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Autore: BeJames    25/11/2013    7 recensioni
Dopo essersi riunita, la Ciurma di Cappello di Paglia naviga nel Nuovo Mondo. Ma...Se una Nobile Mondiale fosse pronta alla vendetta? E se questa vendetta prendesse di mira proprio uno di loro, uno che non sa cosa vuol dire essere fatto prigioniero?
Quando Sanji viene rapito dagli uomini di Shalulia e fatto schiavo, i suoi compagni di equipaggio sono pronti a tutto per riprenderselo; soprattutto Nami.
Riuscirà questa avventura ad unirli per sempre? O sarà la fine per entrambi?
[SanjixNami] [ZoroxRobin]
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Sanji, Zoro\Robin | Coppie: Sanji/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12

Robin si accoccolò sulla spalla di Zoro, lasciando andare un lungo respiro di sollievo. L’isola di Next Hazard e l’incubo di perdere un compagno erano ormai lontani, eppure tra loro non era ancora del tutto scomparsa la tensione. Sanji dormiva tranquillo da ormai due giorni in infermeria e Nami non si era mai mossa da lì, neppure per dormire. Strofinò lievemente la guancia contro la spalla dello spadaccino, facendolo sorridere tiepidamente; era seduto con le braccia incrociate al petto, lo sguardo vigile e le sue preziose spade appoggiate all’altra spalla.
“Tra quanto credi si sveglierà quello stupido cuoco?”, le chiese con voce calma.
“Non saprei. Chopper ha detto che ha subito un forte stress fisico e psicologico; gli ci vorrà un po’ per riprendersi”, gli spiegò con un piccolo sorriso.
“Dannato cuoco...”, pensò lui ad alta voce, scuotendo la testa.
“Sei preoccupato?”.
“No. Nami è sempre con lui, giusto?”.
“Sì”.
“Allora guarirà presto”, affermò con sicurezza, mettendosi poi più comodo e chiudendo l’occhio sano. “Anche io sono guarito, no?”.
Robin lo guardò con un misto di divertimento e tenerezza, per poi appoggiarsi di nuovo alla sua spalla e chiudere gli occhi. Zoro era davvero un tipo enigmatico, eppure era convinta che quello fosse uno dei motivi che l’aveva fatta innamorare di lui. Perdutamente.2””
“Sì”, gli sussurrò dopo qualche attimo. “Sei guarito”.

