Va
bene, a quanto pare a qualcuno (oltre che a me) frega di questa storia,
quindi immagino pubblicherò un altro capitolo prima di
valutare seriamente se metterla da parte e cancellarla.
Dim
Capitolo
2
Evelyn era
distesa sul suo letto, le mani allacciate
dietro la nuca e lo sguardo fisso sul soffitto immacolato sopra la sua
testa da
più di mezz’ora.
“Allora, ricapitoliamo” si disse per la dodicesima
volta
“Sanno che c’è un intruso. Ma
dannazione, non possono averlo già scoperto! Come
hanno fatto ad accorgersene tanto presto?”
Poi si costrinse a mantenere la
calma e la lucidità.
“Anche se sanno che c’è un Mangiamorte
nella scuola non
sanno chi è.” si ripeté. “Ed
io sono insospettabile.”
Le venne un dubbio
atroce: tutto il suo comportamento dal primo anno in poi era
decisamente anomalo, per una
Serpeverde, e questo
avrebbe potuto gettarle addosso dei sospetti che a lungo andare
l’avrebbero
incastrata. E questo non poteva assolutamente permetterselo.
“Devo fare
qualcosa che mi possa scagionare totalmente... Qualcosa
tipo...”
Una smorfia di
puro disgusto le comparì sul volto.
“Tipo diventare amica di quei pezzenti.”
completò inorridita.
“O almeno, fingere di essere loro amica” aggiunse
per
rassicurarsi un minimo.
Si tirò su sbadigliando e si rassettò la leggera
maglia
di cotone a maniche lunghe, ovviamente nera, che indossava.
Si recò
svogliatamente in Sala Comune, dove alcuni Serpeverde stavano riuniti a
chiacchierare. Tra loro intravide l’inconfondibile
capigliatura bionda di
Malfoy, semi-stravaccato sulla poltrona con la Parkinson sulle gambe.
Non
riuscì a trattenere un moto di disgusto che il ragazzo
notò. Le rivolse uno
sguardo malizioso e un ghigno, prima di baciare
faccia-di-carlino.
Evelyn emise
un moto di stizza. “Che coglione. Infanga il nome stesso di
mago.” pensò
uscendo dalla Sala Comune e attraversando velocemente i
sotterranei.
Arrivò in
biblioteca e si lasciò cadere su una sedia.
-Hermione noi andiamo, vieni?- fece
una voce che Evelyn classificò come appartenente a Ronald
Weasley.
-No ragazzi.
Voi andate pure, io rimango ancora un po’ qui. Voglio cercare
più a fondo...-
rispose la Granger.
La mora si sporse un poco, scorgendo il terzetto di
Grifondoro che si divideva: i due ragazzi se ne stavano andando, mentre
la
ragazza era rimasta seduta con la faccia affondata in un pesante libro
sulle
Arti Oscure.
“Probabilmente quell’illusa spera di trovare
qualcosa lì dentro”
pensò la Serpeverde mentre un ghigno maligno le increspava
le labbra.
Decise
di aspettare lì e, nel frattempo, prepararsi il copione...
Hermione
alzò la testa dal libro che stava leggendo e
guardò in direzione della finestra: stava scendendo il
buio.
Decise che era ora
di smetterla con le ricerche e si alzò in piedi. Si
stiracchiò, tendendo le
braccia intorpidite e inarcando la schiena, poi si diresse verso
l’uscita della
biblioteca.
Fatti pochi passi si scontrò con una ragazza da lunghi
capelli
neri, che per la sorpresa fece cadere la pila di libri che teneva in
mano.
-Oh,
scusa- si affrettò a dire questa chinandosi a raccogliere i
volumi. -Scusami
tu! Aspetta, ti aiuto- fece la Grifondoro.
Mentre afferrava un libro a caso le
gettò un’occhiata: non aveva la minima idea di chi
fosse, anche se era certa di
averla già vista da qualche parte, e doveva avere
più o meno la sua età.
Portava la divisa dei Serpeverde ma non pareva affatto arrogante o
perfida,
anzi aveva subito chiesto scusa dopo averla urtata
involontariamente.
Una volta
che tutti i libri furono raccolti la ragazza accennò un
sorriso imbarazzato.
-Scusa di nuovo. Mi dicono spesso che sono un’inguaribile
imbranata... Mi
spiace. Io mi chiamo Evelyn Shar, comunque- E dopo essersi presentata
le porse
la mano, rischiando che di nuovo le cadessero tutti i libri.
-Hermione Granger-
si presentò Hermione ricambiando il sorriso.
-Oh!- esclamò Evelyn, in una
perfetta imitazione di stupore -Ho sentito molto parlare di te! Devi
essere una
ragazza davvero coraggiosa! Naturalmente conosco anche la tua fama di
più
brillante strega della tua età! Oh, grazie mille per tutto
quello che avete
fatto, grazie davvero! Siete stati fantastici, l’intero Mondo
Magico deve a voi
tre la sua salvezza! Non puoi nemmeno immaginare la mia
ammirazione nei tuoi confronti!-
L’altra
arrossì, in imbarazzo per tutti quei complimenti.
