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Autore: Mari Lace    06/11/2013    3 recensioni
Mi voglio male, quindi provo ad aprire questa raccolta :')
Rivisiterò alcuni miti (perlopiù greci, credo,) in chiave Narutiana. Spero di riuscire a strapparvi un sorriso XD
1: Shikamaru nella Terra dei Ciclopi;
2: Naruto e i Gamanauti;
Genere: Demenziale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Attenzione, un piccolo avviso: i personaggi, almeno in questa prima shot, non so come mi regolerò nelle altre, possiedono un'abilità particolare che rispecchia quella del personaggi originale :) Buona lettura ^__^

Shikamaru nella Terra dei Ciclopi 

Dopo aver utilizzato il suo potere speciale, la tecnica del controllo dell’ombra, per costringere a tornare sulla nave Kiba, Naruto e Rock Lee, che avevano mangiato il fiore di Loto, il figlio di Shikaku, il prode e pigro Shikamaru, guidò i suoi compagni fino all’isola delle Capre.
Lì giunto, convinse i suoi compagni a scendere con un bellissimo discorso d’esortazione, capolavoro della retorica. Le sue parole furono:
-È una seccatura, ma dobbiamo fare provviste-.
Bastò questo per far capire ai suoi compagni che dovevano scendere a terra, cacciare e, probabilmente, esplorarla, per appagare il volere di Tsunade, anziana consigliera del re di Itaca. Se non le avessero portato il racconto di qualche bella avventura, sarebbero probabilmente venuti a contatto con i suoi micidiali pugni. Alcuni rabbrividirono solo al pensiero. Poi, sbuffando, Shikamaru ricco d’astuzie scelse un’insenatura in cui ancorare le due navi che possedeva, e alcuni fidi compagni d’avventura, che sarebbero scesi con lui. Arrivati a terra, si addentrarono un poco nell’isola, e trovarono una radura ombrosa. Il valoroso condottiere si stese a terra, all’ombra di un albero, a osservare le nuvole.
-Sasuke, Shino, scegliete due uomini a testa e andate a cacciare. Io studierò il territorio, per decidere se sia il caso o no di esplorare quest’isola- disse, e i suoi sudditi rimasero molto colpiti dalle sue parole. Com’era coraggioso il loro capo, a effettuare la prima perlustrazione dell’isola da solo! Formati i gruppi, andarono a caccia.
Il tanto scaltro quando stanco Shikamaru, rimase a studiare il cielo per circa un’ora, poi si alzò. Si guardò intorno, attento, e notò come il territorio fosse aspro. Tutto sembrava nascere incolto, per volere degli dei, senza aiuto di razze intelligenti e dotate di leggi.
Fu raggiunto dopo pochi minuti da entrambi i gruppi che aveva mandato a caccia: portavano con sé molte capre. Si compiacque del loro lavoro.
-Che si fa, nobile figlio di Shikaku?- chiese Sasuke, il suo secondo.
-Avete incontrato forme di vita intelligenti?- domandò lui a sua volta, prima di rispondere.
Gli fu risposto negativamente, quindi prese la sua decisione. –Non esploreremo l’isola, sembra impervia e abitata da genti incivili.
Rimarremo qui solo per la notte-. Tutti si dissero d’accordo, eccetto il giovane Naruto, ragazzo di bell’aspetto e di nobili origini, d’animo impavido. –Allora, divino Shikamaru, farò un giro stasera, prima di ripartire!- esclamò, correndo nel folto del bosco.
-Stolto...- imprecò a bassa voce l’ora seccato re di Itaca.
-Che facciamo?- chiese Shino.
-Non possiamo lasciarlo andare da solo, potrebbe perdersi. Seguiamolo- decise l’uomo dal multiforme ingegno, sbuffando. Quel Naruto era una seccatura.
