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Autore: Warrior_S    16/11/2013    2 recensioni
" - Sorridi. Io ci sarò sempre. Sarò sempre qui, per illuminare le ombre del tuo viso.
Lo guardai negli occhi e mi resi conto che era tutto il mio mondo."
" - Guardami. Ehi, va tutto bene. Ora va tutto bene.
Mi cinse con le sue braccia, che da un po' di mesi erano l'unico posto in cui mi sentissi a casa. "
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 I love pizza.
 Mi dirigo verso la scuola, camminando velocemente, quasi non vedo dove vado. Volto l’angolo per la settima volta da quando ho iniziato questa stramaledetta scuola, che brucerei senza ripensamenti.
Vado a sbattere contro qualcosa di massiccio e sto già per imprecare quando mi rendo conto che si tratta del biondino del mio corso di inglese.
Maledizione.
- Vuoi vedere dove vai? – gli chiedo, scontrosa.
- Calmati! – ride.
Quella risata. Una risata speciale, che come per magia ha il potere di far sorridere anche me.
- Mattina storta? – mi domanda risoluto, come se già sapesse della litigata con mio padre.
- Già. – sussurro.
- Niall. – esclama con un gigantesco sorriso.
Lo guardo, interrogativa.
- Il mio nome. Io sono Niall.
- Niall? – ridacchio. – Mai sentito.
- Tu?
- Ehm, io sono Erin.
- Erin? – ride. – Mai sentito.
Rido anche io. Rido, e intanto assaporo il suono della sua risata.
Si passa una mano tra i capelli e si scosta, porgendo il braccio in avanti.
- Dopo di te. – dice piano.
Sorrido e mi incammino di fianco a lui.
Non posso fare a meno di osservarlo mentre mi parla. Lo  guardo e non capisco cosa mi succede, non capisco nemmeno perché mi succede.  Scuoto la testa.
- Siamo arrivati. – gli dico.
- Ho letteratura. Tu?
- Chimica.
Ci voltiamo. – E poi inglese.
- Allora ci vediamo. – sorride, voltandosi. – Erin.
Mi mordo un labbro e volto verso la classe di chimica.
A dir la verità la lezione di chimica non la sto nemmeno ascoltando.
Troppi pensieri.
Decisamente.
Una settimana fa potevo affermare con assoluta certezza di essere un’adolescente insicura, con troppi problemi e il costante desiderio di sentirsi viva.
La campanella suona e mi salva dall’affogare nei pensieri.
Esco fuori all’aula e quasi corro verso il mio armadietto.                                                                 
- Ehi! – una voce mi distrae. Mi volto di scatto e sorrido al solare biondino.
- Ciao! – esclamo. – Già qui?
- Stai pur certa che non sono un ologramma. – ride.
- Ne sono certa. – sorrido. Spingo con forza la porta dell’armadietto, che si chiude con un tonfo, e gli faccio cenno che possiamo andare.
No, non lo aspettavo.
- Come mai qui? – mi chiede, mentre camminiamo.
- In Irlanda, dici? In Inghilterra non stavo bene. Non era il mio posto. Volevo cambiare aria.
- Bella motivazione. E cos’aveva quell’aria che non andava?
- Le persone, principalmente. Non avevo un buon rapporto con nessuno e nessuno aveva un buon rapporto con me. Ci odiavamo, punto. – mi fermo.
Mi guarda, quasi chiedendomi di continuare. Capisce che non mi va e per fortuna smette di fare domande.
È troppo difficile spiegare il perché me ne sono andata. E anche troppo imbarazzante.
Sono venuta qui per cambiare vita, non per ricordare i drammi di quella vecchia. Non voglio.
- Erin? Erin?
Non mi accorgo della voce di Niall finchè non mi scuote, ricordandomi che sono sul pianeta Terra, non sul pianeta “la mia vita di schifo”. 
- Scusa. Ero sovrappensiero.
- Qualcosa di più.
Ride, e mi scompiglia i capelli. – Dovremmo entrare.
Fingo di offendermi, alzando il mento. – Come osi … ?
- Horan, Stewart, in classe.
Il professore di inglese rompe quest’attimo come uno specchio.
Entriamo in classe e le due ore volano, con lui seduto a fianco a me.
Per un qualche surreale motivo, è tutto diverso quando c’è lui.
Ottimo.
- Ti piacciono i film horror? – mi chiede, toccandomi la spalla.
- I film horror? Li adoro!
- Pee! Risposta sbagliata! Stavo parlando di pizza. Possibile mai che non riesci ad ascoltarmi, Stewart? – sottolinea quell’ultima parola con un tono indecifrabile.
