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Autore: Kimmy_chan    12/11/2013    1 recensioni
Il trapianto di organi.
La medicina conta molto sul trapianto per salvare vite umane ma ormai c'è un grave calo nelle donazioni.
Alice, giovane studentessa di medicina, aspetta un fegato compatibile con la madre.
Marco, un padre di famiglia rimasto vedevo, deve decide se donare gli organi della moglie.
Con questa storia vorrei spiegare almeno un po' i sentimenti di una famiglia ricevente e di una di donatori.
Alla fine dopo tutte le avversità si va avanti a testa alta lottando contro ogni avversità...
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                               Capitolo 03

Scritto dal punto di vista del Signor Franchi Marco

Quando fui accanto al suo letto e vidi in che stato era sentii una stretta al cuore. Era pallida e attaccata a tanti macchinari. Non poteva lasciarmi anche lei; no non poteva.
Mi avvicinai al suo volto e le dissi sotto voce -Amore, sono qui. Non mi abbandonare. Lotta per tornare da me, per favore. Non lasciarmi. Non saprei come andare avanti senza di te; tu sei sempre stata la mia forza, mi hai sempre spronato ad andare avanti. Ora lo farò io con te. Lotta! Lotta, con tutte le tue forze! Torna da me!-

Rimasi lì per 4 ore a tenerle la mano, fino a quando un'infermiera mi riportò nella mia stanza perchè dovevano farle degli esami e sarei stato solo d'intralcio.

Nella mia stanza sì c'era la televisione, ma chissà perchè li telecomando era scomparso e gli unici canali che prendeva non li avevo mai visti. Insomma alla fine feci spengere la tv all'infermiera che mi aveva aiutata a rimettermi a letto.
-Mi scusi...- iniziai.
-Sì?- rispose l'infermiera avvicinandosi al letto.
-Sa per caso se sono stati ricoverati qui due ragazzi di nome Silvia e Giovanni Martelli?- chiesi
-Sì- rispose un po’ incerta al donna.
-E come stanno?!-
-La signora ha avuto bisogno di un intervento ora dorme. Il signore mi spiace...è morto per arresto cardiaco- 
-Ah...- 
Anche loro...
-Mi scusi ora vado. Se le serve qualcos'altro sa cosa fare. Per passare il tempo può leggere quelle riviste sul comodino-
-La ringrazio- risposi cortesemente.
La donna infine uscì dalla stanza.
Finalmente ero rimasto di nuovo solo.
Marta non stava affatto bene. Anche Giovanni era morto; chissà come stava Silvia..
Non sapevo cosa fare. Se Marta mi avesse abbandonato non avevo la più pallida idea di come avrei fatto.
Non volevo pensarci. 
All'improvviso la porta si spalancò ed entrò con passo deciso il Dottor Moretti.
-Signore, mi dispiace...ma...sua moglie...abbiamo veramente fatto il possibile-
-No! No! No! La mia Marta no! Non anche lei!- a quel punto scoppiai in lacrime. Non potevo sopportare la  notizia della morte di mio figlio e di mia moglie nello stesso giorno; cioè non potevo sopportare questo tipo di notizia mai! 
Io e Marta saremmo dovuti invecchiare insieme. Avremmo dovuto vedere i nostri nipotini crescere. 
Josh avrebbe dovuto incontrare una brava ragazza, innamorarsi, sposarla e avere dei bambini. Invece era tutto così sbagliato!
Cosa avrei dovuto fare d'ora in poi?! 
L'idea della morte ora mi affascinava più che mai...
Loro, erano tutto per me. La mia vita non aveva più senso senza.
Mi ero dimenticato che il dottore fosse ancora lì di fronte a me, mentre la mia mente vagava e prendeva in seria considerazione il suicidio. Così mi asciugai le lacrime con il bordo del pigiama e guardai in faccia il medico.
-So che può sembrarle insensibile da parte mia in questo momento, ma vorrei che prendesse in considerazione l'idea di donare gli organi di sua moglie. E' una difficile decisione da prendere me ne rendo conto, ma vorrei che ci pensasse. La scomparsa di sua moglie potrebbe salvare molte vite- disse il Signor Moretti.
-Ma cosa sta dicendo?- chiesi stupito.
-Sua moglie è morta per arresto cardiaco ma siamo riusciti a mantenere le funzioni vitali attive così che gli organi continuino a funzionare per alcune ore-
Non capivo cosa stesse dicendo.
-Ma allora non è morta?!- dissi speranzoso.
-Signore, la moglie è effettivamente morta; le sue funzioni vitali sono attive solo grazie alle macchine se le spegnessimo gli organi cesserebbero di funzionare ed inizierebbero a degradarsi...Vorremmo che lei acconsentisse all'asportazione dei suoi organi. Le lascio del tempo per pensarci, ma posso darle un'ora, non di più- disse il dottore.
-E se la lasciassimo attaccata alle macchine un giorno si potrebbe risvegliare?-
-Signore, l'attività cerebrale di sua moglie è piatta. Lei non c'è più; non si potrà mai più risvegliare. Mi dispiace. Le lascio un'ora; ci pensi bene. Se ci lasciasse asportare gli organi la morte di sua moglie salverebbe altre vite...- rispose tristemente il Signor Moretti prima di avvicinarsi alla porta aspettando una risposta. 
Una mia risposta.
-Ci penserò- risposi.
Il dottore uscì dalla stanza senza far alcun rumore.

