Il cielo, all'orizzonte, si andava lentamente tingendo d'oro, mentre nuvole rossastre solcavano l'aria limpida dell'alba; il silenzio era pressocchè assoluto, inframezzato solo dalle stridule grida di uno stormo di uccelli in volo.
Ma il bambino aveva ben altri pensieri per la testa mentre, con gli occhi gonfi ed arrossati dal pianto, si dirigeva verso la porta principale del villaggio, uno zaino sulla spalle ed il coprifronte della Foglia annodato in fronte.
Sasuke aveva passato l'intera notte a piangere, sdraiato sul pavimento della stanza adiacente a quella in cui i suoi genitori avevano perso la vita ad opera di Itachi, suo fratello maggiore.. per testare le sue capacità, il ragazzo aveva massacrato tutti i membri del suo clan mentre il fratellino si allenava nel bosco, ignaro di ciò che stava accadendo.
Alle prime luci dell'alba, ormai distrutto per la notte insonne ed il lungo pianto, Sasuke aveva deciso di fare qualcosa: non poteva semplicemente avvertire il primo ninja di passaggio e lavarsi le mani dell'accaduto: erano i suoi genitori ad essere stati uccisi e avrebbe fatto di tutto per vendicarli.
Aveva concluso che quell'energia che provava dentro, quella forza che l'aveva spinto a tirarsi in piedi, a preparare lo zaino ed a partire, era rabbia.. voglia di vendicare il suo clan, ma soprattutto sua madre e suo padre.
Il bambino si fermò davanti alle imponenti porte del villaggio: le due sentinelle non sembrarono essersi accorte della sua presenza, così, con uno scatto fulmineo, Sasuke si inoltrò nel bosco, mentre le grida dei due ninja lo inseguivano, ricordandogli che non avrebbe mai potuto smettere di nascondersi e fuggire.. ma la vendetta era più importante persino della sua vita.

Il ninja, il volto coperto da un cappuccio scuro, superò l'ultimo tratto di foresta con un agile salto: davanti ai suoi occhi si aprì un immenso oceano di sabbia, che sembrava inghiottire il paesaggio fino all'orizzonte, soffocandolo in una morsa d'afa e silenzio.
Itachi si calò il cappuccio, rivelando il volto immobile, segnato da due profonde occhiaie: i profondi occhi scuri, semicoperti dalle palpebre per ripararsi dal sole, guizzavano tesi, come consapevoli dell'enormità di ciò che aveva commesso la mano che ora stringeva un kunai.
-Ormai è impossibile tirarsi indietro..- pensò il ragazzo, stringendo la coda in cui teneva stretti i capelli e togliendosi di dosso il pesante mantello che aveva portato fino a quel momento.
Le ultime parole di suo padre gli distruggevano la mente, inibendo ogni sorta di pensiero o di ragionamento: non riusciva a fare nient'altro che scappare avanti, tentando di sfuggire al destino a cui sarebbe andato in contro in caso fosse stato trovato da una squadra del Villaggio della Foglia.
-Sei un traditore, Itachi, ma non credere che la tua punizione tarderà ad arrivare. Non so nulla del luogo che stai cercando, ma il fatto che tu voglia uccidermi per saperlo mi lusinga. Almeno so che mi giudichi molto più importante e saggio di quanto io non sia.-
Il sole era già alto sull'orizzonte e, nonostante l'inverno fosse alle porte, la temperatura non era di molto inferiore ai 40°: ma non era certo un ostacolo per lui.
Un soffio di vento scosse l'immensità del deserto, alzando una nube di sabbia che per un attimo oscurò il sole, mentre Itachi si incamminava verso la risposta alla domanda per cui aveva massacrato gli Uchiha.

