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Autore: Mystica    23/04/2008    0 recensioni
Magneto, seduto nel parco, gioca una partita a scacchi contro se stesso. Che cosa ne sarà di lui, adesso che non è più un mutante? Mystica trama vendetta verso l'uomo che l'ha abbandonata proprio nel momento peggiore. E lo avvicina, adesso che è lui ad aver bisogno di aiuto...
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Erick Lensherr/Magneto, Raven Darkholme/Mistica
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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- E così dovremmo dare una mano a questo Magneto, se ho capito bene.

Una ragazza con occhi e capelli scuri, che si stava divertendo a intrecciare i fili del logoro tappeto, alzò lo sguardo. Due grandi ali da pipistrello spuntavano dalla sua schiena, cosicché era stata costretta a praticare dei fori sul retro dalla maglietta che stava indossando.

- Non siete obbligati, certo- replicò Mystica- ma non mi sembrate messi troppo bene nell’attuale situazione.

Questo commento le fece guadagnare un’occhiataccia da parte della ragazza-pipistrello, che grugnì qualcosa in risposta e riprese a giocherellare coi fili del tappeto.

- Io sono d’accordo con loro!- intervenne un tipo mingherlino con i rasta e un paio di ray-ban- Voglio dire, neanche noi siamo troppo contenti di come gira il mondo, no? Continuiamo a vivere in questo porcile ripetendoci che “è una sistemazione provvisoria”, ma intanto le cose non cambiano e, nonostante tutto, la gente continua a guardarci storto come prima.

- Quello è perché hai l’aspetto di un drogato, Luc- rispose la ragazza-pipistrello sgarbatamente.

- Oppure perché all’homo sapiens non piace che sia un mutante a insegnare ai loro figli, o a progettare le loro case, o…

- Smettila!- esclamò Zeno, facendo un cenno volgare in direzione del mutante di nome Luc. Poi, rivolto a Mystica- Come facciamo a sapere che possiamo fidarci? Tu vieni a dirci che attaccare altri mutanti è il primo passo per ottenere diritti che gli umani stanno tentando di toglierci.

- Esattamente- rispose lei, tranquillamente- Perché è fra mutanti, ovvero alla scuola di Xavier, che si trova la chiave di tutto. Vedete, allo Xavier’s è custodita la fonte di tutte le controversie degli ultimi tempi, nonché la soluzione ai nostri problemi. Magneto ha ragionevoli motivi di pensare che il sangue di Leech, o se preferite la Cura, possa essere usato tanto sui mutanti per renderli umani, quanto sugli umani…

- Per renderli mutanti!- completò Zeno, battendo il pugno sul pavimento con entusiasmo.

- Basterà qualche goccia del suo sangue nelle condutture idriche. Il resto potete immaginarlo.

I ragazzi presero a parlottare fra loro, concitatamente. Ogni tanto dal brusio confuso si levavano un’esclamazione o una risata.

“Sarebbe un piano meraviglioso, se solo potesse funzionare” pensò Raven, sogghignando fra sé e sé. L’idea era ottima, e probabilmente il gene mutante si sarebbe radicato nel DNA umano con maggior efficacia rispetto alla “Cura” originaria. Mentre sui mutanti il vaccino aveva l’aria di avere effetto solamente temporaneo, poiché serviva ad eliminare qualcosa di già presente, gli umani sarebbero stati “contagiati” da qualcosa che non erano in grado di debellare. A questo, ovviamente, Magneto aveva pensato.

Tuttavia, Magneto non poteva sapere che qualcos’altro avrebbe interferito con i suoi piani.

“Non t’immagini nemmeno, Eric, che tutta questa messinscena è stata creata solo perché io potessi compiere la mia vendetta”

Sembrava tutto così semplice, adesso! Davanti a Mystica, seduti in cerchio, tutti quei ragazzini pendevano dalle sue labbra, ancora facile preda per le utopie e le illusioni. Raven era lì per nutrire la loro voglia di ideali, farne una squadra di soldati pronti a morire per un’idea. Un’idea dal suono talmente bello, perché avente implicito il prezioso concetto del “noi facciamo qualcosa per cambiare”, da diventare irrilevante in sé.

“A questi ragazzini non importa per cosa combattono. A loro è sufficiente essere convinti di fare qualcosa per migliorare il mondo” sogghignò la scaltra mutante, appoggiando il mento sul palmo di una mano.

- Ma la parte interessante del piano viene solo adesso. – esordì con voce melliflua, avvicinandosi ai suoi interlocutori in un fare cospiratorio – Vi piacerebbe essere voi stessi i padroni del nuovo mondo che deve venire...?

