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Autore: Dreamle    23/11/2013    7 recensioni
- Buongiorno Louis!! AUGURII! – gli saltai addosso e lo baciai su tutta la faccia mentre lui si dimenava.
- Smettila Harry! – stava ridendo come un matto, questa cosa mi piaceva a me da matti! Lo lasciai respirare e poi lo abbracciai. – auguri – ridissi porgendogli il mio pacchetto.
Era piccolo, lo aprì con cautela e ne tirò fuori la piccola collana con inciso sopra i nostri nomi.
Sorrise e una piccola lacrima gli rigò il volto. – Grazie – sussurrò. – La terrò per sempre – continuò poi.
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“Louis Tomlinson. 24 dicembre 1991 – 24 dicembre 2013.”
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Novembre

- Louis, aspettami! – gridai mentre correvo sotto la pioggia. Si voltò verso di me, mi sorrise e cominciò a correre.
- Sei un bastardo! – gridai ancora, Louis si fermò di colpo, gli finii contro. Si voltò e – Cosa hai detto?- chiese con fare saccente, mentre con l’ombrello mi bagnava i ricci.
- Che sei un bastardo! Visto? Siccome non erano già bagnati per conto loro, li hai bagnati tu con l’ombrello! – dissi mentre mi passavo una mano tra i capelli.
- Pf – fece una faccia strana e mi fece spazio sotto l’ombrello. – Grazie eh. – lo guardai e lui sorrise – prego -
Louis Tomlinson, il mio migliore amico.
A volte mi chiedo se la gente come me pensa un po’ al passato.
Insomma, intendo come me nel senso, solare, spensierata e felice. La persone davvero felici ci pensano mai al passato?
Posai la mia mano su quella del ragazzo al mio fianco, lui abbassò il capo e si girò dall’altra. Questa volta a sorridere fui io.
Ecco, la seconda cosa che mi chiedo è “Cosa pensa realmente Louis Tomlinson della vita?” è una cosa curiosa. Lo vedi un mese e ha sempre il sorriso sulle labbra, invece altri giorni sta zitto e per i fatti suoi. Non mi ha mai raccontato nulla, mi ha solo detto che lo facevo sentire bene.
Anche lui mi faceva sentire bene.
- Dai chiudi l’ombrello e corriamo fino al cancello! – dissi, lui annuì e lo fece. Lo presi per mano e lo trascinai correndo fino al portone scolastico. Una volta entrati scoppiammo a ridere, e non c’era di più bello che sentire la sua risata.
Ecco, un’ ennesima cosa che mi chiedo è “perché ridiamo?” si insomma, sarà una domanda stupida, ma qualcuno riesce realmente a dare una risposta?  Io credo di no, ci sono vari motivi per la quale un essere umano ride, no?
- Dai alzati da terra! Se ti vede la preside ti tira su di quelle parole! – mi porse una mano per aiutarmi ad alzare il mio culo da terra, e l’accettai.
- Louis, lo sai che tra esattamente un mese è il tuo compleanno?!- gli gridai aprendo l’armadietto. Lui voltò lo sguardo altrove e disse un flebile “si”.
A volte mi viene il dubbio che io non sia normale, forse malato, insomma, mi vedo chiuso in una bolla. Non parlo molto, sono quasi peggio di Louis. Lui non parla mai con nessuno.
Io almeno in classe un po’ parlo.
Louis non sta bene, lo si vede ad occhio, ma non mi ha mai parlato dei suoi problemi, ma mi ricordo che quando io andavo in terza media, e lui in secondo superiore, ha sofferto di bulimia perdendo l’anno. Sono stato malissimo per lui. Era uno strano dolore, era forte, proprio al centro del petto, eppure dicono che quando uno sta male o è triste, piange. E allora perché sia io, che lui non abbiamo pianto?
Vedete, il mondo è complicato, mentono tutti anche sulle cose più ovvie, cioè io non ho mai capito perché nessuno fa delle riflessioni come le mie, forse penso troppo, forse ho bisogno di un dottore.

