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Autore: _diana87    17/11/2013    9 recensioni
"Ecco cosa succede quando Patrick Jane si allontana da Teresa Lisbon. Cade dal Paradiso e finisce all'Inferno."
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo Personaggio, Patrick Jane, Teresa Lisbon, Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 1

 

 
La luce del mattino illumina le lenzuola, e quel letto vuoto, spoglio, che da due anni non ha più visto la presenza di un altro essere umano oltre la sua.
Si stiracchia allungando braccia e gambe, poi decide di alzarsi e, come d'abitudine, prende la fondina e il distintivo dal comodino.
Si dirige nella stanza accanto alla sua, aprendola lievemente, giusto uno spiffero, e sorride dopo essersi assicurata che tutto vada bene lì dentro.
L'immagine riflessa nello specchio del bagno è sempre la stessa da circa due anni, da quando quell'evento l'ha scossa così tanto da farle cambiare colore di capelli, facendo dei riflessi biondi sulla folta chioma color castano scuro. Quasi come se volesse ricominciare da capo. A quel tempo, aveva deciso di darci un taglio, di fuggire e scappare da tutti, per non avere più nulla a che fare con quel vecchio edificio dove vi aveva lavorato per dieci anni.
"Dieci anni, eh?"
"Ogni anno con te ne vale due."
Le parole del suo ex partner le tornano alla mente strappandole un sorriso. Un'altra abitudine che non ha perso è controllare il suo cellulare e aspettare una sua chiamata. Lo tiene sempre acceso, nella speranza che lui possa chiamare da un momento all'altro cercando il suo aiuto. Invano.
Sospira, pensando che forse, dopo tutto quel tempo trascorso dall'ultima volta che si erano visti, dovrebbe lasciar stare.
Dopo mezz'ora, Sally, la sua tuttofare, una ragazza di ventisette anni, bussa alla sua porta.
"Salve, agente Lisbon! Spero di non essere in ritardo."
La donna davanti a lei inarca un sopracciglio, sbottando.
"Quante volte ti ho detto di chiamarmi Teresa? Ci conosciamo da un anno ormai!"
"Sì, ha--hai ragione, Teresa!" si corregge subito la ragazza.
Si è quasi affezionata a quella ragazza, anche se lei non lo ammetterà mai, dato il suo carattere non molto aperto al contatto umano.
Sally ha i capelli castano chiari ondulati, che le ricadono come una morbida pelliccia dietro le spalle. Una laureata in veterinaria che non ha trovato subito un lavoro, quindi si è improvvisata ragazza alla pari, aspettando una migliore occasione. Sì, anche in California c'è crisi. Ogni volta che la guarda, Teresa pensa a lei da giovane. Forse è quello il motivo per cui l'ha assunta.
"Come sempre, arriverò per ora di pranzo. Tanto ci sarà il solito caso di contesa di contea da risolvere. Se proprio vogliamo esagerare, un omicidio che sarà risolto in giornata. Dio, questa cittadina è così tranquilla." dice sbuffando, e poi sistema le ultime cose nella sua valigetta che usa per il lavoro.
A Sally scappa una risata.
"Perché te ne sei andata da Sacramento allora? Ah, se posso chiedere..."
Bella domanda. Teresa si blocca e cerca di guadagnare tempo raccogliendosi i capelli in una coda di cavallo.
Farfuglia qualcosa prima di dire: "Non mi piaceva più l'ambiente."
Sally sa di aver toccato un tasto dolente, quindi non vuole indagare oltre.
"Ci vediamo per pranzo, agen---volevo dire, Teresa!"
La donna afferra la valigetta, le rivolge un debole sorriso alzando la testa, e scompare dalla sua vista.
 
