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Autore: Dim    11/11/2013    2 recensioni
La Guerra è ormai conclusa.
Il Signore Oscuro è caduto.
Per coloro che hanno sventato la catastrofe è tempo di tornare ad Hogwarts e concludere gli studi.
Ma è certo che Voldemort non possa tornare ancora?
E mentre Harry, Ron ed Hermione tentano di scovare la minaccia che si nasconde nella Scuola, una giovane dai trascorsi sconosciuti si avvicina a loro.
Questa storia racconta di Evelyn Shar, ragazza Serpeverde dell'età dei protagonisti, pedina importante in uno dei tanti piani del Lord.
Prima fan-fiction, spero di avervi incuriosito abbastanza da spingervi a leggerla.
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Genere: Dark, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Va bene, a quanto pare a qualcuno (oltre che a me) frega di questa storia, quindi immagino pubblicherò un altro capitolo prima di valutare seriamente se metterla da parte e cancellarla.
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Capitolo 2

Evelyn era distesa sul suo letto, le mani allacciate dietro la nuca e lo sguardo fisso sul soffitto immacolato sopra la sua testa da più di mezz’ora. 
“Allora, ricapitoliamo” si disse per la dodicesima volta “Sanno che c’è un intruso. Ma dannazione, non possono averlo già scoperto! Come hanno fatto ad accorgersene tanto presto?” 
Poi si costrinse a mantenere la calma e la lucidità. 
“Anche se sanno che c’è un Mangiamorte nella scuola non sanno chi è.” si ripeté. “Ed io sono insospettabile.” 
Le venne un dubbio atroce: tutto il suo comportamento dal primo anno in poi era decisamente anomalo, per una Serpeverde, e questo avrebbe potuto gettarle addosso dei sospetti che a lungo andare l’avrebbero incastrata. E questo non poteva assolutamente permetterselo. 
“Devo fare qualcosa che mi possa scagionare totalmente... Qualcosa tipo...” 
Una smorfia di puro disgusto le comparì sul volto. 
“Tipo diventare amica di quei pezzenti.” completò inorridita. 
“O almeno, fingere di essere loro amica” aggiunse per rassicurarsi un minimo. 
Si tirò su sbadigliando e si rassettò la leggera maglia di cotone a maniche lunghe, ovviamente nera, che indossava.
Si recò svogliatamente in Sala Comune, dove alcuni Serpeverde stavano riuniti a chiacchierare. Tra loro intravide l’inconfondibile capigliatura bionda di Malfoy, semi-stravaccato sulla poltrona con la Parkinson sulle gambe. Non riuscì a trattenere un moto di disgusto che il ragazzo notò. Le rivolse uno sguardo malizioso e un ghigno, prima di baciare faccia-di-carlino. 
Evelyn emise un moto di stizza. “Che coglione. Infanga il nome stesso di mago.” pensò uscendo dalla Sala Comune e attraversando velocemente i sotterranei. 
Arrivò in biblioteca e si lasciò cadere su una sedia. 
-Hermione noi andiamo, vieni?- fece una voce che Evelyn classificò come appartenente a Ronald Weasley. 
-No ragazzi. Voi andate pure, io rimango ancora un po’ qui. Voglio cercare più a fondo...- rispose la Granger. 
La mora si sporse un poco, scorgendo il terzetto di Grifondoro che si divideva: i due ragazzi se ne stavano andando, mentre la ragazza era rimasta seduta con la faccia affondata in un pesante libro sulle Arti Oscure. 
“Probabilmente quell’illusa spera di trovare qualcosa lì dentro” pensò la Serpeverde mentre un ghigno maligno le increspava le labbra. 
Decise di aspettare lì e, nel frattempo, prepararsi il copione...

Hermione alzò la testa dal libro che stava leggendo e guardò in direzione della finestra: stava scendendo il buio. 
Decise che era ora di smetterla con le ricerche e si alzò in piedi. Si stiracchiò, tendendo le braccia intorpidite e inarcando la schiena, poi si diresse verso l’uscita della biblioteca. 
Fatti pochi passi si scontrò con una ragazza da lunghi capelli neri, che per la sorpresa fece cadere la pila di libri che teneva in mano. 
-Oh, scusa- si affrettò a dire questa chinandosi a raccogliere i volumi. -Scusami tu! Aspetta, ti aiuto- fece la Grifondoro. 
Mentre afferrava un libro a caso le gettò un’occhiata: non aveva la minima idea di chi fosse, anche se era certa di averla già vista da qualche parte, e doveva avere più o meno la sua età. Portava la divisa dei Serpeverde ma non pareva affatto arrogante o perfida, anzi aveva subito chiesto scusa dopo averla urtata involontariamente. 
Una volta che tutti i libri furono raccolti la ragazza accennò un sorriso imbarazzato. 
-Scusa di nuovo. Mi dicono spesso che sono un’inguaribile imbranata... Mi spiace. Io mi chiamo Evelyn Shar, comunque- E dopo essersi presentata le porse la mano, rischiando che di nuovo le cadessero tutti i libri. 
