Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Riders98    24/11/2013    1 recensioni
Storia ambientata soprattutto fuori dalle mura, che tratterà il duro lavoro della legione Esplorativa, come si può capire dal titolo, e da tutti i problemi che devono affrontare ogni volta che escono dalle mura.
Ho intenzione di aggiungere almeno un paio di OC, quindi fatevi avanti! Se troverò qualche personaggio interessante, nonostante il numero sia stato superato, sarò ben felice di inserirlo.
Detto questo, godetevi la storia :)
Genere: Avventura, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Epilogo

Era da poco arrivato il tramonto, quando Hanji e Erwin arrivarono nel seminterrato, dove si trovavano le celle, più specificamente quella di Annie. Non appena svoltarono l’angolo e guardarono all’interno della prigione, rimasero a bocca aperta a causa dello spettacolo che avevano di fronte.

Qualche ora prima

Era appena passato mezzogiorno, quando Rivaille fu informato riguardo ogni cosa sull’attacco di quel giorno. Aveva letto il rapporto dei presenti e ascoltato qualche abitante della città e la sua rabbia crebbe nel sentire la disperazione e la paura nella voce di tutte quelle persone. Oltretutto, secondo i rapporti, anche moltissimi bambini avevano perso la vita, e Rivaille non poteva sopportarlo.
Qualche anno prima, aveva già perso la sua squadra a causa del titano femmina e quel giorno molti abitanti della città aveva subito nuovamente tutta quella violenza.
Rivaille aveva promesso a sé stesso e alla sua squadra che si sarebbe occupato lui stesso della ragazza, così ripose i fogli dentro un cassetto, indosso la divisa e la manovra tridimensionale e si diresse nella prigione della ragazza.
Si trovava in una cella molto più piccola, dove non le sarebbe stato impossibile trasformarsi, e le furono tolti tutti gli oggetti appuntiti di cui disponeva. Inoltre, le erano state legate le braccia e le gambe. Il collo era tenuto fermo da un collare, per limitarle anche la visuale, così, in breve, le era a malapena possibile muovere le dita.
Quando sentì dei passi avvicinarsi, non si scompose minimamente, capendo che era arrivato il momento di riempirla di domande, visto il suo risveglio e l’atto che aveva compiuto. Quando però vide che colui che era venuto ad interrogarla era Rivaille, il terrore la pervase, ma fece in modo di non cambiare espressione, per non soddisfare il nemico.

‘’Ricordi quando quella volta, qualche anno fa, ti dissi che ti avrei tagliato le braccia e le gambe? Tieniti pronta, perché sarà proprio quello che ti succederà se non mi dirai tutto quello che voglio sapere!’’ confessò irato, guardando la ragazza in cagnesco che non si scompose minimamente.

Fu portata dal vice in una stanza piena di utensili utili alle torture e le guardie lasciarono la ragazza e il moro da soli. Annie cominciò ad osservare la stanza in cui si trovava, notando la quantità di oggetti presenti, nonostante lo spazio fosse abbastanza ristretto. Nel frattempo Rivaille stava scegliendo con cura gli utensili che gli sarebbero serviti durante l’interrogatorio, mentre poneva delle domande ad Annie, a cui rispondeva a malapena.

‘’Annie, raccontami tutto dall’inizio, visto che non hai intenzione di rispondere alle domande.’’ Sbottò infine il ragazzo, spazientito.

‘’Reiner ti ha già detto tutto, no? A cosa serve fare un interrogatorio a partire dal principio anche a me, se avete già le informazioni che vi servono? In effetti, quando siete riusciti a scoprire che lui era un titano? Penso di aver dormito un po’ troppo, in effetti…’’ disse infine Annie.

‘’Qui le domande le faccio io.’’ Rispose freddamente. ‘’Comunque abbiamo scoperto di lui, perché è stato lui stesso a confessare di essere un titano, insieme a Berthold. Abbiamo provato a catturarli più volte, ma alla fine siamo riusciti a prendere solo Reiner, mentre Berthold scappò insieme a Ymir. Approposito, sapevi che anche lei è come voi?’’ chiese infine.

‘’No.’’ Disse semplicemente, chiedendosi come avessero fatto a prendere il titano corazzato, ma ragionando sui sentimenti del ragazzo verso Christa.

‘’Hai usato i sentimenti di Reiner per catturarlo ed avere le informazioni, vero?’’