Santa Cruz è diversa da Sacramento. Questa piccola contrada dove tutti la conoscono, la salutano, le chiedono come sta, che cosa fa, e se è accaduto qualcosa di interessante in città. La riconoscono e la rispettano come agente di polizia, non più senior agent come lo era a Sacramento, come donna in carriera che ha fatto le sue scelte, specialmente una, molto dolorosa...
"Agente Lisbon, abbiamo una novità."
Il richiamo di Daniel Parker, il suo partner attuale nella squadra omicidi, la fa sobbalzare prima di rendersi conto di aver già varcato la soglia del piccolo edificio di polizia. E' talmente assorta nei suoi pensieri, mentre salutava le persone per strada, da non accorgersi di essere arrivata alla sua scrivania - una scrivania, Teresa! Non hai più un ufficio con il nome 'Senior Agent' sulla porta.
Parker l'afferra per un polso fermandola. Poi le poggia le mani sulle spalle.
"Tutto bene? Sembri un po'... fuori luogo."
Mani forti, possenti che la fanno sentire al sicuro, quasi proteggendola. Daniel ha circa la sua età, alto, slanciato e capelli brizzolati. Tutte le donne che lavorano con loro due sono attratte da lui, perché non dovrebbero? Oltre ad essere affascinante, ci sa fare con i casi e con le persone, senza correre il rischio di mandare a puttane i casi di omicidio sui quali lavorano. Insomma formano una coppia perfetta per il lavoro. Peccato che lei abbia deciso di dividere la vita personale da quella professionale da quando...
"Lisbon, meno male sei qui! Sto quasi impazzendo!"
Samantha Dougherty, capo del dipartimento, è sempre in uno stato di agitazione quando si tratta di qualcosa di grosso. Indossa un completo scuro con una gonna che le arriva sotto le ginocchia, e porta tacchi bassi ma rumorosi, tanto che quando cammina velocemente tra le scrivanie dei suoi agenti si muove da una parte all'altra, come se fosse un pinguino. Teresa la osserva un po' di sottecchi mentre rivolge uno sguardo d'intesa a Parker. Le fa strano avere una donna come capo, proprio lei che è stata abituata a circondarsi di presenze maschili per quasi tutta la sua vita, ma l'agente Dougherty le fa quasi un po' ridere per il suo modo buffo di camminare.
"Capo, sono qui, cos'è successo?"
 
Qualche minuto dopo, i tre sono nell'ufficio del loro capo anziano. La donna, seduta dall'altra parte della scrivania, accavalla le gambe, butta i lunghi capelli biondi all'indietro sistemandosi sulla sedia. Teresa, non l'ha perso un attimo di vista, tanto da indurre il suo partner Daniel a sussurrarle se per caso si fosse innamorata del suo capo. La donna le dà una gomitata di risposta, sorridendo.
Samantha le porge un raccoglitore giallo, che sembra abbastanza pieno da contenere almeno una ventina di fogli.
"Sono sicura che questo caso potrà sollevare un po' di domande tra la gente, inoltre è qualcosa di diverso da ciò di cui ci siamo sempre occupati, ma mi hanno detto che sei la migliore in questo campo."
Teresa è però titubante quando legge 'FBI' nell'etichetta esterna del contenuto di quel raccoglitore. Ha giurato a sé stessa di non farsi più coinvolgere con le forze dell'ordine governative, mai più da quando... Il sentimento di turbamento viene velato da un altro ancora più forte appena vede l'immagine dell'uomo nella prima pagina del foglio.
Stupore? Rabbia? Consapevolezza?
Un tonfo al cuore la fa indietreggiare e vede cadere il fascicolo dalle sue mani a terra, a rallentatore, mentre i battiti aumentano sempre di più. Barcollando all'indietro, deve poggiarsi su qualcosa per evitare di svenire. Parker raccoglie il documento, preoccupandosi per la sua collega.
"Teresa, stai bene?"
"Conosci quest'uomo, agente Lisbon?"
La donna riesce solo a mormorare frasi senza senso, mentre gli angoli della bocca fanno forza a contorcersi per dar vita ad un nervoso sorriso. Scuote la testa e allunga il braccio tremolante, indicando il foglio con l'immagine che Parker ha in mano.
"Patrick Jane. Era il mio consulente. Al CBI." le parole le escono dure ma decise. Mette i punti per affermare il concetto.
Samantha e Daniel si lanciano sguardi costernati. Forse è più l'anziana agente a preoccuparsene, pensando che non è il caso che Lisbon prenda di mano l'indagine.
"E' ricercato per spaccio di droga dal Venezuela in California. Non hai più avuto contatti con lui?"
La donna scuote la testa. Adesso è riuscita ad appoggiarsi ad una sedia. Daniel le si avvicina porgendole un bicchiere d'acqua, avendola vista agitata, ma Teresa rifiuta cordialmente con un gesto della mano.
"Te la senti di condurre queste indagini?"
"Posso pensarci prima e ti faccio sapere domani?" risponde lei, invece, con un'altra domanda.
L'agente a capo si vede costretta ad acconsentire alla sua richiesta, anche perché non ha molta scelta. Sa che Teresa è una donna in gamba, sempre dedita al suo lavoro, che non si lascia coinvolgere nei casi di omicidio delicati. Eppure stavolta capisce che c'è qualcosa di più che riguarda quell'uomo della foto. Osserva il suo volto marchiato, segnato da una vita distrutta, e per quanto ne sa, vede in lui soltanto un caso disperato di redenzione mancata, che è finito solo col farsi del male da solo.
 
