Tak Tak Tak
Quello straziante rumore che insisteva ed insisteva ormai
da mezzora non faceva che ripetersi.
Rimbombava tra le sue tempie, ai lati degli scuri sguardi,
e batteva.
“ma non puoi mettere un silenziatore a quell’affare??”
Appoggiò entrambe le mani sulle orecchie, proteggendole da
quell’innocuo suono casalingo.
Tak Tak Tak
La voce tranquilla e colma d’affetto rispose:
“non ho mai visto un coltello con il silenziatore…”
Entrò nella stanza un’imponente figura, sedendosi ad un
tavolo
“per forza, non l’hanno ancora inventato”
Intervenne quello, dai toni bassi e rochi.
Tak Tak Tak
“dovrebbero invece, sarebbe utile in casi come questo”
L’adulta voce, colorita di severità paterna asserì
“smettila, Shikamaru,sei buono solo a lamentarti!”
Le labbra calde ed amorevoli si strinsero in un accenno di
sorriso, mentre ella dava le spalle agli altri due.
“Ma non è colpa mia se ho questo terribile mal di testa!!”
“di certo…” iniziò la dolce donna “…non è nostra, è colpa
delle urla di quella bambina”
Tak Tak Tak
“gia, passi troppo tempo con
L’uomo incrociò le braccia con dissenso. Chinò la testa in
avanti, scuotendola
“ma cosa dici, padre, faccio solo il mio dovere” in difesa
di se stesso, rispose il giovane chunnin.
“il tuo dovere è proteggere il villaggio, ricordatelo”
“… il villaggio…e i suoi abitanti” intervenne l’altra,
ancora di spalle
Tak Tak Tak
“Yuzumi è…è l’unica cosa che mi rimane del mio
maestro…” la voce si era mischiata a vecchi ricordi, a vecchie frasi, a vecchie
parole. Erano tornate indietro immagini chiuse nella sua testa, insieme ad
altre ancora più dolorose.
-se paragonassimo le pedine
dello Shogi ai Ninja della foglia, tu Shikamaru,
saresti il cavallo-
-e perché?-
-perché non hai tanta forza
ma hai la capacità di saltare i pezzi e portarti avanti-
-e tu maestro?-
-io non sono niente…sono
solo…-
-un pedone sacrificabile?-
-e lo sai…chi è il re?-
“io…io devo proteggere il re…devo
farlo…”
Tremò di poco la voce,
in maniera si, percettibile. Si era promesso di non piangere,ma l’aveva fatto
una volta. Ed Aveva sbagliato.
-l’Hokage, no?-
-anch’io ne ero convinto fino a poco tempo fa…ma mi sbagliavo-
- allora chi è?-
Non avrebbe mai dovuto piangere davanti a lui.
Gli aveva regalato le sue lacrime mischiate alla
pioggia, per dirgli addio.
Si era promesso di non piangere al funerale, e non l’aveva
fatto. Aveva sostenuto chi invece lo stava facendo, soffrendo probabilmente più
questo.
-il problema adesso è che
sono troppo grande per comportarmi come un bambino!!!-
Gia, era troppo grande per provare dolore.
“Shikamaru, capisco che tu ti
senta, in un qualche modo, in debito con lui,
e perciò che tu voglia metterti a disposizione di Kurenai…”
cominciò preso alla sprovvista l’alto moro, dal viso ricoperto di inquietanti
cicatrici.
La donna voltò il capo verso gli altri, facendoli
sprofondare nelle proprie brune iridi, tanto similo a
quelle.
“…ma sei solo un ragazzo, stai trascurando la tua
vita per la loro e di vita, Shika, se ne ha una e una soltanto…”
Posò il coltello e la sua lunga lama, si asciugò le mani
nel grembiulino umido e sporco.
Il giovane abbassò lo sguardo, fissò il parquet sotto i
suoi piedi, la lucidatura che sua madre aveva da poco fatto, il riflesso della
finestra a sinistra…
“non sarò più quel ragazzo, mamma…è ora che io diventi uomo, che cresca, che diventi
utile al villaggio e alle sue famiglie, perché è questo…che significa
proteggere il re…”
- non posso abbandonarmi ad
un pianto per lui-
“L-Lui…mi disse di proteggerlo, di proteggere il re…il
nostro re…ed io lo farò, lo farò con tutto me stesso!!”
- allora chi è il re?-
-lo capirai anche tu, quando
sarà il momento-
Il momento era arrivato,e lui era cresciuto.
Aveva avuto un secondo padre, a guidarlo nella sua
maturazione, ed era ora di pagare il debito.
Sarebbe diventato lui un padre, all’altezza del suo
maestro.
Avrebbe protetto il suo re, quella era una promessa…
“Ma Ino??”
L’interruppe lei, ricominciando l’opera
Tak Tak Tak
“che cosa c’entra?”
Si distrasse da quei amari pensieri, concentrandosi sulla
esile figura dalla chioma chiara come il sole.
“la stai trascurando molto da quando hai cominciato ad
occuparti di Yuzumi…”
Tak Tak Tak
“non la sto trascurando, ho semplicemente meno tempo da
concedere al dolce far niente. Mi sto solo adoperando, tanto anche lei ha da
fare con il negozio”
“potrebbe ingelosirsi, lo sai”
“ingelosirsi?!? E di chi?!”
“della Yuhi!” intervenne il padre alzandosi dalla sedia
Tak Tak Tak
“e per cosa?”
Il ragazzo non capiva, o non voleva capire, quel discorso troppo malizioso per essere uscito dalle
labbra dei suoi genitori…
“beh, stai molto con lei, dopotutto Ino è la tua ragazza, l’amore merita di
avere più importanza di una Sensei, a volte”
“l’amore è quello che è, e se c’è sul serio, saprà capirmi”
Tak Tak Tak
“non basta farti capire, devi farti amare. così la perderai
di certo…”
Insisteva il genitore, forse in pensiero.
“era presente mentre Asuma-sensei mi
diceva quello che avremmo dovuto fare, cioè di proteggere il villaggio. Io lo
sto facendo: proteggo il mio re e continuerò a farlo. Sarò un ottimo Ninja, un
ottimo uomo, costi quel che costi!!”
Il giovane si alzò dalla sedia trascinandola indietro.
Carico delle sue stesse parole fece per uscire dalla stanza, quando quello
straziante rumore continuò…
Tak Tak Tak
“E BASTA CON QUESTO TAK TAK!!!”
gridò in direzione materna facendo sobbalzare i presenti.
“sto semplicemente preparandoti le carote, le tue
preferite…”rispose lei con calma “…grand’ Uomo!!”
Si mise a ridere della medesima ironia che fece sbocciare
un sorriso sotto le cicatrici del padre.
-ti ricordi quella storia del
re?-
-…-
-ti dirò chi è…avvicinati…-
-ma allora è per questo…che
hai smesso di fumare…-
Gia, le sigarette non gli erano mai piaciute…il fumo, si…lo faceva piangere…