 

Magneto guardava fuori dalla finestra della sua nuova stanza allo Xavier’s, e ancora stentava a credere che Storm fosse stata così sciocca da credergli. Certo, le condizioni poste dagli X-Men erano molto restrittive, e sarebbe stato assai difficile avvicinare gli alunni della scuola senza essere scoperto, ma Magneto aveva ben più di un asso nella manica, e lei avrebbe dovuto saperlo.

Presto sarebbero cominciati gli “allenamenti” della piccola Vera con Cerebro: si trattava soltanto di giocare bene le sue carte, di convincere la bambina della propria onnipotenza. A quel punto lei, lusingata e inorgoglita, sarebbe stata un giocattolo nelle sue mani.

Lo sguardo del mutante scivolò sul giardino fuori dalla finestra, che si stava facendo sempre più buio a mano a mano che il sole scivolava dietro i grattacieli. Lo spettacolo del tramonto tingeva il cielo di un rosso talmente cupo da far sembrare che la shilouette della città, stagliata contro quel mare di colore, stesse andando a fuoco.

O come se fosse immersa nel sangue”, pensò Magneto quasi malinconicamente.

Nell’attuale situazione, in effetti, c’era poco da stare allegri. Non c’erano certezze, era quasi prigioniero. Per un tipo come lui, quattro mura e un cancello erano un confine assai stretto, soprattutto in un momento come quello. Per un attimo, gli sembrò di essere tornato qualche anno indietro, quando le sue “quattro mura” erano state quelle della “Prigione di Plastica” e la sua unica compagnia una guardia ritardata di nome Laurion, o qualcosa di simile.

In quel momento, tuttavia, sapeva che Mystica e i suoi sarebbero arrivati a liberarlo. Non c’era neanche bisogno di preoccuparsi, di pensare. Era sufficiente sedersi in attesa, di fronte alla scacchiera. Chissà se quegli idioti di incarceratori si immaginavano che Magneto stava usando quell’innocente gioco da tavolo come una mappa strategica, programmando le prossime mosse? Era un criminale incallito, lui, o più probabilmente un utopista spietato.

Il buio ormai era quasi totale nella stanza, e fuori la città si stava illuminando a immagine e somiglianza del cielo stellato.

“Gli umani si divertono a giocare a fare Dio” pensò Magneto “Ma non sono altro che insetti. Sono insetti che tentano di emulare gli dei. E noi mutanti, a loro confronto, noi siamo dei fra gli insetti.”

 

- Quali sono gli ordini, Mystica?

Nessuno dei giovani compagni di Toad, adesso, sembrava avere più dubbi riguardo alla giustizia della nuova causa. Zeno, primo fra tutti, che all’inizio era così scettico, adesso giurava che le idee per così dire “rivoluzionarie” dei nuovi venuti fossero ciò in cui aveva sempre creduto.

Raven si guardò attorno per qualche istante, passando in rassegna le truppe: c’era Zeno, in grado di controllare le piante; Lilith, la ragazza-pipistrello; Luc, che poteva creare una nebbia molto simile ai gas fumogeni. C’erano poi altri quattro, forse cinque mutanti di età compresa fra i quindici e i venticinque anni, tutti di livello piuttosto basso.

“Nessuno di loro sarebbe in grado di affrontare una vera battaglia, ora come ora” pensò Raven “Per prima cosa, dobbiamo cercare altri rinforzi”.

- Adesso facciamo un giro- annunciò- e scoviamo quanti più mutanti possibile. C’è bisogno di un esercito, per cominciare una battaglia!

L’affermazione fu accolta con un boato di approvazione.

 

- Sentiamo, hai un piano da propormi per realizzare il tuo assai visionario progetto, Mystica?

Con un sopracciglio leggermente sollevato, lo scherno chiaramente visibile sull’anziano volto espressivo, Magneto si era seduto alla scrivania facendo un cenno a Raven perchè si accomodasse anche lei.

La mutante aveva preso posto su una delle comode sedie di fronte al suo interlocutore, un sorriso più simile al ghigno sulle labbra accuratamente truccate.

- Naturalmente qualche idea ce l’ho, Eric, altrimenti non sarei neppure venuta a parlarti. Non sei forse stato tu a insegnarmi che un valido progetto è alla base di una buona strategia?

Socchiuse gli occhi.

Magneto sorrise a sua volta, annuendo; adesso, aveva cominciato a sentirsi più a proprio agio di fronte a quella donna dal volto così imperscrutabile. Niente che non avesse già visto, tuttavia... non era abituato a scorgere simili espressioni su di lei.

