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Autore: DaubleGrock    03/11/2013    2 recensioni
"Al posto mio avresti fatto lo stesso"
Queste parole disse Murtagh ad Eragon durante la battaglia delle pianure ardenti. Io ho cercato di immaginarmi cosa fosse successo se Selena avesse salvato Murtagh e non Eragon. La storia inizia con un prologo, i capitoli successivi invece saranno contemporanei alla trama della storia originale.
Trama:
Eragon era un ragazzo di soli dodici anni quando riceve, nella casa che condivide con sua madre, una visita inaspettata. Da quel momento la sua vita, insieme alla sua compagna di mente e di cuore sarà legata ad un oscuro tiranno che lo costringerà a compiere atti spregevoli contro il suo volere. Ma, l'incontro con un'elfa lo salverà da quel suo orribile destino a cui si era quasi arreso.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya, Roran/Katrina
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non si era mai sentito più libero come in quel momento, poteva sentire il vento tra i capelli e sul viso. Finalmente era lontano da tutto e da tutti, ma soprattutto lontano da Galbatorix.
Aveva sempre amato volare con la sua Saphira, sentirsi libero, anche perché era l’unico momento in cui potevano esserlo. Erano partiti due giorni prima da Uru’baen ed in quel momento Gil’ead era in vista.
Se Eragon avrebbe dovuto descrivere la città con una sola parola, avrebbe detto sudicia. E lo era in tutti i sensi. Saphira atterrò davanti alle porte di Gil’ead perché la città era troppo piccola per accogliere un drago. Eragon la salutò e si addentrò in essa.
Le strade erano sporche, piene di fango e del resto dei vasi da notte il che le rendeva molto scivolose, la maggior parte della gente appena lo vide si barricò in casa.
Paura pensò Eragon
Prova tu a vivere nella stessa città dove vive anche uno spettro gli puntualizzò Saphira
Eragon rabbrividì alla prospettiva
Arrivato nella piazza principale fu accolto da diverse bancarelle e nel centro una pedana, sopra la pedana c’era un uomo che teneva per un braccio una giovane donna.
“Gli schiavi migliori di Alagaësia, comprate, ad un prezzo vantaggioso, l’affare migliore che abbiate mai fatto” gridava
Molte volte Eragon aveva visto i mercanti di schiavi, ed ogni volta aveva provato l’impulso di ucciderli e liberare i prigionieri, ma sapeva che prima o poi li avrebbero riacciuffati.
Eragon stava quasi per andarsene, quando ad un tratto un ragazzino gli tagliò la strada seguito a ruota da un mercante.
“Fermati moccioso” gridò
Ma il bambino che non poteva avere più di dieci anni continuò a correre, purtroppo addentrandosi in una via laterale si trovò davanti un muro.
La curiosità di Eragon lo vinse ed iniziò a avvicinarsi, nella via laterale si poteva ancora sentire l’eco delle urla del mercante di schiavi e il vociare delle persone.
“Hai pensato di rubare le mie mele, vero? Ma tu sai cosa succede a chi ruba? Perde una mano.” Disse il mercante con tono minaccioso
Il bambino lanciò un urlò quando il mercante lo prese per un polso ed Eragon vide una mela cadere a terra. Quando il mercante alzò un pugnale decise di intervenire.
“Mi dispiace interromperla, ma le consiglio di lasciarlo” disse Eragon
“Non sono affari vostri, andatevene” disse il mercante arrabbiato per essere stato interrotto
“Io le consiglio di lasciarlo prima che qualcuno si faccia male”
Il marcante rise ed il bambino lo guardò con curiosità.
“Dice sul serio?” lo derise il mercante
“Forse, ma si faccia una domanda, vi sembro qualcuno con cui scherzare?” disse Eragon con un misto di divertimento e tono omicida.
Da quel momento il mercante fu più attento.
“Mi ha rubato una mela” disse sulla difensiva
“Quanto l’avrebbe pagata quella mela?” chiese Eragon
“Due corone di rame” rispose il mercante
Eragon annuii “Queste bastano?” disse cacciando la cifra da sotto il mantello
Il mercante, che si aspettava che nessuno avrebbe sborsato una cifra simile per un’unica mela rimase zitto per alcuni secondi, poi, “Si ma deve comunque pagare per i suoi crimini” disse il mercante risoluto
Eragon sospirò stizzito “Lo guardi, è più secco di un fuscello, secondo lei procurarsi da mangiare quando non si ha niente è un crimine?”
Il mercante non seppe dare risposta, ma lasciò la presa sul polso del ragazzo, si girò e se ne andò.
