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Autore: Menma__    05/11/2013    0 recensioni
Emily scopre di essere una strega dopo aver vissuto per 11 anni tra i babbani, passa ad Hogwarts sette anni facendo nascere nuove amicizie e qualcosa di più...
Compagna di corso del 'golden trio' ma con diverse peripezie, sarebbe come rileggere i romanzi sotto la prospettiva di una nata-babbana.
Questa fanfiction parla di tutti e sette gli anni scolastici di Emily.
Spero che vi piaccia e che continuiate a seguirla :)
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Angelina/George, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Emily passava giornate intere nella camera dei gemelli, li aiutava nelle pozioni o leggeva, spesso si addormentava lì e si svegliava solo per tornare in camera da Ginny.
Qualche settimana dopo il suo arrivo alla Tana anche Harry si unì a loro, il morale di Ginny cambiò radicalmente, quando lui era nei paraggi faceva cadere di tutto, arrossiva violentemente e lo guardava ogni due secondi e mezzo circa, quando invece lui non c’era era felicissima e non la smetteva di parlare del ragazzo, faceva domande di ogni tipo a Emily la quale, non avendoci parlato più di tanto, non aveva molte informazioni da passarle.
Harry si era stabilito nella camera di Ron e, proprio per la sua presenza, Fred e George avevano smesso di andargli a dare il buongiorno in modo moooolto fraterno.
Il pomeriggio lo passavano a volare sulla collina vicino alla Tana, da quando c’era Harry anche Ginny aveva cominciato ad andare con loro, ma senza volare.
La signora Weasley li rimpinzava di cose da mangiare, a qualsiasi orario, sembrava molto apprensiva soprattutto con Emily e con Harry, se avessero vissuto con lei sarebbero diventati delle botti.
Il signor Weasley aveva centinaia di domande da fare sugli oggetti babbani, andava ad alternanza, un giorno mitragliava Harry di domande, il giorno dopo Emily.
Emily si rifugiava in camera dei gemelli ad ogni occasione, facevano i compiti delle vacanze, era l’unica di tutta la famiglia Weasley, a parte i gemelli ovviamente, a poter entrare nella loro camera senza che uno strano e puzzolente liquido verde la sommergesse appena superata la soglia.
 
-Quindi come va la squadra? Con Angelina?- chiese la ragazza.
Emily era allungata sul letto di Fred e guardava un libro di pozioni mentre i gemelli, seduti a terra intorno al calderone, versavano liquidi e polveri al suo interno.
-Angelina?-
-Perché?-
-Nessun motivo in particolare, ho solo notato che siete molto uniti…- chiarì lei.
-Beh quello è ovvio, Fred ci sta insieme-
-COSA? Ma che dici?- urlò Fred rosso come i suoi capelli.
-Dai Freddie, non prenderci in giro, sono anni che ci prova con te, e a te non è mai dispiaciuto.-
-Che c’entra?! Non significa mica che ci sto insieme, a me piace un’al…- si bloccò all’istante, arrossendo ancora di più.
-Davvero Freddie? E chi è?- chiese curioso il gemello ostentando un’aria d’innocenza.
-Nessuno che conosci.-
-Impossibile, conosciamo le stesse persone-
-Non lei-
-Non ti credo-
-Mi spiace per te!-
-Va bene va bene, ora basta, si può sapere chi è, Fred?- intervenne la ragazza.
-Nessuno.-
-Hai appena detto il contrario-
-Non importa, ci ho ripensato-
-Non puoi ripensarci così in fretta!- insistette Emily.
-E perché mai?-
-Semplicemente perché è impossibile- intervenne George.
-No, non lo è-
-Dacci almeno un indizio- disse il gemello.
-Va bene, ma solo uno-
-Ok, qual è?-
-…-
-Dai!-
-È una ragazza!-
-Ma che indizio è?!-
-Dovresti esserne sollevato, non sono omosessuale!-
-Non mi frega un accidente, voglio solo sapere chi sarà la mia futura cognata o, a quanto pare è necessario specificare, futuro cognato-
-Dovrai aspettare il mio matrimonio allora!-
-E se, mettiamo l’ipotesi, TU non dovessi arrivarci?-
-Farò il possibile per esserci- ribatté sicuro Fred.
 