- Louis, Louis, Louis, mi dai un’altra caramella? – chiesi mentre facevo rimbalzare le ginocchia su e giù, facendo muovere anche il banco.
- No, poi ingrassi. – disse cercando di non farsi notare dalla prof. – Louis, Louis, Louis.. Ma mi vuoi bene? – chiesi ancora, lui si voltò verso di me, mi piazzò due caramelle in mano e – Sto cercando di seguire la lezione, e si, ti voglio bene – sorrisi e strofinai la mia guancia sulla sua felpa. Sorrise anche lui e iniziai a seguire anch’io la lezione.
Come mi sono ritrovato in classe con il mio migliore amico? Questa è un’altra strana domanda, la risposta sarebbe che ha perso una seconda volta l’anno, non andava bene a scuola, ma ci sarà un motivo se non andava bene no? La gente si sofferma a dire “impegnati di più” “ignorante!” “Studia somaro!” ma c’è qualcuno che guarda dietro a tutto ciò? Io non ci sono riuscito, Louis è come un vetro a specchio. Lui vede tutto, ma io non vedo niente, e quando gli chiedi qualcosa si ferma a dire “nulla, non c’è nulla che non vada” mente sempre.
Cosa c’è che non va in noi esseri umani? Perché siamo così complicati?
A volte la nostra mente è troppo confusa che si ammala di se stessa.
Eppure continuiamo a vivere, oppure smettiamo? Insomma, non è facile riconoscere una persona viva da una morta, ad esempio, di me potresti dire che sono vivo. Oh certo, mangio, bevo, parlo, ma io direi più di essere morto, proprio come Louis.
Non mi sento vivo.

- Harry, Harry! Svegliati! Guarda che è finita psicologia! – mi sussurrò Louis all’orecchio. I brividi, ero sveglio, sveglissimo, e avevo appreso tutto della lezione, non mi addormento mai durante psicologia. Eppure Louis lo sapeva.
Ecco, nel momento in cui Louis mi tocca, mi sfiora, mi abbraccia, mi parla, io mi sento vivo.
Ma vivo vivo, nel senso che se ho Louis io sono vivo. Ma invece Louis è il contrario, a volte credo che se io non ci fossi, magari lui ora sarebbe felice. Eppure, sapevo che per lui ero fondamentale.
Ecco il nostro era un rapporto strano.  Ma io lo amavo, e magari lo amavo amavo, o magari gli volevo solo un bene fraterno. Ma non potevo sconvolgergli la vita, insomma, magari un giorno saremmo stati vivi tutti e due, e allora gli avrei preso il volto fra le mani e lo avrei baciato. Perché no? Insomma, volevo poter essere tranquillo e fare pace con me stesso, ma non lo ero, e allora avevo bisogno d’altro per togliermi dalla mia confusione.
Confusione. Che brutta parola.
Che la camera è in confusione vuol dire che tra poco arriva mamma e ti sgrida, se i quaderni sono scritti con confusione vuol dire che hai un 3 assicurato, se parli in modo confuso vuol dire che sei una persona insicura, ma se sei confuso, cosa vuol dire?
- Lou, mi abbracci? – gli chiesi sollevando la testa, lui mi passò un braccio sulla schiena e poi si avvicinò schioccandomi un bacio sulla guancia e stringendomi l’altro braccio per avvicinarmi a lui.
Le mie labbra scoprirono un sorriso a trentadue denti, amavo quando mi dava i bacini.
- Allora? Che fai al tuo compleanno? – chiesi stiracchiandomi e accoccolandomi a lui. Mi accarezzò i capelli e – beh, lo passeremo insieme, tutto il giorno! Fino a mezzanotte! – Approvai annuendo e striando le labbra poco, mi stavo godendo il suo tocco.
- Ouch! Arriva la prof – mi fece rimettere la testa sul libro e l’ora successiva mi addormentai davvero.
Sognai anche! C’eravamo io e Louis, Louis era bellissimo abitavamo assieme, aveva un bieberon, poi c’ero io, con una bambina bellissima in mano. “Papà” Io e Louis eravamo due papà. E chi lo sa che un giorno non lo saremo davvero.

Dicembre.

