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Autore: CherryBlossomHime97    24/11/2013    4 recensioni
È tempo di SasuSaku! Questa storia è una raccolta di fic tutte inspirate a delicati momenti di convivenza tra l'ultimo del suo Clan e la giovane Kunoichi. Leggere, dai toni soffici e romantici in perfetto stile Uchiha per vivere insieme a loro tutto ciò che un amore così difficile può offrire.
Dal 1* Capitolo:
- Ti prego possiamo tenerlo?-
-Assolutamente no-
- Ma è così carino! Come puoi avere il coraggio di lasciarlo fuori ad una strada?-
- Mi chiedo come faccio ad avere la pazienza a non lasciare fuori te ad una strada!- Ma Sasuke si rese conto che l’ultima frase gli sarebbe costata caro quando vide gli occhi di Sakura spalancarsi offesi. Probabilmente l’avrebbe mandato a dormire sul divano per un bel po’. Vivere con quella donna era una vera fregatura, non erano sposati eppure era lui, il padrone di casa , a dover dormire sul divano quando lei aveva qualche motivo per essere arrabbiata.
** è gradita una recensione, per sapere cosa ne pensate :D
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Dopo tanto un nuovo capitolo, grazie per la pazienza.


 
Convivere per Sopravvivere Insieme.



 
La volontà del Fuoco.

-Io non verrò-
-Ed invece si-
-No.-
-Ma ci saranno tutti e…-
-Appunto no.-
-Ci andrò da sola-
-Perfetto-
-Bene-
-Bene!- urlò Sakura sbattendo la porta dietro di sé. Stupido Uchiha. Non chiedeva molto in fondo, solo di essere accompagnata ad una stupida festa dal suo stupido compagno.
Camminava allora dritta con passi svelti, battendo i piedi sul marciapiede, il vestito rosso che leggermente ondeggiava sulle sue gambe mosso dal vento. La strada era deserta, forse perché tutti gli abitanti si erano già radunati in piazza per poter festeggiare. La grande piazza di Konoha non era molto distante dal Quartier Uchiha, e quando Sakura arrivò la trovò gremita di gente, vi erano festoni e bancarelle dappertutto e tutti sembravano aspettare con ansia l’uscita del nuovo piccolo Uzumaki, nel giorno della sua nascita, avvenuta alle prime luci dell’alba. Sakura sorrise al pensiero che era stata proprio lei a dirigere le operazioni del parto quella mattina, ed era stata proprio lei la prima a scorgere quella nuova piccola testa con pochi peli biondi sul capo.

-Sakura-chaaaan!-
La donna sussultò. –Ino-pig-
-Che ci fai qui?- non riusciva a capire perché Ino mentre le parlava la guardava sconvolta.
-Come sarebbe che ci faccio qui? Sono venuta alla festa per Minato, come tutti-
-Intendo, che ci fai qui, se Sasuke sta scappando-
-Come sarebbe a dire sta scappando?- si allarmò.
-Bhe, io l’ho visto poco fa, è passato proprio davanti al negozio e correva come un forsennato verso l’uscita Nord di Konoha-
Un lampo attraversò la mente della donna. Aveva aspettato di essere solo per andar via.
-La scogliera- mormorò Sakura. Le sembrò per un attimo perdere l’orientamento, e tutte quelle luci e quei gridolini di gioia parvero darle improvvisamente fastidio. –Devo andare- e iniziò a correre.
-Sakura aspet- ma Ino si fermò vedendo che l’amica, a furia di spintoni, era già al limitare della piazza, in direzione nord. La bionda sbuffò –Lo riporterai indietro come sempre, vero Sakura-chan?-
 
I piccoli tacchi avevano ceduto, e Sakura si era ritrovata a correre a piedi scalzi, a saltare da un albero ad un altro, lasciando che i rami secchi le lacerassero il costoso vestito. Non sarebbe dovuta andare via così, non quel giorno. No nel giorno della morte Itachi, e il giorno della festa di Minato. Sperava che l’avessero superata questa cosa. Non era così.
Dopo un tempo che neppure lei riuscì a cogliere giunse a destinazione. Lo vide lì, in piedi sul margine della scogliera, un angelo della morte con lo sguardo fisso nel mare scuro.

