- E così dovremmo dare una
mano a questo Magneto, se ho capito bene.
Una ragazza con occhi e capelli scuri, che si stava
divertendo a intrecciare i fili del logoro tappeto,
alzò lo sguardo. Due grandi ali da pipistrello spuntavano dalla sua
schiena, cosicché era stata costretta a praticare dei fori sul retro
dalla maglietta che stava indossando.
- Non siete obbligati, certo- replicò Mystica- ma non mi sembrate messi troppo bene
nell’attuale situazione.
Questo commento le fece guadagnare un’occhiataccia
da parte della ragazza-pipistrello, che grugnì qualcosa in risposta e riprese a giocherellare coi fili del tappeto.
- Io sono d’accordo con loro!- intervenne un tipo
mingherlino con i rasta e un paio di ray-ban- Voglio dire, neanche noi siamo
troppo contenti di come gira il mondo, no? Continuiamo a vivere in questo
porcile ripetendoci che “è una sistemazione provvisoria”,
ma intanto le cose non cambiano e, nonostante tutto, la gente continua a
guardarci storto come prima.
- Quello è perché hai l’aspetto di un
drogato, Luc- rispose la ragazza-pipistrello
sgarbatamente.
- Oppure perché all’homo sapiens non piace che sia un mutante a
insegnare ai loro figli, o a progettare le loro case, o…
- Smettila!- esclamò Zeno, facendo un cenno volgare
in direzione del mutante di nome Luc. Poi, rivolto a
Mystica- Come facciamo a sapere che possiamo fidarci? Tu vieni a dirci che attaccare altri
mutanti è il primo passo per ottenere diritti che gli umani stanno tentando di toglierci.
- Esattamente- rispose lei, tranquillamente- Perché
è fra mutanti, ovvero alla scuola di Xavier,
che si trova la chiave di tutto. Vedete, allo Xavier’s è custodita
la fonte di tutte le controversie degli ultimi tempi, nonché
la soluzione ai nostri problemi. Magneto ha ragionevoli motivi di pensare che
il sangue di Leech, o se preferite
- Per renderli mutanti!- completò Zeno, battendo il
pugno sul pavimento con entusiasmo.
- Basterà qualche goccia del suo sangue nelle condutture idriche. Il resto potete immaginarlo.
I ragazzi presero a parlottare fra loro, concitatamente.
Ogni tanto dal brusio confuso si levavano un’esclamazione o una risata.
“Sarebbe un piano meraviglioso, se solo potesse
funzionare” pensò Raven, sogghignando fra sé e sé. L’idea
era ottima, e probabilmente il gene mutante si sarebbe
radicato nel DNA umano con maggior efficacia rispetto alla
“Cura” originaria. Mentre sui mutanti il vaccino aveva l’aria
di avere effetto solamente temporaneo, poiché serviva ad eliminare
qualcosa di già presente, gli umani sarebbero
stati “contagiati” da qualcosa che non erano in grado di debellare.
A questo, ovviamente, Magneto aveva pensato.
Tuttavia, Magneto non poteva sapere che
qualcos’altro avrebbe interferito con i suoi piani.
“Non t’immagini nemmeno, Eric, che tutta
questa messinscena è stata creata solo perché io potessi compiere
la mia vendetta”
Sembrava tutto così semplice, adesso! Davanti a
Mystica, seduti in cerchio, tutti quei ragazzini
pendevano dalle sue labbra, ancora facile preda per le utopie e le illusioni.
Raven era lì per nutrire la loro voglia di ideali,
farne una squadra di soldati pronti a morire per un’idea. Un’idea
dal suono talmente bello, perché avente implicito il prezioso concetto
del “noi facciamo qualcosa per cambiare”, da diventare irrilevante
in sé.
“A questi ragazzini non importa per cosa combattono. A loro è sufficiente
essere convinti di fare qualcosa per migliorare il mondo”
sogghignò la scaltra mutante, appoggiando il mento sul palmo di una
mano.
- Ma la parte interessante del
piano viene solo adesso. – esordì con voce melliflua,
avvicinandosi ai suoi interlocutori in un fare cospiratorio – Vi
piacerebbe essere voi stessi i
padroni del nuovo mondo che deve venire...?
Magneto guardava fuori dalla
finestra della sua nuova stanza allo Xavier’s, e ancora stentava a
credere che Storm fosse stata così sciocca da credergli. Certo, le condizioni poste dagli X-Men erano molto
restrittive, e sarebbe stato assai difficile avvicinare gli alunni della scuola
senza essere scoperto, ma Magneto aveva ben più di un asso nella manica,
e lei avrebbe dovuto saperlo.