- Louis, fa freddo – dissi tremando mentre cercavo di riscaldarmi le labbra viola. Si tolse la sciarpa e me la mise intorno al collo. – Sta zitto e guarda – disse indicando il cielo. Era pieno di stelle, la luna illuminava tantissimo. – Perché guardiamo le stelle? – chiesi dall’ammasso di lana che avevo al collo. – Perché mi va – ecco, Louis era un po’ così, non diceva mai le cose chiaramente, ma se mi aveva ceduto la sua sciarpa, pur di non farmi andare via, vuol dire che ci tiene a quello che stiamo facendo, in Louis non devi cogliere le parole, in Louis devi cogliere i gesti.
E non lo fa mai nessuno. Mi accolse sotto al suo braccio e io presi tra le mie grandi mani la sua più piccola.
Lo sentii sorridere, cioè, non lo vidi, ma sapevo che aveva sorriso, gli piace quando gli prendo la mano.
Mi addormentai li tra le sue braccia, volevo restare sveglio fino a mezza notte per fargli gli auguri, ma proprio non ci riuscii, l’odore della giacca di Louis mi inebriava le narici questo favoriva al mio abbandono nel mondo dei sogni.
Quando mi risvegliai ero abbracciato a Louis, nel suo letto, e questa volta non c’era l’odore della sua giacca, ma l’odore della sua pelle.
Strofinai il mio naso contro il suo collo e lui si svegliò con un piccolo mugugno e mezzo sorriso perché gli avevo fatto il solletico.
- Buongiorno Louis!! AUGURII! – gli saltai addosso e lo baciai su tutta la faccia mentre lui si dimenava.
- Smettila Harry! – stava ridendo come un matto, questa cosa mi piaceva a me da matti! Lo lasciai respirare e poi lo abbracciai. – auguri – ridissi porgendogli il mio pacchetto.
Era piccolo, lo aprì con cautela e ne tirò fuori la piccola collana con inciso sopra i nostri nomi.
Sorrise e una piccola lacrima gli rigò il volto. – Grazie – sussurrò. – La terrò per sempre – continuò poi.
Sorrisi anche io e lo abbracciai forte.
Passammo tutto il giorno assieme, giocammo a palle di neve, rotolammo nel fango, e in più ci siamo fatti un giro anche sulla ruota panoramica.
Perché quando sei con qualcuno riesci a fare tutte quelle cose pazze che da solo non faresti mai? Cos’è davvero l’avere qualcuno vicino? Cosa ci condiziona dal fare e non fare, cosa ci condiziona dall’ amare e l’odiare?

