Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Yavanna Norrey    19/11/2013    2 recensioni
Abbiamo lasciato Rouge sconvolta dalla notizia dell’incidente di Ronald, e incinta. Da adesso in poi, la ragazza si renderà conto di quanto possa essere fragile il piccolo mondo che si era creata: impegnata a far ritrovare al suo compagno i ricordi perduti, verrà coinvolta in una lotta contro il tempo e il destino. Come se non bastasse il piccolo conte, che sembrava averla accolta nella sua vita, si comporta come se gli eventi che li hanno legati non fossero mai accaduti.
Tra varie traversie, riuscirà Rouge a tenere unita la sua famiglia, fondata su legami d’amore e non di sangue?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di una mezzosangue'
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2§ Ricordati di me



C’era la polvere, che gli mozzava il respiro.
E il sangue.
Forse suo.
“Mi fai pena sai, moccioso. Di solito quelli della tua razza sono più coriacei. Peccato”
Annaspò nella posizione rannicchiata dov’era serrato. Era a contatto con la terra, coi calcinacci.
Poi un bagliore dorato, e tutto divenne nero.

Scattò seduto, ansimando. La testa gli dava fitte dolorose e il respiro gli graffiava al gola.
“Ronnie…” mugulò la rossa, stropicciandosi gli occhi assonnata.
“V-va tutto b-bene” oddio, stava tartagliando.
Rouge si sporse verso di lui visibilmente preoccupata “Ronald, hai avuto un incubo?” gli accarezzava piano la spalla mentre gli rivolgeva uno sguardo ansioso. Cercò di regolarizzare il respiro, non voleva farla preoccupare per nulla.
“Ron, per favore, guardami”

La creatura nera lo fissava, avvolta da cirri di piume nere.
Lo sguardo bicolore, rosso e verde smeraldo.
Aveva un sorriso strano, sovrannaturale e inespressivo. Tra le mani bianche reggeva la falce.
Sembrava chiedergli perché non la riconoscesse.

“Ron!!” solo a quel punto si decise a guardarla: la ragazza sorrideva appena, cercando di nascondere il panico.
“C-che ho fatto?” “Fissavi la parete come se fossi spiritato. Per un attimo ho pensato che ti stessi esaurendo… cos’era?”
Ronald tremò, al ricordo confuso di quell’essere sovrannaturale. Istintivamente si rannicchiò contro il petto di lei. A Rouge venne da ridere “Che fai, il bambino pauroso?” poi gli accarezzò piano i capelli.
“Sembro pazzo, vero?” la sentì ridere tra i suoi capelli “Ma va!” poi il tono si fece affettuoso “Dormi, Ronnie” e la carezza sui capelli assunse una cadenza ritmata.
Ronald chiuse piano gli occhi, terrorizzato dall’idea di rivedere la figura demoniaca vestita di piume nere.
Rouge gli accarezzava i capelli e il suo respiro gli arrivava dritto sul viso, insieme ad alcune ciocche di capelli rossi.
Era così dolce e affettuosa, pure con lui che non si ricordava una beata mina di lei, e di quello che era successo prima. Sbuffò appena, accoccolandosi meglio fra le braccia bianche di lei.
Erano piccole, sembravano così fragili, e invece sapevano portare il peso di quella situazione impossibile.
Si lasciò cullare dal respiro calmo di lei, dal suo tocco gentile, e si addormentò.

§§§

Rouge sgattaiolò in cucina senza far rumore. Si era addormentato, dopo aver mormorato una sequela di frasi incomprensibili, e ora sembrava tranquillo, aveva persino un'ombra di sorriso rilassato. E respirava regolarmente.
William le aveva detto di predersi un paio di settimane per aggiustare le cose.
E a Ronald aveva dato un mese di aspettativa.

"Già"

Scese con lo sguardo sul suo ventre ancora piatto: ancora qualche mese e si sarebbe intravisto qualcosa, quel qualcosa che non aveva il cuore di dire a Ronald. Non ancora almeno. Deglutì mentre una delle ennesime fastidiose nausee mattutine minacciava di farla correre sulla tazza del bagno. Respirò piano: magari era solo lo stress per quella la situazione. Prese ad armeggiare con la macchinetta del caffè, sforzandosi di non pensarci.
Come avrebbe reagito?
Al momento erano due estranei che condividevano lo stesso tetto.
La cosa le fece male, e le lacrime premettero per uscire.
Maledì quella stupida emotività da gravidanza: Ronnie, il suo amore, non si ricordava di lei.
Come avrebbe potuto accettare di buon grado la sua gravidanza?
Scosse il capo. Disperarsi non serviva, meglio pensare a un modo per velocizzare il processo.
Magari andare da Ciel avrebbe aiutato Ron: dopo tutto il conte era parte delle sue memorie, e tentare non avrebbe nuociuto a nessuno. E poi gli mancava quel piccolo brontolone. A quel che ne sapeva, non era ancora morto.

