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Autore: BlackRose96    05/11/2013    4 recensioni
Siamo noi a scegliere chi amare o è l'amore a scegliere noi?
A tentar di risolvere questo dilemma è proprio Draco Malfoy, da sempre abituato a non provare sentimenti per nessuno, che costretto ad affrontare una maledizione scagliata contro la sua famiglia secoli fa, capisce che la sua unica ancora di salvezza è lei: la lurida mezzosangue.
Dal prologo:
"Guardai la luna, l’unica compagnia che avevo durante la prigionia, oltre ai miei carnefici. Era pallida, circondata dagli astri e dalle costellazioni. I miei occhi ne scorsero una in particolare. La costellazione del drago. Un momento di lucidità. Le sue azioni non potevano restare impunite. Mi sarei vendicata, non m'importava se quando sarebbe successo il mio corpo sarebbe diventato cenere da secoli o da millenni. Me l’avrebbe pagata, in un modo o nell’altro.
Eravamo arrivati sul patibolo, centinaia di persone mi guardavano, ma non m’importava, il mio sguardo era concentrato solo su uno. Draco Malfoy. "
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Cedric Diggory, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Capitolo 2

«Guarda che tutto quel ben di Dio non si mangia da solo se tu ti limiti solo a guardarlo.»
La ragazza ignorò l’amico e continuò a fissare il piatto colmo di cibo senza l’intenzione di toccarlo.
Si sentiva strana Hermione Granger quella sera, e oltre all’insopportabile senso di vuoto avvertiva solo una fitta sgradevole allo stomaco, che le impediva di provare a nutrirsi.
Ma il suo non era un dolore fisico, o almeno, non originariamente.
Il suo malessere era una serie di sensazioni strane che non riusciva a spiegarsi. Si sentiva sola, triste e abbandonata, anche se in quel momento era nella chiassosa sala grande circondata dai suoi amici, che ridevano e scherzavano con lei. Come sempre. Ma qualcosa era cambiato. E non riusciva nemmeno lei a capire cosa.
Sopraffatta da una sorta di nausea, confusione e tristezza, decise di andare a fare quattro passi all’aria aperta per provare a chiarire cos’era quella strana angoscia che la tormentava.
Si alzò di scatto e si diresse a grandi passi verso l’uscita, seguita dagli sguardi vigili e sinceramente preoccupati di Harry e Ginny. Ron invece era troppo impegnato a svuotare il suo terzo piatto da accorgersi del comportamento strano dell’amica.

«Hermione, senti, per quel compito di storia della magia… Ehi, dov’è finita Hermione? » chiese il rosso appena fu sazio, circa mezz’ora dopo, guadagnandosi un’occhiataccia da sua sorella minore.
«E’ uscita, Ronald, senza dirci dove stava andando…circa mezz’ora fa!» gli rispose severa Ginny.
«Cerca di moderare i toni, signorina!»
«Ron, tua sorella non ha poi tutti i torti…. Hermione  era accanto a te, come diamine hai fatto a non accorgerti che se ne stava andando?» si intromise Harry.
«Ma perché ve la prendete con me? E’ stata lei ad andarsene senza dire niente, giusto?» provò a giustificarsi il rosso, facendo innervosire ancora di più Ginny.
«E allora perché noi ce ne siamo accorti?» rispose stizzita quest’ultima.
«OK, ok, calmiamoci e andiamo a cercarla.» cercò di intermediare Harry.
«Dove pensate possa essere andata?» chiese perplesso Ron.
«Andiamo a vedere se è tornata  nel dormitorio, altrimenti la cerchiamo sulla mappa del malandrino.» sentenziò sbrigativa Ginny, e i tre senza più parlare si incamminarono verso la torre grifondoro.

Il vento le soffiava  contro il viso aria gelida scompigliandole i lunghi boccoli color caramello e facendole venire la pelle d’oca. Il suo senso d’inquietudine non era passato, e non riusciva a capire cosa potesse averlo causato. In teoria sarebbe dovuta essere felice, aveva ricevuto una lettera da sua madre, le lezioni e i voti procedevano bene, e si sentiva sempre più legata ai suoi migliori amici di sempre, che ormai considerava fratelli. Cosa c’era che non andava? Perché si sentiva così… vuota? Incompleta.
Sospirando si alzò in piedi, e dopo aver scosso la gonna della divisa per togliere le erbacce che si erano attaccate dopo essersi seduta sul prato, si guardò intorno, indecisa su quale direzione prendere.