Nami afferrò di nuovo, per l’ennesima volta, la mano di Sanji; era tutta fasciata e, sebbene le ferite si fossero quasi del tutto rimarginate, la navigatrice non poteva fare a meno di pensare che fosse tutta colpa sua. Non sapeva come mai continuasse ad accarezzare le mani del cuoco; era consapevole di quanto fosse stupida la sua illusione, ma sperava di poterle guarire in qualche modo.
Finalmente, dopo due giorni da quando erano fuggiti da Next Hazard, Sanji diede segno di risposta: la sua mano strinse debolmente quella di Nami e aprì gli occhi.
Inizialmente, tutto ciò che vide gli sembrò ricoperto da una fitta foschia. L’unico particolare nitido era il viso di Nami-san che gli sorrideva, nel modo più dolce che avesse mai visto.
“Se è un sogno non voglio svegliarmi più”, sussurrò assonnato, la voce impastata dal lungo sonno e un sorriso ebete stampato in viso.
Nami rise piano, scuotendo la testa e stringendo leggermente la sua mano.
“Non stai sognando, Sanji-kun”, gli rispose con pazienza. “Ti trovi nell’infermeria della Sunny”.
Il cuoco riaprì gli occhi di scatto: ma certo, ora ricordava tutto. Il suo rapimento, la sensazione di sentirsi completamente inutile, la paura, la confusione...Il bacio dolce e umido della sua Nami-san. Quasi inconsciamente guidò il suo sguardo alle braccia fasciate della navigatrice; si ricordava anche quello, era stato lui a ferirla.
“Ti fanno ancora male le braccia, Nami-san?”, le chiese malinconico.
Inaspettatamente, Nami inarcò pericolosamente le sopracciglia, per poi assestargli un sonoro pugno in testa.
“Ahiahiahi!”, imprecò lui cercando di contenere il dolore.
“Sei uno stupido!”, lo bollò Nami, dandogli uno schiaffo sulla spalla. Iniziò a colpirlo più volte, fino a prenderlo letteralmente a sberle. Sulla nuca, sulle spalle, sul petto; ma il petto di Sanji era solido, e non pareva risentirne.
“Davvero uno stupido idiota!!!”, continuò imperterrita a colpirlo.
Fino a che Sanji le circondò le spalle e la abbracciò, stringendola al suo petto. Nami appoggiò la guancia ai suoi pettorali e sospirò, smettendo di colpirlo.
“Mi sei mancato”, ammise, sbuffando poi di nuovo. “Guarda cosa mi fai dire!”.
Sanji rise di gusto, appoggiando una mano alla sua nuca e stringendola ancora di più. “Sei buffa, Nami-san”.
“Buffa?!”, si ribellò lei, guardandolo storto. “Non sono buffa, sono seria. Non devi più tormentarti per queste stupide ferite, lo capisci?”.
“Nami-san, lo sai che non posso”, ammise tristemente. “Mi sono macchiato di una colpa troppo grande. Ho colpito una donna, la donna che amo, con le mie sacre mani, gli strumenti che uso per cucinare per le persone a cui voglio bene. Ho reso l’idea?”.
“Ma non è stata colpa tua!”, ribatté decisa lei. “Eri sotto l’influenza di Shalulia!”.
“Non importa, quel che è stato fatto non si può cancellare. Però posso prometterti una cosa, Nami-san”.Abbassò lo sguardo verso di lei e la fissò intensamente, in un modo così serio che Nami si sentì in imbarazzo. “Una cosa del genere non succederà mai più. Perché diventerò più forte”.
“Sarà meglio che non succeda più”, lo avvertì. “Mi hai fatto preoccupare, maledetto!”.
Sanji si massaggiò la testa dopo l’ennesimo pugno, sorridendo. “Grazie, Nami-san”.
“Scemo. Non devi ringraziarmi”, gli rispose lei in tono più dolce. “L’ho fatto solo perché non avevo voglia di non averti più intorno, tutto qui”.
Sanji si lasciò scappare una risatina: “Con questo vorresti suggerirmi che sei un’egocentrica egoista?”.
“Sì!”, esclamò Nami, cacciando fuori la lingua.
Risero insieme e, per qualche attimo, Sanji dimenticò tutto: quello che era successo, il senso di colpa, il fatto che non avrebbe più potuto cucinare. Già.
“Io non potrò più cucinare, Nami-san”, le disse ad un tratto, distogliendo lo sguardo dai suoi capelli rosso fuoco.
“Sanji...”, tentò Nami, rendendosi poi conto che i suoi occhi tristi le rubavano le parole. Sorrise, prendendo una mano e stringendola. “Ci penserò io. Cucinerò io per i ragazzi, prenditi il tuo tempo. Ma devi farmi una promessa: non devi smettere di fare quello che ti piace, non devi rinunciare al tuo sogno”.
“Nami-san...”.
“Promettimelo”.
Sanji sospirò. “Non posso promettertelo”, le disse terribilmente dispiaciuto.
Nami si morse il labbro nervosa, conscia del fatto che per il momento non poteva fare nient’altro per il cuoco.
“Va bene, Sanji-kun. Però permettimi una cosa”.Si avvicinò al suo viso e sfiorò le labbra con quelle di Sanji, sentendolo rabbrividire.
“C-che cosa?”.
“Lasciati curare”, gli disse in un sussurro.
E Sanji la lasciò fare. Si abbandonò completamente a lei mentre lo sfiorava, gli toglieva i vestiti e non smetteva di accarezzargli le mani fasciate; posò dei piccoli baci sui loro palmi e poi le riappoggiò al letto, riunendole di nuovo con le sue.
Sanji rispose con foga all’ennesimo bacio e abbracciò la sua navigatrice, sentendo il cuore battere contro il suo. Affondò il viso tra i suoi capelli folti e sospirò, beato.
Nami, senza smettere per nemmeno un secondo di guardarlo negli occhi, salì su di lui e si mise a sedere sulle sue ginocchia, lasciandolo entrare dentro di sé.
Non c’è più me o te, Sanji-kun. Adesso ci siamo solo noi.
Sanji iniziò a muoversi con delicatezza abbracciandole la schiena, finché le spinte non diventarono sempre più rapide e passionali come i loro sospiri.
“Io e te non facciamo sesso, Nami-san. Facciamo l’amore”.
Nami si lasciò scappare un sorriso: sì, ora capiva cosa voleva dire.
“Ti amo, Sanji-kun”, gli sussurrò, prima che entrambi perdessero completamente il controllo.
Si ritrovarono sdraiati l’una nelle braccia dell’altro, esausti e increduli.
“Anche io, mia unica ed insostituibile Nami-san”, le sussurrò il cuoco, baciandole il viso e i capelli.
Si addormentarono poco dopo, mentre le mani di Nami erano sempre ben avvolte in quelle del cuoco.