- Louis, so che i tuoi ci tengono al Natale, ma avevi detto che saremmo stati assieme fino a mezza notte, quindi vieni a casa mia, tanto i miei non ci sono! – lui annuì velocemente e così lo trascinai all’ interno della mia piccola casa.
La prima cosa che facemmo fu quella di mangiare.
In compagna si mangia meglio, io quando sono da solo, non mangio mai. Mi sento male se lo faccio. Invece se sono con Louis è diverso, riuscirei ad ingurgitare anche mille palline di gelato.
E’ tutto così diverso quando sono in compagna, o è tutto così diverso quando sono con Louis?
Cosa distingue me e Louis, cosa ci unisce, cosa siamo?
Andammo in camera mia e io mi buttai sul letto, erano solo le nove di sera, e io avevo già sonno, tanto sonno.
Mi stavo per addormentare quando Louis mi si buttò letteralmente addosso.
- Non puoi addormentarti Harry – soffiò sulle mie labbra. Spalancai gli occhi sentendo il suo respiro infrangersi contro la mia bocca.
E se io, in questa notte prima di natale, lo baciassi?
Mi allungai di più verso le sue labbra, lui non sembrava impaurito, sembrava volere la stessa identica cosa.
E davvero voleva la stessa cosa? In realtà in quel momento non pensai realmente tanto, lo feci e basta, feci unire le nostre labbra in un piccolo bacio, e a lui non dispiaceva affatto, sorrise e approfondì tutto.
Insinuò la sua lingua nella mia bocca e iniziò un lungo scambio di salive, la gente vede tutto questo come uno sporco bacio, o, appunto, scambio di salive. Ma non lo è, oh no.
Tutta questa saliva simboleggia uno scambio d’anime. Sta a dire “Io ti dono la mia anima, il mio cuore, a patto che tu faccia lo stesso”. Simboleggia uno scambio di due cuori che si uniscono, uno scambio d’amore. Ma chi non ama, non sa.
Louis prese a togliermi la felpa, glielo lasciai fare, perché due corpi a contatto sono la miglior cosa che esista, bacini che cozzano uno contro l’altro, due corpi sudati che si uniscono senza pudore, senza vergogna, l’amore è fidarsi l’uno dell’ altro, e farlo, l’amore, è il miglior modo per dire “ti amo, mi fido di te”.
E così in poco tempo c’erano due corpi nudi uno sopra l’altro.
Ma avete presente quella cazzo di paura che si fa strada in noi sempre nei momenti peggiori? No? Io si, e molto bene.
In quel momento, mentre Louis cercava di farsi strada tra le mie gambe, lo fermai.
- Louis.. ho paura – sussurrai, lui sorrise e mi baciò, si sporse verso il mio orecchio e – non averne – disse.
cercai di rilassarmi, sentii qualcosa solleticarmi l’entrata, cercare di entrare dentro di me, cacciai un piccolo grido, no, non ce la facevo avevo paura.
- L-Louis, non ce la faccio, scusa – una lacrima lasciò il mio occhio e finì contro il cuscino.
Louis mi prese le spalle e le strinse con forza.
- Ti prego – disse prima di riprovare ad entrare in me.
- No fermati Lou, per favore. – iniziai a piangere silenziosamente mentre il ragazzo disteso sopra di me iniziò a farsi strada tra le mie gambe.
- Fermati.. – dissi cercando di essere convincete, cercando di fermarlo.
Piazzò con forza le mani sul materasso, vicino ai miei fianchi.
- Sta zitto Harry, per favore, sta zitto! – disse mentre una lacrima lasciò il suo occhio e finì sul mio addome. E così feci, stetti zitto.
Lasciai che il suo membro si fece largo nelle mie carni calde.
Mi lasciai riempire, e in poco la paura scomparve, e faceva maledettamente male, davvero tanto, ma allo stesso tempo mi sentivo così pieno, pieno di vita.
PIENO DI VITA.
Louis mi riempiva di vita. Louis era la mia vita.
Iniziò a masturbarmi al ritmo delle sue spinte e poco dopo venne lasciando un liquido caldo dentro di me, venni anch’io sporcando me stesso.
- Ti amo Harry. – disse prima di lasciarsi cadere sul mio corpo. – Anche io. – dissi.
E si, in quel momento quell’anch’io, era così sincero che mi convinsi finalmente. Si lo amavo. Lo amavo alla follia. E tra i miei bellissimi pensieri mi addormentai sognando di nuovo noi due. Io e lui, insieme, insieme fino alla morte.

Hai presente quel sentimento straziante che dice “e se non mi ama veramente?” Io lo ho provato quando la mattina di natale non trovai nessuno nel mio letto, trovai solo un pacchetto con una lettera.
“Leggila dopo” c’era scritto su, allora aprii direttamente il pacchetto, era una felpa con scritto i nostri nomi divisi da un cuore.
Mi misi un paio di pantaloni velocemente, infilai la lettera nella tasca della mia nuova felpa, scarpe e giacca.
Uscii velocemente di casa volevo ringraziarlo per il bellissimo regalo così iniziai a camminare velocemente con la fretta di rincontrarlo.
Volevo rivedere i suoi occhi, volevo ribaciare le sue labbra, lo volevo amare ancora una volta.
Imboccai il piccolo viale che porta a casa sua, arrivai alla fine e la piccola casa era circondata da sirene di polizia, c’erano i genitori di Louis che piangevano.
Non capivo nulla. Nulla.
Avete presente quando non capite nemmeno le cose più ovvie perché il vostro corpo inizia ad essere offuscato dal dolore? Non è per niente bello. La prima cosa che feci fu quella di correre verso il ponte sul quale io e Louis passavamo sempre.
Volevo consolarmi, volevo schiarire la mente per poter fare uno più uno e capire. Ma l’avessi mai fatto. Lì la cosa più brutta. Le sirene di un’ambulanza.
E ora si che potevo fare uno più uno. Louis non era rientrato la notte.
Mi passai una mano sulla faccia cercando di svegliarmi, cercando inutilmente di credere che fosse tutto un incubo.
In quell’istante caricarono sull’ambulanza un corpo ricoperto completamente da un telo bianco.
Era Louis.
Corsi verso i medici, le lacrime mi annebbiavano la vista. Non poteva essere finita così. Non davvero.
Qualcuno mi bloccò, allora urlai.
- Come sta? NON E’ MORTO. LUI HA DETTO CHE SAREMMO STATI INSIEME PER ANCORA TANTO TEMPO. LUI E’ VIVO VERO? – gridai fino allo sfinimento, mi inginocchiai a terra e un ragazzo giovane mi toccò la spalla.
- Non ce la ha fatta – sussurrò prima di abbracciarmi.
- Voglio vederlo, un’ultima volta. Per favore – il ragazzo mi tirò su e mi condusse sull’ambulanza.
- E’ un’eccezione sbrigati – disse trattenendo le lacrime.
Aprii cautamente il lenzuolo e la faccia pallida di Louis coprì la mia vista. Mollai di scatto il lenzuolo facendo un passetto indietro. Guardai il dottore “Zayn Malik” questo ritraeva il ricamo sulla tasca della sua divisa.
- Stava male – iniziò. – Era troppo tardi per salvarlo. Le sue braccia mostrano cicatrici vecchissime e tagli nuovissimi,  i suoi vecchi malanni, come la bulimia mostrano che questo non era il suo posto, ragazzo, ora lui è felice. Pensa positivo. – disse prima di uscire dal mezzo. – Sbrigati – disse ancora.
Con poco coraggio, veramente poco toccai la guancia fredda di Louis mi avvicinai al suo volto e gli lasciai l’ultimo bacio, l’ultimo bacio di sempre.
Corsi via da quel posto, corsi via dai ricordi, corsi via da tutto, mi intrufolai in un vecchio vicoletto buio. Mi accasciai a terra e sentii la carta scricchiolare sotto il mio movimento. Così la tirai fuori e iniziai a leggere.

