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Autore: Sarah_00    14/11/2013    2 recensioni
Lei: Tranquilla, introversa, debole, sola;
Lui:Scontroso, forte, bipolare, solo;
Il destino vorrà che queste due persone, totalmente diverse ma, allo stesso tempo, uguali, si incontrino.
Sì, perchè entrambi sono soli;
entrambi hanno bisogno di affetto, di amore.
Tutto inizia con un errore.
Uno sbaglio che cambierà la vita di entrambi.
Una storia che coinvolge violenza, sesso, amore, vendetta.
Riusciranno a stare insieme?
***
Dalla storia:
“Quello non era niente, Zoe, dovrai vedere cosa dovrai sopportare da ora in poi”
Mi dice sempre con il solito sorrisino malefico. Caccia un coltellino dalla tasca e al solo pensiero di quello che mi potrebbe fare con quel coso un brivido di paura mi percorre il corpo. Si avvicina minaccioso. Con il metallo freddo del coltello accarezza la mia guancia dal lato non tagliente. Io resto immobile con il terrore che muovendomi mi avrebbe fatto ancora più male.
“Hai paura, vero? Molta paura, scommetto”
Mi soffia sulle labbra.
“E fai bene, molto ma molto bene ad aver paura di me”
(...)
“Posso salvarti, Zayn…posso almeno provaci”
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Demons.'
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Capitolo 3.

“Svegliati, forza, non ho tempo da perdere”

Mi sento dire da una voce. Apro gli occhi e mi ritrovo sempre in quel letto e con Zayn difronte. Bene. Non era un sogno.

“Allora, cosa preferisci che ti faccia oggi? Uhm? Abuso di te come stavo per fare ieri o…beh, o ti riempio di botte, forza, decidi”

Mi dice mentre prende una sedia e si siede con lo schienale rivolto al petto dove si appoggia con le braccia osservandomi.

“Dai, forza, quanto ci vuole per scegliere?”

Mi dice sarcastico dato il mio silenzio.

“Ti prego, lasciami andare”

Gli dico trattenendo i singhiozzi.

“…Ok, decido io, voglio vedere un po’ se con qualche schiaffo riesco a farti capire che non ti lascerò andare”

Mi dice mentre si alza dalla sedia e si avvicina.

“No, ti prego, no”

Gli dico mentre le lacrime iniziano a scendere dai miei occhi. Mi da un pugno e con un anello che porta al dito mi ferisce il labbro inferiore.
Per tutto il tempo della sua lunga tortura le lacrime bagnano le mie guance unendosi al sangue. Non so come faccia ad avere dentro così tanto odio.


“Uccidimi adesso, ti prego”

Gli dico mentre la voce ormai sta per sparire.

“Ti piacerebbe, eh? Così il tuo dolore finisce subito e io non posso più continuare a farti del male, mi dispiace, cara, ma non se ne fa
niente”


Mi dice prendendo il mio mento tra le sue mani. Lecca il mio labbro spaccato pulendo un po’ del sangue che lo ricopre.

“N-non sono io quella che odi, perché non lo capisci?”

Dico quasi sussurrando.

“Ah, no? Quindi tu non sei quella che mi ha tradito mentre stavamo insieme? Che mi ha umiliato? Beh, io credo sia tu”

Tradito? Sta per uccidermi solo per un dannato tradimento? È una pazzia. Una vera e propria follia.

“Si può…si può perdonare”

Gli dico con sforzo.

“Perdonare, eh? Beh…diciamo che non è facile perdonare per uno come me”

“Ma…ma è più facile uccidere, vero?”

Gli dico con tutto il coraggio che ho dentro. Non sono mai riuscita a tenere testa così ad una persona. Eppure dovrei temerlo. I suoi lineamenti diventano più forti. L’ho fatto arrabbiare. Ecco. Ora mi ucciderà di botte. Lo so. È così.
Inarco le sopracciglia socchiudendo gli occhi aspettando solo che lui mi colpisca di nuovo. Cosa che non accade. Al contrario mi lascia.

“Ti porto da mangiare, e smettila di piangere”

Mi comanda duro prima di uscire dalla stanza. Dopo un po’ ritorna con un piatto che scaraventa su un comodino vicino al letto.

“Senti, ora ti libero solo con una mano, ma devi solo mangiare, altrimenti sai cosa ti posso combinare”

Mi dice mentre prende una chiave dalla tasca.

“Puoi anche non liberarmi, io non mangio”

Gli dico mentre giro il volto dal lato opposto.

“Eh no, stronza, cosa significa che non mangi?”

“Non mangio, ecco tutto…non voglio…voglio solo tornare a casa”

“Beh, e a casa non ci torni quindi o mangi ora o ti fotti, decidi”

“Non mangio”

“Va bene, fottiti allora”

Mi dice nervoso mentre prende il piatto e lo poggia lontano da me. non so per quanto tempo rimaniamo lì. Io distesa sul letto mentre sono
persa nel vuoto, e lui vicino alla finestra. Non lo capisco. È strano. Ma continuo ad avere una paura immensa di lui.


Diamine, sono ore che non vado in bagno. Ne ho davvero bisogno. Non so se poterglielo chiedere o no. Beh, ormai già mi ha ridotto in questo stato, tentar non nuoce.

“Z-Zayn, io…io dovrei andare in bagno”

Si volta verso di me. Il suo sguardo sale dai miei piedi per arrivare alle mie mani legate al letto. poi finalmente mi guarda in faccia.

“Non sono problemi miei”

Risponde.

“Ti prego, fammi andare un attimo in bagno, poi mi leghi di nuovo qui”

“No, se proprio devi, falla qui”

Dice avvicinandosi e cacciando un secchio da sotto il letto. lo guardo sbalordita.

“Non posso farla lì!”