-Ma no... Abbiamo fatto solo
quello che sapevamo era giusto fare...-
balbettò. Poi riacquistò il controllo
di sé.
-Scusa, ma tu sei entrata ad Hogwarts solo quest’anno? Vieni
da qualche
altra scuola?- chiese curiosa.
Evelyn scosse la testa.
-Veramente sono entrata
il vostro stesso anno... Forse mi avrai notata allo Smistamento...
Abbiamo
anche frequentato un sacco di lezioni insieme, non ricordi? Ma dato che
non amo
troppo mettermi in mostra non mi nota mai nessuno- ammise.
“Strano, dato che è
una Serpeverde” pensò Hermione perplessa.
Ma quella ragazza le pareva davvero
molto simpatica, così non volle fare altre domande a
riguardo. E d’altro canto,
ricordava le parole di Silente, il vecchio Preside, secondo il quale si
veniva
Smistati troppo presto.
-Cosa stavi leggendo?- le chiese invece, visibilmente
interessata, e la mora le mostrò un volume: era un pesante
trattato su
Incantesimi di ogni tipo. Le disse che l’appassionavano molto
e che voleva
assolutamente conoscerne il maggior numero possibile. E del resto, non
era
neppure una bugia.
Hermione sorrise e disse che per lei era la stessa cosa.
Le
due rimasero molto tempo lì, a chiacchierare e a scambiarsi
pareri e opinioni
sull’argomento.
Quando si resero conto che si era fatto davvero molto tardi, si
salutarono e si strinsero amichevolmente la mano.
“Che schifo, sto toccando una
Sanguesporco!” pensò Evelyn, anche se
all’apparenza sembrava sorridente e
cordiale.
-Ci vediamo domani?- chiese una volta che furono giunte nel
corridoio, speranzosa.
-Certo! È stato un vero piacere parlare con te!- rispose
Hermione entusiasta.
-Anche per me! Ti auguro la buona notte!- esclamò
salutandola con la mano.
"E che possano gli incubi tormentarti per il resto della nottata"
pensò nello stesso momento.
Non appena la Grifondoro svoltò l’angolo un ghigno
soddisfatto le sorse spontaneo alle labbra.
“E la prima è andata” si disse
“Sono stata proprio brava. È stato sufficiente
parlare un po’ di libri e di
scuola per averla in pugno... che stupida. Ora mi resta da conquistare
la
fiducia di quegli altri due idioti... Ah, sì, devo anche far
fuori quel
traditore vigliacco di Malfoy, se ci riesco. Da troppe cose per i miei
gusti, e
sarebbe meglio tappargli la bocca per sempre”
Il giorno dopo
Evelyn si svegliò con il morale sotto i
tacchi.
La prospettiva della giornata, passata principalmente in compagni della
Sanguesporco e dei suoi amici, non contribuiva affatto a risollevare il
suo -
già pessimo - umore.
Si tirò su a sedere sbuffando svogliatamente e
appoggiò i
piedi nudi sul pavimento di pietra gelata.
-Dannato freddo- borbottò mentre si
infilava il mantello.
In fin dei conti, braccio destro del Signore Oscuro o
meno, restava comunque una ragazza di diciassette anni. E come ogni
ragazza di
diciassette anni era in piena crisi adolescenziale.
Il fattore “Lord
Voldemort”, poi, non aiutava di certo.
La mora scese in Sala Comune
rabbrividendo e stringendosi nel mantello. Si lasciò cadere
sulla poltrona più
vicina al camino che c’era.
Nella Sala c’erano solo lei e la coppia
Malfoy-Parkinson, che erano ovviamente intenti nello scambiarsi
effusioni
amorose un po’ troppo intense per i gusti della ragazza.
Evelyn si impose di
ignorarli, mentre dentro di lei nasceva l’insana voglia di
fare a pezzi
quell’inutile Traditore e quella stupida oca
sgualdrina.
Sentiva l’odio salire
a livelli esorbitanti, quindi ebbe la buonissima idea di alzarsi e
farsi una
passeggiata per i corridoi presumibilmente deserti del
castello.
“Che noia. Se
solo succedesse qualcosa di interessante...” pensò
sorpassando la statua del
Gargoyle che - Evelyn lo sapeva bene - nascondeva l’accesso
all’ufficio della
Preside.
“Chissà se quell’idiota è
riuscito ad entrare” si chiese girando
l’angolo. “Devo proprio ammetterlo: il suo aiuto mi
farebbe comodo...”
Quando
l’orologio suonò le otto si diresse in Sala
Grande, trovando posto al tavolo
dei Serpeverde accanto ad un ragazzo di colore del settimo
anno.