‘’Esatto. È bastato dirgli che sarebbe stato un bel problema se non avessimo preso né lui né Berthold, per Christa. Così si arrese dopo poco, permettendo però a Berthold di scappare, insieme ad Ymir.’’

‘’Capisco…’’ disse quasi con tono felice.

‘’Tornando a noi, perché hai attaccato la città, tanto per cominciare?’’

‘’Ho sentito il Suo richiamo.’’

‘’Del titano bestia?’’

‘’Sì.’’

Il silenzio prese il sopravvento, in quel momento, giusto il tempo di far formulare un’altra domanda, più importante al ragazzo, che non ottenne risposta.

‘’Come si chiama il titano bestia e chi è in realtà?’’ niente. ‘’Cosa volete voi titani-umani dall’umanità?’’ ancora silenzio. ‘’Come siete diventati così?’’ ma Annie continuava a non rispondere.

Infine, Rivaille, spazientito, prese una delle sue spade e colpì l’arto superiore sinistro della ragazza, che trattenne a stento un urlo.

‘’Immagino che tu abbia detto già abbastanza senza soffrire nemmeno un po’. E sembra che tu voglia qualcuno che si occupi per bene di te, quindi, cominciamo a giocare!’’ disse con un ghigno sadico.

Si stava avvicinando il tramonto, nonostante l’interrogatorio fosse cominciato appena un paio d’ore dopo il pranzo, ma Annie continuava a non parlare. Rivaille aveva già pensato a tagliarle entrambe le braccia e alcune parti degli arti inferiori, ma la parte superiore del suo corpo si era quasi completamente rigenerata. Nonostante tutto, la ragazza non si era fatta scappare un solo gemito o urlo e non parlò, fin quando non vide il moro riporre le spade nell’attrezzatura.

‘’Sei soddisfatto? Li hai vendicati?’’ chiese tra gli affanni, per aver trattenuto tutte quelle urla.

‘’No. Fin quando la vostra razza non sarà stata sterminata, non potrò vendicarli.’’ Disse, prima di vedere spuntare Hanji e Erwin da dietro l’angolo.


Entrambi erano scioccati per ciò che si erano trovati davanti, così Erwin prese Rivaille con sé per chiedergli spiegazioni e varie informazioni acquisite, mentre Hanji ripuliva il tutto, aiutata dalle guardie e del soldati portavano Annie nuovamente in cella.

Lawley si era appena ripresa, ma la diagnosi non aveva avuto buoni risultati; la sua gamba le era stata amputata per permetterle di sopravvivere, di conseguenza, avrebbe dovuto abbandonare l’esercito, non appena si fosse ripresa. Questo alla ragazza non piacque affatto: voleva avere l’opportunità di vendicare suo fratello, invece stava per essere buttata fuori. Delle lacrime cominciarono a rigarle il volto, quando Elko entrò nella stanza e si fiondò ad abbracciarla.

‘’Non posso fare più nulla né per lui né per l’umanità!’’ singhiozzava la ragazza.

‘’Allora prenderò io il fardello, per te!’’ dichiarò Elko, facendo fermare il pianto della ragazza, che, successivamente, fece unire le loro labbra, poco prima che Lucinda entrasse nella stanza.

‘’Ho interrotto qualcosa..?’’ chiese la ragazza, ancora ferma sullo stipite della porta.

‘’N-no…’’ dissero in coro, a bassa voce.

‘’Ti riprenderai tra qualche settimana, ma poi ci vorrà un periodo di terapia, lungo circa un paio di mesi, di cui ci occupiamo io e Christa. Questa è la tua cartella. Firmando, ci darai il consenso per cominciare la terapia.’’ La ragazza non se lo fece ripetere e firmò senza indugiare.
Poi Lucinda e Elko uscirono dalla stanza, per far riposare un altro po’ la ragazza.

‘’Lucy-sama…’’ chiamò Elko.

‘’Dimmi.’’

‘’Ecco… Riguardo Lawley… Chi si prenderà cura di lei, quando io sarò via?’’

‘’Bhè, la riabilitazione serve a questo. Deve imparare a cavarsela da sola con l’arto che le daremo, anche se sarà difficile. I primi due mesi ce ne occuperemo noi e verificheremo la sua capacità motoria. Se non dovesse riuscire a superare la terapia, sarà difficile trovare una soluzione al problema.’’

Elko annuì preoccupato, ma Lucinda lo fece rassicurare sorridendogli e assicurandogli che sarebbe andato tutto per il meglio. Poi il ragazzo tornò nella stanza dove c’erano i suoi compagni, mentre Lucinda andava a controllare degli altri pazienti.