“Perché? Se è perché hai le tue ‘cose’, non ti preoccupare, non mi scandalizzo per un po’ di sangue”

“N-non è per quello”

Dico arrossendo.

“Non sono un maschio che posso farla in un secchio, e poi…ci sei tu”

“Uff, come se non te l’ho già vista!”

“Infatti non l’hai…non l’hai vista”

Dico mentre le guance mi vanno in fiamme. Scoppia a ridere.

“Sono più che sicuro di avertela anche leccata”

È inutile dire che ormai il mio viso è più rosso di un pomodoro.

“Io non sono Zoe, Zayn…ma continui a non credermi”

“Tu sei Zoe, e basta con questa farsa! Devi andare in bagno? Bene, ti porto in bagno!”

Prende la chiave e apre un a manetta.

“Ti avverto che se solo provi a scappare, puoi dire addio alla tua vita, capito?”

Mi dice guardandomi negli occhi. Annuisco essendo l’unica cosa che riesco a fare. Apre anche l’altra manetta. Mi sfrego un polso alla
volta.


“Forza, muoviti”

Mi dice scontroso afferrandomi la mano. A quel tocco sento una strana sensazione. Tenere la sua mano unita alla mia è molto strano
dopo che ti ha picchiata con la stessa identica mano. Sono due tipi di tocchi completamente diversi, ma entrambi freddi, distaccati, quasi ‘cattivi’. Mi porta via da quella stanza. Il resto della ‘casa’, se così la posso chiamare, è molto buia, triste, malinconica. Proprio come quella camera. Apre una porta e mi fa entrare in questo lurido bagno per poi chiudere la porta dietro di lui.


“Forza, fai in fretta”

Mi incita.

“E-ehm, n-non puoi uscire?”

“No, potresti scappare”

“Almeno girati, per favore”

Dico stringendomi nelle spalle.

“Uff, va bene!”

Si gira. Timidamente mi decido ad andare in bagno. Quando ho finito tiro lo scarico e lui si gira.

“Ce l’abbiamo fatta, allora! Quanto ci vuole per pisciare?!”

“S-scusa…”

Dico avvicinandomi al lavandino per poi sciacquarmi le mani. Lo sguardo cade sullo specchio davanti a me. osservo quasi incredula le ferite che mi ha lasciata. Con una mano tremolante tocco le varie cicatrici e le macchie di sangue sul mio volto. Poggio le mani ai lati del lavandino e abbasso la testa. Cado in un pianto improvviso. Mi ha sfigurata. Mi ha trattata come se fossi una pezza per lavare il pavimento. Mi ha sbattuta, colpita, tagliata, quasi denudata. È l’esperienza più brutta della mia vita. Riesco a sentire il suo sguardo su di me. Cerco di trattenermi ma il pianto aumenta quando sento la paura che possa ripicchiarmi perché sto piangendo di nuovo.

“Smettila! Cazzo, smettila! Mi fai sentire così dannatamente in colpa! Cazzo! Io non sto facendo niente di male! Mi sto solo vendicando di una cosa che hai fatto tu! Tu, merda! Sei tu il dannato problema!”

Afferra il mio polso e mi fa girare.

“Finiscila di fingerti ingenua e innocente, tu non sei così; io so chi sei davvero”

“Io sono così invece, ti giuro che sono così, io sono Hope, diamine, non Zoe, perché non mi credi?”

Gli dico tra i singhiozzi.

“Sei Hope? Davvero? Ah, bene, allora vieni, così vediamo se sei lei davvero o sei la cara Zoe”

Mi dice afferrando la mia mano e trascinandomi via dal bagno. Mi porta in camera e mi scaraventa sul letto.

“Togliti il vestito”

“Cosa? No, ti prego, no, non…”

“Togli ti ho detto!”

Mi urla facendomi ancora più paura. Ancora tremando apro il vestito.

“Cazzo, muoviti!”

Continua ad urlarmi. Sono una cretina. Ora abuserà di me solo perché gli ho risposto male. Cazzo, non ho mai risposto male e dovevo farlo ora con lui?

“Ah, lascia faccio io!”

Dice prima di strapparmi quasi di dosso i vestiti. Mi guarda per un momento, poi mi si avvicina. Mi lascia distendere del tutto sul materasso. Sfiora con la mano il mio stomaco e poi la mia pancia facendomi respirare con affanno.

“N-non c’è…merda, non c’è”

Dice guardando il mio corpo confuso.

“T-tu, tu avevi una cazzo di cicatrice lì! Che fine ha…che fine ha fatto, cazzo?!”

“N-non sono Zoe, Zayn, ora mi credi? Lei è la mia gemella”

“Gemella?! Che storia è questa?! Lei non mi ha detto di avere una gemella!”

“B-beh, sono io la gemella”

“Merda! Tutto questo tempo per architettare la vendetta perfetta e poi non sei neanche la ragazza giusta?! Ora finirò in prigione senza
neanche essermi vendicato! Oh, merda! T-ti ho quasi stuprata! Ti ho picchiata, legata ad un cazzo di letto e non sei tu Zoe?! Sono nella merda! Cazzo…che faccio? Che faccio ora?”


Dice iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza.

“Harry, certo, Harry”

Farfuglia mentre si passa una mano tra i capelli.

“Vestiti, forza”

Mi ordina. Mi alzo dal letto e mi rimetto il vestito.

“Aspetta qui”

Dice mentre mi rimette la manetta ma solo ad un polso e legata al letto. Poi esce con il telefonino in mano lasciandomi lì dentro. Spero solo che mi lasci andare. 



Spazio della scrittrice xx

Ehii belle! sembra che Zayn si sia reso conto dello sbaglio...e Harry? 
Beh, lo scoprirete presto! baciii xx






 
   
 
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