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Autore: ZAITU    22/04/2008    7 recensioni
Seguito della one-shot “ Venga tu dal cielo o dall’inferno cosa importa?”. Draco Malfoy è scampato al Bacio dei Dissennatori grazie ad Hermione ma quello che è successo dopo la sua fuga è ancora tutto un mistero. Hermione è andata avanti con la sua vita e Draco pure. Cosa li porterà ad incontrarsi di nuovo dopo tre anni? E cosa c’entra un locale babbano all’ultimo grido nel centro di Londra? Tra ispezioni a sorpresa, ritorni in società e qualche grande sporco segreto, cosa accadrà?
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Pioveva ancora ed ancora

21- Memories of life and death

 

 

Pioveva ancora ed ancora.

Hermione non ricordava di aver mai visto Malfoy Manor sotto la rassicurante luce del sole che rendeva tutte le cose più chiare…più limpide.

Sorrise biecamente al pensiero che una sola cosa nella sua vita divenisse finalmente limpida, chiara e senza ombre, mentre attendeva tremante di freddo che qualcuno le aprisse la porta d’ingresso del maniero. Il vestitino rosso d’occasione che indossava a malapena le evitava il congelamento.

Draco non l’attendeva, non si erano dati alcun appuntamento dopo il loro ultimo incontro che con le sue rivelazioni tanto l’aveva confortata e resa…più leggera.

Ora che sapeva la verità, pesante sì ma di un peso accettabile, stranamente si sentiva libera di potersi presentare da lui quando voleva. Senza più segreti o bugie ad ostacolarla era come se per lei, nella sua beata ingenuità, fosse la cosa più normale del mondo. Non lo era invece e forse da qualche parte, soffocata sotto l’appagamento della sua grassa coscienza, sapeva di saperlo.

Tuttavia non si fece troppi problemi nell’aprire da sola con un colpo di bacchetta il pesante portone di legno massiccio , dopo un’attesa un po’ troppo lunga.

Flith, il rugoso e inquietante elfo domestico di casa Malfoy, non si vedeva da nessuna parte ed Hermione tirò un inconsapevole sospiro di sollievo.

-Draco?- il grande salone d’ingresso le rimandò ingigantito solo l’eco della sua domanda appena sussurrata.

Si accorse solo allora che ogni luce del maniero era accesa; il grande lampadario di vetro murano nero splendeva nella sua maestosa ma essenziale bellezza. Draco dunque doveva essere in casa.

“Sarà nel suo studio” considerò Hermione imboccando di volata una delle due scalinate che conducevano ai piani superiori.

Ron e il suo ritorno, Harry e il Bloody Rose, gli Horcruxes…tutto era lontano e privo di importanza ora che si ritrovava di nuovo, come in un bellissimo gioco di ruolo, all’interno di quella casa tanto sconosciuta ma tanto amata.

Non ci aveva riflettuto abbastanza, ma dopo la giornata che aveva trascorso, dopo le rivelazioni di Ron e i suoi occhi limpidi e azzurri che la uccidevano inconsapevolmente ad ogni sguardo, l’unica cosa che aveva desiderato non era stata quella di rinchiudersi in casa sua, ma in quella di Draco, con Draco.

Arrivata al terzo piano con il fiato corto per la corsa e l’aspettativa spalancò euforica la porta dello studio.

-Sorpresa!- trillò allegra.

Ma la sorpresa, o meglio, la delusione l’ebbe lei.

Lo studio era vuoto, vuoto di Draco.

Nell’angolo più in ombra la libreria scorrevole, leggermente discosta dalla sua solita posizione, lasciava intravedere parte della vecchia porticina che conduceva nel sotterraneo segreto che tanto la terrorizzava e tanto l’affascinava.

La porta alle sue spalle invece, sicuramente per colpa degli spifferi e delle correnti d’aria che sospiravano continuamente nel vecchi maniero, si chiuse di colpo con un tonfo sordo e secco.

Hermione sussultò portando con un gesto automatico la mano alla bacchetta nascosta nella tasca della giacca.

I battiti del suo cuore leggermente accelerati le rimbombavano fragorosamente nelle orecchie. Appurato dopo qualche secondo di immobile silenzio che non c’era nulla che non andasse tranne la sua inspiegabile ansia crescente, lasciò la stretta umida e sudata sulla sua bacchetta.