Emily fece le compere di Diagon Alley insieme alla famiglia Weasley e a Harry.
Conobbero il professore di Difesa contro le Arti Oscure, sostituto di Raptor: Gilderoy Allock, un uomo biondo e dal sorriso fastidioso, quel giorno indossava un orribile completo azzurro.
Mentre la signora Weasley comprava i libri per tutti, Harry, Ron e Hermione erano andati in giro, guardando le vetrine, Percy si era rinchiuso in un negozio di libri, Ginny era con i genitori a comprare i libri e la divisa mentre Emily, Fred e George si erano subito diretti in un negozio di scherzi.
La signora Weasley aveva raccomandato ai gemelli di non lasciare le ragazza indietro, per evitare che si perdesse.
La tennero per mano tutto il tempo, persino dentro il negozio tanto che sembravano fratelli per davvero.
Passarono la maggior parte della giornata dentro il negozio di Filibuster.
Mentre giravano per il negozio Fred e George avevano elencato a Emily tutti gli scherzi e gli esplosivi migliori, la ragazza afferrò un taccuino e si mise a prendere appunti.
Una volta a casa, i tre ragazzi si chiusero nella camera dei gemelli e cominciarono ad aprire i pacchetti dei Fuochi d’artificio appena comprati.
 
Il rientro ad Hogwarts andò magnificamente.
Sull’espresso Emily prese una cabina con i gemelli e Lee Jordan, Ginny era con Harry, Ron e Hermione, Emily le aveva proposto di andare con lei e i gemelli ma la rossa aveva rifiutato, dicendo che molto probabilmente non sarebbe sopravvissuta alle esplosioni. Emily all’inizio non capì a cosa si riferisse ma dopo circa un’ora dalla partenza, Fred e George cominciarono a far esplodere fialette e piccoli incarti.
Emily aveva visto Nathaniel poco prima di partire, avevano chiacchierato un po’ e infine si erano separati andando ognuno verso il proprio scompartimento.
La Sala Grande pullulava di persone, i ragazzi del primo anno arrivarono poco dopo l’arrivo dei ragazzi più grandi.
Emily si accorse che né Harry né Ron erano presenti ma pensò che si fossero solo trattenuti con Hagrid.
Lo smistamento si svolse con calma senza intoppi e di Harry e Ron non c’erano tracce.
Era arrivato il turno di Ginny, facilmente riconoscibile per i capelli rosso fuoco che caratterizzavano i Weasley.
Emily cominciò a cenare tranquillamente insieme ai gemelli, dopodiché andarono nei dormitori, girò in fretta la notizia che Harry e Ron erano arrivati ad Hogwarts grazie alla macchina volante del signor Weasley e i gemelli cominciarono subito a brontolare dicendo che avrebbero voluto esserci anche loro.
Poco tempo dopo i ragazzi si fecero vivi nella Sala Comune e li accolse un grande applauso.
 
Quell’anno Emily era in stanza con le stesse ragazze dell’anno prima.
Salutò e diede la buonanotte ai gemelli e salì in camera seguita da Hermione.
Poco dopo le raggiunsero anche Calì e Lavanda, cominciarono a chiacchierare amabilmente e dopo aver cominciato a sistemare la loro roba, la porta si aprì per far entrare Ginny.
-Ehy Ginny, che ci fai qui?- chiese Emily.
La rossa si sentiva a disagio tra quelle ragazze che non conosceva così quando tentò di rispondere la voce fu solo un sussurro.
-Come scusa?-
-Ho detto che mi hanno assegnata a questa stanza perché c’era un posto in più- ripeté la ragazza alzando leggermente la voce.
-Ah, allora ti presento le altre- disse cordiale Emily.
-Lei è Hermione, Calì e Lavanda- cominciò indicando le coinquiline –ragazze, lei è Ginny- continuò.
Ginny fece amicizia in fretta con le altre ragazze, prese posto nel letto tra quello di Hermione e quello di Lavanda e si addormentò con le altre.
 
