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Autore: Sama_013    25/10/2013    0 recensioni
Mentre continuavo a pensare mi accorsi che un nuovo incappucciato si era aggiunto a noi. Cominciò a parlare con il ragazzo che teneva il libro tra le mani, poi gli tirò un pugno in faccia e di scatto gli prese il libro. Il ragazzo cadde a terra, e l’altro lo prese, sollevandolo in aria, tenendolo con una stretta alle gola. Poi, con la mano gli coprì le labbra e intorno a lui, il ragazzo che l’incappucciato teneva tra le mani, cominciarono a cospargersi lingue di fuoco nere e una strana nebbiolina nera che cominciava a vorticargli attorno, e poi, quella nebbiolina cominciò a vorticare il braccio dell’incappucciato e pian piano il colore della pelle del ragazzo si faceva più chiaro, e finalmente capii. L’incappucciato gli stava risucchiando l’anima. Dopo che la nebbiolina smise di coprire entrambi, l’incappucciato lasciò cadere a terra il ragazzo, privo di vita e anima, poi, una folata di vento gli soffiò in faccia, togliendogli il cappuccio e mostrando capelli di un castano biondo e dei strani occhi nocciola cristallini coperti da una strisciolina nera. Il volto che mostrava non era quello di un ragazzo. Ma di una ragazza. Il mio.
Genere: Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il 13 dicembre, il mio compleanno. Era passata quasi una settimana dall’ultima volta che io e Jack c’eravamo visti. Il petto era ancora ghiacciato e ormai ne avevo fatto l’abitudine di trovare ghiacciata camera mia e di dormire tutta la notte al freddo. Adesso però, avevo solo voglia di andare a scuola e vedere Jack. Entrai a scuola e Tiffany mi saltò addosso urlando come una scema –Jaaaaaaaade- non riuscivo quasi a respirare –Ehilà- facevo fatica a sorridere dato che Tiffany aveva appena tentato di soffocarmi –Auguri, questo è per te- disse porgendomi una busta con un fiocco sopra –Non è niente di speciale ma.. voglio che te lo metti stasera- aprii la busta e tra le mie mani c’era un vestitino nero senza spalline con una fascia che formava un fiocco bianco perla alla vita –M-ma è stupendo- abbracciai forte a me Tiffany –Beh lo so, l’ho comprato io- disse con un sorriso gigantesco stampato in faccia –Aspetta, hai detto stasera?- -Ops..- Tiffany aveva uno sguardo confuso, come se si fosse appena ricordata di non dovermi dire qualcosa d’importante. Peccato che lo aveva appena fatto. La guardai con un sopracciglio alzato, in cerca di risposte. Tiffany si arrese, così comincio a sputare il rospo ma la campanella suonò e sul volto di Tiffany nacque un nuovo, gigantesco sorriso –Ops, ci vediamo- se ne andò, salterellando felice e io andai come uno zombie verso l’armadietto per prendere i libri per la prossima, stancante lezione. Aprii l’armadietto e una cascata di rose mi cadde addosso, con l’odore inconfondibile di marshmallow bruciato. Tra quelle migliaia di rose-marshmallow trovai un bigliettino bruciacchiato ai lati. Non c’era bisogno di sapere di chi era perché lo avevo già capito dall’odore delle rose, era di Jack. Lessi il biglietto: Auguri principessa. Era tutto qui?! Girai il biglietto: stasera, bosco al solito posto, solo io, te e le stelle. Portai il biglietto al mio petto, il cuore quasi non batteva, forse si stava ghiacciando. Mi voltai e dietro di me c’era Colin, grattandosi i capelli –Mi hanno detto che oggi è il tuo compleanno.. quindi auguri- disse porgendomi una scatolina blu con un fiocchetto sopra. Aprii la scatolina e dentro c’era una collana a cui pendeva una mezza luna –Colin.. non dovevi- dissi abbracciandolo, faticando a guardare quei agghiaccianti occhi di cristallo –Ehi, è il tuo compleanno- sorrise, io continuai a non guardarlo, poi diedi uno sguardo sull’orologio che portava al polso, e mi accorsi che tra non meno di cinque minuti sarei dovuta stare in classe, per l’ora di storia. –Senti.. Colin io dovrei andare in classe- cercai di sorridere –Non preoccuparti..- sorrise anche lui -..vai pure.