Avanzò verso la libreria, certa che avrebbe trovato Draco di sotto ad armeggiare con la sua collezione degli orrori.

Scesi di fretta gli umidi e smussati scalini di pietra, le si presentò davanti l’enorme salone circolare crepitante di magia…vuoto, come tutto il resto della casa.

La frustrazione cominciò ad offuscarle gli occhi scuri. Fece per tornare indietro ma poi, come un bambino che si ritrova davanti un barattolo di marmellata aperto, Hermione decise di infilare le mani nel barattolo e non lasciarsi sfuggire l’occasione di dare un occhiata tra tutte quelle attrattive. La sua curiosità superava di gran lunga il suo buon senso.

L’esperienza evidentemente non doveva averle insegnato nulla.

Avanzò a passi lenti verso i tavoli da lavoro cominciando a toccare con aria assorta, ma senza alcuna intenzione precisa, gli strani strumenti magici e le ampolline di vetro.

Ne prese una in mano al cui interno vorticava una lattiginosa sostanza semifluida dall’aria familiare…

Una strana ed improvvisa euforia si sostituì piacevolmente al suo malumore crescente. Hermione strinse la boccetta tra le mani gettando attorno a sé occhiate guardinghe come per accertarsi che non ci fosse nessuno che potesse rimproverarla per quello che stava facendo.

Molti avrebbero pagato per entrare in possesso di quello che lei ora stringeva spasmodicamente  tra le dita; l’insano desiderio puramente umano di carpire i segreti della mente altrui non aveva risparmiato neanche la rispettosa e ligia Hermione Granger.

Una vocina dentro di lei esultava trionfante per quell’inaspettata conquista.

Aveva tra le mani i ricordi di Draco Malfoy, magicamente concentrati in dieci centimetri cubi di freddo vetro infrangibile.

 

 

Quando infilò la testa nel pensatoio di marmo screziato che aveva trovato più facilmente di quanto avrebbe creduto tra una vetrinetta colma di esserini sotto spirito e un’armatura che emetteva di tanto in tanto strani e inquietanti rumori, la prima sensazione fu quella di stare per soffocare mentre precipitava nel collo stretto e nero di un enorme imbuto.

Dopo quella che le sembrò una lunga caduta finì distesa faccia a terra su un sontuoso tappeto persiano. Alzò la testa dolorante per ritrovarsi  un paio di piedi calzati di vertiginose scarpe rosso intenso a pochi centimetri dal suo naso.

- Devi riconsegnarglielo. Draco, per Merlino!-

Pansy Parkinson stava lì di fronte a lei con le mani puntate sui fianchi e Draco le voltava sdegnosamente le spalle mentre dall’enorme finestra della loro camera da letto fissava, senza realmente vederli, i giardini del maniero.

Hermione lo vide voltarsi furente e spostare con malagrazia la sedia che si frapponeva tra lui e Pansy, gli occhi ridotti a due minuscole fessure buie.

- Non dire assurdità Pansy!  È la nostra unica garanzia di salvezza…mi vuoi morto? Anzi, ci vuoi morti?-

La donna lo fissò inamovibile, quasi contrariata dalla sua reazione esagerata.

Si voltò senza rispondere al marito e cominciò a slacciarsi i gancetti sul retro del corpetto del sontuoso abito di velluto rosso scuro che le fasciava sensualmente il corpo.

Hermione sussultò. Era il vestito che indossava alla festa, quindi quel litigio doveva essere accaduto subito dopo…

Pansy armeggiò a fatica per qualche secondo con le mani dietro la schiena finché Draco non le si avvicinò senza una parola aiutandola a sganciarli. Lo fece lentamente, gli occhi bassi e le mani ferme.

- Draco, lo sai che non ti ucciderebbe mai-

Le mani smisero di muoversi sul velluto rosso per andarsi a stringere prima quasi dolcemente poi con forza sulle spalle nude della moglie.

- E perché non dovrebbe? Eh Pansy, perché?- le si sibilò all’orecchio piegandosi su di lei.

Pansy si mosse a disagio divincolandosi dalla stretta del marito.