Si addentrarono a loro volta nel bosco, sulle tracce del loro impulsivo compagno. Lo intravidero, finalmente, mentre urlava: -Lì c’è qualcosa!- e si precipitava a capofitto dentro una caverna.
Shikamaru alzò gli occhi al cielo. Perché uno dei suoi epiteti era ‘paziente’? si chiese. Poi, senza commentare, si avviò dietro al biondo. Arrivato ad Itaca, si sarebbe assicurato di relegarlo a qualche compito in cui non potesse nuocere. I viaggi gli sarebbero stati preclusi.
I suoi più controllati sudditi entrarono nella grotta dopo di lui. Era enorme, e tutti gli oggetti che vi erano presenti avevano dimensioni notevolmente più grandi del normale. Che vi abitasse.. un gigante?
Non fecero in tempo a porsi questa domanda, che il padrone di casa rientrò. I cinque intravidero un’ombra che poteva appartenere al loro compagno, e lo raggiunsero, nascondendosi nell’ombra. Shikamaru si rivolse a Neji: -Hai con te un po’ del sakè che ci è stato donato, e che volevamo portare alla vecchia Tsunade?-
Lui fece un cenno affermativo della testa, poi indicò l’abitante di quella spelonca, che ora si distingueva bene. Aveva forma umana, ma nelle dimensioni ricordava un gigante; e possedeva un solo occhio. Un Ciclope. Fu il pensiero che attraversò la mente di tutti. Incredibilmente, la figura bionda raggiunta dai nostri eroi non aveva ancora fiatato.
Il nuovo entrato bloccò l’uscita con un enorme masso. “Questo può essere una vera seccatura” pensò Shikamaru, non tanto spaventato quanto, appunto, seccato.
Dopo aver posato il masso, l’enorme creatura si sedette vicino a uno scaffale pieno di formaggi. Ne prese qualcuno, e iniziò a mangiare. Dopo poco parlò: -Potete venire fuori, mi sono accorto di voi, stranieri-.
Shikamaru dal molteplice ingegno così gli rispose, seppur atterrito dalla voce cavernosa del mostro: -Siamo Achei, di ritorno da Kiri! I venti avversi ci hanno spinti fin qui, e a te ci inginocchiamo e ti chiediamo ospitalità, secondo le regole di Hashirama, il dio ospitale, che ordina di onorare gli stranieri-.
-Siete sciocchi o venite da molto lontano, se mi invitate a temere gli dei. I Ciclopi non rispettano Hashirama ligneo o gli dei beati, perché siamo più forti di loro. Se non volessi risparmiare te e i tuoi compagni, non lo farei, se Hashirama me lo ordinasse. Ma dimmi dove hai lasciato la nave, affinché io lo sappia.
Ma Shikamaru ne sapeva molto più del Ciclope, e non si fece ingannare.
-La nave me la ha distrutta Mangetsu, che scuote le acque, gettandola sugli scogli; ma io e loro siamo scampati alla morte- rispose infatti.
Lui non rispose, ma d’improvviso allungò il braccio, e afferrò chi si trovava di fianco all’eroe, e lo portò alla bocca in pochi secondi.
Naruto! pensò atterrito il divino figlio di Shikaku, ma non fece in tempo a piangere il compagno scomparso, perché il valoroso Sasuke gli fece cenno d’osservare più in là, dietro uno scaffale pieno di formaggi. Lì dietro, ora tremante, v’era qualcuno che lui no tardò a riconoscere come Naruto.
Il suo cervello fu presto attraversato da un lampo di comprensione. Ma certo! Mi era sembrato di scorgere del fumo, fuoriuscire dalla bocca del mostro dopo aver mangiato Naruto! Deve aver usato il suo potere speciale, la moltiplicazione del corpo! Sollevato, guardò irato l’inospitale padrone di casa. Iniziò a pensare a come vendicarsi, perché il suo compagno se l’era comunque vista brutta, ma soprattutto a come fare per uscire di lì. E per l’ennesima volta in quel giorno, i suoi pensieri furono chiusi con Che seccatura.