Le campane del grande orologio stavano suonando, l’ora del coprifuoco era appena scoccata e se qualcuno li avrebbe trovati fuori dai dormitori, non avrebbero avuto sconti.
«Dai muoviamoci!» esordì Ginny, il panico trapelava dalla sua voce. Infondo lei negli anni precedenti non aveva mai partecipato ai giretti notturni dei suoi amici, per quanto a fin di bene, non aveva mai osato trasgredire le regole. Ma quella sera aveva un valido motivo, la sua migliore amica aveva qualcosa che non andava, e in più era vicino al lago nero di notte, da sola, durante il coprifuoco.
E poi, per quanto le sue intenzioni fossero nobili, Ginny aveva pensato anche ai benefici che ne avrebbe tratto. Con quella uscita fuori programma, avrebbe avuto l’occasione di passare un po’ di tempo con il suo amato Harry, e chissà, magari sarebbe successo qualcosa. Magari avrebbe avuto il coraggio di confessargli i suoi sentimenti, e forse lui avrebbe addirittura ricambiato. Per questo aveva insistito che suo fratello non andasse con loro.
“Devi coprirci nel caso vengano a fare qualche controllo. Inoltre, in due, diamo meno nell’occhio.”
gli aveva detto. E lo sciocco aveva abboccato, o forse, semplicemente, era troppo pigro per quella lunga camminata.
-Meglio così- pensò Ginny sorridendo tra sé.
«Ehi, controlla se è ancora lì.»
Erano quasi arrivati all’uscita, ma prima di uscire era meglio controllare che la sua amica ancora ci fosse.
Chissà, magari sulla mappa del malandrino il suo nome sarebbe comparso nella torre dei grifondoro.
Harry prese dalla tasca quella che apparentemente era una banalissima pergamena vuota,  e pronunciò le parole che avrebbero fatto la differenza, quelle che gli avrebbe permesso di vedere chi scorrazzava per i corridoi della scuola.
«Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.» e la mappa, poco a poco, rivelò le posizioni di tutti coloro che fossero all’interno di Hogwarts. Harry cercò subito il nome di Hermione vicino al Lago Nero, dov’era stato fino a cinque minuti prima, ma non lo trovò, così preso dall’ansia si concentrò solo sul nome, e non notò un altro che si avvicinava pericolosamente verso di loro.
«Harry…» sussurrò Ginny presa dall’ansia, indicando il nome di Gazza che era a pochi metri dal loro.
Subito, da dietro l’angolo, sbucò Mrs Purr, l’odiosa gatta del custode, che notandoli si mise a miagolare forte, come a voler avvertire il suo padrone.
«Chi c’è Mrs Purr?» chiese Gazza come se si aspettasse una risposta da parte dell’animale.
La sua voce era pericolosamente vicina, così Harry afferrò il polso di Ginny e la trascinò dietro di se all’interno della prima stanza che gli era capitata a tiro: il deposito delle scope.

«Se ci scoprono finiamo nei guai.» disse Blaise guardando Draco come a colpevolizzarlo.
All’inizio quando il suo amico gli aveva proposto di rubare gli ingredienti per preparare la Felix Felicis gli era sembrata una buona idea, ma ora nella serra dopo il coprifuoco aveva qualche ripensamento.
Si chiese che cavolo ci facesse lì e perché diamine si lasciava convincere sempre.
Il rumore di un rametto calpestato li fece sobbalzare e d’istinto si nascosero, quando Draco la intravide.
Ghignando, evocò il suo patronus, un cobra reale.
«Che diavolo…?» ma Blaise non finì la domanda.
«Faccio spaventare un po’ la mezzosangue.» chiarì Draco, come se fosse una cosa ovvia.
Blaise scosse il capo, esasperato.
«Mi ricordi perché sono tuo amico? Me ne vado a dormire, sbrigatela da solo.»

Hermione ormai aveva perso la cognizione del tempo, e una parte di sé si chiese che ora fosse e se fosse già scattato il coprifuoco.
- Poco importa.- si disse fra sé.-
Aveva bisogno di riflettere, quella sera, e non aveva voglia di stare rinchiusa nel dormitorio.
Un rumore sinistro la fece voltare di scatto,spaventata. Un cespuglio si stava muovendo, e sembrava che qualcosa le stesse camminando a fianco. Abbassò lo sguardo e vide un enorme serpente accanto a lei.
Urlò spaventata, ma fu un momento, sapeva riconoscere un patronus.
Una risata sguaiata alle sue spalle la fece voltare, e un moto di irritazione la colse all’improvviso.
«Malfoy!» sibilò.
«Paura, mezzosangue?» la canzonò lui.
Poi una voce familiare li fece immobilizzare.
«Chi c’è là?»
Riconobbero la voce del custode e si scambiarono un’occhiata, terrorizzati.
Non volevano finire in punizione, men che meno insieme.
«Vieni.» Draco prese per il braccio la grifondoro e la strattonò malamente, mentre la spingeva sotto un tavolo particolarmente nascosto dalle varie piante.
«Ahi!» si lasciò sfuggire Hermione, massaggiandosi un braccio.
Poi Gazza entrò nella serra, e Hermione prese a respirare affannosamente, presa dal panico.
Draco se ne accorse, e le tappò la bocca con una mano, attirandola involontariamente a sé.
«Shhh!» le sussurrò nell’orecchio.
Se fossero stati scoperti lì, sarebbe stato grave. Non che se fosse capitato in un semplice corridoio non sarebbero stati puniti, ma lì erano nella serra, zona off-limits per gli studenti quando non avevano lezione, persino prima del coprifuoco.
Il respiro di Hermione contro la mano di Draco si era calmato, ma Gazza era sicuro che i “trasgressori”, come li chiamava lui, fossero là dentro, e non accennava ad andarsene.
I due giovani erano avvantaggiati dal fatto che lui non sembrava intenzionato a farsi venire un colpo della strega solo per scoprire due studenti fuori dai dormitori durante il coprifuoco, così si accomodò, deciso ad aspettare che i topi uscissero dalla tana.
 