“Harry,

Questa notte è stata fantastica. Voglio che non la dimentichi mai. Voglio che sai che il mio “ti amo” era vero.
Harry non piangere perché non ci sono più, non piangere e basta.
mi ricordo quando ci siamo promessi “Insieme fino alla morte” oh Harry, scusami. Lo so che non doveva finire così, penso solo che tu sei stato una delle ragioni per la quale ho evitato il suicidio in 2° superiore. Tu eri la vita in persona, mi facevi sentire vivo.
Harry non sono bravo con le parole. La catenina la terrò sempre. E sempre, significa che mi ci faccio seppellire con quella.
Trova qualcuno migliore di me, so che un giorno ci rivedremo.
Ti amo Haz.
Tuo, Louis”

La accartocciai e la misi in tasca.
Non è vero. Lui non era morto.
Con calma tornai al ponte, era ancora un po’ affollato sulla parte di destra.
Mi appoggiai e iniziai a guardare il sole che in quel momento era freddo. Anche il sole era freddo.
Una lacrima rigò nuovamente il mio volto.
E ora come avrei fatto a vivere io?
“Lui ha bisogno di me” pensai. E allora, senza pensarci due volte mi sporsi di molto, diedi una piccola spinta, ma non successe ciò che mi aspettavo.
Qualcuno mi aveva afferrato impedendomi di cadere.
Sbarrai gli occhi e mi ricomposi dietro la balaustra.
Mi girai, era il dottore che mi aveva lasciato vedere Louis.
- Che cazzo fai? Senti ragazzo, so che è difficile, è successo anche a me. MA NO. NON PUOI FARLO. Pensi davvero che sarebbe felice se ti uccidessi anche tu? Davvero lo credi? Ce la puoi fare, infondo lui ti amava perché lo facevi sentire vivo, perché eri forte come lui non lo era. – detto questo mi lasciò di nuovo da solo.
No, non ero sicuro di nulla.
Io avevo bisogno di lui, come lui aveva bisogno di me, baggianate, io non ero forte. Nemmeno la metà di quanto era forte Louis.
Mi incamminai verso casa camminando bordo fiume.
Ripresi in mano la lettera accartocciata e la strinsi.
Solo ora posso dare una risposta a tutte le domande.
Ora posso dire che in realtà io non ero una persona felice, e si, io ci penso al passato come il resto delle persone.
Ma in realtà non esistono persone realmente felici. Sono solo illusioni quelle che ci facciamo. La felicità esiste solo con qualcuno vicino. E’ inutile rispondere a tutte le domande. Tanto le risposte svaniscono come l’aria.
Louis, Louis cosa pensava della vita? Oh, ora lo so. Sono sicuro che pensava che amando sarebbe stata bella, pensava che poteva essere bella, che era solo da affrontare, che era una battaglia, che lui ha perso.
Ridendo sconfiggiamo mano a mano la vita. Ecco perché ridiamo.
Ridiamo per sconfiggere qualcosa.
Ma ridiamo spontaneamente solo se siamo felici. Ed è mentre siamo felici che battiamo la vita. Solo se siamo felici possiamo vincere.
Abbiamo passato entrambe momenti in cui i nostri corpi erano troppo scossi per dirci di piangere, abbiamo passato momenti in cui stavamo peggio di un solo pianto. E voglio solo che la gente capisca che se uno dice di stare male, e non piange, sta davvero molto male.
Non possiamo sapere cosa vuol dire esattamente “essere confusi” non c’è una risposta alla domanda “cosa vuol dire se io sono confuso”.
Avere vicino qualcuno significa che puoi vincere su tutto. Significa che l’imbarazzo lo dividi in due e quindi fai le sciocchezze più grandi, e le fai in compagna per divertiti, perché da solo non c’è gusto.
E non c’è gusto nemmeno a vivere da solo. E allora perché sono ancora qui.
Ed è sempre qualcuno che determina il nostro fare e non fare, il nostro amare e odiare.
E io non ero diverso con Louis. IO ERO ME STESSO QUANDO ERO CON LUI.
Solo ora capisco perchè voleva a tutti i costi fare l'amore con me, solo ora capisco che il suo suicido era qualcosa di programmato perchè quando parlavi del suo compleanno si rattristava, lui lo sapeva già che sarebbe morto quel giorno.

