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Autore: gloria horan    25/11/2013    18 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA. FORSE RIPRENDERÒ TRA UN PAIO DI MESI. MI SCUSO CON TUTTE VOI
‘Ciao.’ Le disse guardandola dritta negli occhi, come se si conoscessero da una vita. In effetti Lesly aveva quasi la sensazione di conoscerlo da sempre, come se tutti i suoi movimenti e gesti fossero già stati visti e amati.
‘Ciao.’
‘Sono Liam, e tu?’
‘Lesly.’
‘Ehy Lesly..posso chiederti una cosa?’ Annuì. ‘Perché ti crei una barriera intorno e non fai passare le emozioni? Perché lasci che gli eventi ti passino accanto, sfiorandoti, senza essere vissuti?’
A quelle parole, rimase spiazzata e senza fiato. Non riusciva a razionare cosa era successo: davvero Liam le aveva detto tutto quello? Davvero l’aveva inquadrata così bene seppur conoscendola da sole poche ore? Davvero aveva avuto quel coraggio di affrontarla, unito a quella dolcezza e comprensione nei suoi occhi?
Solo il mare avrebbe custodito il loro segreto...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il pomeriggio seguente, Lesly si stava dirigendo verso la spiaggia con a tracolla una grande borsa arancione piena di crema solare e asciugamani. S’era svegliata con l’improvvisa voglia sfrenata di fare un bagno rinfrescante e siccome la temperatura arrivava a 35 gradi, era proprio l’ideale. L’ultima cosa che voleva fare però, anche peggio di patire quel caldo insopportabile, era incontrare Liam il Voltagabbana. Tutti finiscono per deludermi, non faceva altro che ripetersi per la testa arrabbiata, ho forse un cartello sulla fronte con scritto “prendetemi in giro?” No, sono stufa di tutti quanti, quando finirà questo periodo schifoso? Perché sono tutti così bastardi?
Mentre stava camminando per la spiaggia, evitando gli asciugamani piazzati qua e là, sentì una voce chiamarla da dietro e quando si voltò, vide proprio lui, il Voltagabbana. Roteò gli occhi scocciata.
‘Lesly, Lesly! Mi stai evitando?’ Le chiese con il respiro affannato una volta raggiunta.
‘A te che importa?’
‘Come cosa mi importa? Mi importa perché sei mia amica. Non capisco perché ti sei arrabbiata improvvisamente con me senza motivo!’
‘Io ho un motivo!’ Gli urlò puntando il dito contro. ‘Ho capito che tipo di persona sei. Ieri mi hai invitato solo per trovare qualcosa d’ imbarazzante sulla mia vita che facesse ridere i tuoi stupidi amichetti! Eppure per un po’ ho creduto fossi buono, in realtà sei peggio di Harry!’
‘No, hai frainteso tutto! Ti ho invitato per conoscerti meglio e per aiutarti a fare nuovi amici qui al campeggio. Ti ho vista sola con il tuo libro e mi hai fatto subito tenerezza. Mi stai simpatica anche se è strano perché questa è la terza volta che ci parliamo e solo una non eri arrabbiata con me!’
‘Ho un motivo per essere arrabbiata, non mi alzo mica la mattina con questo grillo per la testa!’ Commentò Lesly con un tono di voce più dolce.
‘Credimi, anche se non lo sembravo, ero felice che fossi venuta a casa mia, non ci speravo proprio. Ed è per questo che ti invito anche alla festa di Lu sabato sera, da lui. Ci saranno tutti i ragazzi e le ragazze del campeggio, almeno conoscerai ancora più persone. Sarà bellissimo, te lo garantisco!’
‘Davvero, grazie.’ Disse con la rabbia che le volava via improvvisamente, smaterializzandosi nell’aria. ‘Ma non ci tengo. Forse però verrò…’
‘Forse, forse, forse. Sai dire solo questo!’
‘Ok ok verrò.’ Accettò lei sapendo bene che sarebbe andata a finire come la volta precedente inevitabilmente: Harry l’avrebbe detto a mamma che l’avrebbe sfinita con le sue lamentele e perciò ci sarebbe andata in ogni caso, volendolo oppure no.
‘Fantastico!’
‘Bene, ora posso cercare un posto dove appoggiarmi? Qui sotto il sole mi sto bruciando la testa.’
‘Oh sì, scusa.’ Sussurrò Liam spostandosi di lato ed osservandola allontanarsi verso la riva. Era davvero bella. Pensando a come era volubile, gli venne da sorridere: in due secondi s’era arrabbiata con lui e in due secondi l’ aveva perdonato. Le erano bastate quattro parole per cambiare completamente il suo stato d’animo.
Mentre la guardava fissare l’ombrellone a terra, i suoi amici da dietro lo chiamarono.
‘Ehi, oggi Lu deve ballare davanti a tutti!’  Ricordò Niall,  agitando in aria lo stereo che s’era portato.
‘Oh no!’ Si disperò Lu che chiaramente sperava se ne fossero dimenticati. Ma Niall ignorò la sua espressione supplicante ed accese le stereo. Louis si mise  a ballare di fronte a tutti le persone, che lo guardarono per metà inorriditi e per metà divertiti. Qualche bambino si mise a ridere e i più anziani si lamentarono che i giovani d’oggi non avevano più nessun pudore. Alla fine della sua esibizione, scapparono tutti verso il giardino. Corsero a gambe levate, leggermente imbarazzati. Arrivati sotto un albero, si fermarono a prendere fiato e ad asciugarsi il sudore dalla fronte. Ormai ogni persona li conoscevano come dei ragazzi pazzi, andavano lì ogni estate ed erano i più rumorosi. Tra di loro s’era creato uno splendido rapporto e anche Harry piano piano si stava integrando. Erano naturali, sinceri, semplici e amichevoli e forse erano proprio quelle qualità che avevano colpito Lesly.
 
