Capitolo 1 – Profumo di primavera
Il tetto del palazzo era fiocamente illuminato dalle luci della strada e dai neon degli altri palazzi. Il rosso bagliore della sigaretta era ben visibile nella semioscurità.
Ryo,
mollemente appoggiato alla ringhiera, guardava il via vai di auto e persone
sulla Shinjuku-dori sotto di lui senza in realtà vederlo. La sua mente era
concentrata sul cambiamento che aveva intrapreso la sua vita da qualche
settimana a quella parte e sulla donna che ne era l’artefice e la causa. Era
trascorso quasi un mese dal matrimonio di Miki e Umibozu e il rapporto con Kaori
da quel giorno si era andato modificando. E, dal giorno in cui era riuscito ad
esternare a voce alta i suoi sentimenti, anche lui era cambiato. Aveva smesso di
nascondersi e finalmente le cose tra loro stavano migliorando. E doveva
ammettere che la vita di prima non gli mancava per nulla…
Certo,
le cose non si erano evolute così tanto anche dal punto di vista fisico. C’era
da sbellicarsi dalle risate detto dallo Stallone di Shinjuku, ma lui e Kaori non
si erano nemmeno ancora baciati. Non che non lo desiderasse – moriva dalla
voglia di assaggiare quelle labbra rosa – ma rispettava Kaori più di chiunque
altro e voleva essere paziente con lei, fare le cose nel modo e nei tempi
giusti. Lei era speciale e voleva che anche il loro rapporto lo fosse. Senza
contare che lui aveva bisogno di tempo per abituarsi a tutto quello che stava
succedendo. Per lui non era facile ancora esprimere liberamente i propri
sentimenti e i propri pensieri.
Rivisse
con la mente la giornata appena trascorsa. Era l’inizio di aprile, la primavera
era finalmente iniziata e lui e Kaori erano andati al parco di Ueno per la
fioritura dei ciliegi. Era stato bello passeggiare per i viali alberati mano
nella mano, come una coppia qualsiasi. Perché era quello che erano lui e Kaori,
una coppia. Prima ancora di quel cambiamento, era così che Ryo aveva sempre
considerato il loro rapporto. Lei era la sua donna, anche se non ancora in tutti
i sensi. E non c’erano bisogno di parole, perché lui sapeva che lei lo amava e
lei sapeva che lui la amava. Lo sapevano da anni.
La
sigaretta era ormai alla fine e lui la gettò a terra e la spense con la punta
dello stivale. Poi, voltò le spalle al panorama e scese al piano di sotto, dove
sapeva che Kaori lo stava aspettando per guardare un film insieme.
La
mattina dopo, Kaori camminava tranquillamente tra le corsie del supermercato
canticchiando a bassa voce. Era sempre di buonumore da un mese a quella parte.
Il suo rapporto con Ryo migliorava di giorno in giorno dal matrimonio di Miki e
Umibozu e lei poteva finalmente assaporare un assaggio della vera felicità.
Prese in giro, indifferenza, attesa…Tutto quello era solo un ricordo. Ryo ora
era più affettuoso, più premuroso, la prendeva ancora in giro, ma in modo dolce,
con complicità. Inoltre non correva più dietro ad ogni donna che vedeva, ma si
limitava a qualche battuta maliziosa ogni tanto, solo per stuzzicarla. Senza
contare che non usciva più ogni sera per andare a locali, ma andava solo un paio
di volte alla settimana a bere qualcosa con Mick e tornava sempre prima di
mezzanotte. E pensare che faceva tutto quello per lei era una cosa che la
sconcertava e l’emozionava al tempo stesso.
C’era
solo una cosa che la rendeva perplessa. Dal matrimonio le cose tra lei e Ryo
erano migliorate, questo è vero, tuttavia…Su un altro piano non era cambiato
niente. A parte qualche carezza o qualche bacio sulla guancia o sulla fronte,
Ryo non l’aveva mai sfiorata. E la cose era un po’…frustrante. Insomma, ormai
erano una coppia – perché sì, ormai stavano insieme davvero, ora poteva dirlo –
e lui non l’aveva nemmeno baciata. Certo, poteva immaginare quali fossero le
motivazioni di quel comportamento, probabilmente Ryo non voleva trattarla come
tutte le altre donne che aveva avuto, voleva che con lei fosse diverso e questo
la lusingava. E poi, sicuramente lui aveva bisogno di tempo per abituarsi a
quella nuova fase della loro vita. Però…A volte Kaori non poteva fare a meno di
chiedersi se Ryo la desiderasse quanto lei desiderava lui. Perché lei lo
desiderava. Da morire. Erano sei anni che sognava di sentire le labbra di lui
sulle sue, di poterlo accarezzare… Di fare l’amore con lui. E ancora quel
momento non sembrava arrivare…
Rimuginando,
Kaori uscì dal supermercato, caricò la spesa in macchina e si diresse verso il
Cat’s Eye. Una tazza di caffè di Miki era proprio quello che ci voleva. E poi
doveva smetterla di preoccuparsi. Ryo le aveva detto di amarla, il loro rapporto
aveva finalmente preso la piega giusta, perciò non aveva nulla di cui
lamentarsi. Se Ryo aveva bisogno di altro tempo per fare un ulteriore passo
avanti lei doveva rispettarlo.