-Hermione Granger- si presentò Hermione ricambiando il sorriso. 
-Oh!- esclamò Evelyn, in una perfetta imitazione di stupore -Ho sentito molto parlare di te! Devi essere una ragazza davvero coraggiosa! Naturalmente conosco anche la tua fama di più brillante strega della tua età! Oh, grazie mille per tutto quello che avete fatto, grazie davvero! Siete stati fantastici, l’intero Mondo Magico deve a voi tre la sua salvezza! Non puoi nemmeno immaginare la mia  ammirazione nei tuoi confronti!- 
L’altra arrossì, in imbarazzo per tutti quei complimenti. 
-Ma no... Abbiamo fatto solo quello che sapevamo era giusto fare...- balbettò. Poi riacquistò il controllo di sé. 
-Scusa, ma tu sei entrata ad Hogwarts solo quest’anno? Vieni da qualche altra scuola?- chiese curiosa. 
Evelyn scosse la testa. 
-Veramente sono entrata il vostro stesso anno... Forse mi avrai notata allo Smistamento... Abbiamo anche frequentato un sacco di lezioni insieme, non ricordi? Ma dato che non amo troppo mettermi in mostra non mi nota mai nessuno- ammise. 
“Strano, dato che è una Serpeverde” pensò Hermione perplessa. 
Ma quella ragazza le pareva davvero molto simpatica, così non volle fare altre domande a riguardo. E d’altro canto, ricordava le parole di Silente, il vecchio Preside, secondo il quale si veniva Smistati troppo presto. 
-Cosa stavi leggendo?- le chiese invece, visibilmente interessata, e la mora le mostrò un volume: era un pesante trattato su Incantesimi di ogni tipo. Le disse che l’appassionavano molto e che voleva assolutamente conoscerne il maggior numero possibile. E del resto, non era neppure una bugia. 
Hermione sorrise e disse che per lei era la stessa cosa. 
Le due rimasero molto tempo lì, a chiacchierare e a scambiarsi pareri e opinioni sull’argomento. 
Quando si resero conto che si era fatto davvero molto tardi, si salutarono e si strinsero amichevolmente la mano. 
“Che schifo, sto toccando una Sanguesporco!” pensò Evelyn, anche se all’apparenza sembrava sorridente e cordiale. 
-Ci vediamo domani?- chiese una volta che furono giunte nel corridoio, speranzosa. 
-Certo! È stato un vero piacere parlare con te!- rispose Hermione entusiasta. 
-Anche per me! Ti auguro la buona notte!- esclamò salutandola con la mano. 
"E che possano gli incubi tormentarti per il resto della nottata" pensò nello stesso momento. 
Non appena la Grifondoro svoltò l’angolo un ghigno soddisfatto le sorse spontaneo alle labbra. 
“E la prima è andata” si disse “Sono stata proprio brava. È stato sufficiente parlare un po’ di libri e di scuola per averla in pugno... che stupida. Ora mi resta da conquistare la fiducia di quegli altri due idioti... Ah, sì, devo anche far fuori quel traditore vigliacco di Malfoy, se ci riesco. Da troppe cose per i miei gusti, e sarebbe meglio tappargli la bocca per sempre”

Il giorno dopo Evelyn si svegliò con il morale sotto i tacchi. 
La prospettiva della giornata, passata principalmente in compagni della Sanguesporco e dei suoi amici, non contribuiva affatto a risollevare il suo - già pessimo - umore. 
Si tirò su a sedere sbuffando svogliatamente e appoggiò i piedi nudi sul pavimento di pietra gelata. 
-Dannato freddo- borbottò mentre si infilava il mantello. 
In fin dei conti, braccio destro del Signore Oscuro o meno, restava comunque una ragazza di diciassette anni. E come ogni ragazza di diciassette anni era in piena crisi adolescenziale. 
Il fattore “Lord Voldemort”, poi, non aiutava di certo. 
La mora scese in Sala Comune rabbrividendo e stringendosi nel mantello. Si lasciò cadere sulla poltrona più vicina al camino che c’era. 
Nella Sala c’erano solo lei e la coppia Malfoy-Parkinson, che erano ovviamente intenti nello scambiarsi effusioni amorose un po’ troppo intense per i gusti della ragazza. Evelyn si impose di ignorarli, mentre dentro di lei nasceva l’insana voglia di fare a pezzi quell’inutile Traditore e quella stupida oca sgualdrina. 
Sentiva l’odio salire a livelli esorbitanti, quindi ebbe la buonissima idea di alzarsi e farsi una passeggiata per i corridoi presumibilmente deserti del castello. 
“Che noia. Se solo succedesse qualcosa di interessante...” pensò sorpassando la statua del Gargoyle che - Evelyn lo sapeva bene - nascondeva l’accesso all’ufficio della Preside. 
“Chissà se quell’idiota è riuscito ad entrare” si chiese girando l’angolo. “Devo proprio ammetterlo: il suo aiuto mi farebbe comodo...” 