Presto sarebbero cominciati gli “allenamenti”
della piccola Vera con Cerebro: si trattava soltanto di giocare bene le sue
carte, di convincere la bambina della propria onnipotenza. A quel punto lei,
lusingata e inorgoglita, sarebbe stata un giocattolo
nelle sue mani.
Lo sguardo del mutante scivolò sul giardino fuori dalla finestra, che si stava facendo sempre più
buio a mano a mano che il sole scivolava dietro i grattacieli. Lo spettacolo
del tramonto tingeva il cielo di un rosso talmente cupo da far sembrare che la
shilouette della città, stagliata contro quel mare di
colore, stesse andando a fuoco.
“O come se fosse immersa
nel sangue”, pensò Magneto quasi malinconicamente.
Nell’attuale situazione, in effetti, c’era
poco da stare allegri. Non c’erano certezze, era
quasi prigioniero. Per un tipo come lui, quattro mura e un cancello erano un
confine assai stretto, soprattutto in un momento come quello. Per un attimo,
gli sembrò di essere tornato qualche anno indietro, quando le sue
“quattro mura” erano state quelle della “Prigione di
Plastica” e la sua unica compagnia una guardia
ritardata di nome Laurion, o qualcosa di simile.
In quel momento, tuttavia, sapeva che Mystica e i suoi
sarebbero arrivati a liberarlo. Non c’era neanche bisogno di
preoccuparsi, di pensare. Era sufficiente sedersi in
attesa, di fronte alla scacchiera. Chissà se quegli idioti di incarceratori si immaginavano che Magneto stava usando
quell’innocente gioco da tavolo come una mappa strategica, programmando
le prossime mosse? Era un criminale incallito, lui, o più probabilmente
un utopista spietato.
Il buio ormai era quasi totale nella stanza, e fuori la
città si stava illuminando a immagine e
somiglianza del cielo stellato.
“Gli umani si divertono a giocare a fare Dio”
pensò Magneto “Ma non sono altro che
insetti. Sono insetti che tentano di emulare gli dei. E noi mutanti, a loro
confronto, noi siamo dei fra gli insetti.”
- Quali sono gli ordini, Mystica?
Nessuno dei giovani compagni di Toad, adesso, sembrava
avere più dubbi riguardo alla giustizia della
nuova causa. Zeno, primo fra tutti, che all’inizio era
così scettico, adesso giurava che le idee per così dire
“rivoluzionarie” dei nuovi venuti fossero ciò in cui aveva
sempre creduto.
Raven si guardò attorno per
qualche istante, passando in rassegna le truppe: c’era Zeno, in grado di
controllare le piante; Lilith, la ragazza-pipistrello;
Luc, che poteva creare una nebbia molto simile ai gas
fumogeni.
C’erano poi altri quattro, forse cinque mutanti di età
compresa fra i quindici e i venticinque anni, tutti di livello piuttosto basso.
“Nessuno di loro sarebbe in grado di affrontare una
vera battaglia, ora come ora” pensò Raven “Per prima cosa,
dobbiamo cercare altri rinforzi”.
- Adesso facciamo un giro- annunciò- e scoviamo
quanti più mutanti possibile. C’è
bisogno di un esercito, per cominciare una battaglia!
L’affermazione fu accolta con un boato di approvazione.
- Sentiamo, hai un piano da
propormi per realizzare il tuo assai visionario progetto, Mystica?
Con un sopracciglio leggermente sollevato, lo scherno
chiaramente visibile sull’anziano volto
espressivo, Magneto si era seduto alla scrivania facendo un cenno a Raven
perchè si accomodasse anche lei.
La mutante aveva preso posto su
una delle comode sedie di fronte al suo interlocutore, un sorriso più
simile al ghigno sulle labbra accuratamente truccate.
- Naturalmente qualche idea ce l’ho,
Eric, altrimenti non sarei neppure venuta a parlarti.
Non sei forse stato tu a insegnarmi che un valido
progetto è alla base di una buona strategia?
Socchiuse gli occhi.
Magneto sorrise a sua volta, annuendo; adesso, aveva
cominciato a sentirsi più a proprio agio di fronte a quella donna dal
volto così imperscrutabile. Niente che non avesse
già visto, tuttavia... non era abituato a scorgere simili
espressioni su di lei.