"Strano, avrebbe già dovuto vendicarsi, a quest’ora…
Eppure, che io sappia, non è scritto sugli elenchi dei trapassati"

Accese il fornelletto e si accigliò.

"Will non mi ha permesso di accedere ai suoi rapporti. Magari mi nasconde qualcosa… il vizio di omettere dettagli è duro a morire"

Sbuffò sonoramente.
William rimaneva un enigma a volte. Cosa gli frullasse nella testa era un mistero.
“’Giorno…”
Si voltò sorridendo “Ci siamo svegliati, eh?”
Ronald aveva i capelli arruffati più del solito e la cosa le fece pensare a un leoncino, lasciandosi sfuggire una piccola risata di fronte a quella vista inattesa.
“Che c’è?” chiese il biondo, perplesso, stropicciandosi un occhio, lievemente imbronciato.
“Pensavo che magari ti andasse ti fare un giro da un amico…”
“Amico?”  fece perplesso il ragazzo, appoggiandosi al frigorifero “Uno di quelli che dovrei conoscere?”
“Sì” la rossa tolse il caffè dal fuoco e lo mise in una tazza “Stamattina vado a trovarlo, per spiegargli la situazione… poi oggi pomeriggio facciamo una scappata, ti va?”
“E sto a casa da solo?”
Rouge avrebbe voluto abbracciarlo: era davvero così fragile, il nuovo Ronald?
“Faccio presto” sussurrò, baciandogli i capelli, mentre si avviava verso il salotto.
A quel tocco delicato Ronald sussultò.
“O-ok” borbottò, facendosi rosso e nascondendo il viso nella tazza.
Rouge rise, salendo in camera.
Il nuovo Ronal aveva bisogno di lei, e lei non poteva permettersi di essere fragile: doveva essere forte per entrambi.

§§§

Rouge si accostò al cancello e con un agile salto atterrò dall’altra parte: avrebbe benissimo potuto suonare, ma si sentì in diritto di evitare le normali procedure.
La villa era come l’aveva vista l’ultima volta.
Sorrise appena. Ne avevano davvero passate tante, loro due insieme.
Lei e il nanerottolo asociale.
Si avviò verso l’ingresso, e si sorprese non poco di trovarsi un coltello puntato alla gola. Si irrigidì.
“Papà, che ti prende? Sei diventato paranoico!?” il demone incurvò appena le labbra in un sorriso forzato. Rouge fissò la lama inquieta: d’accordo la sicurezza, ma addirittura assalire il primo passante…
“Scusami, ho sentito odore di demone… ultimamente ho dovuto aumentare le difese alla magione a causa di una serie di… problemi tecnici”
La rossa sbuffò “Oh, beh, io devo vedere Ciel. Ho un problema… con Ronnie…”
Il sorriso forzato che ottenne come risposta la mise in allarme, ma decise ugualmente di non indagare.
Sebastian sollevò un sopracciglio, scettico “Il conte non è il miglior esperto in fatto di sentimenti”
Rouge prese a salire le scale “Non è quello… andrebbe tutto alla grande se… se Ronald non avesse avuto un’amnesia…” Sebastian la seguì, mentre sul suo volto si dipingeva un’espressione scura.
“Cosa?!” “Un cornicione in testa e mesi di amore nel cestino. Che ironia… ma non mi arrendo” lo sguardo le si fece più deciso “Ho bisogno di ripercorrere i sentieri della sua memoria. E Ciel ne fa parte. E’ impegnato?”
“Non puoi vederlo”
Rouge si fermò nel mezzo del salone d’ingresso.
“Che!?”
“Il Bocchan non ti riconoscerebbe neppure se volesse…” le sfiorò il viso “Anche a lui mancano frammenti di memoria”
La shinigami tremò “Cosa!?” “Mi dispiace… ha perso ogni ricordo, dal compimento della sua vendette a tutto ciò che ne deriva. Dubito che ti riconoscerebbe: non sa chi sia Grell, quindi…”
La rossa arretrò di un passo.
“Ciel… non si ricorda di… me!?”
“Mi dispiace tesoro…”
“No!” la rossa pestò con violenza il piede a terra “Mi rifiuto di crederci! L’ho riportato in vita! Noi siamo legati!” gli occhi le si riempirono di lacrime “Lui deve ricordarsi di me…” sussurrò flebile.
Sebastian le serrò le spalle “Risolveremo tutto tesoro, posso parlare con Ronald se vuoi…”
“Sono incinta” buttò lì la ragazza.
Il demone si irrigidì “Rog…”
“Sono incinta cazzo, e nessuno si ricorda di me!” prese a piangere in modo incontrollato, ancorata al petto del padre. Sebastian le accarezzò i capelli piano, incapace di reagire.
“Lui lo sa?”
“Non ancora… non ho avuto il coraggio…” “E gli altri?” “Solo Grell. Mi fidavo solo di lui…”
Il corvo rise piano “Quando imparerai a vivere senza complicazioni?” la rossa sospirò.
“Fammi parlare con Ciel…” il moro scosse il capo “Te l’ho detto lui…”la ragazza ringhiò appena.
“D'accordo, ma solo qualche minuto… non vorrei che lo scioccassi”
Era serio, ma sorrideva.
“Solo una cosa” fece lei, prima di avviarsi verso lo studio del ragazzino che ormai conosceva a menadito.
“Dimmi chi è stato: so che non può esserci di mezzo una banale caduta.Tu sei troppo efficiente per permettere che sul tuo Bocchan possa cadere un pezzo di intonaco. Ronald è stato ferito da un demone. E Ciel?”
Sebastian serrò le mani a pugno: una spiacevole ondata di bile gli invase la bocca.
“Non posso dirtelo Rouge…”
“Papà” il tono di voce non ammetteva repliche, lo sguardo rosso di lei fiammeggiò.
“Te lo dico dopo” e il maggiordomo si congedò.