Appena torna a casa, chiude la porta con forza di schiena. Prende un gran respiro, abbassa la testa, e si massaggia le tempie.
Non è possibile, non può essere lui.
Ecco cosa succede quando Patrick Jane si allontana da Teresa Lisbon. Cade dal Paradiso e finisce all'Inferno.
"Sei già tornata?" Sally arriva raggiante raggiungendola in cucina per salutarla.
"Pessima giornata. Devo prendermi un po' di tempo prima di accettare il caso."
"Vuoi che ti preparo qualcosa da mangiare?"
"No, grazie, vorrei solo vedere lei." sorride al pensiero della sua unica fonte di vita e di speranza in questi ultimi due anni. Senza di lei, non avrebbe trovato la forza per continuare a vivere, dopo quell'evento che l'aveva scossa.
Sally l'accompagna nella stanzetta accanto alla camera da letto della donna. Quindi la ragazza decide di lasciarle da sole, tornando in cucina a sistemare le ultime padelle sporche.
Teresa sorride a quel fagottino che ha di fronte. La prende in braccio e le accarezza la testolina.
"La mamma è tornata presto dal lavoro, adesso possiamo stare insieme!" le sussurra dolcemente, poi intona una canzoncina.
Gli occhi della piccola sono vispi e verdi come i suoi. Sa dire qualche parolina e sta imparando a camminare. La piccola le prende un ciuffo di capelli biondi e fa per giocarci. Teresa la guarda e ha gli occhi lucidi. Lei è la sua speranza, il suo coraggio per andare avanti. Il nome che le ha dato è proprio azzeccato.
"Sally, ci ho ripensato... prepara da mangiare che ho fame!"
Come per dire qualcosa, la bambina esulta, stringendosi ancora di più al seno della mamma, la quale si sente riscaldata da quel piccolo contatto umano. In cucina, Sally ha preparato uova strapazzate, qualche panino e un'insalata. Teresa la fa sedere sul seggiolone che le hanno regalato i suoi fratelli qualche mese fa. E' quello che usava lei da piccola e loro lo hanno conservato.
"E' davvero una bellissima bambina! Sembra che capisca quello che dico, non è vero, Hope?"
La ragazza non si sbaglia. Appena sente il suo nome, la bambina alza le braccia e, contenta, fa qualche verso. Sally si dà un colpetto alla fronte.
"Che sbadata! Non ricordo mai... quanti anni ha tua figlia?"
Teresa dà un'ultima carezza a Hope prima di stamparle un bacio sulla piccola testolina.
"Un anno. Un anno e tre mesi per l'esattezza."
 
 
 
Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:
Questa è la storia di come inizio a scrivere una one shot e poi diventa una fanfic... hahahaha long story XD
Inizio questo esperimento, vediamo dove ci porta...
Come avrete già capito, storia ambientata qualche anno dopo.
Teresa è un'agente di una piccola città, non c'è più il CBI, e Patrick è un ricercato per traffico di droga...
Beh, le premesse ci sono, ora vediamo come incasinerò la storia :p
Ripeto che è un'angst, quindi se non ci sono amanti del genere, prego astenersi dal leggere la storia! ;)
Alla prossima, se volete ;)
D.

   
 
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