Quando l’orologio suonò le otto si diresse in Sala Grande, trovando posto al tavolo dei Serpeverde accanto ad un ragazzo di colore del settimo anno. 
-Ho dato un’occhiata agli orari- stava dicendo in quel momento  a Malfoy, intento nel mangiare
elegantemente un uovo fritto con forchetta e coltello. -Subito dopo colazione abbiamo Difesa contro le Arti Oscure. Per ora non siamo in coppia con nessuno, ma non conterei troppo sul fatto che non ci metteranno con un’altra Casa- 
Malfoy sbuffò sonoramente. -Scommetto che ci metteranno con i Griffindioti. Lo fanno sempre- commentò. 
Evelyn evitò di commentare, anche se suo malgrado si ritrovava d’accordo con lui. 
Subito dopo aver terminato la colazione si alzò e ritornò nei sotterranei per recuperare la sua roba, per poi dirigersi nell’aula di Difesa Contro le Arti Oscure. 
Arrivò con qualche minuto di ritardo, e tutti gli altri Serpeverde erano già arrivati. 
-Scusi per il...- iniziò, ma si interruppe non appena vide il nuovo docente. 
“Devo avere le allucinazioni. DEVE essere così” pensò. 
Ma il nuovo insegnante, un uomo dai corti capelli neri leggermente brizzolati, un accenno di barba e gli occhi scuri, le fece segno di sedersi. 
Lei esitò un istante, ma poi dovette ubbidire e si lasciò cadere sbuffando su una sedia accanto alla Parkinson. 
Quest’ultima si chinò e sussurrò qualcosa all’orecchio di Malfoy, seduto alla sua sinistra. Lui sorrise e guardò Evelyn in maniera derisoria. 
La mora lo ignorò e si sforzò di concentrarsi sulla lezione. 
-Allora,- stava dicendo l’uomo -il mio nome è Thomas Shar, come stavo dicendo prima che la signorina ci interrompesse- E anche lui gettò uno sguardo di rimprovero alla ragazza. 
Invece alcuni si voltarono a guardarla, notando che i loro cognomi erano identici. 
-Sono stato scelto dalla vostra nuova Preside per ricoprire il ruolo di insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure.- 
Sorrise alla classe. 
-Se vi interessa saperlo, anch’io sono stato nella gloriosa Casa di Serpeverde, ai tempi in cui andavo ad Hogwarts, quindi da voi mi aspetto il meglio sempre e comunque- 
E mentre lo diceva il suo sguardo vagò tra gli alunni, analizzandoli uno ad uno. Il suo sguardo si posò per un istante di troppo su Evelyn. 
Utilizzò la lezione per presentarsi ai nuovi studenti e per spiegare il programma che avrebbero affrontato per prepararsi ai M.A.G.O. di quell’anno. 
La campanella suonò senza farsi attendere, e i Serpeverde si affrettarono a raccogliere le loro cose e uscirono in tutta fretta dall’aula. 
Evelyn attese che l’ultimo ragazzo avesse oltrepassato la soglia, si avvicinò alla porta e se la chiuse lentamente alle spalle. 
-Non dovresti andare anche tu alla prossima lezione? Arriverai di nuovo in ritardo- commentò il professore senza alzare gli occhi dalle carte sulla scrivania. 
-Che diavolo ci fai qui?!- 
-Sono un professore, non hai sentito? E in quanto tale dovresti portarmi rispetto- 
-Sei un cazzo di Mangiamorte! Come ti viene in mente di prendere la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure?!- 
A quel punto l’uomo alzò la testa e la guardò scocciato. 
-Sono tuo zio, Eve, ho il triplo dei tuoi anni e molta più esperienza di te in ogni campo della magia. Credo di essere in grado di fare le mie scelte consapevoli- ribatté aspro. 
-Rischi di mandare a monte i
miei piani!- soffiò lei. 
Thomas si alzò, aggirò la cattedra e le si piazzò di fronte. 
-Non sono marchiato- disse sollevandosi la manica sinistra e mostrando l’avambraccio totalmente liscio e senza ombra di tatuaggio. -Potranno sospettare di me quanto potranno sospettare di te. C’è un motivo per la mia presenza in questo castello, non ti pare? Avevo cose migliori da fare rispetto a stare qui ad insegnare ad un branco di marmocchi come difendersi dalla Magia Oscura, sai.- 
La ragazza non rispose nulla. Si morse il labbro, impedendosi di iniziare a strillare e a dare di matto. 
-Se farai un passo falso,
un singolo passo falso...!- minacciò. 
-Non mi pare tu sia nella posizione di minacciarmi, nipotina. Siamo nella stessa situazione. Asseconderò i tuoi piani, se ne hai, ma agirò oltremodo di testa mia.- 
Le rivolse un sorriso di sfida, che venne ricambiato con un’occhiata fulminante. 
-Ed ora fila a lezione- ordinò in tono imperioso, indicandole l’uscita dell’aula. 
Evelyn se ne andò sbattendosi la porta alle spalle.

  
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