§§§

Rouge fece capolino dalla porta.
Ciel era chino su un paio di fogli pieni di dati e indirizzi.
“Ciel?”
Il tredicenne alzò lo sguardo, apparentemente più preoccupato che indispettito.
“E tu chi diavolo sei?”
“Sì, per metà sono un diavolo, quindi il quesito è pertinente… Sono Rouge”
Ciel aggrottò le sopracciglia “Mai sentita. Come hai fatto ad entrare? Dov’è Sebastian quando mi serve!?”
“Mi ha fatto entrare lui. Tu mi conosci… anche se adesso staresti per chiamare la sicurezza…”
“Che vai blaterando? Io non ti conosco!”
Ricordò le parole del padre prima di andarsene: "Non traumatizzarlo. E non accennare alla vendetta"
Sbuffò appena, sotto lo sguardo feroce del nanetto.
“Facciamo una cosa, che ne dici se ricominciamo tutto da capo?”
“Dall’inizio, vorrai dire: io non so chi tu sia”
Rouge serrò le spalle, trattenendosi dall’impulso di picchiarlo.
“Ok, piacere. Rouge Michaelis”
“Come prego?”

"Punto uno: non traumatizzarlo"

“Sono la figlia di Sebastian”

"Cosa avevamo detto, Rog?!"

“Che!? Quando!?” Ciel si esibì in una meravigliosa gamma di espressioni scandalizzate. La rossa sorrise “E’ tutto ok, non ti chiamerò fratellino!” “Non pensarci nemmeno, pazza!”

"Oh, beh… almeno il suo disappunto nei miei confronti è rimasto tale e quale!"

“Senti, potremmo vederci un paio di volte… per capirci meglio…”
“Nemmeno per sogno, esaurita rossa! Fuori da casa mia!”
Rouge evitò un fermacarte decisamente pesante e letale, e uscì dalla porta.
“Dobbiamo solo lavorarci un po'…” fece, di fronte allo sguardo serio del padre.