Tutto taceva...il silenzio più totale.

Cosa avrei dovuto fare?!

Io non volevo che delle parti integranti di Marta venissero asportate e date a persone di cui non sapevo niente; potevano essere assassini, oppure molestatori. 
Gli organi di mia moglie dovevano rimanere lì, nel suo corpo! Al loro posto. 
Gli organi di Marta erano di Marta. 
Dio aveva donato degli organi sani a mia moglie perciò dovevano rimanere a lei. E non dovevano essere trapiantati in chissà quali soggetti; che poi li avrebbe distrutti con alcol, fumo o altre cose così.
No! Nessuno avrebbe toccato il corpo di mia moglie!

Quando il dottore tornò a chiedermi se avessi scelto se donare gli organi di Marta, gli dissi che prima di comunicargli la mia decisione dovevo vedere mia moglie; così venni portato da lei.
Il dottore mi mise vicino al letto di Marta e ci lasciò soli; io mi sporsi avanti per prenderle la mano. Era calda, il suo colorito era roseo come sempre; sembrava che stesse dormendo... Con l'altra mano iniziai a toccarle delicatamente i capelli neri corvino che tanto amavo, erano soffici come sempre. Tutto mi faceva pensare che lei fosse ancora li, che stesse semplicemente dormendo e che da un momento all'altro si sarebbe svegliata... 
Sapevo bene che ormai il suo spirito non c'era più, ma ugualmente mi sporsi verso di lei e la baciai sulle labbra.
-Non permetterò che ti tocchino, te lo prometto. Non voglio che una parte di te viva in qualcun'altro- d'un tratto dai miei occhi iniziarono ad uscire delle lacrime...
-No! No! No! Non puoi avermi abbandonato veramente! Svegliati! Su, Marta, svegliati! Dai ti comprerò quelle scarpe costosissime che tanto desideravi; ti comprerò tutto, ti darò tutto, ma ti prego torna da me! Quando ci siamo sposati mi avevi giurato che saresti rimasta con me per sempre! Per sempre!- le lacrime continuarono ad uscire e non riuscivo neanche più a vedere bene il volto di Marta.
Non poteva avermi lasciato veramente!
Rimasi lì, a piangere, per un po'....
All'improvviso la porta della camera si spalancò e sulla soglia c'era il Dottor Moretti.
-Signore, ha preso una scelta?!-
-Sì. Non acconsento alla donazione- dissi con tono fermo e deciso. Pur avendo le lacrime che ancora uscivano, speravo di sembrare un uomo convinto della propria scelta; perchè lo ero.


-Ma Signor Franchi, si rende conto che lei con questa sua decisione ha condannato a morte delle persone?! Sua moglie e suo figlio non saranno le uniche vittime di questa tragedia- replicò l'uomo.
-Non mi interessa degli altri! Ora sto pensando al bene di mia moglie; non posso immaginare che le leviate gli organi per poi trapiantarli a gente di cui non so niente. Potrebbero essere assassini! Tossicomani! Ladri!- urlai al dottore.
La mia rabbia cresceva...
-Ho capito. Come vuole..- rispose il Signor Moretti con tono affranto prima di andarsene e chiudere la porta dietro di sè.
Io tornai a tenere per mano la mia amata e continuai a piangere la sua scomparsa...