 
Fu in quel momento, mentre Zayn stava bevendo dalla bottiglia di Harry, che vide quello che non avrebbe voluto mai vedere: sua madre. Era dall’altra parte del cortile, con un bastone per raccogliere i rifiuti, che poi buttava in un sacco sulla schiena. No, non quest’estate, non ora, pensò disperandosi. Sua madre, Trisha, era una patita del riciclaggio, era sempre stata attenta a separare la plastica dal vetro, ma negli ultimi anni era peggiorata. Aveva iniziato a creare tabelle per capire quanta energia consumava la sua famiglia mensilmente e quando s’era resa conto di tutti quegli sprechi, s’era data da fare per rimediare. Fin lì andava bene, ma tutto si complicava quando cercava di convincere anche altre persone a seguire il suo stile di vita e diventava ossessionata. Andava a proteste contro il disboscamento e a volte le organizzava lei, scriveva lettere al sindaco per spiegargli come rendere più verde il paese e ogni giovedì sera si riuniva con il suo gruppo per decidere la successiva mossa.  Zayn era imbarazzato da quella donna che con il megafono urlava a squarciagola mentre nessuno la degnava. Eppure lei non s’arrendeva, continuava anche se non l’ascoltavano: ci credeva veramente. Voleva davvero creare un mondo più pulito, ma non si accorgeva che cercando di fare questo, metteva in ridicolo suo figlio. Già, perché era inevitabile qualche battutina da parte dei suoi compagni di classe o qualche disegnino stupido da appiccicargli sulla schiena. Zayn faceva finta di fregarsene, dopotutto aveva i suoi amici e quello era l’importante, però dentro di sé si sentiva ribollire di rabbia e d’umiliazione. Aveva iniziato a incitare suo padre per spegnere l’entusiasmo di mamma, ma lui sosteneva che non gli desse fastidio e che se lei voleva farlo, poteva continuare.
S’era sempre limitata alla sua città però e questo lasciava a Zayn una speranza, almeno al campeggio sarebbe potuto essere libero, almeno lì. Niall, Lu e Liam non ne sapevano nulla, non gliel’aveva mai detto perché anche se erano molto amici, un po’ si vergognava. Si vergognava perché quelle stupide battutine gli rimanevano impresse nella mente e poi Trisha era pur sempre sua madre.
Corse immediatamente da lei, ignara della presenza dei ragazzi.
‘Mamma che fai?’ Le chiese con un tono di voce irritato.
‘Non vedi quante cartucce gettano per terra i turisti invece di camminare per cinquanta metri e buttarle nel cestino? Non potevo mica lasciarle qui mentre inquinano il prato in cui veniamo!’
‘Non puoi riposarti in vacanza? Laggiù ci sono anche i miei amici!’
‘Bene.’ Esclamò Trisha facendo segno ai ragazzi di venire, che però non la videro perché erano girati di spalle. ‘Possono aiutare pure loro, dai chiamali!’
‘Cosa dici? Ora me ne vado e tu non farti vedere!’
Zayn s’allontanò cercando di sorridere, per mostrare che era tutto apposto, mentre in realtà era solo nervoso. Ormai erano tanti anni che tentava di farla demordere, ma non  c’era mai riuscito.
‘Ehi.’ Disse ai ragazzi quando si trovò vicino a loro. ‘ Andiamo in spiaggia dai!’
‘Perché? Siamo appena corsi via da lì, e poi qui si sta al fresco…’ Protestò Lu.
‘Dai, io ho voglia di farmi un bagno!’ Continuò Zayn, che tentava a tutti i costi di allontanarli da quel cortile.
‘Ok, ok.’ Si arrese Louis, così che s’incamminarono verso il mare. Mentre stavano attenti a non bruciarsi i piedi, Zayn tirò un sospiro di sollievo: per quella volta l’aveva scampata, ma doveva assolutamente fermare sua madre, il campeggio era l’unico posto che gli era rimasto.
 