Dicembre di un anno dopo

Ora, ha distanza di un anno, mi ricordo perfettamente tutto ciò che è successo. Cosa c’è che non va in noi? Perché siamo così complicati? A questa domanda non sono riuscito a rispondere.
E ora sto camminando lungo le strade desertiche perché sono tutti dentro casa a festeggiare la viglia di natale.
Mi avvio a passo più deciso verso il cimitero.

“Louis Tomlinson. 24 dicembre 1991 – 24 dicembre 2013.”
 
Inizio a piangere.
- Louis, mi manchi. – sussurrò cadendo inginocchiato davanti alla sua lapide.
Ho solo bisogno della risposta alla domanda “noi cosa siamo?” io non lo ricordo più, rivoglio indietro tutto. Rivoglio indietro la vita.
Sto qui, un’ora a piangere.
E Louis, torna ti prego.
- Ho ancora la tua felpa, sai? – provo a parlare ma i singhiozzi interrompono tutto.
Allora decido di alzarmi e mi dirigo al nostro ponte.
Mi siedo sulla balaustra ed inizio a pensare alla lettera inviata a casa dei miei genitori e di mia sorella.

“Ciao.
So che non vi è mai importato nulla di me, per questo mi avete dato una casa ed avete iniziato a festeggiare sempre tutto da soli.
Però voglio che sappiate che io vi voglio bene lo stesso. Non fa niente se voi mi odiate.
Ho lasciato i vostri regali sotto il mio albero di natale, ci sono anche quelli dell’anno scorso e quelli dello scorso anno ancora. Se vi va di andare a prenderli… Non so se ci tenete ancora a me, ma voglio dirvi esplicitamente che quando voi starete leggendo questa lettera io sarò sul bordo del ponte.
Anzi, non la voglio nemmeno continuare la lettera, non vi interessa. Addio.
Scusate non volevo dare fastidio.
Harry”

Lacrime iniziano a rigare il mio volto.
- Sai Louis? Ho deciso che alla domanda “Cosa siamo noi?” risponderemo insieme. – e così mi lascio scivolare nel nulla durante l'ultima notte prima di natale. Durante l'ultima notte di sempre.

“La collana” sussurro.
“La felpa” sorride.
“Ti amo” dico.
“Anch’io” risponde.





“24 dicembre 1991 – 24 dicembre 2013”
“1 febbraio 1994 – 24 dicembre 2014”
E queste due lapidi erano solo l’inizio di una nuova vita.





Okay, non so precisamente da dove mi è uscita questa os. Non sono una da cose tristi.
ma spero di avervi toccato in qualche modo, non so, ma direi che come os mi piace molto. ED E' MIA. ohh *-*
No va beh, spero in qualche recensione e buon 1Day. <3
Cieo, Dreamle.


   
 
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