L’abito, ormai completamente slacciato, le ricadde a terra intorno alle caviglie lasciandola nuda, solo una leggera sottoveste di seta color avorio a coprirla fino a metà coscia.

- Non lo so Draco, ma è una follia. Provocarlo non ti servirà. Hai visto cosa è successo alla festa? La prossima volta potrebbero fare di peggio. Troveremo un modo, lo so, ma devi ridarglielo-

Draco la fisso intensamente per un attimo. La strana brama che Hermione gli lesse negli occhi la fece arrossire e la costrinse a distogliere lo sguardo.

- E lo troverai te vero, Pansy?- quelle parole piatte celavano una qualche accusa o allusione, Hermione ne era certa.

Pansy strinse i pugni, sul viso un’aria profondamente mortificata.

- Bene Draco, se te non vuoi fare nulla allora sì, lo farò io-

Era una donna forte Pansy Parkinson. Ma non abbastanza per Draco Malfoy.

 - Bene. Quando avrai trovato un modo infallibile fammelo sapere-

Poco prima che una nebbiolina bianca e densa avvolgesse la scena Hermione vide Draco uscire dalla stanza sbattendo fragorosamente la porta.

 

Il ricordò cambiò.

Ora Hermione si trovava nel sotterraneo di Draco. Piena di dubbi e domande avanzò dove una luce rossastra illuminava  un angolo della sala.

Su un consunto divano stava bivaccato Liam Urden, il licantropo amico di Draco, mentre il biondo, Hermione lo vide solo allora, trafficava concitato tra boccette, libri e formule magiche.

- Dra, mi prude- si lamentò il moro guardandosi sconfortato il braccio sinistro.

Draco gli lanciò un’occhiataccia da sopra una spalla senza però interrompere il suo lavoro.

- Bè grattatelo!-

Il licantropo sbuffò.

- Credi di farcela o vuoi una mano?-

Draco rise come se quella fosse una battuta molto divertente.

- Lupastro non sto giocando, te mi faresti saltare in aria la casa-

Il moro non rispose ma prese a rigirarsi tra le mani con aria assorta quello che ad occhio e croce ad Hermione sembrò un vecchio orso di peluche.

Gli mancava un occhio ed era scucito e rattoppato in più punti.

-Credi che sia normale? Cioè siamo sicuri che è quello che pensiamo? Credevo che uno come lui avrebbe scelto qualcosa di importante…che ne so un’ arma magica o un gioiello…non, questo- chiese il licantropo.

- Bè, sono tutti oggetti importanti per lui. Dal medaglione, al diario, a Nagini…a questo- rispose Draco senza voltarsi.

Liam, ancora più scettico di prima, sbuffò con aria semidisgustata stringendo tra il pollice e l’indice una zampa dell’orso e facendolo ondeggiare con noncuranza nell’aria.

Draco si fermò, voltandosi circospetto verso l’amico.

- Liam sto cercando un modo per tenere quel coso al sicuro, potresti evitare di distruggerlo entro i prossimi dieci minuti? Tra l’altro questo libro di incantesimi  è pressoché incompressibile, dove diavolo l’hai pescato?-

Il moro sbuffò senza risponder all’amico posando però delicatamente l’orso di fianco a lui su un cuscino.

- Sai Draco, stavo pensando…potremmo crearne uno anche noi e nasconderlo a tutti…così non saremmo costretti a tremare come conigli in attesa che venga a farci fuori- buttò lì Liam con leggerezza.

Draco bloccò il preciso e accurato movimento delle sue mani che misuravano al millimetro pozioni e ingredienti.

Ghignò spostandosi con il polso un ciuffo di capelli dagli occhi.

- E credi che non ci abbia mai pensato? Come ultima risorsa…sarei in grado di farlo-

 

 

Il mondo sembrava scivolare via troppo in fretta mentre i rettili del tormentoso sospetto e dell’avida crudeltà si avvinghiavano per non districarsi più.

A quelle ultime parole premonitrici di qualcosa a cui non voleva assolutamente credere, Hermione indietreggiò di qualche passo, portandosi una mano alla bocca per soffocare un gemito…come se i due avessero mai potuto sentirla.

Fece per appoggiarsi con le mani, già tremanti per una rivelazione ancora incerta, ad uno dei tavoli, ma si accorse  ben presto che il suo corpo trapassava qualsiasi cosa toccasse.

