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Autore: hugrauhl    02/11/2013    11 recensioni
Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto, ma chi ha un cuore troppo fragile il veleno è l’unica cosa che lo puo’ distruggere. Ma un cuore pieno di veleno puo’ essere salvato?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A volte dietro una persona fredda e menefreghista c’è un cuore spezzato.
 – Jeanine
Chapter one.

Lei era fragile.
Maledettamente fragile, persino un soffio di vento avrebbe potuto far cadere i suoi muri di plastica leggera e quei muri così fini l’avrebbero lasciata nuda da qualsiasi protezione.
Il gelo poteva invadere quel corpo così debole, la pelle candida e liscia come la seta, le labbra rosse e serie stanche di far finta di sorridere e gl’occhi verdi ma gonfi e rossi di chi era stanca di piangere da sola.
Leggera era l’aria quel giorno, ma tagliente e fredda come mille spilli che colpivano un cuore così delicato e così debole.
Quella ragazza aveva perso tutto, non aveva piu’ senso continuare a vivere così senza un significato preciso, senza un aiuto concreto e senza nessuno che gli stesse vicino.
Ma lei aveva urlato così tante volte, così tanto forte da riecheggiare persino nella sua testa ma la gente così stupida non l’ha mai sentita e lei era sempre li che chiedeva aiuto.
Li pronta a morire in ogni istante, a trasformarsi in un burattino manovrato da dei fili e a chiudersi in un mondo circondato dal buio piu’ totale e dalla tristezza piu’ profonda.

Il temporale arrivava da ovest e lei rimaneva li su quel ponte a contemplare quel paesaggio così triste e spento. Sotto il ponte l’acqua scorreva, sembrava agitata e arrabbiata, ma lei voleva solamente morire in quel momento voleva finire tra le braccia di quell’acqua.
Una lacrima gli scende sul viso rigandoglielo, un altro taglio al cuore e un altro segno inconfutabile del dolore che provava ogni giorno.
Si guarda intorno e vede le macchine passare velocemente.
Alla fine lei era sempre stata quella sbagliata e l’errore che tutti non volevano e che non percepivano.
Lei era invisibile.
Era un fantasma che camminava.
Stava per scivolare via e per la prima volta forse nella vita si sarebbe sentita viva, e libera come avrebbe sempre voluto essere.
Non aveva piu’ tempo di vivere, quando improvvisamente inizia a camminare con la sua cartella sulle spalle pronta ad andare a scuola e rimanere in silenzio.
Solamente silenzio.

Aveva solamente un amica, un amica con cui parlare e con cui sfogarsi anche se lei non sapeva che cosa passava  e non sapeva nemmeno quale fosse il demone che c’era dentro di lei.
                              This is a story that I’ve never told
                        I gotta get this off my chest to let it go
                    I need to take back the light inside you stole
                                                   you’re criminal
                                   and you steal like you’re a pro

Cosa poteva fare quella ragazza? Camminava facendo finta che la sua vita fosse normale, senza che i segni del dolore lasciassero il suo segno in ogni angolo e respirava.
Buttava fuori tutte quelle lacrime che non aveva mai lasciato cadere, tutto quel dolore che aveva dovuto sopportare senza motivo e senza alcuna ragione.
Entrando a scuola si sistema i capelli e vede la sua amica che gli corre incontro e l’abbraccia forte
- Nives, sei arrivata puntuale oggi – gli dice, mentre le ragazza con un finto sorriso annuisce – Ti devo raccontare uno scoop – gli dice portandola via con se, la sua amica si chiamava Rachel, era piccolina ma bella aveva gl’occhi marroni e i capelli biondi, una delle sue qualità era che fosse molto simpatica.
Invece Nives non era come la sua amica, era abbastanza alta, aveva due occhi verdi luminosi, la pelle bianca e candida come la neve, la bocca rossa come il sangue e i capelli lunghi e lisci che erano di un rosso accesso. Nives non si vedeva bella, anzi odiava tutto di se stessa.
- Allora Rachel che scoop mi devi raccontare? – gli dice mettendo i libri nell’armadietto e anche lo zaino, alla prima ora aveva italiano e prende il libro che mette entro a una borsa con l’astuccio.
- Si, scusa mi ero distratta.. allora sai che Charlot si è lasciata con George? – a Nives sinceramente queste cose non interessavano – E il secondo scoop riguarda.. un nuovo arrivo a scuola… ho sentito dire che sta arrivando un nuovo ragazzo a scuola – Nives si gira verso l’amica e gli fa un sorriso, Rachel la prende a braccetto e insieme vanno in classe. Si siedono al loro posto e Nives tira fuori il suo diario.
                                       
All the pain and the truth
                                        I wear like a battle wound
                              so ashamed so confused, I was broken
                                                       and bruised

Nives sfoglia le pagine del suo diario, fino a trovare una pagina vuota, prende una penna e si mette a scrivere, quell diario era l’unico che l’aveva sempre ascoltata senza mai giudicarla.
Scrive mille cose nello stesso momento, respira aria di chiuso e di stanchezza, la scuola la opprimeva e non resisteva piu’ di cinque ore li dentro.
Pioveva fuori, sembrava che la pioggia ormai incombesse sulla cittadella americana e forse nel mondo qualcuno piangeva insieme alla pioggia per non rimanere da solo in un momento triste.
- Metti via Nives, è arrivato il professore – lei mette via il diario e tutti si alzano in piedi, il professore fa segno di sedersi con la mano e impugnando con la penna scrive sul registro.