“Come ti chiami?” chiese Eragon al ragazzo dopo pochi secondi.
Il ragazzo lo guardò a lungo senza sapere se rispondere o no. “Henry” disse alla fine
“Io mi chiamo Valdor. Allora Henry, lo sai che non bisogna rubare?” chiese Eragon con tono dolce inginocchiandosi davanti al ragazzo.
“La mia famiglia muore di fame, mia madre è malata e mio padre è morto” disse il bambino con gli occhi lucidi.
Eragon si chinò, raccolse la mela, la pulì e la consegnò al bambino. “Che ne dici se andiamo a vedere se possiamo fare qualcosa per tua madre?”
Il bambino annuì felice, lo prese per una mano e lo iniziò a trascinare per gli stretti e sporchi cunicoli di Gil’ead.
Lo sai che Galbatorix non tollera ritardi nei suoi piani disse Saphira
Sinceramente non mi interessa niente di quel vecchio pazzo
Vedi di non metterci troppo però, non sai di cosa sarebbe capace quello che tu chiami vecchio pazzo
Veramente lo so
Piccolo mio
Nel frattempo Henry lo aveva portato davanti all’entrata di una piccola casetta. Le mura esterne di pietra erano in pezzi ed intervallate da travi di legno marcio. La porta consisteva in un telo appeso con dei chiodi allo stipite. Eragon lo spostò ed entrò. Dentro c’era una donna pallida sdraiata sotto moltissime coperte ed una ragazzina di non più di cinque anni che era seduta accanto a lei e le passava uno straccio bagnato sulla fronte.
La bambina appena li vide corse dal fratello e lo abbracciò.
“Annabeth, questo signore dice che curerà mamma” disse felice Henry
La bambina lo guardò con curiosità “Davvero?”
“Se posso” disse Eragon.
Lentamente si avvicinò al lettino dove era sdraiata la donna, il suo viso era pallido ed aveva una aspetto malaticcio con delle larghe occhiaie scure sotto gli occhi. Eragon si inginocchiò davanti ad essa e le mise una mano sulla fronte. Aveva la febbre alta, di questo ne era certo.
“Quando ha iniziato a stare così?” chiese distrattamente ai due bambini
“Non lo so” rispose Henry “la mamma un giorno è tornata a casa con il braccio fasciato ed il giorno dopo stava così”
“Che intendi con il braccio fasciato?”
“Aveva detto di essere caduta a lavoro”
“Che lavoro fa tua madre?”
“Lavora per il padrone”
“Il padrone? Che intendi?” chiese curioso
“Il padrone, il signore di Gil’ead”
“Ce l’ha un nome questo signore?” chiese Eragon dolcemente
“No, non voglio dirlo, gli altri bambini dicono che se si pronuncia il suo nome poi lui ti viene a rapire mentre dormi.”
“Non ti succederà niente Henry”
“Ha ragione, è molto cattivo, dicono che tiene un’elfa come schiava” disse Annabeth
“Un’elfa?”
Il padrone di cui parlano è sicuramente Durza disse Saphira
A quanto pare non gode di ottima reputazione
“Si, la mamma era la guaritrice della prigione, dove sono tutti i cattivi, e ha detto che una volta ha curato anche l’elfa” continuò la bambina
Eragon annuì e si rigirò verso la donna, abbassò le coperte fino al busto e sollevò la manica della veste. Come aveva previsto sul braccio c’era un lungo taglio infetto.
Non consumare troppe energie, piccolo mio. Mi viene il prurito alle squame a pensare che tu dopo dovrai incontrare quel maledetto spettro stanco del viaggio e della guarigione.
Non preoccuparti Saphira, andrà tutto bene, non è un taglio troppo profondo.
Tu fa’ attenzione lo stesso
“Waise heill” sussurrò
La ferita iniziò a rimarginarsi fino a richiudersi completamente. Dopo un po’ Eragon si alzò e si rivolse ai due bambini che erano rimasti a guardarlo a bocca aperta.
“Io ora devo andare, tornerò tra due giorni per vedere se vostra madre starà meglio, nel frattempo tenetela al caldo e non fatela alzare dal letto, intesi?”
I due bambini annuirono, Eragon sorrise, scompigliò i capelli ad Henry ed uscì fuori cercando di ricordare come ritornare nella piazza per dirigersi verso il castello, dove sapeva che non avrebbe proprio avuto una grande accoglienza.



Angolo autrice

Non mi ricordo nemmeno quando è stata l'ultima volta che ho postato un capitolo, comunque eccovene un'altro, anche se non ha molto senso e non risponde a molte delle domande, ma non avevo molto tempo per continuarlo e quindi diciamo che questa è la prima parte del secondo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito la ff fin'ora ed anche i lettori silenziosi
Ciao
e buon Halloween (anche se in ritardo:)

DaubleGrock
  
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