Leaves -La scommessa dell'Autunno
A Londra piove oro, oggi.
Le foglie muoiono sui marciapiedi in tappeti rossi, i rami nudi che si intrecciano alle loro vesti di nebbia. Fuori da Baker Street i pedoni passano veloci, i volti sprofondati nelle sciarpe.
Sherlock è in piedi di fronte alla finestra del salotto, le magre dita da violinista posata sul vetro. C'è sempre stato qualcosa di spaventoso per lui, nell'autunno: come se fosse l'offerta di morte di tutto ciò che è materia, la sconfitta di tutte le promesse della primavera. Per questo, Sherlock ha scelto per così tanto tempo di legare a sé solo cose che non possono morire: la logica, le distanze della mente, il ricercarsi degli altri e degli enigmi. Cose eterne, pure. Senza fallimenti, e senza retrogusti di cenere.
Siamo così effimeri Siamo foglie, figli dello stesso albero che ci uccide dopo una stagione.
Riconosce senza problemi lo scalpiccio determinato e aritmico di John, ma non si volta: lui gli allaccia le mani intorno alla vita, posando il mento sulla sua spalla. La sua pelle sa di tepore e sonno e sapone.
-Buongiorno- mormora John, ed è così naturale voltarsi e incontrare il tocco appassionato, mai invadente, delle sue labbra.
-Buongiorno- sussurra a sua volta.
Forse, anche Sherlock Holmes ha trovato qualcosa di effimero per cui combattere.
Grazie a Mr.Ungaretti e a Mr. Mimnermo per l'ispirazione, e a chiunque leggerà.