Nonostante quello stato d’animo, l’ingegnoso re di Itaca elaborò una strategia vincente; quella sera, si fece dare il sakè da Neji e lo offrì al gigante. –Bevi, impietoso ospite; perché non rispetti gli dei e ci lasci andare?-
Ma quello, accettando il liquore,  ignorò la domanda e tracannò il liquido.
-Dammene ancora, mortale, mi piace; e rivelami il tuo nome, ché ti farò un dono-.
Shikamaru gli diede quel poco ch’era rimasto, e gli disse che non ne avevano altro con sé, ma che potevano farlo, se avesse procurato loro del riso. Poi gli mentì, dicendo di chiamarsi Jashin. Infatti, nel pomeriggio lo aveva sentito lodare questo misterioso Dio, probabilmente l’unico riconosciuto dai Ciclopi. Sentendone il nome, si era ricordato d’aver sentito parlare d’una razza mostruosa che riconosceva solo quest’entità, non venerata da nessun altro. E aveva deciso di sfruttare la cosa.
-Jashin, dici? Ah! Ah! Ti chiami come un dio che alcuni dei miei stupidi fratelli venerano, ma sei sfortunato! Per me Jashin non conta più di Hashirama, ed ecco il mio dono per te: sarai l’ultimo che mangerò-.
Questo non compromette necessariamente il mio piano, rifletté. Aveva ancora una speranza.
Quando il Ciclope volle sfamarsi con uno di loro, Sasuke usò la sua abilità, e con un’illusione gli fece credere d’averlo già fatto, confondendolo. Anche quella volta si erano salvati.
Kiba commentò: - È un peccato che tu non sia bravo come tuo fratello con le illusioni, Sasuke: avresti potuto ipnotizzarlo e farci uscire da qui-.
Lui sbuffò è voltò lo sguardo da un’altra parte. –Non accetto rimproveri da uno che ha l’abilità di trasformarsi in un cane- puntualizzò irritato.
-Non litigate. È seccante- li riprese il nobile Shikamaru pieno d’astuzia, che teneva molto al lavoro e all’unità di squadra.
La mattina dopo, il Ciclope prese del riso da uno scaffale particolarmente in alto, e lo posò a terra, cosicché potessero prenderlo. Poi uscì con il suo gregge, ma ripose subito la pietra che impediva la fuga agli eroi.
Mentre aspettavano che tornasse, Shikamaru fece preparare il sakè ai suoi fedeli compagni, che usarono le loro abilità per pestarlo ed ottenerne il liquido, che poi Sasuke, con la sua seconda abilità, il fuoco, scaldò.
Avevano così ottenuto qualcosa di simile al sakè, e vi aggiunsero una sostanza altamente alcolica che Rock Lee portava sempre con sé, perché nelle situazioni di necessità, bevendola, risvegliava la sua forza nascosta.
Al ritorno del mostro, gli offrirono il liquore. Lui lo bevve in fretta, mischiato al formaggio e a una copia che un riluttante Naruto aveva creato –Ehi, guardate che poi sento le sue sensazioni! Non è bello venir mangiati da un Ciclope!-, e si sdraiò ubriaco poco dopo.
- È arrivato il momento ragazzi!- sussurrò Shikamaru, facendo segno a Shino di entrare in azione.
Il ragazzo, con la sua abilità, radunò un gran numero di insetti, che entrò nell’occhio al Ciclope, irritandolo. Poi Sasuke sputò diverse fiammate, incendiando anche alcuni scaffali, e tutta la grotta fu invasa dal fumo.
Quest’ultimo, entrando a contatto con l’occhio irritato dai minuscoli animaletti, peggiorò l’irritazione, e fece lacrimare il Ciclope.
-AAAAAH!- esclamò questo, alzandosi, infuriato per il dolore all’organo della vista.