 
Quella sera, i ragazzi si incontrarono come al solito sulla spiaggia e si misero in cerchio. Avevano scavalcato con abilità il cancelletto che avrebbe dovuto fermarli e quatti quatti s’erano introfulati. In realtà il guardiano che passava ogni sera a chiudere gli ombrelloni era consapevole della loro presenza, ma faceva finta di niente e passava oltre come se non li avesse visti. Li conosceva ormai da anni e sapeva che non avrebbero rovinato niente perché andavano lì solo per cantare un po’. I ricordi di quando da giovane faceva la stessa cosa, gli impedivano di cacciarli.
Così Louis, Zayn, Liam, Niall, Harry e Lesly, si ritrovavano tutte le sere in spiaggia.
La canzone cha cantarono la prima volta con i due nuovi arrivati fu un classico, quella che forse li rispecchiava di più: Forever Young di Alphaville. Già, perchè loro non volevano diventare giovani seri, o contenti per forza, o criminali, o nevrotici: volevano ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare. Non essere subito così sicuri, non subito senza sogni. Già, perché a loro non interessava nulla della rivoluzione francese, delle reazioni chimiche o della Divina Commedia, volevano solo sapere come fare a vivere. Erano dei giovani.
 
“Balliamo con stile, balliamo ancora un po ‘
Il paradiso può attendere, stiamo solo guardando il cielo.
Speriamo il meglio ma ci aspettiamo il peggio.
Hai intenzione di sganciare la bomba o no ?
Moriamo giovani o viviamo per sempre
Non ne abbiamo il potere ma mai dire mai
Seduto nel recinto, la vita è un breve viaggio, la musica serve agli uomini tristi.
Per sempre giovane, voglio essere per sempre giovane.
Vuoi davvero vivere per sempre, nei secoli dei secoli? 
Viviamo la vita come se fossimo in un video,
dove il sole splende sempre e non si invecchia mai,
nemmeno una preoccupazione perchè non esiste domani,
solo un giorno perfetto che dura una vita intera
e non finisce mai
Perché tutto quello che dobbiamo fare è premere repaly,
allora viviamoci il momento, beviamo un po’ di vino
e parliamo dei vecchi tempi, così rimarremo sempre giovani.
Lasciamo un segno che non si possa cancellare, né con lo spazio né con il tempo
Così, quando il regista urlerà taglia , io mi sentirò bene.
La vita deve essere vissuta, non vivere in tensione.
Giovane per sempre, io voglio essere giovane per sempre
Vuoi davvero vivere per sempre, nei secoli dei secoli?
Giovane per sempre.”
 