Era arrivato Febbraio, più precisamente il 14 Febbraio, Emily si svegliò con un cuscino in faccia, gentilmente lanciato da un’esasperata Lavanda che ululava per tutta la stanza.
-Lavanda ma che t’è preso?- chiese contrariata Emily mettendosi a sedere ancora con gli occhi semichiusi.
-Che mi è preso? E me lo chiedi?! Oggi è San Valentino, devo prepararmi, devo essere perfetta, magari qualcuno mi noterà- continuava a ripetere più a se stessa che alle altre.
-Chi dovrebbe notarti, di preciso?- chiese Emily abbandonando controvoglia il letto caldo e mettendosi in piedi.
-Il mio Ron-Ron, ovvio- rispose.
Hermione la guardò male, Ginny fece finta di vomitare mentre Calì fingeva di dormire beatamente.
-Il tuo… Ron-Ron…-
-Certo-
-Lo stesso Ron che conosciamo noi altre?- chiese scettica Emily.
-Chi altri sennò?!-
Era completamente fusa.
Si aggirava per la stanza, vestita per metà, i capelli scompigliati e delle occhiaie da mettere spavento.
-Allora calmati e vestiti-
- È quello che sto cercando di fare!-
-E qual è il problema?-
-Non so che mettermi- rispose sull’orlo delle lacrime.
-Che ne dici della divisa?- chiese ironica l’altra.
-Ma non posso mettere la divisa, non è alla moda-
-Non è alla moda neanche passare la giornata con Gazza per essersi rifiutate di indossare una stupida divisa, ci starai bene lo stesso-
-Si, va bene, ora mi calmo- disse cominciando a fare respiri profondi in mezzo alla stanza.
Hermione e Ginny si guardavano preoccupate per la sanità mentale della coinquilina.
Tutte si vestirono e scesero nella Sala Comune.
 
Era da poco comparsa una scritta sul muro di Hogwarts, gli studenti erano preoccupati ma i compiti li distraevano parecchio, anche i professori lo erano anche se lo tenevano nascosto.
La gatta di Gazza, Colin, Justin e Nick-quasi-senza-testa erano stati ritrovati pietrificati.
Tutti pensavano che il colpevole fosse Harry ma i gemelli scherzavano molto su questo e ci si divertivano.
Lo tenevano lontano con spicchi d’aglio, urlavano: -fate largo, passa l’erede di Serpeverde!-
A Harry non dispiace, anzi, Emily all’inizio disse ai ragazzi di smetterla ma loro non vollero, poi si accorse che non era una cosa poi così negativa e ci si cominciò a divertire anche lei.
Hermione era rimasta in infermeria, non era permesso visitarla ma a Emily era stato concesso un paio di volte, era ricoperta di peli, non aveva intenzione però di spiegare la loro apparizione.
Dalla comparsa della scritta, Ginny era diventata molto più inquieta, la notte si girava e rigirava nel letto, il giorno si guardava intorno preoccupata.
Hermione tornò alle lezioni giusto in tempo per godersi lo spettacolo di S. Valentino.
 
La Sala Grande era rosa, tremendamente rosa, orribilmente rosa, un rosa esageratamente mieloso.
Una moltitudine di petali a forma di cuore cadevano dal soffitto e indovinate di che colore erano… ESATTO! rosa. Il professor Allock sembrava un confetto in grado di far venire il diabete solo a guardarlo, era vestito, ovviamente, di rosa e rosa chiaro.
Emily si diresse in fretta al tavolo dei Grifondoro e si sedette tra due schifati gemelli Weasley.
-Ehi ragazzi-
-Ehi Amy- salutarono loro distogliendo lo sguardo da tutto quel rosa.
-Perché tutta questa fantasia con i colori oggi?- chiese lei.
-È San Valentino…-
-E Allock ha voluto ricordarcelo-
Gilderoy cominciò a parlare, inutile dire che né Emily né i gemelli avevano ascoltato una sola parola. Solo una cosa attirò la loro attenzione:
-Ho una sorpresa per voi!- disse raggiante il confetto diabetico.
Il grande portone si spalancò e tanti piccoli nani, brutti e scorbutici, dalle ali, decisamente piccole per loro, incollate alla schiena, delle piccole arpe dorate e borse rosa sulle spalle, entrarono rumorosamente nella Sala Grande.
-Consegneranno le vostre lettere d’amore durante questa giornata- spiegò il confetto.
Lo sguardo di tutti si spostò sul preside, chiedendosi perché avesse acconsentito, si aspettavano di vederlo serio e impassibile invece guardava i nani con uno sguardo divertito, la McGranitt lo osservava arrabbiata e leggermente schifata.
Finita la colazione gli studenti si riversarono nei corridoi, alcuni si avvicinavano ai nani e lasciavano nelle loro mani delle lettere o dei foglietti, altri invece andavano in fretta verso le aule.
 