Draco nel frattempo aveva aperto uno dei poderosi libri che aveva di fronte, dalla copertina nera di pelle consunta ricoperta di strani simboli.

Hermione, avvicinandosi, lo riconobbe come quello che aveva quando gli era stata scattata la foto con Liam nell’ascensore del Bloody Rose.

E lesse.

Lesse finché gli occhi non le si inumidirono di lacrime di rabbia.

Lesse finché, senza alcun preavviso e senza che lei lo volesse si sentì risucchiata al di fuori di quei ricordi, al di fuori del pensatoio.

 

 

Si ritrovò sbattuta violentemente a terra, un peso che le gravava sulla schiena spingendola a forza contro le pietre polverose del pavimento.

Fece per urlare e  divincolarsi ma quando una mano salì a tapparle la bocca e una voce familiare le giunge alle orecchie si calmò all’istante.

- Sta calma gattina!- le sussurrò Liam Urden prima che una pioggia di scintille li colpisse in pieno.

Hermione sussultò confusa e allarmata e Liam la lasciò andare per poi spingerla a gattonare davanti a sé.

Un altro scoppio improvviso costrinse Hermione a voltarsi.

Draco, doveva essere lui, qualche metro più indietro stava scagliando un incantesimo dopo l’altro, non riusciva a vedere contro cosa o contro chi.

- Liam che diavolo succede?!- sibilò mentre il licantropo la afferrava per un braccio e la tirava dietro un’armatura.

- Succede che siamo nei guai…e lo  sei pure te!- le disse fissandola con sguardo di rimprovero non riuscendo però a nascondere, neanche in quella situazione di evidente pericolo, un sorrisetto compiaciuto.

Hermione fece per chiedere ulteriori spiegazioni ma una mano del moro la spinse a forza contro il muro proprio mentre Draco e quello che ad occhio e croce doveva essere un Mangiamorte si avvicinavano pericolosamente a loro.

Hermione fissò l’uomo bardato di nero, trattenendo a stento lo stupore e la mano stretta sulla bacchetta.

Liam vide che stava per estrarla quando Draco chinatosi parzialmente sotto un tavolo rischiò di venire travolto senza alcun preavviso da un raggio rosso.

Incantesimi non verbali. Il Mangiamorte giocava sporco.

Il licantropo rantolò verso di lei qualcosa che suonava come un -ferma qui e non ti muovere- ma Hermione non riuscì a capire perché un battito di ciglia dopo lo vide fiondarsi tra i due.

E poi accadde qualcosa di totalmente sconvolgente che Hermione non avrebbe mai dimenticato per tutta la sua vita.

La trasformazione avvenne quasi per aria mentre Liam saltava contro il Mangiamorte; un secondo prima era in forma umana e si toglieva di dosso in un unico gesto la sua costosissima giacca di pelle di drago, il secondo dopo i vestiti gli si strappavano addosso mentre i muscoli si gonfiavano, il bel viso si allungò e si ricoprì di pelo scuro e gli occhi grandi e neri scomparvero dietro le iridi gialle e la pupilla allungata.

Fu un attimo e le sue fauci spaventose, di lupo, si chiusero sul braccio dell’uomo che urlò terribilmente di dolore.

Draco ebbe il tempo che gli occorreva per riprendersi e fiondarsi fuori dal tavolo. Se non fosse intervenuto con uno stupeficium ben assestato al petto del Mangiamorte  Liam avrebbe continuato a stringere la carne e le ossa fino a staccargli il braccio.

L’orrore di fronte a quello scempio selvaggio non impedì ad Hermione di spalancare gli occhi e di vedere poi Draco, composto e gelido, sferrare una calcio impietoso sul viso del Mangiamorte.

La sua maschera di morte si spezzò in due mentre a terra l’uomo brancolava semi accecato tra sangue, lacrime e urla di dolore.

- Tz, bei servitori che si è  scelto Voldemort- sibilò il biondo con glaciale tono di sufficienza.

Liam ancora in forma ferina, si acquattò sulle quattro zampe attento ad ogni movimento dell’uomo a terra.

