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Autore: rora17    05/11/2013    5 recensioni
^^–Buona sera Signorina Granger, vedo che ha deciso di impormi ancora la sua fastidiosa presenza-
la vidi tramutare il suo dolce sorriso in una smorfia e con voce scocciata rispose al suo saluto voltandogli le spalle e presentandolo al gruppo di bambini terrorizzati dalla sua presenza.
L’uomo la fissò mentre si allontanava con un ghigno sadico sulle labbra, era già riuscito a irritarla e le lezioni non erano ancora cominciate!^^
Questa Fanfiction sarà una storia d'amore tra Severus ed Hermione. Sarà una storia con i suoi alti e bassi, fatta di litigi e riappacificamenti e con un po' di mistery che non guasta mai!
Ambientata in un ipotetico settimo anno, subito dopo la seconda guerra magica.
Spero che vogliate approfondire la lettura e farmi sapere il vostro pensiero! A presto
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Buonasera a tutti! Sono stata una scrittrice terribile… ora come ora sono sui ceci, in ginocchio e chiedo perdono a tutti!! Capirò e comprenderò se nessuno vorrà più leggere questa storia… lo so! Sigh… mi dispiace! Comunque per chi avesse ancora il coraggio di leggerla, beh auguro una buona lettura! Un bacio
 
Se mi vuoi allora cercami di più
 

 
...tornerò
solo se ritorni tu.
(Renato Zero Cercami)
 
15.02.1999 ore 6.00 a.m
 
 
Hermione ritornava esausta dalla punizione, trascinando i piedi sulle scale. Era stata una serata strana… molto strana.
Si toccò le labbra pensierosa. Sapevano ancora di lui.
È il problema è che non si ricordava cosa fosse successo.
 
 
Arrivò a fatica fino al suo dormitorio lanciandosi di peso sul primo divanetto che le capitò a tiro. L’idea di farsi altre due rampe di scale fino al suo letto non l’allettava per nulla, così decise che per le due misere ore che mancavano all’inizio delle lezioni avrebbe dormito lì.
Chiuse gli occhi sospirando pesantemente. Alla fine l’aveva tenuta in punizione per tutta la notte… che uomo di parola che era! Anche se l’insieme le appariva un po’ sfuocato, come se avesse perso conoscenza a metà e si fosse ripresa prima di essere congedata dal professore. Si mise un po’ più comoda sul divanetto sfondato. Tutta questa nebbia nel cervello le dava un po’ sui nervi ma decise che ci avrebbe riflettuto su tra qualche secondo.. o minuto… o ora…
 
-Herm… Ehi… svegliati!-
“Cos’è tutto questo chiasso” pensò riuscendo, con moltissima difficoltà, a far connettere le sinapsi e a produrre un pensiero coerente.
- Heerm…-
Però, quando qualcosa cominciò a pungolarla sulla schiena insistentemente, aprì un occhio con profondo fastidio…
-Mpf… cosa c’è?!-
- è tardi, è ora di colazione. A che ora sei tornata?- chiese Ginny, spostando un po’ le gambe dell’amica per sedersi sul divano.
- Com’è andata con il pipistrello?? Ti ha detto qualcosa? Cosa ti ha fatto fare?-
Hermione si mise a sedere con fatica, stropicciandosi la faccia.
– Ginny dammi tregua! Mi ha tenuto lì tutta la notte e ora sono davvero distrutta!-
La rossa spalancò gli occhi sorpresa – Si è davvero ammattito, non ho mai sentito una cosa del genere! E io che pensavo fosse solo una scusa per parlarti…- Si picchiettò l’indice sulle labbra – davvero non ti ha detto nulla?-
Hermione si adagiò contro lo schienale, soppesando la domanda e tutti gli avvenimenti della serata e… nulla, non ne venne fuori assolutamente niente. Nebbia assoluta!
- No davvero! N-non ho le idee ben chiare…- si alzò, stiracchiandosi…
- vado a cambiarmi, non è che mi prendi qualcosa da mangiare? Ci vediamo in aula-
S’incamminò svogliatamente su per le scale salutando con la mano la sua amica, aveva bisogno di una bella rinfrescata!
 