Dopo all'incirca 30 minuti la porta si aprì di nuovo ma questa volta sulla soglia c'era la madre di Marta, Carla.
Era una donna anziana ma ancora in buona salute.
Aveva gli occhi lucidi; probabilmente stava piangendo la morte dei suoi cari scomparsi come me...
-Ciao, Marco.- 
-Ciao Carla.-
-Come stai?-
-Come vuoi che stia?! La mia famiglia è distrutta; quello che avevo creato negli anni è volato via in un attimo. Mia moglie...mio figlio...sono scomparsi. Mi hanno lasciato da solo...- le lacrime che avevano smesso di uscire tornarono a farsi vedere sul mio volto.
Carla si avvicinò e mi posò una mano sulla spalla -Marco. Come tu hai perso una moglie e un figlio io ho perso una figlia e un nipote. Anche io sono distrutta per questo; ma ricordati una cosa. Marta non ha mai sopportato chi si arrendeva. Non ha senso arrabbiarti e negare ai medici di trapiantare gli organi di Marta in persone che grazie a lei potrebbero continuare a vivere...-
-Ma cosa dici?! Voi che tua figlia venga tagliata e i suoi organi dati a persone che neanche conosci?!- risposi infuriato.
-Marco, non credere che per me sia facile. Però pensa ad una cosa, Marta è sempre stata una ragazza di buon cuore...credo che avrebbe acconsentito alla donazione. Rifletti su cosa avrebbe fatto lei se avesse potuto scegliere. Puoi donare una vita migliore a tante madri e a tanti padri che senza il trapianto lascerebbero i loro cari come è successo a noi. Tu puoi cambiare le vite di tante persone con un semplice sì. Farai la differenza, e Marta sarà fiera di te- 
Le lacrime che prima uscivano a goccioline esplosero in un fiume. Presi il mio volto tra le mani e continuai a piangere sperando che prima o poi finissero. Mi sentivo così solo senza di loro...
D'un tratto Carla mi strinse tra le sue braccia calde.
Con quell'abbraccio sentii: tristezza, dolore, coraggio, forza e affetto.
Quando si ritirò per guardarmi in volto per capire quale fosse stata la mia decisione; vidi che anche lei stava piangendo... 
Si era trattenuta per darmi coraggio. Era venuta a parlarmi per farmi comprendere quale scelta fosse la migliore.
-Allora, cosa farai? - mi chiese Carla, guardandomi fisso negli occhi.
-Acconsentirò alla donazione. E combatterò per continuare a vivere senza di loro. Così quando li raggiungerò saranno fieri di me- risposi con decisione; quando l'ultima lacrima di dolore toccò i miei pantaloni mostrai alla donna un sorriso amaro..
-Hai fatto la scelta giusta. Sono sicura che Josh e Marta siano già fieri di te- disse Carla ricambiando con un sorriso dolce ma triste.

Dopo aver parlato con il medico venni portato nella mia stanza così che i medici potessero fare il loro lavoro e prendere gli organi di Marta per poi portarli ai riceventi.

Quando mi ritrovai nel letto, della mia camera d'ospedale, ripensai agli avvenimenti successi.

Avevo deciso di non donare gli organi di mia moglie e suicidarmi per raggiungerli; ma poi Carla, la madre di Marta, mi ha fatto ragionare.
Quando dissi "Sì" alla donazione era l'una. 
Erano passate 24 ore dall'incidente e tutto era cambiato...

L'intervento venne eseguito all'istante.

Spero che le persone che riceveranno gli organi di mia moglie vivranno una vita felice con i loro cari; voglio che possano fare quello che Marta non ha potuto realizzare.
Io andrò avanti e cercherò di vivere questa vita che mi è rimasta al meglio. Ho deciso. Aprirò un'associazione dove le persone come me, che hanno perso i loro cari in incidenti automobilistici, possano trovare conforto.




Angolino di Kimmy_chan
Tengo particolarmente a questa storia. 
Vorrei che qualcuno mi dicesse cosa ne pensa per favoreeeeeeeeeeeeeeeeee
  
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