Quando Sanji aprì gli occhi, gli sembrò di essere uscito da un sonno durato mille anni; il sole era già alto nel cielo e filtrava dall’oblò dell’infermeria, doveva essere almeno mezzogiorno. Si rigirò tra le lenzuola ed allungò un braccio per raggiungere la sua Nami, ma trovò solo il vuoto accanto a lui.
Si alzò di scatto: dove era finita?! Si infilò in fretta e furia un paio di pantaloni e una T-shirt spiegazzata e uscì dall’infermeria. Aveva un presentimento di dove Nami poteva trovarsi, realizzò mentre stava attraversando la sala dell’acquario verso la cucina.
Nami si trovava proprio lì: indossava il suo grembiule rosa col panda ed era intenta a studiare un grosso libro, mentre una pentola bolliva sul fuoco.
Sanji si lasciò scappare un sorriso; si avvicinò furtivamente e la abbracciò da dietro, facendola sussultare.
“Cosa stai combinando?”, le chiese divertito.
“Come sarebbe?! Sto cucinando!”, gli rispose lei, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. “Te l’avevo detto che ci avrei pensato io fino alla tua guarigione, no?”.
Oh, Nami-san.
Non pensava di averla mai amata tanto come in quel momento. Si stava facendo carico delle sue ferite e dei suoi compiti per farlo stare meglio.
Cosa devo fare, Zef?
Non avrebbe potuto conoscere la risposta del vecchio, ma poteva provare ad immaginarla. Scansò con delicatezza Nami dai fornelli e si parò davanti, estraendo un coltello dal primo cassetto.

“Ma Sanji-kun, cosa...?”.
“Sto per cucinare”, rispose lui con un gran sorriso.
Nami sorrise a sua volta, cercando di contenere l’emozione. “Ma, allora, tu-“.
“Sì, Nami-san”, le disse, attirandola a sé e stampandole un tenero bacio sulle labbra.
“Sono guarito”.

 

Epilogo

Zef rigirò tra le mani la foto che era stata allegata alla lettera mandata da Sanji. Era davvero una bella immagine, molto colorata e ricca di felicità: raffigurava nove persone, alcune delle quali gli erano già note, altre che avrebbe avuto il piacere di incontrare.
Rufy, il ragazzino col cappello di Paglia: non era cambiato di una virgola.
Zoro, lo spadaccino: aveva un occhio offeso, ma sorrideva solare e teneva una bella donna mora stretta tra le braccia.
Usopp, il figlio del cecchino di Shanks il rosso: stava diventando sempre più simile al padre.
Un piccolo procione.
Un robot megalomane dall’aria spensierata.
Uno scheletro alto tre metri che cantava con una chitarra.
E infine, in un angolo della foto, c’era Sanji, che sorrideva compiaciuto mentre abbracciava la ragazza rossa di nome Nami e le posava un bacio sulla guancia.
Sorrise divertito, posando la foto e dirigendosi verso il suo comodino, dove ce n’era incorniciata un’altra. Raffigurava solo due persone, ma era comunque molto bella.
La prese tra le mani, guardando se stesso nell’aspetto di molti anni prima e la donna che teneva abbracciata: una marine dai capelli rosa forte e l’espressione fiera, che teneva una sigaretta stretta tra le labbra e sorrideva spensierata.
Parlò alla foto, passando un dito sul viso ritratto della donna.
“Lo sai, Nami è diventata bella come te...Bellmer”. 

_______________________________________________

*Note dell’autrice*:  Eccoci qui mie care, alla fine (perdonate l’immenso ritardo ma purtroppo tra università e impegni vari ho poco tempo T.T) siamo giunte al termine di questa storia :) Il capitolo è densamente mieloso, ma spero me lo concederete visto che è il finale, e la nostra Nami leggermente OOC...Spero possiate perdonarmi! :3
Alcune precisazioni riguardanti il capitolo:
-La parte ZoRobin di chiusura è breve perché non volevo strafare, spero vi piaccia comunque ;)
-Il grembiule rosa col panda...Penso sia rimasto nei vostri cuori come nel mio (quando mi dispiace che non lo indossi più T.T) e ho voluto fargli un tributo xD
-L’epilogo...Non so perché, ma ho sempre avuto una fissa per la coppia Zef/Bellmer. Li vedrei molto bene insieme, e poi la storia d’amore tra una Marine e un Pirata sarebbe non poco intrigante ** E poi sono i genitori di Sanji-kun e Nami-san, sarebbe strano non vederli bene insieme! xD

Ringrazio poi tutti quelli che hanno seguito la mia storia, in particolare:
-Chi ha sempre trovato il tempo e la voglia di lasciarmi una recensione ad ogni capitolo: namirami, Soly Dea e Marjan; grazie mille ragazze, siete state un grande incentivo a continuare! :’D
-Chi ha messo la storia tra le seguite: Ace D. Portogas, anime_96, Crow F, girl_in_the_sun, icon of the darkness, Ikki, LizTheStrange, namirami, Marjan, Nate_, Sanjina99, Selenuccia20, Soly Dea, Starlet, zorosteve, _ely_93
-Chi ha messo la storia tra le preferite: anime_96, claud_ia, isabelle10, Lady Devonne Isabelle, Soul of the Crow, vero1994.
Grazie mille a tutti voi, alla prossima, e...

LUNGA VITA ALLA SANAMI!

   
 
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