Hermione si alzò a fatica dal pavimento brandendo la bacchetta con mano tremante. La maschera in frantumi aveva rivelato il viso del Mangiamorte; un ragazzo che non superava i vent’anni.

Hermione avanzò verso di loro senza che Draco o Liam se ne accorgessero, troppo concentrati a non lasciarsi sfuggire quella succulenta preda.

Il ragazzo però si allungò ansimando sul pavimento, era poco lontano dallo svenimento.

Liam tornò in forma umana, certo che ormai la sua forza bruta non servisse più, ma in quell’esatto istante il Mangiamorte si voltò con aria diabolica e i lineamenti distorti dalla follia. La sua risata beffarda fece tremare i due uomini.

La bacchetta semi spezzata del ragazzo puntava la sua estremità verso Hermione. Draco e Liam si voltarono appena in tempo per vederla inorridire.

- Incarceramus!-

- Sectumsempra!-

- Avada Kedavra!-

Un raggio rosso, uno verde e argentee catene schizzarono nell’aria. I tre incantesimi si incrociarono a metà strada e le parole urlate si confusero indistintamente nel sotterraneo. Liam si gettò in avanti, Hermione fu sbalzata indietro, Draco e il Mangiamorte scomparvero dietro una nube di fumo.

Un tavolo saltò per aria e le pozioni sopra di esso esplosero provocando piccoli incendi e una miriade di esplosioni più piccole a catena.

Passò qualche istante, dopo il trambusto iniziale, senza suoni e senza voci, né colori.

Il fumo impediva la vista di ogni cosa.

Quando si diradò a sufficienza una figura si alzò da terra seguita subito da una altra.

Draco e Liam si guardarono intorno, uno con il cuore in tumulto l’altro con la rabbia già a fior di pelle.

E mentre dei singhiozzi sommessi si levavano come una benedizione sotto a un cumulo di legno e i vetri rotti…qualche metro più là gli occhi scuri del giovane Mangiamorte fissavano il vuoto. Tra le sue mani abbandonate sul pavimento il vecchio orsacchiotto di peluche si impregnava di sangue scarlatto.

 

**********

 

- Lo hai ucciso- Hermione non aveva fatto altro che ripeterlo da quando, sporca e spaventata nonché decisamente ammaccata, Draco l’aveva portata nella sua stanza.

Liam era rimasto fuori certo che la sua presenza non avrebbe migliorato la situazione. Draco non doveva essere molto d’accordo viste le occhiate che continuava a lanciare alla porta chiusa come se fosse in disperata ricerca di aiuto.

Hermione si tirò in piedi barcollando vistosamente prima di ricadere con un tonfo sul materasso. Draco fece per avvicinarsi ma un’occhiata al vetriolo di lei lo bloccò lì dov’era, tra il sontuoso letto a baldacchino e la porta.

- Se non lo avessi fatto lui avrebbe ucciso te- rispose Draco con aria vagamente stanca. Sul ciglio sinistro gli si apriva un sontuoso taglio coperto si sangue rappreso.

- Mi ha lanciato un Sectumsempra. Non era necessario ucciderlo. Bastava il mio incarceramus- replicò lei stizzita e a frasi spezzate, assolutamente convinta di avere ragione.

- Bene, vogliamo tornare indietro nel tempo per vedere se hai ragione?- sbottò in fine lui alzando la voce.

Hermione si strinse le mani sulle orecchie, gli occhi arrossati che le lacrimavano.

- Non urlare per Merlino, mi scoppiano i timpani dopo quelle esplosioni!-

- E te smettila di sbandierare le tue stronzate da Auror! Se proprio vuoi parlare mi basta un grazie-

- Certo grazie Draco, a me invece basterebbero delle spiegazioni!-

Draco la fisso sconcertato incerto se scoppiare a ridere o infuriarsi come un animale.

- No fammi capire, io trovo te- e le puntò un dito accusatore contro – con le mani tra le mie cose, anzi peggio, con la testa nel mio pensatoio e dovrei darti delle spiegazioni? E a che titolo, di grazia?-

Draco finì la frase prima di rendersi conto delle spietate implicazioni della sua domanda.

Implicazioni che Hermione sembrava invece aver colto alla grande.

Gli occhi le si inumidirono di lacrime pronte a scivolare giù al minimo segno di resa.