- Allora ragazzi – esclama il professore alzando la voce – Oggi vi voglio presentare il vostro nuovo compagno di classe, viene da lontano e speriamo che si trovi bene qui – dice mentre tutta la classe rimane in silenzio ad ascoltare quello che diceva, anche se effettivamente non interessava a nessuno perché ogni mese di solito arrivavano persone nuove e se ne andavano delle altre per cui alla Richard Ficth School era normale che persone nuove arrivassero e se ne andassero, era una routine.
Nives per esempio se ne sarebbe voluta andare molte volte da li ma non ha mai potuto farlo non ne ha mai avuto le forze.
- Allora diamo il benvenuto al nuovo arrivato, entra pure ragazzo – nella stanza entra un ragazzo alto, biondo e bello. L’attenzione era tutta su di lui, stranamente anche quella di Nives e lui si mette proprio davanti al professore.
- Ragazzi lui è Justin Bieber, sarà il vostro nuovo compagno fino alla fine dell’anno e penso anche oltre.. – il ragazzo sorride mentre alzando lo sguardo incrocia quello di Nives che abbassa la testa impaurita.  – Tieni il libro, l’unico posto libero è il banco singolo dietro a Nives Tunner – il ragazzo annuisce e si va a sedere dietro a Nives, che impietrita non muove nemmeno un muscolo. Odiava sentir pronunciare il suo cognome, le ricordava un uomo che non c’era mai stato e che l’aveva abbandonata quando gli aveva promesso che sarebbe rimasto con lei fino alla fine.
                            
There’s a part of me I can’t get back
                                    a little girl grew up too fast
                      all it took was once, I’ll never be the same
                                  now I take it back my life today
                                     nothing left that you can say
                  cause you were never gonna take the blame anyway

Lei era una bambina che era cresciuta troppo in fretta, suo padre se n’era andato quando aveva sei anni e sua madre appena Nives compi sedicianni la lascio’ a vivere da sola in un appartamento. Nives non aveva una famiglia, ormai considerava la sua famiglia tutti i suoi vicini di casa che l’avevano sempre aiutata fin da bambina, fer guadagnarsi qualche soldi faceva la baby sitter alla padrona del condominio teneva suo figlio tre o quattro volte a settimane e guadagnava abbastanza soldi con quel lavoro.
Era cresciuta troppo in fretta e il suo cuore si era spezzato per troppe volte.

Passò le ore a scarabocchiare sul suo diario, appena scocco la ricreazione lei scappò in biblioteca voleva prendersi un libro da leggere. Voleva trovare qualcosa che la emozionasse e che la facesse allontanare dal suo dolore reale. Nascosta tra gli scaffali guardava ogni titolo, era li nel suo mondo dove nessun libro l’avrebbe giudicata o presa in giro. Ogni libro avrebbe potuto solamente farla emozionare in modo diverso.
Prende in mano un libro, il titolo era Romeo e Giulietta, aveva sempre voluto leggere quel libro ma non ne aveva mai avuto il tempo e a volte non ne aveva mai avuto il coraggio di farlo.
- Ti prendi Giulietta e Romeo? – Nives si pietrifica al suono di quella voce si gira e vede Justin, il ragazzo nuovo che la guarda – Sai l’ho letto mille volte è molto bello -
- Ehm.. si, avevo intenzione di prenderlo- dice  sfogliando alcune pagine e facendo finta che Justin non ci fosse, perché si era messo a parlare con lei si domandava nella sua contorta mente.
- Comunque piacere io mi chiamo Justin – dice porgendogli la mano e guardandola con un sorriso,Nives si gira e lo  guarda stringendogli la mano
- Io sono Nives.. scusa devo andare ci vediamo in classe – gli dice scappando via, Justin guardò Nives scappare via. Eppure sembrava fredda ai suoi occhi e in un certo senso menefreghista ma forse dietro a tutto quello c’era un cuore spezzato? Justin amava le avventure, Nives la vedeva come un tesoro da scoprire solamente a prima vista e lui era un bravo ragazzo ma a volte troppo curioso. Così prese un libro a casa e andò fuori dagli scaffali, vedendo lei che prendeva il libro e se ne andava via di corsa.
Nives si sentiva così maledettamente confusa e a disagio che non sapeva nemmeno come spiegare quello che provava, corse in bagno e si chiuse in uno di essi prendendo il suo diario e una penna.

“Ho bisogno di essere salvata” – scrive in grande su una pagina, una lacrima riga il suo viso e altre mille scendono.
Non ce la faceva piu’ quella povera ragazza.

Troppo stanca per combattere.
Troppo stanca per vivere.

 
  
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