Rivaille era nella stanza di Erwin da più di mezz’ora e, nonostante avesse finito il suo rapporto, il Generale non voleva lasciarlo andare.

‘’Perché hai agito d’impulso, Rivaille?’’

‘’E’ la millesima volta che me lo chiedi. Non avevo scelta. E poi ti avevo già detto che, non appena si sarebbe svegliata, me en sarei occupato io.’’
Erwin sospirò e poi fece andare via il ragazzo.

Non appena il moro uscì dalla stanza, si scontrò con Marge, che stava portando con sé dei libri, riguardanti i titani, utili ad Hanji.

‘’Vuoi una mano?’’ chiese Rivaille.

‘’Ti ringrazio!’’ disse la ragazza, porgendogli alcuni libri.

Parlarono fino all’arrivo davanti la stanza di Hanji, dove il ragazzo posò i libri e andò via, lasciando Marge stranita.

Poco dopo, la ragazza bussò alla porta dello studio di Rivaille con due tazze fumanti di caffè, che posò sul tavolo, sorridendo verso Rivaille.

‘’Tu e tua sorella siete molto simili, riguardo questo punto di vista.’’ Ammise Rivaille, facendo ridere Marge.
Poi prese la tazza e propose alla ragazza di aiutarlo con le scartoffie, che accettò all’istante e si fiondò su quell’ammasso di carte che si trovava sulla scrivania di Rivaille.

Le reclute si erano radunate al centro della città, per bruciare, come di consueto, i corpi delle persone morte in quella carneficina. La maggior parte delle reclute, erano attorno a Teresa e Lawley, che stavano piangendo la morte di Lyar, vicino ad Elko, che abbracciava entrambe per rassicurarle e farle calmare.
A quel momento, si aggiunse un discorso del Generale che si affacciò a una finestra e cominciò a parlare.

‘’Siamo tutti soldati. Sappiamo benissimo quello che ci aspetta e che aspetterà ai nostri compagni. Non sappiamo quando moriremo, quanto combatteremo prima di soccombere, come moriremo. Sappiamo solo che dobbiamo vivere e combattere fino all’ultimo secondo, per cercare di salvare l’umanità. Questo è tutto quello che sappiamo ed è l’unica cosa che ci serve sapere. Pur essendo consapevoli di tutto questo, però, continuiamo a non accettare la morte dei nostri compagni, perché la verità è che non saremo mai pronti per tutto questo. Nonostante tutto, continuiamo a non arrenderci mai. Non sappiamo nulla sui titani, ma li affrontiamo lo stesso. Non conosciamo i loro obiettivi, ma facciamo di tutto per non permettergli di realizzarli. Andiamo avanti sempre e comunque a testa alta, senza farci sopraffare dalla paura. E tutto questo perché…’’ tutti quanti si voltarono verso  il Generale, dopo aver riflettuto per bene su ogni singola parola. Il discorso del loro superiore aveva centrato in pieno il cuore di tutti coloro che lo stavano ascoltando, dalle reclute ai superiori. Rivaille era ancora dentro il suo studio insieme a Marge, ma avevano finito di controllare le carte non appena avevano notato la voce di Erwin. Persino Rivaille, come la maggior parte delle persone riunite, stava per piangere, perché, grazie a quelle parole, aveva ricordato i suoi amici, la sua vecchi Squadra, quella che aveva perso qualche anno prima, a causa della sua assenza. Capì che non erano morti invano e una scarica di nuova energia lo pervase. Dopo qualche minuto di silenzio, Erwin finì il suo discorso, pronunciando l’ultima frase, che fece urlare a tutti i soldati un consenso all’unanimità.

‘’E tutto questo perché noi abbiamo le nostre Ali della Libertà sulla schiena e non rimpiangeremo mai di averle. Non smetteremo mai di esserne fieri! Questo siamo noi. Siamo i soldati della Legione Esplorativa, ora e per sempre!’’













Eccomi qui con l’ultimo capitolo! :) bhè, che dire, sono consapevole di aver scritto una mezza schifezza, ma non avevo grandi idee riguardo l’’epilogo, sinceramente. Comunque, ringrazio tutti quanti per il supporto, e spero ci risentiremo in un progetto futuro :) detto questo, alla prossima e grazie a tutti! ^^

P.S. spero vi sia piaciuto il discorso di Erwin!

 
  
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