- Entrerai allo Xavier’s institute facendoti credere pentito per ciò che sei stato. E’ chiaro che hai perduto i poteri, loro ti hanno visto umano e ferito sul campo di battaglia e non esiteranno a credere in ciò che dici – di nuovo un lampo negli occhi azzurro ghiaccio. Raven provava una gioia folle, nel fargli notare quanto fosse apparso miserevole allora.

- Per questo motivo, ovviamente, è di basilare importanza che tu non faccia niente per riacquistare i poteri da mutante prima di essere entrato nella scuola ed aver guadagnato la loro fiducia. Da quel momento, e solo da allora, ti allenerai per tornare ciò che eri.

“ In questo modo avrò del vantaggio su di te, Eric. Riesco a mantenere la mia forma originaria per più di un’ora, ormai, e ad assumere i tratti somatici delle persone che ho visto almeno una volta, anche se non posso più trasformarmi completamente in loro.”

Magneto la osservava, ammirato. Era forse diventato così sciocco da non capire quanto lei lo stesse prendendo in giro? O forse le credeva tanto ciecamente da fidarsi del suo piano, non sospettando neppure di un tradimento da parte della sua pupilla?

Questo pensiero le faceva male. Meglio era credere che lui avesse un qualche asso nella manica, una carta da giocare in occasioni come quella, qualcosa che gli permettesse di continuare ad essere l’incontrastato signore degli animi mutanti...

- Quando avrai trovato un telepate, l’addestrerai ad utilizzare Cerebro. Nel frattempo parlerai con Leech, e lo convincerai ad aver fiducia in te. Fa come vuoi, digli che sei cambiato, costringilo a venerarti come un Dio... questo non ha importanza. Quello che conta è che lui abbia stima di te, e pensi che tu sia cambiato.

Riprese fiato; Magneto l’ascoltava in silenzio, apparentemente sorpreso dall’elaboratezza di un simile progetto.

- Insegnerai al telepate a cercare me. Devi farlo senza che gli altri se ne accorgano, senza risvegliare il sospetto in nessuno, comportandoti come un premuroso signore che non vede l’ora di dare una mano. Dirai che gli hai fatto contattare un telepate più forte. Io saprò che è il momento, e verrò allo Xavier’s col gruppo di mutanti raccolti nel frattempo.

- Ci sarà una battaglia, tu fingerai di stare dalla parte di Storm e gli altri, noi attaccheremo e tu potrai approfittarne per fuggire. Porterai Leech con te, con qualunque mezzo, inosservato.

- E chi mi assicura che allo Xavier’s mi lasceranno passare? – chiese Magneto, leggermente scettico, eppure senza abbandonare la sua espressione di tranquilla solidarietà – Sono pur sempre il loro nemico giurato, non è così?

Con un movimento rapido, Raven si alzò dall’ampia sedia scura e raccolse la propria giacca dallo schienale.

- Oh, chiunque ti conosca ha almeno un buon motivo per odiarti, Magneto. Tuttavia, in tempi come questi, le menti sono accecate ed è difficile come non mai riuscire a distinguere il “bene” dal “male”.

Allontanandosi a passo spedito dalla stanza di Eric Lensherr, i tacchi che risuonavano ritmicamente sul freddo pavimento di marmo, Raven si soffermò per un attimo incerta se varcare la soglia o voltarsi indietro un’ultima volta.

Quelle ultime, ciniche parole piene di astio... più che per i mutanti della scuola, la ex-mutante dai capelli corvini le aveva pronunciate per se stessa.

 

***

Chiedo venia!!! letteralmente passate ere geologiche dall’ultima volta che ho postato un capitolo di “Gods” ^^” La verità è che la passione per X-men è un po’ andata a scemare [ almeno, la passione per questa storia in particolare, a cui non avevo dato alcun credito ]. Il fatto è che scrivevo tanto per fare, credendo che non sarebbe piaciuta a nessuno... poi torno qui dopo tanto tempo, e leggo i vostri commenti entusiasti... T_T Mi sono commossa, davvero. Ho ripescato la vecchia cartella di “Gods”, ho riletto tutto e ho ripreso a scrivere.

E’ bello sapereche qualcuno aspetta il “prossimo capitolo”, e mi scuso con tutti per avervi fatto attendere così tanto!!! Sarò buona d’ora in poi, promesso XD

*Mystica tenta di far funzionare la nuvola di fumo nero, che dopo tutto questo tempo ha preso la polvere!* XD

 

 

 

 

  
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