprio fuori portata.
Ci sono dei piccoli accenni a Vuoto, ma non è necessario aver letto quella one shot per comprendere gli avvenimenti di questa storia.
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelina Johnson, Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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A dispetto del girono precedente in cui non si capiva più chi servire prima, quello fu un normalissimo giorno d’estate, i clienti, esaurita la novità, arrivavano e girovagavano; a volte chiedevano informazioni e se erano ragazzi se ne andavano quasi sempre con una scorta di merendine marinare o di torrone sanguinolento, ma me la cavai egregiamente anche senza l’aiuto di Ron ed Hermione, anche perché dopo aver finito da “Accessori di prima qualità per il Quidditch” Harry e Ginny erano venuti in negozio a vedere come me la cavavo.
Avevo la vaghissima sensazione di essere perennemente sotto controllo da parte dei vari membri della mia famiglia, la mamma probabilmente allarmata dalla mia decisione inusuale di piombare alla Tana, doveva aver liberato i cani, perché all’ora di pranzo vidi casualmente vagare per il negozio Percy e, colto dall’irrefrenabile desiderio di fargli il peggior scherzo che mi fosse mai venuto in mente, gli domandai se poteva andare sul retro a recuperarmi un paio di scatoloni di merce che si trovavano dietro il divano.
Quando lo vidi sgusciare dalla porta ed appoggiarvisi contro con un’espressione disgustata sul viso il cui colore variava dal verde al rosso manco fosse stato un semaforo Babbano, capii che Ron ed Hermione probabilmente si erano chiariti, io non avevo avuto il coraggio di mettere piede in quel magazzino dopo aver sentito dall’esterno voci e rumori ed avevo avvertito Harry e Ginny di girare al largo se non volevano subire un trauma che avrebbe potuto ledere la loro crescita.
Percy però era l’uomo giusto al momento giusto. Quando incontrò il mio sguardo non potei fare a meno di ghignare: - Tu lo sapevi e mi hai fatto entrare lì dentro di proposito? Hai una vaga idea di quello che ho visto? Sono immagini che mi perseguiteranno nei miei peggiori incubi per il resto dei miei giorni!
A quel punto gli scoppiai a ridere in faccia e nemmeno lui, l’uomo più compassato del mondo riuscì a trattenersi: - Dimmi che hai visto Ronnino piccino in tutto il suo adamitico splendore.
- Peggio. – Rispose lui avvampando di nuovo.
- Fratello perverso, hai visto Hermione?
- Peggio. – Rispose lui sull’orlo delle lacrime.
A quel punto non capivo cosa potesse aver visto di tanto scandaloso: - Ron leggeva ad Hermione una poesia scritta da lui intervallando ogni parola con un bacio, hai una vaga idea di quale disgustosa melensaggine sono stato testimone?
- Quindi quel cretino si è imboscato per tutta la mattina con Hermione senza concludere nulla? Ma si può essere più idioti? Ora vado a dirgliene quattro.
Fu così che entrai di soppiatto, pronto anche a disintegrare la virilità del mio fratellino per non aver colto un’occasione così ghiotta, ma mi resi immediatamente conto che i due erano impegnati in attività ludico ricreative distanti anni luce dalla declamazione delle poesie: Percy me l’aveva fatta, come aveva osato?
Uscii dal magazzino e gli vidi dipinta in faccia un’espressione beffarda che non conoscevo: - E io che pensavo che ti avessero adottato, eri l’unico senza un minimo di senso dell’umorismo in tutta la famiglia.
- Il fatto che io non facessi continuamente il deficiente non significa che non ridessi delle vostre trovate, ovviamente quando nessuno mi vedeva.
Il suo sguardo si fece cupo e stava per andarsene quando lo presi per un braccio: - Percy, non è stata colpa tua, è stata una fatalità.
- Sì, ma non posso fare a meno di pensare che avrei dovuto esserci io al posto suo, per la nostra famiglia sarebbe stato meglio.