Si mise a menare colpi all’impazzata, ma non vedeva niente, un po’ per l’occhio arrossato, che già di suo avrebbe visto sfocato, un po’ per il fumo che invadeva tutto. Presto iniziò anche a tossire, urlando i nomi dei fratelli.
Sentendolo, se ne avvicinarono un paio.                    
- @!_~* succede, Kakuzu?!- sbraitò uno di loro, Hidan.
-Che succede, Uhn?- chiese un altro, con l’unico occhio coperto da un ciuffo.
-Jashin mi sta attaccando, datemi una mano!- esclamò lui in risposta, senza pensare a quel che diceva.
-Cosa?!? Il sommo Jashin ti sta attaccando? La punizione divina per la tua avarizia è finalmente giunta, Kakuzu!- esclamò il primo che aveva parlato, forse l’unico Ciclope che poteva davvero definirsi un seguace di quel dio misconosciuto. Kakuzu, però, era sempre stato poco generoso con tutti i suoi fratelli, che quindi pensarono bene di approfittare di quell’occasione per fargliela pagare, Jashin o non Jashin.
Per prima cosa, il secondo che aveva parlato usò la propria abilità sulla roccia della caverna: la cosparse d’argilla, e dopo pochi secondi la fece esplodere. I nostri prodi eroi fecero appena in tempo a schivare i framment.... no, come non detto. I nostri scaltri eroi si erano riparati in anticipo accanto all’uscita, e i pezzi di roccia che schizzarono via in seguito all’esplosione non li sfiorarono nemmeno.
Ora che l’accesso era libero, alcuni di quegli esseri giganti si precipitarono nella grotta, nell’intento di aggredire l’avaro consanguineo, ma si bloccarono quasi subito per tossire a causa del fumo.
Nella confusione, l’uomo dalle mille astuzie e i suoi compagni uscirono, approfittando della conclusione; mentre correvano verso l’insenatura in cui avevano lasciato le navi, con i loro compagni ad aspettarli, poterono sentire imprecazioni varie e boati di esplosioni, mentre nella caverna sembrava essere in corso una battaglia tra quegli irascibili esseri.
Più tardi, quando si furono allontanati e avevano ripreso la rotta verso la loro patria, il di nobile stirpe Sasuke fu assalito da un dubbio, che non esitò ad esprimere subito a voce alta, catturando l’attenzione di tutti.
-Nobile Shikamaru... come mai non hai usato la tua abilità per far rimuovere la pietra al Ciclope, immobilizzandolo poi per facilitarci la fuga?-
Il divino figlio di Shikaku non aprì neanche gli occhi, sdraiato a godersi un meritato riposo in mezzo al ponte di comando.
-Avevo pensato di farlo, inizialmente,- iniziò a spiegare, mentre tutti ascoltavano con interesse cosa gli avesse impedito di mettere in pratica quel metodo, senza dubbio più semplice di quello che avevano poi usato. Che dunque il Controllo dell’Ombra non funzionasse sui non-umani?
Shikamaru proseguì. –Ma sarebbe stata un’enorme seccatura-.
Pronunciò quest’ultima frase come se fosse la cosa più ovvia del mondo.


Note dell'Autrice (probabilmente pazza.)

Ciao a tutti, e grazie a chiunque sia giunto fin qui! ^*^
Questa raccolta è la prima in cui provo a scrivere roba puramente demenziale, quindi non so come verrà... spero che questa piccola One Shot vi abbia strappato almeno un sorriso XD
Mi farebbe un grandissimo piacere leggere i vostri commenti ^*^ 
Riguardo a questo primo esperimento... per Ulisse, avevo pensato a Sasuke, ma poi ho ripiegato su Shikamaru. In fondo, il genio per eccellenza è lui XD 
Voi che ne pensate, chi avreste scelto?
Ogni commento/critica è ben accetto, ciao a tutti, alla prossima ^___^

Lita
  
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