- Entrerai allo Xavier’s institute facendoti credere pentito per ciò che sei stato. E’ chiaro che hai perduto
i poteri, loro ti hanno visto umano e ferito sul campo di battaglia e non
esiteranno a credere in ciò che dici – di nuovo un lampo negli
occhi azzurro ghiaccio. Raven provava una gioia folle, nel fargli notare quanto
fosse apparso miserevole allora.
- Per questo motivo, ovviamente, è di basilare
importanza che tu non faccia niente per riacquistare i
poteri da mutante prima di essere
entrato nella scuola ed aver guadagnato la loro fiducia. Da quel momento, e
solo da allora, ti allenerai per tornare ciò che eri.
“ In questo modo avrò del vantaggio su di te,
Eric. Riesco a mantenere la mia forma originaria per
più di un’ora, ormai, e ad assumere i tratti somatici delle
persone che ho visto almeno una volta, anche se non
posso più trasformarmi completamente in loro.”
Magneto la osservava, ammirato. Era forse diventato
così sciocco da non capire quanto lei lo stesse prendendo in giro? O forse le credeva tanto ciecamente da fidarsi del suo
piano, non sospettando neppure di un tradimento da parte della sua pupilla?
Questo pensiero le faceva male. Meglio era credere che lui
avesse un qualche asso nella manica, una carta da giocare in occasioni come
quella, qualcosa che gli permettesse di continuare ad essere l’incontrastato
signore degli animi mutanti...
- Quando avrai trovato un
telepate, l’addestrerai ad utilizzare Cerebro. Nel frattempo parlerai con
Leech, e lo convincerai ad aver fiducia in te. Fa
come vuoi, digli che sei cambiato, costringilo a
venerarti come un Dio... questo non ha importanza. Quello che conta è
che lui abbia stima di te, e pensi che tu sia cambiato.
Riprese fiato; Magneto l’ascoltava in silenzio,
apparentemente sorpreso dall’elaboratezza di un simile progetto.
- Insegnerai al telepate a cercare me. Devi farlo senza che gli altri se ne accorgano,
senza risvegliare il sospetto in nessuno, comportandoti come un premuroso
signore che non vede l’ora di dare una mano. Dirai
che gli hai fatto contattare un telepate più forte. Io saprò che
è il momento, e verrò allo Xavier’s
col gruppo di mutanti raccolti nel frattempo.
- Ci sarà una battaglia, tu fingerai di stare dalla
parte di Storm e gli altri, noi attaccheremo e tu
potrai approfittarne per fuggire. Porterai Leech con
te, con qualunque mezzo, inosservato.
- E chi mi assicura che allo Xavier’s mi lasceranno passare? – chiese Magneto,
leggermente scettico, eppure senza abbandonare la sua espressione di tranquilla
solidarietà – Sono pur sempre il loro
nemico giurato, non è così?
Con un movimento rapido, Raven si alzò dall’ampia
sedia scura e raccolse la propria giacca dallo schienale.
- Oh, chiunque ti conosca ha
almeno un buon motivo per odiarti, Magneto. Tuttavia, in
tempi come questi, le menti sono accecate ed è difficile come non mai
riuscire a distinguere il “bene” dal “male”.
Allontanandosi a passo spedito dalla stanza di Eric Lensherr,
i tacchi che risuonavano ritmicamente sul freddo pavimento di marmo, Raven si
soffermò per un attimo incerta se varcare la soglia o voltarsi indietro
un’ultima volta.
Quelle ultime, ciniche parole piene di astio...
più che per i mutanti della scuola, la ex-mutante
dai capelli corvini le aveva pronunciate per se stessa.
***
Chiedo venia!!! letteralmente passate ere geologiche dall’ultima volta che ho postato un capitolo
di “Gods” ^^” La verità
è che la passione per X-men è un po’
andata a scemare [ almeno, la passione per questa
storia in particolare, a cui non avevo dato alcun credito ]. Il fatto
è che scrivevo tanto per fare, credendo che non sarebbe piaciuta a
nessuno... poi torno qui dopo tanto tempo, e leggo i vostri commenti
entusiasti... T_T Mi sono commossa, davvero. Ho
ripescato la vecchia cartella di “Gods”,
ho riletto tutto e ho ripreso a scrivere.
E’ bello sapereche qualcuno aspetta il “prossimo capitolo”,
e mi scuso con tutti per avervi fatto attendere così
tanto!!! Sarò buona d’ora in poi, promesso XD
*Mystica
tenta di far funzionare la nuvola di fumo nero, che dopo tutto questo tempo ha
preso la polvere!* XD