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Autore: Opalix    29/10/2004    7 recensioni
Può un mondo ormai morto risorgere dalle proprie macerie? Può un'anima spezzata ricominciare a credere nei sogni? Ginny non ha più lo stesso nome, non ha più la stessa vita, non crede più in nulla. Ma uno spirito dal passato ritornerà per far crollare la sua maschera di ghiaccio e costringerla a riafferrare la sua forza. Per chi crede che alla fine tutto sia possibile...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Incubo

Un mangiamorte fece scattare la serratura. Ginny sentì l’ormai noto panico invaderle l’anima, il cuore saltò un battito e la bocca le si riempì di bile disgustosa; si rannicchiò contro la parete pur sapendo che non avrebbe potuto impedire a quelle bestie di fare di lei ciò che preferivano…ma stavolta non era venuto a violentarla: la fece alzare con uno strattone, le legò strettamente i polsi, ghignando nel sentirla gemere di dolore, e la condusse fuori spintonandola con violenza. La fece uscire nel parco e lei vide con orrore che si stava svolgendo una tremenda battaglia: riconobbe volti di amici, alcuni dei suoi fratelli, Ron…Ron stava lottando contro un mangiamorte che aveva catturato Hermione e la tratteneva con il braccio libero.
Ginny tentò di urlare e voltare la testa per non vedere tutto quello scempio di corpi calpestati, per non sentire tutto quell’odore di carne bruciata e di sangue, ma il mangiamorte dietro di lei le prese la testa bloccandola in modo che fosse costretta a guardare.
Vide Charlie e Bill impegnati in un combattimento, poi li perse di vista. Vide il mangiamorte che aveva catturato Hermione usare il corpo della ragazza come scudo da una maledizione lanciata da Ron, che la colpì in pieno petto, uccidendola. Vide Ron accasciarsi al terreno con un urlo disumano, senza difendersi più dagli attacchi e venire ucciso in meno di un minuto. Vide Neville già morto, con un rivolo di sangue che usciva ancora dalla bocca spalancata. Vide di nuovo Charlie, uccidere tre o quattro mangiamorte, urlando e dimenandosi come un leone ferito, per poi essere colpito da un’Avada Kedavra alle spalle.
Ginny non riusciva più a urlare. Seguiva tutto con gli occhi spalancati dal terrore, aspettando il suo turno per raggiungere i famigliari.
Vide Silente, suo padre, Lupin… combattere tutti insieme, fianco a fianco; li vide uccidere finalmente la Lenstrange, uccidere ragazzi giovani come lo stesso Goyle, e poi cadere uno dopo l’altro. I corpi erano tutti mescolati sul terreno, non c’era modo di capire chi avesse subito più perdite. Silente resistette più a lungo… lo vide colpire i mangiamorte con incantesimi sconosciuti, di una potenza strepitosa, sebbene fosse già vecchio e più volte ferito.
Improvvisamente tutto si fermò: Harry Potter aveva trovato Voldemort e stavano combattendo. Tutti si fermarono un istante per guardare il punto in cui era iniziato il combattimento all’ultimo sangue. Ginny ormai non vedeva più nulla attraverso le lacrime. Il combattimento sembrò eterno, finchè Harry non puntò la bacchetta contro il proprio petto e gridò una formula sconosciuta; mentre pronunciava l’ultima sillaba agguantò con la mano libera il collo di Voldemort che, sconvolto, aveva abbassato la guardia: si sprigionò una luce abbagliante e Ginny non vide più nulla per alcuni momenti. Sentì il combattimento riprendere, ma i mangiamorte non avevano più nulla per cui battersi… L’Oscuro Signore era morto.
Ginny vide Silente cadere inginocchio e voltarsi dalla sua parte. Avrebbe potuto giurare che i loro sguardi si erano incontrati e che Silente le aveva detto qualcosa… Lo vide lanciare un incantesimo verso i mangiamorte alle sue spalle e accasciarsi finalmente al suolo…

Il sogno finiva sempre li, per il semplice fatto che non c’era altro da ricordare: lei aveva perso i sensi e si era risvegliata in un ospedale babbano.
Ginny si asciugò le lacrime, come tutte le volte che si svegliava, in piena notte in preda allo stesso incubo. Si rigirò nel letto. Il pensiero di Draco non la voleva abbandonare. Aveva il presentimento che si sarebbe rifatto vivo. Stupida idiota, che ti è saltato in testa di dirgli dove lavori?! Si maledisse più volte ma ormai il danno era fatto e c’era solo da sperare che, nel momento in cui avesse visto cos’era diventata, se ne sarebbe andato per sempre.

Non passarono molti giorni. Il giovedì sera, la serata meno affollata, Ginny lo scorse mentre ballava. Era abituata a guardare gli uomini seduti nel locale, continuando il suo ballo sul palco: doveva capire a chi sarebbe stato prudente non avvicinarsi nel momento in cui sarebbe dovuta scendere dal palco per raccogliere le mance.
Draco era solo, seduto in fondo alla sala, al tavolino d’angolo, quello dove si sedevano di solito i ragazzini, intimiditi dalla prima esperienza in un club di spogliarelliste. Giocherellava con la cannuccia del drink e teneva gli occhi fissi su di lei con una espressione indecifrabile; da un segno di rossetto sul colletto della camicia capì che le ragazze che si erano esibite prima di lei dovevano aver tentato di coinvolgerlo... bè non c’era da stupirsi, pensò osservandolo con occhio critico, niente male, decisamente niente male: aria distinta, eleganza innata, viso attraente.
Scese dal palco seguendo le note languide della musica e si sedette in una posa sexy sul tavolo di due clienti abituali, invitandoli a slacciare il nodo del corsetto; si rialzò lasciando cadere le spalline… dopo pochi passi il corsetto scivolò a terra, rivelando il suo fisico perfetto. Incominciò a cantare, con la stessa voce sexy e falsa che Draco le aveva sentito usare per strada. Si sedeva in braccio agli uomini dall’apparenza più di classe, sfiorava passando, le spalle e le gambe dei ragazzi più giovani… sapeva che molti di quegli uomini erano venuti apposta per vedere lei, adoravano Giulie Weasel…
Seguendo il suo solito percorso fu costretta a passare vicino al tavolo di Draco. Gli sfiorò appena la spalla, senza sedersi sul suo tavolo o sulle sue gambe, tuttavia lo guardò direttamente negli occhi, senza tradire nessuna emozione, come se fosse stato uno qualsiasi degli altri clienti. Draco ricambiò lo sguardo con la stessa espressione piatta, ma bloccò la sua mano, chiudendo con gentilezza le sue dita attorno a un pezzo di carta, come gli altri signori facevano a volte con le mance…
Ginny proseguì il suo giro, infilando il biglietto nello slip ricamato insieme ai soldi… risalì sul palco e finì il suo numero.

Hyde park corner, Domattina ore dieci. D.

******

Grazie a klaretta per la prima recensione di questa storia! Purtroppo devo deluderti, cho ha fatto solo una comparsa, non c’entra nella storia.
Approfitto per chiarire una cosa: è una OOC per quanto riguarda Draco, ma il suo cambiamento è motivato e spiegato nella storia.
Ciao a tutti
Opy

   
 
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