Nemmeno lo vide arrivare il pugno che gli fece volare gli occhiali dall’altra parte del negozio: - Non dire mai più una cosa del genere, anzi, non pensarla nemmeno, fai del male a tutti a parlare così e credimi, io lo so.
Mio fratello scoppiò in lacrime ed io non potei fare a meno che mettergli un braccio sulla spalla sperando che la finisse al più presto, un uomo che piange in un negozio di scherzi non è una bella pubblicità, fu in quel momento che Hermione e Ron uscirono dal magazzino mano nella mano tutti belli sorridenti, ma vedendo la situazione si immobilizzarono.
- Cosa è successo? Mamma e Papà stanno bene?- Il tono allarmato di Ron mi riscosse e mi offrì l’occasione di far chiudere le cateratte di Percy.
- Tranquilli, Percy è solo emotivamente provato, sapete, prima doveva usare la toilette e gli ho suggerito di passare dal magazzino, ma quando ne è uscito era in questo stato, continua a ripetere che ha visto cose innominabili.
Hermione aveva raggiunto apici di imbarazzo inimmaginabili, Ron non riusciva ovviamente a capire a cosa diavolo mi stessi riferendo e Percy mi diede una gomitata, poi, soffiandosi il naso rumorosamente appellò i suoi occhiali e riprese: - George, stupito dalla mia reazione ha ritenuto opportuno controllare che non ci fossero loschi figuri nel retro, così ha dato anche lui una sbirciatina.
Hermione se avesse avuto una pala si sarebbe scavata una fossa e ci si sarebbe tumulata dentro, mentre Ron continuava a non capire. Così gli diedi il colpo di grazia: - Ron, la prossima volta che tu ed Hermione decidete di intrattenervi in attività alternative magari ricordati di chiudere la porta a chiave e un bel Diffindo sarebbe gradito, d’accordo?
Finalmente a quel punto anche Ron capì a cosa ci riferivamo: - Siete due pervertiti! George, da te potevo anche aspettarmelo, ma Percy, tu non eri una persona seria, una volta?
- Ma finiscila, Percy ed io andiamo a mangiare, voi per punizione visto lo spettacolo disgustoso a cui i nostri candidi occhi innocenti hanno dovuto assistere ve ne state in negozio e andate a pranzo dopo.
Mentre Percy ed io uscivamo chiudendoci la porta alle spalle, sentii Hermione sibilare qualcosa di molto simile ad una intimidazione rivolta a Ron.
Ci avviammo lungo Diagon Alley e trovammo un posticino tranquillo così lanciai la bomba: - Percy, io mi sposo.
Mio fratello scoppiò a ridere: - E’ uno scherzo di pessimo gusto, anche per i tuoi canoni, dai.
- Guarda che non sto scherzando, devo ancora comprare l’anello e decidere come chiederglielo, ma ho deciso di sposarmi.
- Ahahaha e chi sarebbe la fortunata, se così possiamo dire?
- Angelina Johnson.
Percy vedendo il mio sguardo serio smise di ridere: - Non stai scherzando?   
- E perché dovrei?
- Non sapevo nemmeno che steste insieme. Da quanto tempo va avanti?
- Ieri sera.
- Cosa? Vuoi dirmi che tu hai deciso di sposare Angelina perché vi frequentate da ben ventiquattr’ore?
- Tecnicamente sarebbero diciotto ore, ma vista la situazione possiamo anche abbondare.
 - George, sei davvero sicuro che sia una buona idea?
- La migliore che abbia avuto da tanto tempo a questa parte e a proposito, non è male parlare con te.
- Troppo buono, Merlino, la mia pausa pranzo è finita. Ci vediamo, ma riflettici ancora.
Si alzò e stava per estrarre i Galeoni dalla borsa: - Lascia, stavolta offro io, ma ricordati che sei in debito.  
Fece un cenno con il capo e si Smaterializzò. 
  
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