- mi sollevò il mento con le sue mani e avvicinò il suo viso al mio. Le nostre labbra erano così vicine che ne senti il suo respiro, calmo e tranquillo. Mi guardò per un altro istante e portò le sue labbra sulla mia fronte, lasciandoci un bacio. Poi portò di nuovo i suoi occhi nei miei –Ci si vede- sorrise ancora e se ne andò via. Posai la scatolina che tenevo ancora tra le mie mani nell’armadietto e mi diressi in classe, pronta ad annoiarmi a morte. Finalmente tornai a casa dalla straziante lezione di storia. Per tutta la mattina non avevo fatto altro che pensare a Jack. L’unica prova che era ancora vivo era quel biglietto che tenevo stretto a me. Mangiai un panino e mi allungai sul letto. Mi risvegliai che erano già le nove. Di già? Beh, non rimasi tanto sorpresa. La notte non dormivo quasi mai a causa del fatto che pian piano stavo diventando un ghiacciolo e che il mio cuore, tra non molto sarebbe diventato freddo come il marmo. Controllai il telefono, avevo una decina di chiamate perse. Otto da Tiffany e due di Jack, l’ultima era di cinque minuti fa. Così mi affrettai a richiamarlo. Non rispose ma tra le mie mani mi trovai uno dei suoi biglietti, con la sua immancabile firma: odore di marshmallow e parti del biglietto bruciacchiate. Lessi il biglietto: Vieni a casa mia, ora. Stavo quasi per uscire di casa quando mi ricordai che Tiffany, quella mattina, mi aveva detto di indossare il vestito da lei comprato. Corsi sopra e me lo misi. Non voglio essere vanitosa, ma devo dire che mi stava abbastanza bene. Tiffany con i vestiti ci sapeva fare. Uscii di casa, concentrai l’energia in me e in meno di un minuto ero già davanti casa di Jack. Controllai i miei occhi e mi affacciai alla finestra, dentro era buio. Mi appoggiai alla porta ed essa si apri da sola –J-jack sei qui?- entrai e un miliardo di persone mi saltarono addosso –Sorpresaaaa!- ero sorpresa, ma tra quelle migliaia e migliaia di persone non riuscivo a trovare Jack. La casa di Jack era irriconoscibile, c’erano addobbi ovunque. Fiocchi sparsi qua e la e un migliaio di foto di me sparse sul muro. Sembrava più la stanza di un maniaco omicida che la casa di un ragazzo che ha organizzato una festa per la sua quasi ragazza. Quasi. La musica era altissima e c’erano più persone che si baciavano che persone che mi davano gli auguri. –Allora, che ti sembra?- disse Tiffany porgendomi un bicchiere di coca cola –Beh, devo dire che conoscete bene i miei gusti- dissi, indicando i fiocchi sparsi per la casa. Io stravedevo per i fiocchi. –Allora, di chi è l’idea?- Tiffany mi guardò sorpresa, come se pensasse che in realtà lo sapevo, ma non era così –E’ di Jack, è stata sua l’idea. Ha sparso la voce per tutta la scuola invitando chiunque- – A proposito, dov’è Jack?- domandai curiosa a Tiffany. Lei non mi rispose, ma si voltò verso il bancone del dj. La musica si abbassò e si senti dal microfono solo una profonda voce maschile. –Auguri Jade, questa è per te- un migliaio di coppie si misero attorno al bancone del dj e Jack si tuffò tra la folla in cerca del mio viso. Finalmente me lo ritrovai davanti, con uno smoking nero –C..- -shh!- mi tappò la bocca con le sue dita calde, facendomi segno di andare con lui al centro della sala a ballare. Dalle casse dello stereo uscì una delle canzoni che amavo di più, Red di Taylor Swift. L’adoravo. Jack portò le sue mani alla mia vita e insieme cominciammo a ballare, come il resto delle migliaia di persone attorno a noi. Jack avvicinò le sue labbra al mio orecchio –Sei bellissima- sorrisi, guardandolo negli occhi, intravedendo una scintilla rossa –Ringrazia Tiffany- entrambi ci mettemmo a ridere, io portai la mia mano dietro la sua nuca –Anche tu- lo baciai intensamente, restando così fino a quando la melodia della canzone non fosse finita. Prima che la canzone finisse, mi staccai da Jack –Perché mi hai scritto quel biglietto se poi dovevo venire qui?- ero curiosa, e molto –Poi lo scoprirai, a dopo- mi baciò e Jack scomparve nel nulla. La canzone finì e dalle casse riecheggiò l’assordante rumore delle canzoni remixate, speravo solo non le avesse scelte Tiffany o Jack sennò li avrei uccisi. –Wow- mi voltai e dietro di me c’era Kevin –Cosa cavolo ci fai qui?- cominciai a spingerlo via, con il timore che qualcuno ci vedesse insieme –Jack mi ha invitato- disse soddisfatto –Io non credo che Jack ti abbia invitato dopo quel..- la voce mi si bloccò e pensai all’ennesima volta a quel quasi bacio. Kevin mi guardò inarcando un sopracciglio –E’ il tuo compleanno e Jack ha voluto che tutti noi venissimo qui, niente di personale- disse, mettendomi fra le mani una scatolina bianca –Ci vediamo dopo- mi baciò le mani e se ne andò via, scomparendo tra la folla. Aprii la scatolina e dentro c’era una collana a cui pendeva una fiamma argentata, Tiffany si avvicinò a me e me la tolse dalle mani –Uh che..- non era tanto entusiasta -..carina- -Dai, non è così brutta- dissi, rimettendola nella scatolina –Non è il mio genere, tutto qui- disse sorridente e curiosa –Allora..- mi tirò una gomitata -..chi è il fortunato?