A che titolo chiedeva? A nessun titolo. Perché lei infondo per lui non era niente. Niente di classificabile con una parola...che non fosse offensiva.

Hermione strinse i pugni sul pregiato copriletto di lino ricamato, decisa a non lasciarsi sopraffare da quello che ormai credeva di aver capito tanto dai ricordi di Draco, passando per l’attacco di poco prima per finire con la ostentata e forzata reticenza di lui, che rivelava più di qualunque altra cosa.

Fece fatica ad articolare le parole in una domanda che sembrasse neutra e priva di emozioni.

- E’ quello che penso?-

Draco si sedette su una sedia di fronte alla finestra dandole le spalle.

- Dipende da cosa pensi-

Dietro le palpebre semichiuse sembrò esploderle un incendio.

Non ce la fece a restare calma.

- E’ quello che penso?- urlò stavolta rasentando l’isteria. Tremava in modo quasi malato e Draco riusciva a sentirla anche senza vederla.

Hermione lo udì sospirare profondamente mentre si faceva magicamente comparire tra le mani il consunto orsacchiotto di pezza, le macchie di sangue che già sfumavano al marroncino sulla stoffa consumata.

Il respiro prima del salto, prima che la lama della ghigliottina scendesse inesorabile sul suo collo. Un gesto nervoso della mano che andò a spostare i capelli biondi dal viso diafano tradì la sua aria concentrata, puramente di facciata.

Dannazione, ogni cosa sarebbe cambiata a causa di quattro impietose parole.

-E’ quello che pensi-

Draco si coprì gli occhi con una mano, forse per vergogna forse per stanchezza.

Hermione allargò le dita sul copriletto facendovi forza con le mani e costringendo poi di nuovo le sue gambe malferme a sopportare il suo peso.

Se ne andò chiudendo silenziosamente la porta alle sue spalle mentre l’unica parola che non avevano avuto il coraggio di pronunciare ad alta voce si ergeva come una montagna invalicabile tra loro due.

[Horcrux. Horcrux. Horcrux]

 

 

 

 

Spazio autrice: mi vergogno come un cane per il ritardo, quindi dopo aver ringraziato chiunque abbia avuto il buon animo di leggermi ancora  e avervi detto che ho pubblicato il primo capitolo di una nuova long-fiction “Random Hearts” ambientata dopo il settimo libro, filo a rispondere ai commenti:

 

Dellychan: ciao tesoro! Oddio sulla tua recensione c’erano gli auguri di buon 2008…per quanto ho ritardato non sono neanche riuscita a farvi gli auguri di pasqua^^ Grazie cmq, un bacio

 

Lyoko. Gioia dei miei occhi! Ti chiederai con che coraggio mi sto rifacendo viva solo ora…in effetti non lo so, ma per essere banale posso dirti meglio tardi che mai XD Cioè Pasqua è passata, tu avrai già sicuramente  finito Hp7 e suppongo che non i tuoi istinti omicidi si siano fatti molto più intensi. Spero che questo chap non te li abbia fatti acutizzare, un bacio tesoro!

 

Gre: ehm…presto è relativo, vero? XD

 

CHOCOGIRL: donna non perdo tempo a rispondere a te, sennò aggiorno domani! XD

 

Nausicaa212: la speranza è in effetti l’ultima a morire…ma per continuare io la fic la continuo sicuro…il problema è ogni quanto tempo^^ Ciao

 

Nameless: sono lusingata, mi hanno fatto molto piacere i tuoi complimenti^^ Spero che la fic continui a  piacerti, malgrado il ritardo cronico della scrittrice.

 

Lunachan62: uhuh, in ritardo te? Bhè direi che non c’è paragone. Ti ringrazio di cuore cara, te che sei sempre fedele e mi commenti sempre^^

 

hikaru_angelic: ecco svelati parte dei tuoi perché. Spero di non averti delusa^^ Kiss

 

giulythebest90: oddio grazie Giulia! È sempre un’enorme piacere quando nuove persone commentano la mai fic…queste sono soddisfazioni. A presto, kiss

 

silmarilichigo: sulle corde è dire poco mia cara! Ma non ti credere, non lo faccio sempre apposta. Cmq grazie cara, a apresto^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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