 
Severus Piton, steso completamente vestito sul suo letto, pensava fermamente di aver fatto la cosa giusta.
“Doveva dimenticare ogni cosa” si disse.
Eppure si sentiva disonesto per quello che aveva fatto, incredibilmente disonesto.
La sveglia suonò, ricordandogli i suoi doveri.
Si alzò di controvoglia con tutta l’intenzione di darsi malato. Poi però, si immaginò la faccia della Mcgranitt di fronte alla richiesta di ferie anticipate e decise che voleva invecchiare serenamente. Di fatto pochi minuti dopo era diretto alla sala grande e ai suoi doveri d’insegnante. 
20/02/1999 ore 2.00 p.m
 
 
Per Hermione era stata una settimana davvero strana. Dopo la punizione con Piton le era sembrato di stare in una bolla, non per la felicità o per la tristezza ma per il senso di smarrimento che le dava pensare a quella notte. Come se le fosse stato lanciato un incantesimo di memoria. Non aveva mai provato l’effetto di tale incantesimo ma s’immaginava qualcosa di simile al suo stato attuale.
Cosa ancora più strana, da quella fatidica notte non era ancora riuscita a incrociare per sbaglio il professore. Un po’ si prendeva la sua colpa. Aveva saltato qualche lezione, non perché non volesse incrociarlo, ormai aveva imparato a indossare una bella maschera impenetrabile, ma perché il suo corpo si rifiutava completamente di scendere nei sotterranei come se ricordasse qualcosa in proposito… Il cuore cominciava a martellare nel petto, sudava freddo e sentiva le lacrime premere dietro agli occhi. Era parecchio spaventata al riguardo, come se non avesse già abbastanza problemi. I suoi attacchi di sonnambulismo non accennavano a diminuire e solamente il pensiero di andare a letto la facevano sentire malissimo.
In più non era stata in grado di trovarlo né in biblioteca, né per i corridoio e ,nei momenti dei pasti, raramente si vedeva. Non che l’avesse cercato sia ben chiaro…
“E se gli fosse successo qualcosa?” “Non sarebbe affar tuo Hermione giusto?”
“Giusto” Annuì mentalmente fissando convinta la bistecca nel piatto. La sua mente aveva ragione, non era affare suo. Lei odiava Piton e tutto ciò che lo riguardava… quindi…
- Herm… pensierosa oggi?-
La diretta interessata alzò lo sguardo dal piatto.
- Alan… sai che fine ha fatto il professor Piton?-
Il gemello la guardò strabuzzando un po’ gli occhi.
- Non so dove sia ora… prima l’ho visto al quarto piano. Scusa perché t’interessa?-
- Ahh no… nessun motivo particolare- disse, forse con troppa foga perché il ragazzo la guardò ancora più stralunato di prima.
Hermione ritornò a mangiare la sua bistecca senza rispondere, lanciando solo un’occhiata ammonitrice all’amico che riprese a mangiare come se nulla fosse successo.
 
Hermione sbuffò per la centesima volta. Forse aveva un po’ sopravvalutato la sua forza fisica; tre libri da una parte, pergamene sull’altro e una borsa strapiena che le segava in due la spalla. Insomma dopo due rampe di scale sbuffava come un rinoceronte.
“Manca poco Hermione. Sei quasi arrivata alla biblioteca”
Era in questi casi che sentiva la mancanza di Harry e Ron. Solitamente loro non portavano mai niente per lo studio, ma poi venivano sovraccaricati dalle cose di Hermione. Era diventato un tacito accordo.
- Per Merlino…- bofonchiò irritata quando la sua traballante costruzione cominciò a dare segni di cedimento a duecento metri dalla meta.  Si abbassò per raccogliere la pergamena quando la sua visuale fu riempita da un paio di scarpe nere completamente lucidate, senza il minimo difetto. Non le ci volle molto a riconoscerle e nell’alzare lo sguardo il suo equilibro decise di truffarla, facendola atterrare di sedere.
-Granger… non sei più in grado di stare in equilibrio adesso?- sentenziò afferrandola saldamente per i gomiti e tirandola in piedi, ignorando i libri e le pergamene sparse a terra. Posò le sue mani sulle spalle, fissandola in modo penetrante.
Fu un attimo…
 
Piton l’afferrò per le spalle scuotendola come se ne andasse della sua vita.
-Tu sei innamorata di me e di nessun altro. Mi hai capito Miss Granger?-
 