Tuttavia,
la parte dubbiosa di lei dovette intravedersi nella sua espressione, perché, due
minuti dopo essere entrata al Cat’s Eye, Miki le chiese se ci fosse qualcosa che
non andava.
-In
realtà no…Però…- Kaori la guardò, un po’ incerta –Potremmo parlare in privato?-
Visto
che l’ora di punta era ormai passata, le due donne si sedettero ad un tavolo
vicino all’entrata, distante dal bancone dietro a cui si trovava Falcon. Anche
se in modo un po’ confuso, Kaori raccontò alla barista quello che le passava per
la testa.
-Così
quello che ti preoccupa è che la relazione tra te e Ryo non ha subito progressi
dal punto di vista…fisico, diciamo…- riassunse Miki alla fine
Kaori
annuì.
-A
volte penso che non si senta attratto da me…- mormorò
-Starai
scherzando, spero? Ma se ogni volta che posa gli occhi su di te il suo sguardo
diventa a dir poco famelico?!- esclamò l’amica
-Dici
sul serio?- la sweeper divenne rossa a quel pensiero
-Kaori,
da quello che mi hai detto, Ryo negli ultimi tempi si è fatto più gentile e
affettuoso, ha smesso di correre dietro alle donne e di andare in giro per
locali e, credimi, questo è un cambiamento non da poco da parte
sua…-
-Sì, lo
so, ma…-
-Aspetta,
fammi finire- la interruppe Miki –Dovresti saperlo meglio di me, lui non è un
tipo a cui viene facile dimostrare quello che prova, perciò, a modo suo, sta
cercando di dimostrarti il suo amore-
-Già,
ma proprio perché è un tipo che si esprime più con i gesti che con le parole,
non capisco perché, a parte qualche carezza o qualche casto bacio sulla guancia,
non si sia mai spinto più in là…Insomma, non si può dire che Ryo non sia un tipo
intraprendente con le donne…-
-Ma tu
non sei come le altre donne, Kaori. Tu sei la donna che lui ama, tu sei
speciale. Io credo che Saeba abbia troppo rispetto per te e per il vostro
rapporto per trattarti come le altre, perciò sta procedendo con calma, per non
farti fretta-
Kaori
doveva ammettere di non aver pensato a questa possibilità…
-Lo
credi davvero, Miki?- chiese più rincuorata
-Certo.
E se a te la cosa crea così tanto problemi perché non ne parli con lui?- le
disse l’amica
-Scherzi?!
Lo sai come sono fatta, ho fatto fatica a parlarne con te, figurati con Ryo!-
-Beh,
allora fai tu il primo passo, così lui capirà che sei pronta a procedere
ulteriormente nella vostra relazione…-
-Non so
se ho il coraggio nemmeno di fare questo…-
-Andiamo,
Kaori. Ormai dovresti essere più sicura di te e del tuo rapporto con Saeba!
Metti da parte la timidezza e buttati!-
Proprio
in quel momento, il campanellino sopra alla porta del locale tintinnò e
l’oggetto della loro discussione fece il suo ingresso. Ryo si stupì un po’ di
vedere le due donne che chiacchieravano appartate, soprattutto perché negli
ultimi giorni vedeva che Kaori era pensierosa, ma decise di non fare domande per
il momento. Se la sua partner non si fosse confidata con lui a breve, le avrebbe
parlato, ma per il momento non credeva ci fosse nulla di cui preoccuparsi,
poiché comunque la vedeva felice e serena.
Facendo
un cenno di saluto ad Umibozu, si avvicinò alle due donne.
-Salve,
ragazze. Disturbo?- fece allegro appoggiandosi allo schienale del sedile dove
sedeva la sua socia
-No,
non preoccuparti. Io e Kaori abbiamo finito di sparlare di voi uomini- scherzò
Miki
-Spiritosa…Parlando
di cose serie, Kaori, mi ha appena chiamato Saeko…Sta venendo qui, ha un
incarico per noi-
-Beh,
questa è una buona notizia perché sulla lavagna non c’era uno straccio di
richiesta!- sospirò Kaori
-Perché
nell’attesa non ci prepari uno dei tuoi deliziosi caffè, Miki?- chiese Ryo alla
barista mentre porgeva la mano a Kaori per aiutarla a scivolare fuori dal
divanetto
-Se me
lo chiedi così, non posso dirti di no!- Miki gli strizzò l’occhio e si avviò al
bancone
Kaori
prese la mano che lui le tendeva e gli sorrise. Lo sweeper l’aiutò ad alzarsi e
insieme si diressero verso il bancone, le mani ancora fermamente intrecciate.