-Ho dato
un’occhiata agli orari- stava dicendo in quel
momento a Malfoy, intento nel mangiare elegantemente un uovo fritto con
forchetta e coltello. -Subito dopo colazione abbiamo Difesa
contro le Arti
Oscure. Per ora non siamo in coppia con nessuno, ma non conterei troppo
sul
fatto che non ci metteranno con un’altra Casa-
Malfoy sbuffò sonoramente.
-Scommetto che ci metteranno con i Griffindioti. Lo fanno sempre-
commentò.
Evelyn
evitò di commentare, anche se suo malgrado si ritrovava
d’accordo con lui.
Subito dopo aver terminato la colazione si alzò e
ritornò nei sotterranei per
recuperare la sua roba, per poi dirigersi nell’aula di Difesa
Contro le Arti
Oscure.
Arrivò con qualche minuto di ritardo, e tutti gli altri
Serpeverde
erano già arrivati.
-Scusi per il...- iniziò, ma si interruppe non appena vide
il nuovo docente.
“Devo avere le allucinazioni. DEVE essere
così” pensò.
Ma il
nuovo insegnante, un uomo dai corti capelli neri leggermente
brizzolati, un
accenno di barba e gli occhi scuri, le fece segno di sedersi.
Lei esitò un
istante, ma poi dovette ubbidire e si lasciò cadere
sbuffando su una sedia
accanto alla Parkinson.
Quest’ultima si chinò e sussurrò
qualcosa all’orecchio
di Malfoy, seduto alla sua sinistra. Lui sorrise e guardò
Evelyn in maniera
derisoria.
La mora lo ignorò e si sforzò di concentrarsi
sulla lezione.
-Allora,- stava dicendo l’uomo -il mio nome è
Thomas Shar, come stavo dicendo
prima che la signorina ci interrompesse- E anche lui
gettò uno sguardo di
rimprovero alla ragazza.
Invece alcuni si voltarono a guardarla, notando che i
loro cognomi erano identici.
-Sono stato scelto dalla vostra nuova Preside per
ricoprire il ruolo di insegnante di Difesa Contro le Arti
Oscure.-
Sorrise alla
classe.
-Se vi interessa saperlo, anch’io sono stato nella gloriosa
Casa di
Serpeverde, ai tempi in cui andavo ad Hogwarts, quindi da voi mi
aspetto il
meglio sempre e comunque-
E mentre lo diceva il suo sguardo vagò tra gli
alunni, analizzandoli uno ad uno. Il suo sguardo si posò per
un istante di
troppo su Evelyn.
Utilizzò la lezione per presentarsi ai nuovi studenti e per
spiegare il programma che avrebbero affrontato per prepararsi ai
M.A.G.O. di
quell’anno.
La campanella suonò senza farsi attendere, e i Serpeverde si
affrettarono a raccogliere le loro cose e uscirono in tutta fretta
dall’aula.
Evelyn
attese che l’ultimo ragazzo avesse oltrepassato la soglia, si
avvicinò alla
porta e se la chiuse lentamente alle spalle.
-Non dovresti andare anche tu alla
prossima lezione? Arriverai di nuovo in ritardo- commentò il
professore senza
alzare gli occhi dalle carte sulla scrivania.
-Che diavolo ci fai qui?!-
-Sono
un professore, non hai sentito? E in quanto tale dovresti portarmi
rispetto-
-Sei un cazzo di Mangiamorte! Come ti viene in mente di prendere la
cattedra di
Difesa Contro le Arti Oscure?!-
A quel punto l’uomo alzò la testa e la
guardò
scocciato.
-Sono tuo zio, Eve, ho il triplo dei tuoi anni e molta più
esperienza di te in ogni campo della magia. Credo di essere in grado di
fare le
mie scelte consapevoli- ribatté aspro.
-Rischi di mandare a monte i miei piani!-
soffiò lei.
Thomas si alzò,
aggirò la cattedra e le si piazzò di
fronte.
-Non sono marchiato- disse
sollevandosi la manica sinistra e mostrando l’avambraccio
totalmente liscio e
senza ombra di tatuaggio. -Potranno sospettare di me quanto potranno
sospettare
di te. C’è un motivo per la mia presenza in questo
castello, non ti pare? Avevo
cose migliori da fare rispetto a stare qui ad insegnare ad un branco di
marmocchi come difendersi dalla Magia Oscura, sai.-
La ragazza non rispose
nulla. Si morse il labbro, impedendosi di iniziare a strillare e a dare
di
matto.
-Se farai un passo falso, un
singolo passo falso...!-
minacciò.
-Non mi pare tu sia nella posizione di
minacciarmi, nipotina. Siamo nella stessa situazione.
Asseconderò i tuoi piani,
se ne hai, ma agirò oltremodo di testa mia.-
Le rivolse un sorriso di sfida,
che venne ricambiato con un’occhiata fulminante.
-Ed ora fila a lezione- ordinò
in tono imperioso, indicandole l’uscita
dell’aula.
Evelyn se ne andò
sbattendosi la porta alle spalle.