-Sas’keee!- urlò, avvicinandosi un pochino. Una leggera pioggia iniziò a cadere in quel momento, e le gocce scivolavano sui loro volti come lacrime.
L’uomo non diede nessun segno di averla sentita e continuava a stare immobile, impassibile, a qualche metro da lei.
-Possiamo tornare a casa- trovò il coraggio di bisbigliare Sakura. –Forza, ne parliamo a casa, vieni via da lì- tremava appena.
Il suo compagno si voltò, fissando le sue iridi nere nelle sue, vinte da una angoscia così tormentosa che non poteva essere mia stata provata da un altro uomo.
-Oggi non doveva essere festeggiato quel moccioso, doveva essere ricordato lui. Ma a nessuno importa- la sua voce era gelida.
-Oggi non è il giorno della morte, ma della vita- ribatté prontamente la donna.
-. È stata indetta una festa per quel, quel…- gli sembrarono morire le parole in gola.
-. È il figlio del tuo migliore amico!- urlò.
Silezio. Il vento,il cielo, il mare,la pioggia, loro, lui.
Sasuke si scosse un attimo, e si avvicinò alla sua compagna, colmando con pochi passi la distanza fra loro due. Si portò talmente vicino che poteva sfiorare con la punta del naso la fronte della donna. Le sue gambe sembrarono cedere e si lasciò sprofondare tra le braccia di Sakura, che prontamente lo sorresse. Lui lo sapeva, sapeva che lei sarebbe stata sempre lì a sorreggerlo, ad essere lo scheletro di un corpo dai muscoli ancora stanchi.
-Torniamo a casa, Sas’ke- .
 
La Luna nel cielo assumeva sembianze sempre più sbiadite e si nascondeva dietro i nuvoloni carichi di quella pioggia che insistente continuava a battere. Probabilmente poche ore e sarebbe stata l’alba, e come prevedibile quando la giovane coppia arrivò al villaggio, la grande piazza era deserta e la festa finita da un pezzo. Una volta giunti a Quartier Uchiha Sasuke fu colto da un gran brutto presentimento, e sulle sua labbra su formò un leggero sorriso. Sakura lo notò, e sospettosa fece scattare la chiave nella serratura della grande porta della villa .

-Naruto, e tu che ci fai qui?- disse non appena entrata, senza neanche assicurarsi che qualcuno ci fosse davvero. In effetti L’Hogake era comodamente seduto sul loro divano, con le scarpe zuppe di fango appoggiate sul loro tavolino su cui c’era una ciotola del loro ramen, cucinato dalla donna a pranzo. Sembrava stesse per addormentarsi, e stringeva tra le mani un piccolo fagotto bianco.
-Sasuke, Sakura-chan! Finalmente siete arrivati, vi stavo aspettando da un pezzo!- balzò in piedi non appena li vide. –Su, prego entrate, che ci fate fermi sulla soglia?!- .
I padroni di casa lo guardarono decisamente male. –Tu, tu come hai fatto ad entrare?- chiese ormai completamente rassegnata Sakura.
-La finestra del bagno- rispose ovvio, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-Mph-.
-Perché non siete venuti alla festa?-
-Avevamo delle faccende da sbrigare fuori città-. Tagliò corto lei. Si avvicinò a Naruto, e il suo sguardo severo si addolcì un pochino solo quando si avvide di quella testolina bionda nascosta nel fagotto. Naruto le lanciò un sguardo complice –Ha fatto il pazzo tutto la sera, si è addormentato poco prima del vostro arrivo-.
-Anche io impazzirei con un padre come te- finalmente Sasuke parlò- Insomma perché sei qui?-
L’Hogake assunse una espressione colpevole e arrossì –devo chiederti un favore-
-A me? Qualche missione? Sono tornato appena ieri…-
-No, no. Si tratta di qualcosa di, speciale- Naruto si avvicinò a lui, tendendogli il fagotto, che lui guardò sprezzante.
Sembrava non essere mai stato così serio in vita sua : -Ti andrebbe di essere il suo onii-chan*?-                      (*fratello maggiore).

Sasuke capì. Capì che lui non aveva dimenticato, capì che quella era la cosa giusta.
-Assolutamente no, ma lo farò-.
Sorrisero. Inesperto, l’ultimo Uchiha accolse il bambino tra le sue braccia. Minato non appena sfiorò il petto gelido dell’uomo si svegliò. I vestiti completamente bagnati di Sasuke iniziarono a inumidire anche la sua copertina, e il piccolo sembrò quasi guardarlo male con i suoi occhietti chiari. Gli occhi nerissimi per un attimo parvero non reggere il confronto con quegli occhi bianchi, così puri.

 
Sperava solo di poter essere all’altezza del compito, sperava di poter diventare quello che Itachi era stato per lui.
 
 



La vita nei fiori di ciliegio.

Sasuke era steso sul grande prato, con la schiena appoggiata al grande faggio e la donna che amava stretta fra le braccia. La sua mano era appoggiata sulla pancia di lei, che già iniziava a presentare qualche rotondità. Quando Sakura, appena un mese prima, gli aveva detto di essere incinta lui aveva creduto di poter morire dalla gioia. Ci stavano provando da poco tempo infondo, e non si aspettavano che sarebbe successo così presto. L’unica cosa negativa era che la donna, che era insopportabile, da quando avevano scoperto quella cosa lo era diventata ancor di più. Era paranoica, e secondo lei anche un granello di polvere in più sulla sua camicetta poteva far del male al bambino.