- Okay, hai ragione. Non ci sto con la testa.
La campanella suona. Finalmente. Non ce la facevo più.
Faccio per andarmene ma Niall mi ferma per un braccio.
- Ehi, aspettami! Vengo con te! Non vorrei che cadessi addosso a qualcun altro, non sono tutti clementi come me.
Alzo un sopracciglio e rido.
- Okay, Horan.
***
Siamo in gelateria da un po’, a dire il vero. Siamo seduti vicini, parliamo, mangiamo, scherziamo. È una bella giornata.
- Quindi – inizia. – Ti piacciono i film horror.  – addenta un altro cucchiaino di gelato.
Lo guardo. Che c’entra?
- E… quindi? – domando.
- No, nulla. È l’unica cosa che so di te. – ride.
- Uhm, bene. È un buon inizio. Io di te so che mangi come un maiale e che porti l’apparecchio. – rido.
- È un buon inizio anche questo. Dimmi qualcosa di te.
- Mi piace la pizza e … - mi interrompe.
- AMO LA PIZZA.
- Non ne avevo dubbi. – borbotto.
- Che vorresti dire?
- Che mangi di tutto.
Ride, e la sua risata mi inonda di nuovo.
- Continua.
- Amo i libri.
- Io amo la musica. – sorride, smagliante.
- Canti?
- Canticchio.
- Fammi sentire qualcosa.
- No! – ride. – Mai.
- Dai! – gli tiro un capello.
- Va bene! Va bene!
Inizia a cantare il motivetto di una canzone che non conosco, ma mi accorgo subito che la sua voce è la cosa più bella che io abbia mai sentito. Mi assale e non capisco più nulla. Chiudo gli occhi, abbandonandomi al perfetto suono della sua voce.
- Canticchi?! – lo aggredisco appena smette di cantare. – Sei bravissimo!
- Tu credi? – gli si illuminano gli occhi, di quell’azzurro in cui ci si perde.
- Io credo, Niall Horan. E scommetterei tutto su di te.
Mi abbraccia. Mi abbandono al suo calore e capisco di aver forse trovato il mio posto: le sue braccia.
[…]
Cammino noncurante per il viottolo di casa mia per la … no, non mi ricordo. A dire la verità è un po’ che non conto i giorni che sono passati. Forse da quando ho incontrato un amico. Sostituiamo pure quel forse con un sicuramente, perché ne sono proprio certa.
Cammino e so già che dietro l’angolo troverò l’accogliente sorriso del “biondino del mio corso di inglese”, che mi abbraccerà, e mi chiederà se va tutto bene. E lo so bene, lo vuole sapere davvero.
- TA DAA! – spunta dal cancello e mi fa prendere un colpo.
Sempre il solito.
- Ciao stupido. – lo saluto, smagliante.
- Ciao scema. – mi saluta, con la sua faccia da stupido.
Mi passa un braccio sulla spalla e mi sorride.
- Andiamo?
- Andiamo.
Camminiamo così per un po’, in silenzio.
- Come va? – lo precedo.
- Uhm, bene. Solite cose. A te?
- Bene, più o meno. – il mio tono di voce si abbassa giusto un po’ mentre osservo il mio fiato condensarsi.
- Altri litigi con tuo padre?
- No. Altri battibecchi con persone che si prendono la briga di giudicare. – guardo in basso, mentre mi stringe un po’ di più.
- Sembra non essere cambiato nulla. – mi appoggio alla sua spalla.
– Va tutto bene. - mi sussurra all’orecchio mentre mi abbraccia, e lui, solo lui, sa cosa sto passando. Sa quanto pesano tutti quegli insulti, anche se non lo do a vedere.
- Qualunque cosa abbiano detto, fottitene. Tu e la tua quarantasei state benissimo.
Rido e lo abbraccio più forte. Tanto forte da non lasciarmelo scappare. E' il mio migliore amico, ed è solo mio.
 
 

 
 
 
***Angolo autrice***
Buonaseeeeeeera :33
Come promesso: ecco il primo capitolo. Piuttosto breve anche questo, lo so, ma vado al liceo classico e non ho sempre tempo per scrivere, nonostante tutte le idee che mi frullano in testa. Ringrazio molto infinity_nyc, che ha recensito, e tutti quelli che lo faranno. Accetto di buon grado le critiche, purchè non offensive: sarò felice di migliorare. Ringrazio anche tutti quelli che leggono questa storia, le 2 persone che la seguono e tutti coloro che lo faranno. Come sempre, una dedica alla gorgosprizza di mia sorella Valente_M, che fangirla (?) sempre con me. :3
Un bacione. <3
- Warrior_S
  
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