Interruppero spesso le lezioni, facevano irruzione irritando gli insegnanti specialmente perché molto spesso avevano sbagliato classe, quando non sbagliavano si avvicinavano a qualche ragazzo (puntualmente pallido come un lenzuolo) e gli lasciavano una lettera sul banco oppure, per i meno fortunati, cacciavano l’arpa e cominciavano a cantare, mai vi fu strazio più grande, in confronto Lavanda Brown cantava come un usignolo.
 
Mentre la classe di Emily saliva a fare incantesimi, un nano chiamò a gran voce Harry, gli si avvicinò tirando gomitate e lo acciuffò (avendo disperatamente intrapreso una fuga) bloccandolo a terra.
Gli cantò una poesia alquanto squallida che Emily riconobbe come molto simile a quella letta in camera di Ginny.
Durante l’ora di incantesimi un altro nano entrò in classe e lasciò una lettera sul banco di Emily, lei non l’aprì, nonostante le suppliche di Lavanda, e la chiuse subito nella cartella.
Quella sera Fred e George non la smettevano di cantare il San Valentino di Ginny, tanto che ad un certo punto Harry salì in camera stufo.
Quando si fece tardi, Emily diede la buonanotte ai gemelli e salì in camera.
Le sue compagne dormivano, lei si vestì in silenzio e si mise sotto le coperte, si ricordò solo allora della lettera, la prese e se la portò sotto le coperte.
Era azzurra, con qualche venatura argentata, non c’era il nome del mittente ma solo quello del destinatario, ovvero lei.
L’aprì, delicatamente, e estrasse un foglio di pergamena.
Non era una poesia come quella di Ginny né una filastrocca in rima, era una semplice lettera, dolce ma non esageratamente.
Si mise a leggerla in silenzio.
Parlava di un ragazzo che sembrava conoscerla bene, le disse di quanto le piacesse e di quello che provava per lei, le faceva centinaia di complimenti mai esagerati e completava sperando di poterle sempre restare accanto.
Emily si trovò a sorridere felice, chiedendosi chi fosse l’artefice della lettera; la mise sotto il cuscino e si addormentò.
 
Fred guardava il soffitto sovrappensiero.
George era seduto sul suo letto e smistava dei fuochi d’artificio.
-Dici che le è piaciuta?- chiese improvvisamente Fred.
George alzò lo sguardo e sorrise senza farsi notare.
-Certo, perché non dovrebbe, l’ha scritta un Weasley no? Che c’è di meglio?-
-Non ne sono convinto…-
-Stai tranquillo Freddie, ti basterà guardare il suo umore domani mattina-
-E se l’avesse buttata?- chiese preoccupato.
-Avrai tante occasioni per rifarti, e poi non hai scritto da parte di chi era e non può capire che sei tu anche perché l’abbiamo fatta consegnare a un primino.-
-Potrebbe riconoscere la scrittura.-
-Ma sei scemo? L’abbiamo scritta con una penna magica apposta-
-Ah già…-
-Freddie tranquillizzati, le piacerà! Poi vi sposerete, avrete tanti bambini e li chiamerete tutti come me, contento?-
 
NOTE: Scusate per il ritardo ma tra Lucca comics e compiti non ho avuto il tempo di finirlo prima >.<
È un po’ più corto del solito ma è un capitolo di transizione quindi…
Spero che vi sia piaciuto ugualmente :D
Al prossimo capitolo ^-^
  
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