-Perché hai scelto di portarmi qui, oggi?- gli chiese la compagna risvegliandolo dai suoi pensieri.
-Non posso portarti fuori? Ti lamenti in continuazione che non usciamo mai-
-Già, ma perché proprio in questo parco abbandonato? Abbiamo dovuto far un sacco di strada a piedi, e non nella migliori condizioni! Quel sentiero era pieno di buche e sarei potuta cadere, e questo poteva far del male al bambino-
L’Uchiha sorrise. Appunto.
-Mi piace questo parco, si sta tranquilli-
Sakura sospirò lievemente prima di strofinare il suo naso contro il petto dell’uomo –Abitiamo in un quartiere deserto Sasuke, siamo sempre tranquilli-.

L’uomo quasi iniziò a ridere. Era bello stare con Sakura, era divertente, era vita. La strinse più forte a sé.
-Ti ho portata qui per darti una cosa, fu qui che mia madre me lo regalò-
Sakura si alzò in un attimo sulle braccia incuriosita, guardando il compagno che prese a frugarsi nella tasca della tuta. Ne estrasse un piccolo sacchettino.
-Tieni-
La donna se lo rigirò tra le mani. Era di velluto scuro e sembrava essere molto vecchio. Sciolse il piccolo nastro sulla sommità e ne estrasse il contenuto. Il Kunai che ne uscì era di ferro molto pesante, arrugginito in più punti e dalla lama consumata. Tuttavia sull’impugnatura rotonda era ancora possibile leggere delle parole incise nel freddo metallo. “Ti proteggerò sempre”.
Capì che non era un regalo per lei, era per lo più un passaggio di testimone: da Mikoto a Sasuke, da Sakura al suo futuro bambino. Infondo è il destino prestabilito di ogni madre quello di proteggere i propri figli.
-Sarà il primo regalo che gli farò, quando sarà pronto...e speriamo che quando lo sarà non cresca come suo padre- aggiunse poi scherzando, decisa a spazzare via quell’ombra di malinconia che era sopraggiunta negli oggi di Sasuke al pensiero di sua madre. Il ragazzo si lasciò distrarre.
-Se l’alternativa sarà crescere come te, allora è un piccolo davvero sfortunato-
Sakura rise –Speriamo che avrà i capelli tutti rosa-
Sasuke inorridì al solo pensiero. Un Uchiha, appartenente clan di ninja esperti e di vendicatori, con i capelli color confetto come un tenero orsacchiotto. –Non ti azzardare a trasmettergli questo tuo gene bizzarro-
L’espressione seria di lui faceva divertire Sakura molto più di quanto le fosse concesso – Ma dai, cosa vuoi che sia…-
-Effettivamente ho sbagliato a non tener conto di questo dettaglio- disse sempre più serio l’uomo, che ormai si stava perdendo in pensieri tutti suoi.
-Puoi sempre farglieli tingere-. Sakura cercava dal trattenersi dal ridere: Sasuke parve veramente prendere in considerazione quella sua idea –Si, mi sembra l’unica soluzione-.

-Tu sei veramente pazzo- sospirò lei, adagiandosi nuovamente sul suo petto, con il Kuna stretto nella mano destra. Sakura era sicura che il suo futuro piccolo avrebbe avuto capelli e occhi più neri dalla notte, resi così intensi da tutto l’odio dei precedenti Uchiha. Ma era decisa a dar in qualche modo il suo contributo. Avrebbe reso il piccolo immune dai sentimenti tormentosi di quel clan, non avrebbe permesso a nessuno di turbare la sua infanzia e gli avrebbe raccontato del passato buio di suo padre e del suo clan. L’avrebbe, tuttavia, reso così forte da superare tutto.
Lei l’avrebbe protetto per sempre.









Angololino Autrice.
Vi prego, vi prego non uccidetemi! Se dico di essere stata rapita dagli alieni mi credete? >-<
Il mio comportamento è imperdonabile, ma vi assicuro che non ho mia avuto la minima intenzione di abbandonare questa fic. è (ma come cacchiolina si inserisce la è maiuscola quando si scrive nell'editor? o.o) solo che mi mancava un po' d'isparazione. Questi capitoli, anche se sono solo alcuni momenti, hanno comunque un nesso logico con il precedente (Sasuke e Sakura avevano espresso il desiderio di avere un figlio in "The Legend of Light Wishes", ed adesso qui ritroviamo la bella signora Uchiha incinta. E tutte le volte che sono stati citati Itachi e Mikoto, e Sasuke ha cercato di superare le loro crisi a riguardo...bhe in questo capitolo tutte le sue paure giungono finalmente alla fine. Inoltre in linea con i capitoli precedenti vi è una one più "leggera" e una più "impegnativa". Spero che sarete magnanime e mi concederete almeno una piccola recensione ( ho cercato di intenerirvi aggiungento lo spelacchiato Minato e un futuro piccolo Uchiha, lo ammetto ^///^) T.T.
Ci sentiamo presto, prometto che aggiornerò!




Flyonclouds.





 
  
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