Il disco del sole era immenso sull'orizzonte, un attimo prima di scomparire: l'ultimo spicchio colorò di rosso sangue la foresta, mentre il bambino si arrampicava su un albero per osservare la zona dall'alto.
Niente.
Era passata un'intera giornata e, con essa, buona parte delle probabilità di ritrovare Itachi: probabilemente, suo fratello si era dato da fare per allontanarsi il più in fretta possibile dal territorio di influenza del Villaggio della Foglia e, con una notte di vantaggio, era quasi del tutto impossibile raggiungerlo.
Ed anche se lo raggiungessi non cambierebbe nulla.. non sono assolutamente in grado di fronteggiare un nemico come lui.
Ma c'era tempo, altro tempo, per pensieri del genere: ora l'importante era non cedere allo sconforto e capire perchè.
Perchè Itachi aveva commesso quell'atroce massacro.. era in cerca di qualcosa, ma cosa? Aveva detto di aver compiuto quel gesto unicamente per mettersi alla prova, ma Sasuke non ne era convinto. Doveva capire, e per fare ciò aveva bisogno di trovare suo fratello.
Il bambino, con un balzo, atterrò ai piedi dell'albero e decise di andare avanti, almeno per un pò: non poteva permettersi troppo riposo se voleva recuperare quel netto svantaggio.
Così, mentre la luna sorgeva in un cielo senza stelle, Sasuke Uchiha prese a seguire le traccie di suo fratello, verso un mistero in grado, forse, di fargli comprendere finalmente l'enormità del gesto di Itachi.

La notte, la temperatura nel deserto si riduceva drasticamente: l'unico elemento di un calore confortante era il fuoco, che illuminava di bagliori rossastri le pareti della caverna.
Itachi Uchiha era seduto a terra, le gambe incrociate, la schiena scossa da brividi profondi, le mani, in cerca di calore, che si avvicinavano troppo azzardatamente alla fiamma danzante.
Dopo una giornata di sfibrante cammino alla mercé dei capricci del deserto, il ragazzo si era rifugiato in una caverna semisepolta dalla sabbia, con l'intenzione di riposare almeno un pò.
Ma i ricordi non gli davano pace: come chiudeva gli occhi, tutto si impossessava nuovamente della sua mente...
Buio.. solo un rumore continuo, persistente.. un gocciolio.. una goccia.. ed un'altra.. ancora buio e silenzio, a parte quel suono.. Itachi avanza, tendendo le mani verso il nulla, cercando un confine, una forma, che gli possa confermare di non stare sognando.. che gli possa confermare che tutto quello che ha appena fatto non è stato un brutto incubo.. altre goccie.. una dopo l'altra, scandiscono il tempo che gli resta...
-Hai fatto una promessa, Itachi.-
La voce è poco più di un sibilo roco, carica di disprezzo e odio.
-E la manterrò.-
E' sicuro, Itachi: altre goccie rompono il nuovo silenzio, mentre l'interlocutore del ragazzo si allontana nel buio, lasciandolo lì, con il suo rimorso, i suoi dubbi.. e con quel gocciolare che rompe il silenzio.. le goccie di sangue che continuano la loro corsa verso lo scadere del tempo.
E poi, quando sembrava che fosse tutto finito, la vita era tornata ad esigere il suo prezzo attarverso Shisui, che lo aveva ingannato ed aveva sancito quel patto con la forza del suo tradimento.. ed altro sangue aveva preso a gocciolare dall'altare del suo sacrificio, mentre altro tempo volava via.. avvicinando forse l'ora dell'irreparabile.
Doveva salvarsi la vita, non importava quello che sarebbe venuto a costare quell'estremo gesto: quella notte, la notte del SUO tradimento, aveva usato un kunai per incidere un taglio profondo sul simbolo della Foglia impresso sul suo coprifronte.. aveva decretato il suo abbandono, il suo inganno.. il suo gesto, per una volta, aveva detto più delle parole.
Il clan l'aveva attaccatto.. avevano forse capito le sue intenzione? Fatto sta che suo padre aveva preferito la morte a confessare ciò che sapeva su quel luogo.. e lui l'aveva infine accontentato.
Ma ora, quanto tempo aveva davanti? Quanto gli restava per sapere?
Le goccie di sangue delle sue vittime scandivano quel macabro conto alla rovescia, attendendo il loro riscatto...

So ke questo capitolo è 1pò corto, ma ho diviso la storia in sequenze e nn tutte hanno la stessa lunghezza.. sxo ke vi piaccia come il primo!! 1bacione, thanks!!