Dopo la loro esibizione, Lesly si portò le mani alla bocca, era stupefatta.
‘Voi…voi siete incredibili! Sembrate dei professionisti, sembra che cantate insieme da quando siete nati! Siete perfetti, è incredibile!’ Esclamò.
‘Adesso non esagerare!’ Frenò il suo entusiasmo Niall.
‘Io non esagero, questa è la verità. Voi siete perfetti insieme.’
‘Se lo credi tu…’
Ci fu un momento di silenzio e Zayn si sentì morire dentro. Doveva dire ai suoi amici la verità, doveva confidarsi perché altrimenti non si sarebbe mai sentito libero. Però c’era sempre quella paura di apparire strano che lo bloccava. Quando era lì lì per aprire bocca e vuotare tutto, le labbra iniziavano a tremargli e subito cambiava dea. Ma in quel momento lo doveva proprio fare, se lo sentiva, era l’attimo giusto.
‘Ehy  ragazzi, vi devo dire una cosa.’ Incominciò a parlare e subito cinque paia di occhi puntarono su lui. ‘ E’ da parecchi anni che succede e un po’ me ne vergogno. Oggi quando eravamo in cortile e volevo andare in spiaggia, non era perché volevo fare una bagno, ma perché lì c’era mia mamma che…raccoglieva rifiuti.’ Tutti restarono a guardarlo impassibili, mentre dentro di sè si faceva sempre più piccolo fino a diventare un granello di sabbia. Finalmente dopo un po’ il silenzio fu rotto da Lesly.
‘Tutto qui?’
‘Oh, voi non potete immaginare dove può arrivare mia mamma! E’ un’ambientalista sfegatata e si crede SuperWoman  che deve salvare il pianeta! Nella mia città alcuni mi prendono in giro a causa sua e mi sono rotto le scatole di questa sua mania. Perchè non può avere un hobby normale come tutte le altre, tipo il giardinaggio?’
‘Anch’ io mi dovrei lamentare allora!’ Esclamò Niall sbuffando. ‘ Mia mamma è super protettiva e mi tratta perennemente con le sue cure. Non accetta il fatto che stia crescendo e così io mi sento bloccato sotto le sue ali.’
‘Magari mia mamma mi trattasse un po’ più da piccola! Si fa sempre problemi sul perché non vado in discoteca ogni sabato sera, sul perché non abbia un fidanzato o sia così timida. Lei mi vede già come una donna fatta che dovrebbe entrare in questo mondo, vuole che mi faccia mille amici anche se non saprò se mi potrò fidare di loro, che vivi completamente la mia età e che indossi abiti eleganti. Io e lei siamo due opposti!’ Commentò Lesly.
‘Magari smettesse di prestare attenzioni solo a te, così si interesserebbe di me!’ Sussurrò Harry quasi impercettibilmente, anche se tutti riuscirono a sentirlo. Lesly si voltò di scatto verso suo fratello appena capite quelle parole.  Aveva sentito bene? Non riusciva a credere a se stessa…davvero Harry era in piccola parte geloso di lei? Davvero quel ragazzo figo, attorniato da ragazze e amici, poteva invidiare qualche aspetto della sua vita considerata da tutti noiosa? Aveva scoperto il suo punto debole…
 
 
Harry non avrebbe mai voluto dire quell’ultima frase, ma purtroppo non si poteva tornare indietro. Era quella la verità: a volte si sentiva trascurato dai suoi genitori che riversavano domande a sua sorella mentre non degnavano minimamente lui. Credevano che la sua vita fosse uno sballo continuo, che fosse completamente felice e realizzato e che la loro presenza l’avrebbe infastidito. In realtà voleva solo essere considerato un figlio normale, non aveva mai pensato che anche a casa si seguissero le gerarchie sociali scolastiche, del tipo “Tu  sei figo e popolare, non oso parlarti, la tua vita dev’essere tutta rosa e fiori.”
Eh no, le gerarchie sociali reggevano solo fino ad un certo punto, poi entrava in gioco la vita, e nella vita i problemi c’erano anche per quelli fighi e popolari. E anche un ragazzo come lui poteva desiderare una conversazione amichevole con suo padre, per quanto poi potesse sfociare in argomenti noiosi del tipo “il lavoro extra scolastico”. E anche un ragazzo come lui poteva non essere la crudeltà fatta in persona. Certo, doveva ammetterlo, era sempre un po’ cattivo con sua sorella, ma non capiva perché, sapeva solo che gli veniva naturale.
Non si ricordava un bel momento passato insieme tra loro che risalisse a più di tre anni fa. Da quando era iniziata la scuola superiore s’erano divisi. Anche se erano nella stessa classe, perché gemelli, lui e Lesly non s’erano più parlati amichevolmente. Lei stava solo ed esclusivamente con Jakie, mentre lui con chiunque gli capitasse a tiro. Non si faceva problemi perché riusciva a far ridere e a piacere ad ogni persona. 



Spero davvero che questo  capitolo vi piaccia e che sopratutto non ci siano errori, perchè l'ho ricontrollato più volte e spero che questa sia la volta buona! Davvero mi devo ringraziare per la vostra gentilezza e le 20 recensioni al capitolo precedente, spero che tutte voi rimaniate fino alla fine! 
In questo capitolo si vede che Liam e Lesly fanno pace, poi si scopre il punto debole di Harry...Che dite, sono stata brava?
Poi, come dimenticarlo, oggi è uscito l'album nuovooooooo! Io amo tutte le canzoni, ma in particolare You and I e Don't forget where you belong. E voi? 
Ok, lasciatemi una vostra recensione.
Per ultima ma non ultima, ringrazio tantissimo Miss Cappuccino per il fantastico banner. 
  
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