§§§

“No, aspetta. Ripetimelo con calma. Anzi, no! Sintetizza!”
Era veramente figlia di sua madre…
Sebastian sbuffò scocciato “Per la terza volta Rouge: un demone mi aveva sottratto l’anima del Bocchan”
“Cavolo, e ora?” gli occhi della shinigami era due piattini lucenti.
“Troverò un modo per portare a termine, di nuovo, la vendetta del conte”
Rouge fissò lo sguardo al suolo. Certo, ricominciare tutto da capo, inventarsi un nuovo colpevole…
Che bello…
“Chi è stato?”
“Lo chiamano Claude Faustus”
“Mai sentito”
Sebastian la accompagnò alla porta “Mi dispiace di non poterti aiutare… se vuoi…” “Mi arrangerò con Ron, tu hai già da pensare a Ciel. Ci riproverà?”
“Certamente”sibilò il moro. “Allora stai all’erta, e se hai bisogno vengo qui e… zac! All’altro mondo!” fece la ragazza con un sorriso a trentadue denti.
“E l’aggressore di Knox?”
“Non lo so. Will non vuole dirmelo, dovrò scoprirlo da sola”
“Se vengo a conoscenza di qualche dettaglio, ti farò sapere”
La ragazza sorrise, cercando di sembrare sollevata. Poi corse per darsi lo slancio e scavalcò il cancello.
Osservò per un attimo il sorriso forzato del padre, prima di sparire dall’altro lato del portale.

§§§

"Dovrò fare a meno di lui.
Lui che non si ricorda di me"

Le venne uno strano groppo in gola. E tutto per quel brontolone, sociopatico e complessato di un conte.
Respirò piano, prima di entrare nell’ufficio di William. Prese coraggio e spalancò la porta.
William aveva lo sguardo fisso su un resoconto mensile e sollevò appena il capo, indispettito.
“Dovresti essere a casa”
“Dimmi chi ha aggredito Ronald”
Sguardo quasi feroce. Iridi fiammeggianti. Tono di voce duro.
Per un attimo William si chiese se a parlare era stata sua nipote o il dio demone che riposava dentro di lei.
Lo shinigami sospirò “Rog, ti prego…” “Ti prego tu!” ruggì lei, avvicinandosi pericolosamente alla scrivania.
“Rouge, non ti servirà a nulla ucciderlo” “Mi farebbe un gran bene, fidati”
I due si squadrarono in silenzio. William si aggiustò gli occhiali, poi fece “Rouge, promettimi che non andrai a cercarlo, promettimi che ti concentrerai su Ronald e sulle sue necessità”
La rossa serrò le labbra “Zio, per favore… dimmelo…”
L’uomo torturò con la punta delle dita la superficie della scrivania.
“Faustus… Claude…”
Per un istante il tempo si congelò.
Poi William sollevò lo sguardo.
Rouge aveva gli occhi velati di una furia cieca.
E per un attimo lo shinigami ebbe paura.

§§§

“Rog! Rouge!”
La rossa sbattè la porta e marciò decisa verso l’uscita.
“Rouge! Dove vai!?” il moro le corse dietro, cercando di tenere il suo passo.
“Da Ronald”
Ma lo sguardo di lei tradiva il fiume di emozioni che la agitava.
“Tesoro…” la rossa tremò appena al contatto dell’uomo.
“Vado da lui. Ho bisogno di lui…” si obbligò a non piangere, non ancora.
E quando William se la strinse al petto, non seppe far altro che rimanere lì, ancorata a lui.
Le certezze del suo mondo stavano crollando l'una dopo l'altra.
E senza un perché.

§§§

“Se hai bisogno chiamami!”
“Sì, Grell…”
“Non sto scherzando! Rimani a casa a con Ronnie caro e per qualsiasi cosa chiama me, Wiru, o gli altri due stacanovisti!”
“Sì zia! Ho capito!”
Rouge si zittì di colpo, con la mano sul pomello della porta.
Quanti secoli erano che non chiamava più il rosso zia!?
Grell sorrideva commosso, con due pericolose lacrime agli angoli degli occhi.
“Non azzardarti a piangere! Il bambino mi rende diabolicamente sensibile!”
Il rosso le accarezzò i capelli “Il mio piccolo tesorino… vai da Ronnie tuo, va!”
La rossa sorrise.
Prima si sparire gli diede un bacio leggero sulla guancia.



NOTE DELL'AUTRICE:

Ringrazio chi non si è fermato al primo capitolo: siete dei temerari! XD

Ecco che si entra nel vivo dei fatti: un compagno ed un conte smemorati, una gravidanza inattesa, e l’entrata in scena di un altro demone.

Chi ha visto l’anime -seconda serie- sa quanto possa essere odioso.

La verità sull’incidente di Ronald salta fuori, e Rouge vorrebbe farsi giustizia.

Ma la pazienza è la virtù dei forti: o almeno, così si dice...

Saluti dalla Rouge***


  
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