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Autore: Achernar    10/11/2013    0 recensioni
Dieci prompt fra oggetti,luoghi,stati d'animo e citazioni per dieci OS rigorosamente introspettive e soprattutto Angst.
(da Challenge:ThinkAngst,efp forum)
[vento] Aveva promesso che non lo avrebbe lasciato mai. Perchè ora con lui era rimasto solo il vento?
[cit. 1] "Paura, stupore, invidia. Ecco cosa gli suscitava la vista dell’altro sé stesso"
[quod vides perisse perditum ducas] "Era un’illusione, il sé stesso del passato e le speranze...tutte chimere"
[war] " Soli. Adesso erano davvero soli davanti a quel mondo crudele e spietato che continuava a giocare con le loro vite"
[tu saresti in grado di rappresentare il sole per qualcuno?]"Non erano gli occhi di un sovrano quelli riflessi nello specchio. Erano gli occhi di un bambino spaurito"
[buio] "Aveva sempre avuto paura del buio"
[my shadow is the only one that walks beside me] "Io so quello che stai pensando, quello che provi adesso"
[malinconia] Il passato non ritorna. Mai più.
[vicolo] "Non voglio più continuare. Sento ancora le urla nella mia testa, mi fa male, rimbombano."
[angoscia] "Aprì gli occhi. Non ricordava nulla. Intorno a lui non c'era niente"

(under revision, tempo permettendo)
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Atemu, Dark/Yami Yuugi, Yuugi Mouto
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Autore:  Achernar
Fandom:
 Yu Gi Oh (manga)
Personaggio/Pairing:
 Yami no Yuugi
Set
 mix:  prompt angoscia’ 

Nota dell'autrice: la storia racconta il momento in cui Yami si ritrova nel Puzzle del Millennio, privato di tutti i suoi ricordi 




Apr
ì gli occhi. Aveva degli occhi? Coserano, oltretutto? Ricordava vagamente: occhi... una parola... servono per vedere. E vedere... che voleva dire? Immagini... vedere le immagini intorno a te. Ma intorno a lui non cera niente.

Era davvero sicuro di aver aperto gli occhi? La sua mente non avrebbe saputo rispondere ma il suo istinto gli diceva di sì. Le palpebre erano così spalancate da fargli quasi male. Eppure non era cambiato niente. Chiusi o aperti la vista non cambiava. Tutto intorno a lui, qualunque cosa fosse quel... posto e qualunque cosa fosse lui, era nero. Completamente buio. Un ricordo, vago, impercettibile, lo folgorò. Buio... il buio è assenza di luce. La luce... una sensazione di tepore, una sensazione dolce e delicatissima gli attraversò la mente, non avrebbe saputo spiegarlo, ma sapeva cosera la luce. Sapeva che gli piaceva, o che gli era piaciuta, e che qui non ce nera traccia. E sapeva unaltra cosa: gli mancava. Tantissimo.

Unemozione nuova, non ricordava di aver mai provato emozioni, neanche di sapere cosa fossero, lo scosse. Rabbrividì. Cosera questansia? Questangoscia e questo improvviso bisogno di luce, di stringersi intorno a sé, trovare un luogo sicuro, restare immobile e non muoversi? Paura... dimprovviso lo pervase la paura. Nera come il luogo dove si trovava, e distinto si abbracciò il petto. Non riusciva a vederlo però, non vedeva neanche le sue braccia, né le gambe. Altri ricordi... corpo. Cera ancora il suo corpo? Era cambiato? Cosera successo. Perché non riusciva a vederlo?

La paura divenne sempre più potente, cominciò a tremare, lentamente si accasciò, si lasciò cadere, toccò il suolo. Per un attimo si sentì sollevato: cera un pavimento, questo spazio non era infinito, il buio non era infinito. Ma poi fu assalito da una nuova scarica di sentimenti ed emozioni, sconosciuti, eppure così familiari: angoscia, solitudine, smarrimento, rabbia, freddo, dolore: si sentiva perso, abbandonato, terrorizzato. Chiuse gli occhi. Non cera differenza tra il tenerli aperti o chiusi. Ma almeno tenendoli chiusi poteva negare la realtà al di là di loro, fare finta di essersi sbagliato, che lo spazio intorno a lui era mutato e che se li avesse riaperti avrebbe visto che loscurità era sparita. Una misera, vana, lievissima speranza. Unillusione. Tutto ciò che gli restava.

Tempo. Cosera il tempo? Non lo sapeva, ma cominciò a pensare che doveva esserne passato tantissimo, o forse poco? Come faceva a dirlo? Non sapeva, non sapeva niente. E questa consapevolezza amara non faceva che aumentare la sua angoscia. Domande. Centinaia, migliaia di domande si affollavano in lui. Se ricordava la luce, allora la realtà che lo circondava non era sempre stata così, non era sempre stato tutto così buio e freddo, così vuoto. Tempo. E da quanto era così? E perché? Lui centrava qualcosa? Poteva fare qualcosa? Forse doveva aspettare. Non sapeva neanche cosa aspettare, tutto ciò che conosceva era una sottile reminiscenza della luce. Avrebbe aspettato quella, lì, immobile, nel silenzio, nel vuoto, nel freddo, nel buio più assoluti. Ma sarebbe mai venuta?

In quel momento un concetto, terribile e remoto, riaffiorò nella sua mente: eternità. La sua neonata, flebile speranza svanì e lasciò il posto alla paura più grande che potesse immaginarsi: sarebbe rimasto lì per sempre.

  
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