Un flash la colpì tanto da lasciarla completamente stordita. Batté un paio di volte le palpebre, sentendo le orecchie fischiare. Le arrivava attutita persino la voce del professore che le era a un palmo di naso…
- Granger… Granger rispondimi!- la scosse per le spalle. I ragazzi che cominciavano a fare un piccolo campanello intorno a loro…
 Hermione non riusciva a produrre un pensiero coerente. Sentiva solo la necessità di piangere e di correre il più lontano possibile.
Poi una voce fuori campo la riportò alla realtà…
- Hermione stai bene?-
Era Morag. Si avvicinò incurante dello sguardo da omicida di Piton e l’afferrò per la mano, togliendola dalle braccia del professore.
- Ti porto in infermeria- decretò senza tanti giri di parole, guidandola per il corridoio.
 
Severus era furibondo. Come osava quel ragazzino che puzzava ancora di latte portarla via dalle sue mani?! Non aveva nessun diritto di toccarla. Strinse i pugni con forza, sentendo le unghie penetrare a fondo nella carne. Gettò uno sguardo a terra e si accorse dei libri lasciati da Hermione. Li raccolse con furia e, con uno sguardo di fuoco, si diresse a passo spedito verso l’infermeria.
 
- Morag fermati… sto meglio- mormorò Hermione, poggiando una mano alla fredda parete di pietra del corridoio.
- Sicura?! L’infermeria è lì… non ci costa nulla!- disse, indicando la fine del corridoio, continuando a sorreggerla per il braccio.
La ragazza sorrise lievemente per il suo evidente nervosismo, tranquillizzandolo con una lieve carezza su una spalla.
- Oh… ho dimenticato i miei libri-
- Te li prendo io, aspettami qui!-
E senza dire altro sparì verso il fondo del corridoio appena percorso.
Quando Morag svoltò l’angolo, Hermione tirò un grosso sospiro di sollievo. Era stato di grande aiuto ma aveva bisogno di stare da sola e mettere a posto i suoi pensieri. Cos’ era successo prima?! Cos’era quella sequenza di immagini che le erano passati davanti ma di cui non ricordava nulla??!
Si passò una mano sulla fronte madida di sudore.
-Umpf… quel Mcdougal non è un vero cavaliere. Non lo sa che avrebbe dovuto lasciarti in infermeria e non in corridoio?- sbuffò sprezzante il professore di pozioni.
La Grifondoro sobbalzò, colta alla sprovvista. Non era possibile… una settimana senza vederlo neanche per sbaglio e in una giornata doppia dose del sarcasmo di quest’uomo. Non poteva sopportarlo.
- Non sono affari suoi professore…- ribatté senza forza. La sua presenza la lasciava tremante e non ne capiva il motivo.
 Lanciò uno sguardo di sottecchi all’uomo che lentamente si stava avvicinando. Era leggermente terrorizzata. Temeva un episodio come quello di poco prima…
- Stai tremando- constatò sottovoce, guardandola con un filo di apprensione. Hermione strabuzzò gli occhi al tono della sua voce. Non la sentiva così dall’ultimo bacio che si erano scambiati.
- Ehm…-
Piton accorgendosi dell’errore, cambiò tono..
- I libri.-
Allungò le braccia e per una frazione di secondo le loro dita entrarono in contatto…
 
Dolcezza e disperazione, poteva sentirlo. Strinse la sua casacca nera come se non ci fosse nulla al di fuori di quello. Voleva sentirlo più vicino, ed era straziante.
Quando si staccarono, Hermione si ritrovò a singhiozzare tra le sue braccia senza alcun controllo.
 