- disse con una faccia un po’ inquietante. Avrei voluto dirle la verità ma avrebbe fatto un miliardo di domande su da quanto uscivamo e cose del genere che non sono e mai accadranno con Kevin –Ah.. boh, non lo so. L’ho trovato sul bancone delle bibite con su scritto il mio nome- iniziai a sudare e Tiffany inarcò un sopracciglio, non se la bevve tutta, così provai a cambiare argomento –Dov’è Carter? Di solito vi avrei già trovato di sopra a..- -Non provare a cambiare argomento con me..- disse con braccia conserte -..e poi ci siamo lasciati..- disse con uno sguardo fisso nel vuoto –Dai, qui ci sono un miliardo di ragazzi carini. Sono sicura che farai colpo su qualcuno di loro- cercai di sorridere, ma non ero molto brava a mentire. Alzai lo sguardo e dalla porta d’ingresso entrò Colin, Tiffany seguì il mio sguardo e si rivolse a me compiaciuta. Il suo sguardo diceva fammelo conoscere, stavo per aprire bocca ma Tiffany mi guardò, supplicandomi, così fui costretta. Mi avvicinai a Colin –Ehi- Colin si avvicinò, baciandomi la mano –Ciao, sei bellissima- arrossii, ma cercai di nasconderlo voltandomi –Senti, io vorrei farti conoscere un’amica- gli presi la mano, quasi non la percepivo, portandolo verso Tiffany e li avvicinai l’un l’altro –Ok. Adesso ballate, io vado- cominciai a perdermi tra la folla –Dove vai?- urlarono in coro –Vado..- non potevo dir loro che stavo andando in un bosco sperduto alle undici di sera -..in bagno- approfittai del fatto che c’erano migliaia di persone davanti a me, quindi avrebbero fatto fatica a trovarmi. Così, dato che Jack non c’era pensai che si trovasse nel bosco. Uscii di casa e corsi verso il bosco. Erano 20 minuti in macchina e credo il doppio o il triplo a piedi, ma per una come me erano solo 2 minuti. Il bosco era più inquietante che mai, ma ero disposta a tutto pur di stare da sola con Jack, anche se si trattava di un probabile bosco omicida. Entrai e finalmente mi trovai sulla distesa d’erba verde che ricadeva in un pericoloso dirupo. Alzai lo sguardo e Jack era li, con il solito smoking e una rosa in mano e mille sparse intorno a lui. Io mi avvicinai lentamente a lui. Jack prese la chitarra a lui vicina e cominciò a suonare. Non aveva nemmeno iniziato a cantare che io avevo già capito di che canzone si trattasse. Era la mia canzone preferita in assoluto. Mine di Taylor Swift. Anche se Jack non era un ottimo cantante non avevo mai conosciuto una persona che, anche se sa di essere stonato, sarebbe disposto a tutto pur di cantare la canzone più dolce che le mie orecchie abbiano mai amato. Jack finì di cantare e posò la chitarra ai suoi piedi –So di non essere il miglior cantante che tu abbia mai sentito dal vivo ma..- si avvicinò posandomi tra le mie mani un sacchettino rosso -..so anche che nessuno ti ha mai cantato una canzone così dolce perché.. ti ama- il cuore cominciò a battermi velocemente, il paesaggio intorno a me cominciava a girare velocemente, sentivo che stavo per svenire –Jade.. io ti amo- Jack mi baciò delicatamente e continuammo fino a quando non mi accorsi che stavo piangendo, ero commossa. –Io..- non riuscivo a dirlo ma sapevo di sentirlo. Ogni volta che lo vedevo il mio cuore batteva all’impazzata e cominciavo a sudare. La notte non dormivo non solo perché avevo freddo ma perché non facevo altro che pensare a lui e cominciavo a contare i minuti perché mi mancava e lo volevo accanto a me tutta la notte, sentendomi al sicuro ogni volta che mi perdevo nei suoi teneri baci. Io lo amavo e avevo paura di perderlo come avevo perso mio padre quella volta che aveva deciso di lasciare mia madre per una più bella e più bionda. Affondai le mie labbra nel suo baciò sentendo il sapore del sangue che raggiungeva la mia gola. –Jack, io credo di.. Io ti amo. Ti amo davvero- sul viso di Jack affiorò un dolce sorriso. Jack mi prese le mani portandomi via di li –Vorrei farti vedere una cosa- Jack mi prese in braccio e con un solo salto salimmo su un albero. Da quell’altezza potei finalmente capire che le rose che stavano sparse attorno a Jack formavano una parola ben precisa, MINE, che in inglese significa –Mia- disse Jack, abbracciandomi forte a lui, io alzai lo sguardo –Lo sarò sempre per te- restammo a baciarci finché Jack non prese il sacchetto che prima avevo tra le mie mani. –Girati- io mi voltai e al collo sentii Jack che mi metteva una fredda catenina. Abbassai lo sguardo e dalla collana pendeva un fiocco. Io mi voltai sorridendo confusa. Jack inarcò un sopracciglio. –Come fai a sapere tutte queste cose se non te ne ho mai parlato?- dissi riferendomi alla splendida serata che mi aveva regalato –Io ti conosco più di quanto tu conosci te stessa- sorrisi e Jack si avvicinò a me continuandomi a baciare fino a quando quella magica notte non terminò.
  
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