«E’ tutta colpa tua Malfoy!» lo accusò la grifondoro liberandosi dalla stretta una volta che Gazza finalmente si fu addormentato.
«Che stai facendo?» le chiese Draco vedendola intenta a sgusciare fuori dal tavolo.
«Secondo te? Me ne vado!»
«No, aspetta!»  non fece neanche in tempo ad ammonirla che Hermione era già uscita dal loro nascondiglio, causando un gran fracasso e il miagolio di Mrs Purr.
Hermione stava fissando allarmata il custode che si mosse nel sonno, segno che i rumori lo avessero disturbato e probabilmente quasi svegliato, quando il serpeverde la afferrò prontamente per la caviglia trascinandola nuovamente sotto il tavolo.
«E ora come facciamo?» gli sibilò infuriata Hermione.
«Hai con te la bacchetta?» le chiese irritato il biondo, infastidito dal fatto che si trovasse in quella situazione e per di più con lei.
«No, l’ho lasciata in camera.»
«Sei inutile mezzosangue!»
«Come facciamo?» ripetè la grifondoro, ignorando le offese del serpeverde.
«Dobbiamo aspettare che se ne vada.» rispose rassegnato Draco Malfoy, che sapendo quanto l’attesa sarebbe stata sicuramente lunga, si sdraiò cercando la posizione più comoda, non curandosi del fatto che in quello spazio ridotto sarebbe dovuta entrarci anche Hermione.
Hermione imprecò tra sé, sistemandosi al meglio anche lei, sperando di poter uscire al più presto da quella situazione infernale.

«Se ne sta andando.» sussurrò Harry osservando Gazza muoversi sulla mappa del malandrino.
«Forse è meglio stare qui e andarcene quando sarà più lontano.» propose Ginny, volendo stare così a stretto contatto con lui un altro po’.
«Si, hai ragione.» rispose Harry arrossendo. Non riusciva a spiegarsi il perché, ma quella vicinanza con la piccola di casa Weasley lo metteva in imbarazzo. E il cuore aveva preso a battergli più velocemente.
Un silenzio imbarazzante si abbattè sui due ed entrambi furono incapaci di romperlo per diversi minuti, troppo concentrati a fissare gli occhi dell’altro.
Ginny iniziò a battere nervosamente il piede destro a terra, presa dall’irresistibile impulso di abbattere il muro di silenzio e quei pochi passi di distanza che li dividevano e di impadronirsi di quelle labbra che per tanti anni aveva segretamente sognato.
«Forse ora possiamo andare.» disse dopo un po’ Harry, troppo ottuso per capire cosa significasse lo sguardo intenso della ragazza, voltandosi verso la porta. Ma prima che il ragazzo potesse fare un passo in più, ponendo fine a quella tanto agoniata intimità, Ginny lo trattenne per il polso, facendolo voltare di scatto.
«Ginny…» ma Harry non ebbe il tempo di formulare qualsiasi frase o pensiero, che la ragazza lo attirò a sé e si appropriò di quel viso, di quelle labbra, concretizzando così quello che era stato il suo sogno segreto per anni.

«Visto che siamo costretti a restare qui troviamo un modo per ammazzare il tempo, Granger.»
«io sto già pensando a un modo per ammazzare te.» rispose Hermione con il suo solito tono da saputella, causando il ghignò divertito di Draco.
«Ti lascio pensare ai tuoi piani, allora. Non sia mai che la mezzosangue perfettina fallisca in una sua impresa.»
Hermione lo ignorò, incrociando le braccia e chiudendo gli occhi, con l’intenzione di riposarsi.
«Stai cercando di addormentarti, mezzosangue? Sappi che non te lo lascerò fare.»
«Certo che no, tu sei l’emblema del fastidio.» rispose Hermione irritata, con un tono di voce che contrastava la sua espressione rilassata.
«Come ti permetti, sporca mezzosangue? Dovresti sentirti onorata di stare così vicina a me.»
«Già, lo sono così tanto che fra poco ti darò un pugno, così ogni volta che vedrò il livido mi ricorderò di questa splendida serata.»
«Non oserai.» la fissò truce il biondo, memore del pugno già sganciatogli  dalla grifondoro al terzo anno.
«Mettiti alla prova.» rispose Hermione finalmente aprendo gli occhi e guardandolo dritto negli occhi.
Draco strinse i pugni furibondo mentre borbottava:
«Lurida mezzosangue.»
«Stupido furetto!»


Buona sera a tuttii :3 come va? Ringrazio chi mi ha recensito il prologo e il primo capitolo e chi segue la storia in silenzio :-* Allora come sto andando? Chi ha voglia commenti, accetto soprattutto le critiche.
Un bacio <3
  
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