Hermione boccheggiò, schiacciandosi contro il muro. Non era possibile… stava forse impazzendo?!
Si guardò intorno freneticamente alla ricerca di una via di fuga. Fece un passo tremante verso destra… poi tutto divenne nero. L’ultima cosa che sentì fu la voce del suo amato professore…
 
 
Ginny era al sesto piano; Camminava sgranocchiando delle api frizzole senza un solo pensiero a turbarla. L’unica cosa a farla sentire un po’ in colpa era stata bidonare Hermione e la sua idea “facciamo un ripasso totale di Trasfigurazione che manca poco all’esame”. A dirla tutta non si sentiva così in colpa…
Sorrise al pensiero della sua amica sommersa dai suoi adorati libri e continuò a camminare, finché qualcosa non attirò la sua attenzione…
Una porta socchiusa e delle voci all’interno..
Insomma, per una ragazza curiosa e un po’ pettegola come lei, era qualcosa da non farsi sfuggire. “ Magari qualche lite d’amore… o una dichiarazione… sarebbe fantastico” pensò, fantasticando abbondantemente su chi fossero i proprietari della voce. Estrasse un’orecchia oblunga dalla borsa ( mai girare senza) e si accostò alla porta dell’aula…
 
- è pericoloso… quella ragazzina non è affidabile- piagnucolò una vocetta femminile.
- non dire scempiaggini. Quella stupida mi venera, non potrebbe mai tradirmi- affermò una voce maschile. Una voce che trasudava sarcasmo e disprezzo da ogni poro. Una voce malvagia…
- Ahah pensa mi ha detto di essersi innamorata di me. Beh non posso certo darle torto…-
Rise ancora e a Ginny vennero i brividi sulle braccia.
- Lestat… ascolta. Temo che la preside sospetti qualcosa. Ha capito che tieni d’occhio sia Piton che la Granger e temo che anche il professore lo abbia intuito… è stato una spia anche lui- mormorò la donna, celando a stento il tremolio della voce.
-Oh… so benissimo quanto possa essere bravo Severus Piton… oh lo so cara Alesha!-
- Q-quindi… beh penso sia meglio lasciar stare…-
Ma Ginny non perse tempo ad ascoltare il resto. Si strappò con forza l’orecchio oblungo e corse verso la biblioteca. Doveva avvisare la sua amica!
 
La rossa entrò come una furia in biblioteca procurandosi delle occhiate di fuoco da parte di Madama Pince. Senza perdere tempo si avvicinò alla bibliotecaria chiedendo dell’amica.
-La signorina Granger non si è vista qui dentro oggi- rispose inacidita la donna.
- non è possibile.. dovrebbe trovarsi proprio qui…- ribattè con foga. Madama Pince stava per spedirla fuori a calci quando la rossa si voltò e corse fuori lasciando l’anziana donna senza parole.
C’era un buon motivo per cui era corsa fuori e questo buon motivo era Morag. Lui era sempre incollato alla ragazza, qualcosa doveva pur sapere…
-Morag… Hermione?- chiese senza fiato non appena lo raggiunse.
- Non lo sai? È in infermeria. Non si è sentita be… ehi Ginny-
Ma la rossa non ascoltava già più diretta all’infermeria.
 
 
 
- Hermione-
-Ginny?-
- Vieni con me…- disse afferrandola per un braccio e trascinandola giù dal letto.
- ma… Madama Chips, sono svenuta, si preoccuperà!- ribattè la mora, bloccando l’amica sconvolta.
- Non importa devo parlarti ora… è importantissimo!-
Hermione si portò una mano alla bocca
-Harry? Ron?-
- No… muoviti- disse riprendendo a trascinarla senza tante cerimonie.
La ragazza acconsentì. Non si sentiva più un braccio.
Ginny entrò nella prima aula libera e insonorizzò la porta. Si girò verso l’amica che la guardava con un espressione impaziente e incominciò a raccontare.
 
-Per le mutande sporche di Merlino…-
-già-
Hermione era sconcertata. Il professor Lestat non le era mai stato particolarmente simpatico ma questo non se lo aspettava…
- dobbiamo far confessare Natalie…ma come??!- aggiunse la rossa, appoggiandosi sfinita al muro. Aveva corso come una pazza fino a lì ed ora la tensione cominciava ad allentarsi.
La Grifondoro alzò il mento, lo sguardo che brillava…
- Ho un’idea!-
 
 
Eccoci giunti alla fine di questo capitolo. Il prossimo è pronto. Voglio dare regolarità a questa storia che ormai sta giungendo al termine. Diciamo che la matassa si sta sbrogliando! Per cui Martedi prossimo ci sarà il prossimo aggiornamento!
UN GROSSO GROSSO RINGRAZIAENTO A CHI è ARRIVATO FIN QUI! XOXO Rora
 
  
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